Gli insegnamenti dei cinque Maestri sul giornale del proletariato

È dovere della stampa intervenire a favore degli oppressi nelle sue più immediate vicinanze. E, signori, l'edificio della servitù trova i suoi più veri sostegni nelle autorità politiche e sociali subordinate, che stanno direttamente di fronte alla vita privata della persona, all'individuo vivente. Non basta combattere i rapporti generali e i poteri supremi. La stampa deve decidersi a battersi contro questo gendarme, questo procuratore, questo consigliere provinciale. Contro quale scoglio è naufragata la rivoluzione di marzo? Essa ha riformato soltanto il vertice politico supremo, non ha toccato nessuna delle sue sottostrutture, la vecchia burocrazia, il vecchio esercito, le vecchie procure, i vecchi giudici nati, cresciuti e ingrigiti al servizio dell'assolutismo. Il primo dovere della stampa è ora di minare tutte le fondamenta dell'ordine politico costituito.
(Marx, Autodifesa al primo processo contro la "Neue Rheinische Zeitung'', febbraio 1840)

Dopo la rivoluzione di marzo Marx si recò a Colonia e ivi fondò la 'Neue Rheinische Zeitung' ['Nuova Gazzetta renana'] che visse dal 1° giugno 1848 sino al 19 maggio 1849 - l'unico giornale che in seno al movimento democratico di quel tempo difese le posizioni del proletariato, il che esso già fece schierandosi senza riserve dalla parte degli insorti del giugno 1848 a Parigi, cosa che fece perdere al giornale tutti i suoi azionisti. Invano la 'Kreuzzeitung' ['Gazzetta della Croce'], denunciò 'la insolenza alta come il Cimborazzo' con la quale la "Neue Rheinische Zeitung' attaccava ogni cosa sacra, dal re e dal reggente sino al gendarme, e ciò in una fortezza prussiana che aveva allora 8.000 uomini di guarnigione. Invano si dettero da fare i filistei liberali renani, subitamente diventati reazionari. Invano lo stato d'assedio proclamato a Colonia nell'autunno 1848 sospese per un lungo periodo di tempo la pubblicazione del giornale. Invano il ministro della giustizia del Reich a Francoforte denunziava al procuratore di Colonia un articolo dopo l'altro esigendo un processo. Il giornale continuò a essere redatto e stampato tranquillamente, in faccia al corpo di guardia principale la sua diffusione e la sua fama crebbero a misura che i suoi attacchi al governo e alla borghesia diventavano più violenti. Quando si produsse in Prussia il colpo di Stato del novembre 1848, la 'Neue Rheinische Zeitung', con un appello pubblicato in testa a ogni numero invitava il popolo a rifiutarsi di pagare le imposte e a rispondere alla violenza con la violenza.
(Engels, "Carlo Marx'', 17 marzo 1883)

Il giornale che voglia diventare organo di tutti i socialdemocratici russi deve perciò essere al livello degli operai d'avanguardia; non solo esso non deve abbassare artificialmente il proprio livello, ma deve al contrario elevarlo costantemente, affrontando tutte le questioni tattiche, politiche e teoriche della socialdemocrazia mondiale. Solo allora le esigenze degli intellettuali operai saranno soddisfatte, e il giornale potrà prendere direttamente nelle proprie mani la causa operaia russa, e quindi anche la causa rivoluzionaria russa.
Lo strato numericamente esiguo degli operai d'avanguardia è seguito da un largo strato di operai medi. Anche questi operai anelano avidamente al socialismo, entrano a far parte dei circoli operai, leggono giornali e libri socialisti, partecipano all'agitazione, distinguendosi dallo strato precedente solo in quanto non possono diventare dirigenti pienamente autonomi del movimento operaio socialdemocratico. Del giornale, che sarebbe l'organo del partito l'operaio medio non capirà alcuni articoli, non afferrerà con chiarezza una complessa questione teorica e pratica. Da ciò non deriva affatto che il giornale debba abbassarsi al livello della massa dei suoi lettori. Al contrario, il giornale deve appunto elevare il loro livello e contribuire a fare emergere degli operai d'avanguardia dallo strato medio degli operai. Assorbito interamente dall'attività pratica locale, interessato soprattutto alla cronaca del movimento operaio ed alle questioni immediate dell'agitazione, l'operaio di questo tipo non deve mai, neppure per un istante distogliere il pensiero da tutto il movimento operaio russo, dal suo compito storico, dal fine ultimo del socialismo, per cui il giornale, i cui lettori sono costituiti in gran parte da operai medi, deve necessariamente collegare ogni questione locale e limitata al socialismo e alla lotta politica''.
(Lenin, "Una tendenza retrograda nella socialdemocrazia russa'', fine 1899, Opere complete, vol. 4, pagg. 283-284)

