Compiacente astensione del Polo e della Lega Nord
GRAVE VOTO DEL SENATO: LA SCUOLA PUBBLICA ASSUMERA' GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE. LA SCELTA IN MANO AI VESCOVI
Dopo 50 anni i rinnegati del comunismo cedono alle pressioni del Vaticano
Approfittando del periodo estivo un altro gravissimo colpo demolitore è stato assestato alla scuola pubblica, e ancora una volta a sferrarlo sono stati il ``centro sinistra'' e i rinnegati del comunismo: il 19 luglio il Senato, in prima lettura, ha approvato un disegno di legge della maggioranza, con la compiacente astensione di Polo e Lega Nord, che istituisce il ruolo per gli insegnanti di religione, che così vengono equiparati a tutti gli altri insegnanti di ruolo delle materie obbligatorie.
Il Ddl, frutto di un accordo tra DS e PPI, che con una serie di emendamenti concordati hanno sbloccato il testo precedentemente licenziato dalla commissione Pubblica istruzione, è stato votato dal ``centro sinistra'', esclusi PdCI e SDI e due senatori diessini. Hanno votato contro anche i senatori di Rifondazione. Polo e Lega, come già detto si sono astenuti. Alcuni membri della sinistra diessina e dei Verdi hanno espresso dissensi in sede di dichiarazione di voto.
Con questo provvedimento, che ora dovrà passare l'esame della Camera, gran parte dei 23 mila insegnanti di religione, che ricordiamo sono scelti dalle Diocesi ecclesiastiche, potranno entrare in ruolo grazie a un apposito concorso che prevede un semplice esame di cultura generale. Solo per gli insegnanti di scuola superiore è richiesto il titolo di laurea. Ma c'è dell'altro: il provvedimento stabilisce anche che, al contrario di quanto avviene attualmente, l'insegnante a cui la Diocesi revochi l'idoneità all'insegnamento della religione manterrà comunque il posto e continuerà a essere stipendiato dallo Stato, e dopo 5 anni potrà insegnare altre materie. Per di più viene istituito anche un altro concorso, riservato ai precari con almeno 4 anni di insegnamento all'attivo, previo ottenimento dell'idoneità da parte dalla Diocesi, per l'immissione in ruolo nell'insegnamento della religione.
L'onere per lo Stato è di 507 milioni per il 2000; 17 miliardi e 930 milioni per il 2002; 46 miliardi e 620 milioni dal 2003. Soddisfatti i vescovi, che tramite la Sir hanno criticato solo l'obbligo della laurea per l'insegnamento della religione nelle superiori.
Ce n'è d'avanzo per qualificare questa ``riforma'' come un attentato e un insulto al principio della laicità della scuola pubblica, nonché un'ingerenza intollerabile della chiesa nella sfera di sovranità dello Stato e della Costituzione, attraverso un'indebita estensione delle stesse norme concordatarie dell'84.
Con questo provvedimento, infatti, gli insegnanti di religione cesseranno di far parte come oggi dell'organico di fatto delle scuole, per entrare a far parte dell'organico di diritto a tutti gli effetti. Con gli stessi diritti e trattamento degli altri insegnanti di ruolo, salvo che continueranno ad essere scelti e revocati dai vescovi. Di conseguenza la religione cattolica da materia facoltativa diventa materia curriculare, cioè viene promossa surrettiziamente a religione di Stato.
Vi sono poi altre conseguenze di ordine sindacale assolutamente inaccettabili e pericolose per l'unità dei lavoratori: per esempio, il fatto che gli insegnanti di religione ``licenziati'' dai vescovi rimangano in organico e dopo 5 anni possano essere impiegati in altre materie, creerà serie turbative nel mercato del lavoro a danno dei precari in attesa di un incarico di ruolo. Di fatto si creerà una sorta di corsia privilegiata per una categoria di insegnanti che potranno accedere all'insegnamento di certe materie senza averne i requisiti di legge e senza concorso pubblico, ma in sostanza unicamente grazie all'ottenimento di un'idoneità da parte della Diocesi.
E che dire del concorso che apre l'insegnamento della religione ai precari ultraquadriennali, previo ottenimento dell'idoneità vescovile, così scopertamente clientelare e compiacente verso la chiesa, con lo sfacciato sventolare del miraggio di un posto fisso per attirare nuove leve di giovani all'insegnamento della religione? Cos'è questo se non un odioso sistema legalizzato di corruzione delle coscienze e di divisione dei lavoratori, che fa leva sulla fame di lavoro dei giovani, per assicurare alla chiesa, in presenza della crisi delle vocazioni sacerdotali, un continuo ricambio di fedeli indottrinatori ``laici'' al suo servizio?
Ecco come i rinnegati del comunismo hanno avuto la faccia tosta di motivare il loro intollerabile cedimento alle pretese del Vaticano e della destra clericale e neofascista: ``Con il voto di oggi - ha commentato la diessina Maria Grazia Pagano - abbiamo trovato una sintesi alta ad un problema che il nostro Paese si trascina da 50 anni...la soluzione trovata è un buon punto di equilibrio tra norme pattizie e concordatarie e diritti costituzionali: abbiamo deciso di non chiudere gli occhi avendo come punto di riferimento la laicità dello Stato e degli insegnanti che già lavorano nella scuola e sono impegnati nell'insegnamento delle altre materie''.
Questo provvedimento si inscrive quindi in pieno nella stessa linea del finanziamento pubblico della scuola privata, della ``riforma'' dei cicli scolastici, della ``autonomia'' scolastica e universitaria, che è la linea dell'abbandono del principio della scuola pubblica e laica in favore del ritorno alla scuola privata e confessionale, che la ``sinistra'' del regime neofascista ha ormai abbracciato in pieno e sta portando avanti a marce forzate. Tanto che da quando è andata al governo sono state fatte cose che in 50 anni la stessa DC non si era azzardata a tentare.