Con un attacco missilistico degli Usa e dell'Inghilterra sostenuto dalla Nato, Ue,
Russia e Italia
INIZIATA LA GUERRA
IMPERIALISTA ALL'AFGHANISTAN
Bombe su Kabul e altre
città afghane. Molte vittime tra i civili. Bush: "Dobbiamo annientare i terroristi e
gli Stati che li appoggiano''. Berlusconi: "Siamo con gli Usa e pronti a intervenire
militarmente''
Nel tardo pomeriggio del 7
ottobre è iniziata la guerra imperialista all'Afghanistan, una parte di quell'operazione
chiamata da Bush "Libertà duratura'' per colpire in prima battuta i paesi sospettati
di terrorismo ma con l'obiettivo ultimo di eliminare tutti i governi del mondo e qualsiasi
opposizione al dominio dell'imperialismo.
Una pioggia di missili da crociera è caduta in poche ore su Kabul, Kandahar, Jalalabad,
Herat, Mazar-I-Sharif e altre città afghane; i Cruise erano stati lanciati da navi e
sottomarini americani e inglesi che navigano nell'Oceano Indiano al largo delle coste del
Pakistan e da bombardieri partiti dalle basi americane sull'isola di Diego Garcia; al
bombardamento avrebbero partecipato anche i bombardieri invisibili B2 partiti 17 ore prima
dalla loro base nel Missouri. Obiettivi degli attacchi militari americani le installazioni
militari, aeroporti, la sede della radio, centrali elettriche, campi di addestramento
dell'organizzazione terroristica Al Qaeda nonché le abitazioni del capo spirituale dei
Talebani, il mullah Omar, e dei suoi collaboratori. I bombardamenti sono proseguiti nella
notte dell'8 e per tutta la giornata del 9 ottobre.
Gli attacchi sono stati guidati dalla rete di satelliti spia americana e dai commando
americani, inglesi e francesi che da tempo si sono infiltrati in Afghanistan. Quelli che
l'imperialismo chiama "danni collaterali'' sono provocati dalle bombe cadute su un
ospedale militare di Kabul e su abitazioni nella capitale e in altre città che hanno
causato diverse decine di morti tra i civili.
La distruzione dei pochi aerei e della rete contraerea afghana assicura alle forze
imperialiste il dominio dei cieli preludio per attacchi con truppe di terra. Secondo le
fonti americane è stata impiegata solo una minima parte del potente schieramento
dislocato nell'Oceano indiano e nelle basi vicine; una delle ragioni è l'esiguità del
numero dei bersagli individuati in Afghanistan. Ma nulla esclude che la parte maggiore
delle forze sia stata tenuta di riserva per la "lunga guerra'' che ha promesso Bush o
per aggressioni imminenti ad altri paesi; in tal senso si è espresso Bush nel discorso
col quale ha annunciato all'America l'inizio della guerra.
BUSH MINACCIA DI COLPIRE ALTRI STATI
Dalla Casa Bianca il presidente americano ha annunciato che l'attacco missilistico ha lo
scopo di "far cessare immediatamente l'utilizzo del territorio afghano come base per
le operazioni dei terroristi''. In questa guerra del bene contro il male gli Usa sono
aiutati dai "fidati amici inglesi. Altri amici stretti, fra i quali il Canada,
l'Australia, la Germania e la Francia, si sono impegnati ad unire le loro forze quando
l'operazione si allargherà''. E si allargherà senz'altro con le "prolungate, estese
e continuate operazioni di terra'' per "ripulire il terreno''. Ma l'idea
dell'imperialismo americano non è solo di intensificare il conflitto con l'Afghanistan.
"In questo momento - precisa Bush - ci stiamo concentrando sull'Afghanistan ma la
guerra è più estesa. Ogni nazione dovrà scegliere. In questa guerra non c'è
neutralità. Se qualche paese aiuta i fuorilegge e gli assassini degli innocenti diventa
fuorilegge e assassino. Ma percorrerà questo cammino isolato e a suo rischio e
pericolo''. Ricordiamo che il ministro della Difesa americano, Donald Rumsfeld, aveva
parlato di una lista di 60 paesi sospettati di appoggiare il terrorismo. Il giorno
seguente l'ambasciatore americano all'Onu, John Negroponte, informava il Consiglio di
sicurezza che "la necessità dell'autodifesa dall'aggressione del terrorismo potrebbe
richiedere azioni militari contro altre organizzazioni e contro altri Stati''. Gli Usa
chiedono all'Onu una nuova cambiale in bianco, dopo quella che ha autorizzato la
cosiddetta reazione di autodifesa dagli attacchi terroristici dell'11 settembre, per
colpire altri paesi.
Alla crociata imperialista Bin Laden ha risposto invocando la guerra santa. In un video
fatto arrivare a Kabul alla rete televisiva araba Al Jazeera il terrorista saudita ha per
la prima volta plaudito all'offensiva terrorista contro gli Usa, ha definito Bush "il
capo della miscredenza mondiale'' e dopo aver affermato che il mondo è diviso in due
schieramenti "quello della fede e quello della miscredenza'' ha chiamato ogni
musulmano a "far trionfare la sua religione''. Di seguito il portavoce di Al Qaeda,
Soliman Abu Gheita, ha esortato i musulmani a unirsi "nella Jihad'', la guerra santa.
Imperialisti e terroristi invocano dio per compiere i loro misfatti contro l'umanità.