(...) Se i socialdemocratici che lavorano nelle diverse località considereranno il giornale del partito come il loro giornale e riterranno loro compito principale quello di mantenere con questo giornale legami costanti, di discutere in esso le loro questioni, di fare sì che vi si rispecchi tutto il loro movimento, allora si riuscirà perfettamente ad assicurare al giornale esaurienti informazioni sul movimento, purché vengano seguiti certi metodi cospirativi per niente complicati. L'altro aspetto della cosa - regolare diffusione del giornale in tutte le località della Russia - presenta difficoltà molto, ma molto maggiori di quelle incontrate in questo campo dalle precedenti forme del movimento rivoluzionario in Russia, in momenti in cui i giornali non erano destinati alle masse popolari in una misura così elevata. Ma la destinazione dei giornali socialdemocratici facilita la loro diffusione. Le località principali in cui il giornale deve giungere regolarmente e in gran numero di copie sono i centri industriali, i villaggi e le città con fabbriche, i quartieri industriali delle grandi città, ecc. In questi centri quasi tutta la popolazione è prettamente operaia. (...)
(Lenin, "Il nostro compito immediato" - seconda metà 1899 - Op. comp., vol. 4, pag. 225)
 
(...) La rivista deve servire principalmente alla propaganda, il giornale principalmente all'agitazione. Ma sia nella rivista che nel giornale è necessario che si riflettano tutti gli aspetti del movimento, e vorremmo specialmente sottolineare che siamo contrari al piano in base al quale il giornale accoglierebbe nelle sue pagine esclusivamente ciò che riguarda immediatamente e più da vicino il movimento operaio spontaneo, rimettendo tutto ciò che rientra nel campo della teoria del socialismo, nel campo della scienza, della politica, delle questioni organizzative del partito, ecc., ad un organo di stampa per gli intellettuali. È precisamente necessario, viceversa, collegare tutti i fatti concreti e le manifestazioni del movimento operaio alle questioni suindicate; è necessario lumeggiare con la teoria ogni fatto particolare, è necessaria la propaganda delle questioni politiche e dell'organizzazione del partito fra le più larghe masse della classe operaia; è necessario inserire queste questioni fra i temi dell'agitazione. La forma di agitazione che ha dominato quasi esclusivamente da noi sino ad oggi - ossia l'agitazione a mezzo di fogli locali - diviene insufficiente: è un'agitazione limitata, in quanto tocca solamente i problemi locali e soprattutto economici. Bisogna cercare di creare una forma superiore di agitazione, e ciò per mezzo di un giornale che registri periodicamente sia le denunce degli operai, sia gli scioperi operai, nonché le altre forme della lotta proletaria, e tragga determinate conseguenze da ciascuno di questi fatti in vista dei fini ultimi del socialismo e dei compiti politici del proletariato russo. "Ampliare i limiti ed estendere il contenuto della nostra attività agitatoria, propagandistica ed organizzativa": queste parole (...) devono essere la parola d'ordine che definisce l'attività dei socialdemocratici russi nel prossimo futuro, e noi inseriamo questa parola d'ordine nel programma dei nostri organi di stampa. (...)
(Lenin, "Progetto di dichiarazione delle redazioni dell'''Iskra' e della 'Zarià'" - estate 1900 - c, vol. 4, pagg. 359-360)
 
