Sulle orme di Mussolini
NUOVE INIZIATIVE NAZIONALISTICHE DI CIAMPI

Il Capo dello Stato falsifica la storia: considera la guerra imperialista del '15-18 come "l'ultima guerra del Risorgimento''. Riaperto al pubblico, per volontà di Ciampi, il "Vittoriano'', simbolo della monarchia, del fascismo, del nazionalismo e dell'imperialismo italiano. Insignito della Gran croce dell'ordine militare d'Italia, il generale fascista che bombardò la città spagnola di Guernica
Dopo essere stato tra i primi artefici del ripristino, dopo tredici anni, della parata militare del 2 giugno, da sempre simbolo dei nazionalisti e dei fascisti, il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, è tornato a battere la gran cassa del nazionalismo patriottardo con una serie di sconcertanti e inaudite iniziative che hanno raggiunto il culmine il 4 novembre scorso, giornata delle Forze armate.
La prima sortita patriottarda è contenuta nel suo messaggio alle Forze armate, quando indica il 4 novembre come "il giorno della memoria'', dedicandolo alla "vittoria finale delle guerre risorgimentali'' culminate nel ricongiungimento di Trento e Trieste, avvenuta appunto il 4 novembre 1918. è dunque evidente che Ciampi vuole spacciare per guerra "patriottica'' quella che fu una guerra imperialista per eccellenza, voluta e scatenata dalle grandi potenze per la spartizione politica ed economica del mondo, un'immane carneficina che i popoli pagarono a caro prezzo con oltre 8 milioni di morti, fame e miserie indicibili. E per sostenere questa sua infame rilettura, egli ricorre alla falsificazione palese della storia, usando pari pari le argomentazioni che gli interventisti e social-sciovinisti capeggiati da Mussolini usarono per caldeggiare l'entrata in guerra.
Il "4 novembre - spiega Ciampi - fu completata la lunga stagione del Risorgimento italiano, con la vittoria di Vittorio Veneto e il ricongiungimento di Trento e Trieste all'Italia. Ed è questo significato dell'Unità d'Italia che io oggi ho voluto simboleggiare, unendo tre cerimonie, al Vittoriale degli italiani, a Redipuglia, a Rovereto''. Insomma Ciampi spaccia la tesi storiografica apertamente di destra che l'Italia sabauda sarebbe entrata in guerra accanto ai paesi dell'Intesa (Russia, Inghilterra e Francia) animata solo dalla "nobile'' causa di riunificare Trento e Trieste all'Italia, e non già per partecipare al "banchetto'' imperialista assieme alle altre grandi potenze per spartirsi il mondo. Ovviamente si guarda bene dal dire che l'Italia con l'entrata in guerra accarezzava mire espansioniste "un tantinello'' più ambiziose della riunificazione di Trento e Trieste. Tant'è che prima di allearsi ai paesi dell'Intesa l'Italia aveva sondato segretamente le Potenze centrali (Austria, Germania, Ungheria) chiedendo loro delle cessioni territoriali quale prezzo della sua neutralità. Non trovando un accordo, andò a offrirsi ai paesi dell'Intesa, anche in questo caso pretendendo "adeguati'' compensi territoriali: oltre al Trentino e Trieste, si voleva l'Istria (e tutte le isole istriane), la Dalmazia, le isole del Dodecaneso, e una parte dell'Albania, e inoltre, nel caso di spartizione della Turchia, pretendeva le province di Adalia e di Smirne, mentre nel caso di spartizione delle colonie germaniche in Africa chiedeva compensi in Eritrea e in Somalia a spese delle colonie francesi ed inglesi.
Non pago di aver "nobilitato'' la partecipazione dell'Italia alla guerra del '15-18 Ciampi nel suo messaggio alle Forze armate si è sentito in dovere di "ricordare commosso tutti coloro che combatterono, si immolarono, persero i loro cari durante la seconda guerra mondiale, rispondendo al dovere ed alla chiamata della patria. Le pagine di eroismo, il sangue versato per la libertà sono supremi valori ai quali oggi si unisce idealmente la generosa opera di quanti tra voi offrono la loro opera per l'affermazione del mondo della democrazia, della libertà, della solidarietà, dell'impegno per la pace e per la convivenza dei popoli''. Una frase accolta entuasticamente dal caporione fascista Fini, che vi ha letto un implicito riconoscimento anche ai repubbichini di Salò, "perché un Capo dello Stato che dice...`ricordiamoli tutti, i combattenti' è un Capo dello Stato che va ringraziato''.
La stessa riapertura al pubblico (dopo 31 anni) del Vittoriano, ossia il monumento voluto dai Savoia e poi consacrato come monumento simbolo del regime fascista e della sua politica imperialista, espansionista e colonialista, fa parte integrante della sua campagna personale per esaltare il nazionalismo e il patriottismo. è stato proprio Ciampi nel luglio scorso a volere la riapertura al pubblico del monumento fascista, a volere che questa coincidesse col 4 novembre, e ad elevarlo a "simbolo della continuità dello Stato dal Risorgimento alla Repubblica''.
E sempre al Risorgimento il Capo dello Stato si è richiamato per il nuovo stendardo presidenziale, issato sul torrino del Quirinale il 4 novembre, mutuato dal tricolore della Repubblica italiana del 1802.
Ma non è ancora tutto: per esaltare "i valori della patria'' Ciampi ha deciso di rilanciare in grande stile il capitolo "onoreficenze''. Così dopo aver voluto un sito Internet con l'elenco completo delle varie medaglie concesse dall'Unità d'Italia ad oggi (comprese quindi quelle concesse dal regime mussoliniano), in occasione del 4 novembre, ha deciso di assegnare, per la prima volta dal '45, la massima onoreficenza militare italiana in tempo di pace, a tre veterani della seconda guerra mondiale, divenuti cavalieri di Gran Croce dell'Ordine militare d'Italia. Tra questi però, come ha denunciato il presidente dell'Associazione italiana combattenti antifascisti di Spagna, Giovanni Pesce, c'è il generale dell'aeronautica Paolo Moci, che se non si tratta di un "improbabile caso di omonimia'' è uno degli aviatori fascisti che partecipò alla criminale aggressione delle brigate nere nazifasciste contro la Spagna repubblicana e in particolare al terrificante bombardamento della città basca di Guernica, che provocò migliaia di vittime, il 26 aprile del '37 nel corso della guerra di Spagna.
Ecco quali nuovi "eroi'' il nazionalista Ciampi addita a modello all'Italia di oggi, che ricalcando le famigerate gesta mussoliniane, è impegnata e si sta attrezzando sempre di più dal punto di vista politico e militare in una politica espansionista e interventista là dove vuol far valere gli interessi imperialistici nazionali, europei, della Nato e dell'Occidente nel

loro complesso.