Contro la guerra all'Afghanistan si è pronunciato l'Iran. Il ministro degli Esteri di
Teheran ha affermato che "questi attacchi sono inaccettabili, sono lanciati senza
prendere in considerazione l'opinione pubblica mondiale, in particolare quella dei paesi
musulmani, e fanno torto al popolo innocente e oppresso dell'Afghanistan''. Stessa
condanna da parte del governo iracheno e del ministro all'Informazione libanese. La Lega
araba, che ha già ammonito gli Usa di non attaccare un paese arabo.
IL SOSTEGNO DI NATO, UE E RUSSIA ALLA CROCIATA IMPERIALISTA
Al contrario, in perfetta sintonia con Bush si è espresso il 7 ottobre da Londra il
premier inglese Blair. "Non ci ritireremo, non ci fermeremo fino a quando il
terrorismo non sarà sradicato. Per farlo, per distruggere la rete terroristica legata a
Osama Bin Laden, dobbiamo distruggere la rete di Stati e governi che la appoggia''.
L'appoggio "senza riserve'' agli Usa è stato espresso dal presidente francese
Chirac, che ha anche rivelato che "forze francesi sono associate all'operazione'',
ovvero sono già sul campo, e dal cancelliere tedesco Schroeder che ha messo a
disposizione ogni aiuto militare ritenuto utile dagli americani fregandosene dell'impegno
costituzionale di non inviare forze armate all'estero senza l'accordo del parlamento.
Schroeder può contare sul sostegno non solo degli alleati verdi di Fischer ma anche
dell'opposizione parlamentare democristiana. Il cancelliere ha inoltre precisato che
Berlino si terrà in stretto contatto con Parigi per coordinare le scelte future, una
mossa per contenere la leadership militarista conquistata di fatto da Blair fra i paesi
della Ue. Nel frattempo soldati tedeschi fanno parte degli equipaggi degli aerei radar
Awacs della Nato che dalla base europea di Gelsenkirchen, presso Colonia, sono partiti
verso gli Usa col compito di sostituire nella sorveglianza aerea quelli americani
impiegati nell'aggressione all'Afghanistan. è stata questa una delle prime misure rese
note del sostegno della Nato agli Usa dopo l'accoglimento ufficiale del Consiglio
atlantico, lo scorso 4 ottobre, delle richieste avanzate dalla Casa Bianca.
Il segretario generale della Nato, l'inglese Robertson al termine del consiglio aveva
annunciato che i 18 partner degli Usa erano pronti a fornire a livello individuale e
collettivo mezzi militari per sostituire quelli americani impegnati nella guerra, supporto
logistico, il diritto di sorvolo dei propri cieli, collaborare nello scambio di
informazioni tra i servizi segreti e nella sorveglianza delle basi Usa o di altri alleati
sul proprio territorio.
Anche la Russia di Putin è con gli Usa. "I terroristi devono sapere che ovunque si
trovino la giustizia li raggiungerà'' è il tronfio comunicato diffuso dal governo russo
in appoggio all'attacco all'Afghanistan e che indica altre centrali del terrorismo da
colpire in Cecenia, Medio Oriente e Balcani. Appoggio a Bush dalla Cina e dal Giappone che
ha dato sostegno logistico alle forze americane. Silenzio assenso è invece la strategia
complice scelta dal Vaticano.
BERLUSCONI CON BUSH
Il 3 ottobre il Consiglio di guerra tenuto al Quirinale da Ciampi con Berlusconi e Fini,
Tremonti, Ruggiero, Martino, Buttiglione e Letta aveva deciso di mettere a disposizione
degli Usa porti e aeroporti e garantito un aumento della presenza militare nei Balcani se
i soldati americani fossero impegnati su altri fronti. L'8 di ottobre al termine di un
secondo Consiglio di guerra il ministro della Difesa Martino comunicava che al momento
sono 49 i militari italiani impiegati sugli aerei radar della Nato inviati di supporto
negli Usa.
Il comunicato dell'incontro al Quirinale ribadiva "il pieno appoggio dell'Italia a
questa fase cruciale della lotta al terrorismo. Nello svolgimento delle conseguenti
operazioni l'Italia fornirà il suo apporto alle azioni che si renderanno necessarie,
incluse quelle militari''. Le stesse parole del comunicato con Ciampi Berlusconi le aveva
usate nella conferenza stampa del giorno precedente quando, dopo aver ribadito che
"l'Italia è a fianco degli Usa'', aveva sottolineato che "l'Italia non ha mai
messo limiti alle richieste Usa'' ed è pronta "a prendere parte a ogni iniziativa
che si rendesse necessaria al fianco dei paesi amici, inclusa la eventuale partecipazione
ad operazioni militari''. E ha invitato l'opposizione parlamentare a una esplicita
collaborazione considerando che il Polo aveva a suo tempo appoggiato la decisione del
governo dell'Ulivo di partecipare in prima fila all'aggressione militare imperialista alla
Serbia e che i sonati Rutelli e Fassino si erano subito schierati dalla parte
dell'attacco. Il neoduce Berlusconi vuol partecipare alle operazioni militari e freme
perché finora gli Usa non l'hanno chiamato in campo come altri "fidati amici''. Una
ragione di più affinché nel nostro Paese si sviluppi un movimento di massa in
opposizione alla guerra imperialista all'Afghanistan e contro la partecipazione in
qualsiasi forma dell'Italia sulla scia delle prime manifestazioni di protesta.
10 ottobre 2001
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