(...) È quindi comprensibile che non intendiamo fare del nostro organo di stampa un semplice ricettacolo di concezioni diverse. Noi lo dirigeremo, viceversa, nello spirito di una tendenza rigorosamente definita. Questa tendenza può essere enunciata con una sola parola: marxismo, ed è quasi superfluo aggiungere che siamo per lo sviluppo coerente delle idee di Marx e di Engels e respingiamo risolutamente quelle bastarde correzioni vaghe ed opportunistiche, divenute ora tanto di moda grazie alla fortuna di cui godono E. Bernstein, P. Struve e molti altri. (...)
(Lenin, "Dichiarazione della redazione dell' 'Iskra'" - settembre 1900 - Op. comp., vol. 4, pag. 389)
 
(...) Nell'Europa moderna senza un organo di stampa politico è inconcepibile un movimento che meriti di essere chiamato politico. Senza un organo di stampa politico è assolutamente impossibile adempiere il nostro compito di concentrare tutti gli elementi di malcontento e di protesta politica, di fecondare con essi il movimento rivoluzionario del proletariato. (...) Un giornale, tuttavia, non ha solo la funzione di diffondere idee, di educare politicamente e di conquistare alleati politici. Il giornale non è solo un propagandista e un agitatore collettivo, ma anche un organizzatore collettivo. (...)
(Lenin, "Da che cosa cominciare?" - maggio 1901, Op. comp., vol. 5, pag. 9)
 
(...) Noi riteniamo che il proletariato russo sia già completamente maturo anche per un tipo di pubblicazione come quello di cui si servono tutte le altre classi, cioè il giornale. Solo un giornale politico può realmente educare la coscienza politica delle masse e illuminare, secondo l'espressione degli autori della lettera, "tutta la nostra vita sociale, a cominciare dal quarto stato per finire alla grande borghesia". Solo un giornale per tutta la Russia può, se gode dell'attivo sostegno di tutti i comitati e circoli locali, essere diffuso più o meno "contemporaneamente in tutta la Russia" e uscire con tale frequenza da meritarsi il nome di giornale. E solo se poggerà su solide basi, un simile giornale rivoluzionario segnerà il definitivo passaggio del nostro movimento "dalla lotta limitata agli scioperi economici alla vasta lotta rivoluzionaria contro il governo autocratico russo". (...)
(Lenin, "Una lettera degli 'operai del sud'" - 20 dicembre 1901 - Op. comp., vol. 5, pag. 302).
 
(...) In una parola, il "piano di un giornale politico per tutta la Russia" non è l'opera teorica di persone affette da dottrinarismo e da mania letteraria (come hanno potuto credere coloro che non vi hanno abbastanza riflettuto); è, al contrario, il mezzo più pratico per ottenere che da ogni parte ci si metta senza indugio al lavoro e ci si prepari all'insurrezione, senza dimenticare neppure per un istante il lavoro quotidiano.
(Lenin, "Che fare?" - autunno 1901 / febbraio 1902 - Op. comp., vol. 5, pagg. 477)
 
(...) Chiunque considera come suo quest'organo di stampa ed è cosciente dei doveri del socialdemocratico membro del partito rinunci una volta per sempre all'abitudine borghese di pensare e di agire così come si usa nei confronti dei giornali legali: è affar loro, si dice, lo scrivere, nostro è quello di leggere. Al giornale socialdemocratico devono collaborare tutti i socialdemocratici. Preghiamo tutti, e specialmente gli operai, di mettersi in corrispondenza con noi. Date agli operai una più ampia possibilità di scrivere al nostro giornale, di scrivere di tutto, di scrivere il più possibile della loro vita d'ogni giorno, dei loro interessi e del loro lavoro: senza questo materiale l'organo di stampa socialdemocratico non varrà un soldo e non meriterà il nome di socialdemocratico (...) vorremmo che il giornale socialdemocratico fosse l'organo di tutto il movimento, che il giornale operaio e il giornale socialdemocratico si fondessero in un unico organo di stampa. Questo può riuscire solo col più attivo contributo della classe operaia.
(Lenin, "Lettera ai compagni in occasione della pubblicazione di un organo di stampa della maggioranza del Partito" - 29 novembre 1904 - Op. comp., vol. 7, pag. 508-510)
 
Compagni, vogliamo richiamare la vostra attenzione su un metodo di collaborazione in materia di propaganda tra l'organo centrale e le pubblicazioni locali. Assai spesso si accusa l'organo centrale di essere staccato dal movimento, di non essere popolare, ecc. Naturalmente in questi rimproveri c'è una parte di verità, e noi sappiamo benissimo quanto sia deficiente il nostro lavoro in questo periodo di avvenimenti incalzanti. Ma il nostro distacco dipende in parte dal fatto che i contatti tra l'organo centrale e la massa dei socialdemocratici locali sono rari e irregolari e la collaborazione tra di essi non è sufficiente. E' indiscutibile che noi non vi aiutiamo abbastanza. Ma anche voi non ci aiutate abbastanza. Vorremmo ora, parlando da compagni a compagni, richiamare la vostra attenzione sul modo di eliminare uno di tali difetti.
Gli attivisti locali si valgono troppo poco dell'organo centrale per la propaganda. (...)
(Lenin, "Lettera della Redazione dell'organo centrale del POSDR" - settembre 1905 - Op. comp., vol. 9, pag. 269).

(...) Sarà questa una letteratura libera perché l'idea del socialismo e la simpatia per i lavoratori, e non già il profitto o la carriera, recluteranno sempre nuove forze nelle sue file. Sarà una letteratura libera perché non servirà l'eroina sazia, le "decine di migliaia" che si annoiano e patiscono per l'obesità, ma milioni e decine di milioni di lavoratori, che rappresentano il fiore del paese, la sua forza, il suo avvenire. Sarà una letteratura libera che feconderà l'ultima parola del pensiero rivoluzionario dell'umanità con l'esperienza e l'attività concreta del proletariato socialista; che creerà un nesso permanente tra l'esperienza del passato (il socialismo scientifico che ha concluso l'evoluzione del socialismo dalle sue forme primitive, utopistiche) e l'esperienza del presente (l'odierna lotta dei compagni operai).
Al lavoro, compagni! Abbiamo dinanzi a noi un compito difficile e nuovo, ma grande e nobile, quello di organizzare la vasta, multiforme e varia attività letteraria in stretto e inscindibile legame con il movimento operaio socialdemocratico. Tutta la letteratura socialdemocratica deve diventare il partito. Tutti i giornali, le riviste, le case editrici, ecc. devono affrontare subito il lavoro di riorganizzazione, devono preparare il terreno per operare secondo questi o quei principi in queste o quelle organizzazioni del partito. Solo allora la letteratura "socialdemocratica" diventerà realmente socialdemocratica, solo allora saprà adempiere il proprio dovere, solo allora, anche nell'ambito della società borghese, saprà emanciparsi dalla servitù della borghesia e fondersi col movimento della classe realmente progressista e coerentemente rivoluzionaria.
(Lenin, "Organizzazione di partito e letteratura di partito" - 13 novembre 1905 - Op. comp., vol. 10, pagg. 38-39)
 
NOTA: Nelle citazioni di Lenin i termini socialdemocrazia e socialdemocratici vanno letti e intesi, rispettivamente, per marxismo-leninismo e marxisti-leninisti. Questo perché‚ quando Lenin scrisse le opere in questione, non si era ancora consumata la rottura tra i marxisti-leninisti e i rinnegati traditori socialdemocratici.

(...) Mettendoci al lavoro noi sappiamo che la nostra strada è irta di spine... Ma le spine non possono fare paura se anche in futuro la Pravda riscuoterà come adesso la simpatia degli operai. Da questa simpatia essa attingerà l'energia per la lotta! Noi vorremmo che questa simpatia crescesse. Vorremmo inoltre che gli operai non si limitassero a dimostrare simpatia, ma partecipassero attivamente al lavoro di redazione. Non dicano gli operai che lo scrivere è per loro un lavoro "fuor dell'ordinario'': gli operai scrittori non cadono bell'è pronti dal cielo; soltanto nel corso del lavoro pubblicistico essi a poco a poco si formano. Bisogna solo accingersi intrepidamente all'opera: si inciampa una volta o due e poi si impara a scrivere...
Dunque, con il massimo slancio, al lavoro! (...)
(Stalin, "I nostri obiettivi'' - 22 aprile 1912 - Opere complete, vol. 2, pag. 269)
 
(...) La stampa non è un apparato di massa, un'organizzazione di massa, ma cionondimeno stabilisce un legame di importanza incalcolabile fra il partito e la classe operaia, un legame che per la sua forza può paragonarsi a qualsiasi apparato di trasmissione che abbia carattere di massa. Si dice che la stampa è la sesta potenza. Io non so quale potenza essa sia, ma la sua forza e il suo grande peso specifico sono indiscutibili. La stampa è lo strumento più forte mediante il quale il partito quotidianamente, ora per ora, parla con la classe operaia nella sua lingua, nel linguaggio che ritiene più adatto. Non esistono in pratica altri strumenti con i quali stabilire dei legami spirituali fra il partito e la classe e non esiste un altro apparato altrettanto duttile. Ecco perché il partito deve rivolgere una attenzione particolare a questo settore e possiamo dire che qui abbiamo già ottenuto un certo successo. (...)
(Stalin, "Rapporto organizzativo del CC del PCR(b)" - 17 aprile 1923 - Op. comp., vol. 5, pag. 245)

(...) Ora è chiaro che, nonostante tutta l'importanza della funzione agitatoria della stampa, l'aspetto più immediato del nostro lavoro di edificazione è oggi la funzione organizzativa della stampa. Non importa solo che il giornale agiti e denunci, ma soprattutto che abbia una ricca rete di attivisti, di rappresentanti e di corrispondenti in tutto il paese, in tutti i centri industriali e agricoli, in tutti i circondari e i distretti, che il filo, il quale parte dal partito, passi, attraverso il giornale, a tutte le regioni operaie e contadine, senza eccezione, che l'influenza reciproca fra il partito e lo stato da un lato; fra le regioni industriali e contadine dall'altro, sia completa. (...)
(Stalin, "La stampa come organizzatore collettivo" - 6 maggio 1923 - Op. comp., vol. 5, pag. 337).
 
L'importanza della partecipazione degli operai alla direzione del giornale consiste anzitutto nel fatto che questa partecipazione crea la possibilità di trasformare un'arma tanto efficace della lotta di classe, qual è il giornale, da strumento di asservimento del popolo in strumento di liberazione. Soltanto i corrispondenti operai e contadini possono operare questa grande trasformazione.
Soltanto come forza organizzata, i corrispondenti operai e contadini possono adempiere, nel processo di sviluppo della stampa, la funzione di portavoce e interpreti dell'opinione pubblica proletaria, denunciare le deficienze della vita pubblica sovietica, combattere senza tregua per il miglioramento della nostra edificazione.
(...) I corrispondenti operai e contadini non possono essere considerati soltanto come dei futuri giornalisti o come attivisti di organizzazioni sociali nell'officina, nel senso ristretto della parola: essi sono soprattutto quelli che denunciano le deficienze della nostra vita pubblica sovietica, essi combattono per eliminare queste deficienze, essi sono coloro che dirigono l'opinione pubblica proletaria, che cercano di convogliare le inesauribili forze di questo grandissimo fattore per venire in aiuto al partito e la potere sovietico nell'ardua opera dell'edificazione socialista.
Di qui deriva anche il problema del lavoro educativo fra i corrispondenti operai e contadini. E' senza dubbio necessario insegnare ai corrispondenti operai e contadini un minimo di nozioni tecniche sull'arte del giornalismo. Ma questo non è l'essenziale. L'essenziale è che i corrispondenti operai e contadini imparino nel corso del proprio lavoro a sviluppare in se stessi quel fiuto da giornalista-attivista sociale, senza il quale un corrispondente non può adempiere la propria missione e che non può essere inculcato con nessun mezzo artificioso di insegnamento, nel senso tecnico della parola.
(Stalin, "I corrispondenti operai", giugno 1924 - Op. comp., vol. 6, pag. 316)
 
(...) Un'arma potente, nelle mani del partito bolscevico, per consolidare le sue organizzazioni e per conquistare l'influenza sulle masse, fu il quotidiano bolscevico Pravda ["La Verità"], che si pubblicava a Pietrogrado. Era stato fondato secondo le indicazioni di Lenin e per iniziativa di Stalin, Olminski e Poletaiev. La Pravda, giornale operaio di massa, sorgeva mentre cominciava la nuova ascesa del movimento rivoluzionario. Quando il primo numero uscì, il 22 aprile (5 maggio) 1912, fu per gli operai un vera festa: per commemorare la nascita della Pravda, il 5 maggio è stato proclamato giorno di festa della stampa operaia.
Prima ancora della nascita della Pravda usciva il settimanale bolscevico Zvezdà, destinato agli operai di avanguardia. La Zvezdà compì una funzione importante nelle giornate della Lena. Vi apparvero una serie di ardenti articoli politici di Lenin e di Stalin, che mobilitavano la classe operaia per la lotta. Ma, nelle condizioni di ascesa rivoluzionaria, un giornale solo settimanale non era più sufficiente per il partito bolscevico. Era necessario un giornale quotidiano politico di massa, per i più larghi strati operai. E la Pravda fu questo giornale. (...)
(Stalin, "Storia del PC(b)" - 1938 - pag. 162)

(..) Spero che questa rivista sia ben fatta e pubblichi articoli pieni di vita; occorre guardarsi nella maniera più assoluta dallo stile rigido e stereotipato e dagli articoli piatti, insulsi e incomprensibili.
Una volta iniziata, una rivista deve essere portata avanti con scrupolo e serietà e bisogna compiere ogni sforzo perché abbia successo. Questa è la responsabilità non solo dei redattori ma anche dei lettori. I lettori devono dare suggerimenti e indicare, con lettere o articoli brevi, ciò che a loro piace o non piace. Questo è molto importante ed è il solo modo di assicurare il successo della rivista. (...)
(Mao, "Introduzione a l''Operaio cinese'" - 7 febbraio 1940) - Opere scelte, vol. 2 - pag. 424)
 
"La nostra politica bisogna farla conoscere non solo ai dirigenti e ai quadri, ma anche alle larghe masse... La funzione di un giornale, ed in questo consiste anche la sua forza sta nella sua capacità di far conoscere alle masse, nella maniera più rapida e più estesa, il programma e la linea del Partito, i principi e le misure politiche del Partito, i suoi compiti e i suoi metodi di lavoro... Voi compagni vi occupate di giornalismo. Il vostro compito è di educare le masse, di renderle coscienti dei loro interessi e dei loro compiti, di far conoscere loro i principi e le misure politiche del Partito. Dirigere un giornale è un lavoro come un altro; perché‚ il giornale sia ben fatto, perché sia vivace, deve essere fatto coscienziosamente. E anche nel caso dei nostri giornali, dobbiamo fare affidamento su tutti, sulle masse popolari, su tutto il Partito e non su alcuni individui soltanto che lavorano dietro porte chiuse... Essere capaci di trasformare la politica del Partito in azione delle masse, essere capaci di far comprendere e padroneggiare non solo ai quadri dirigenti ma anche alle larghe masse ogni movimento e ogni lotta che promuoviamo - questa è l'arte della direzione marxista-leninista... Per educare le masse, coloro che lavorano nei giornali devono anzitutto imparare dalle masse.
Noi comunisti abbiamo sempre disdegnato di mascherare le nostre opinioni. I giornali diretti dal nostro Partito e tutto il lavoro di propaganda del nostro Partito devono essere vivaci, chiari e incisivi, non dobbiamo mai rimanere nel vago. Dato che vogliamo insegnare al popolo a conoscere la verità e incitarlo alla lotta per la sua emancipazione, abbiamo bisogno di questo spirito militante. Un coltello spuntato non fa sprizzare il sangue''.
(Mao, "Discorso ai Redattori del Quotidiano dello Shansi-Suyuan'', 2 aprile 1948, Opere scelte, vol. 4, pagg. 247-251)