Nostra intervista ai disoccupati del movimento per il lavoro "Banchi nuovi" di Napoli
"Uniti in piazza per il lavoro e contro la precarietà e i licenziamenti"
"Le istituzioni di 'centro-sinistra' invece di risposte concrete ai disoccupati si blindano nel palazzo e reprimono il movimento"
"Per liberare Napoli dalla camorra ci vogliono lavoro e sviluppo"
Redazione di Napoli

Domenica 23 gennaio ci siamo recati nella sede di Pontenuovo del movimento di lotta per il lavoro "Banchi nuovi" di Napoli per intervistare i disoccupati organizzati. Alle nostre domande ha risposto, a nome del movimento, Patrizio, uno dei portavoce delegati. Dopo l'interessante incontro-intervista abbiamo messo a disposizione dei combattivi disoccupati "Il Bolscevico", organo di stampa del PMLI, invitando i presenti a inviarci direttamente le loro corrispondenze sulle manifestazioni, prese di posizione, iniziative.

Quasi dieci anni di lotte per il lavoro e pochi risultati raggiunti. Di chi è la colpa?
La responsabilità principale sta nell'operato delle istituzioni di "centro-sinistra", che sono da oltre 10 anni al governo sul territorio, e non danno risposte concrete ai tanti disoccupati, tendono solo a lottizzare e a spartirsi il potere o ad accentrarlo come nel caso di Bassolino, il quale vuole essere sempre più potente e sempre più l'unico a comandare. Attualmente le istituzioni usano un sistema molto duro nei confronti del movimento: 1) Si blindano nei palazzi non ricevendo i movimenti con delle scuse abnormi circa fantasiosi legami di questi ultimi con frange della camorra, affermazioni che non sono assolutamente vere perché chi sta in piazza, e noi ci stiamo da 7 anni, lotta per il lavoro, un bisogno, un diritto che ci viene negato da anni con queste scuse e con questa repressione psicologica. 2) Si avvalgono della repressione militare in coordinamento con questore e prefetto. In questi giorni il nuovo questore Fioriolli ha fatto delle dichiarazioni molto, molto dure e gravi minacciando un giro di vite contro i movimenti di lotta per il lavoro per mandare a casa i disoccupati. La cosa ancora più grave è che ad utilizzare questi sistemi sono le istituzioni di "centro-sinistra" che dovrebbero capire e stare vicine ai bisogni della gente che sta in piazza, invece non solo non stanno vicino ai movimenti ma li reprimono.

Quali sono le vostre rivendicazioni immediate alle istituzioni?
Di riunioni della cosiddetta "cabina di regia" ne hanno fatte a migliaia, poi siamo riusciti a costringerli a fare partire un progetto di orientamento rivolto a 9.000 disoccupati costituito da una prima trance di 4.500 soggetti e poi una seconda di 3.500-4.500 soggetti. Finita la prima trance di orientamento, doveva avviarsi la seconda e finite le due fasi dovevano iniziare i corsi di formazione professionale finalizzati al lavoro istituiti dalla Regione. Questo progetto deve essere portato a termine in breve tempo, sarebbe stato inutile altrimenti inviare i fondi di finanziamenti, fare tavoli e cabine di regia per poi produrre solo documenti cartacei, solo teoria senza nessun fatto concreto.
Noi chiediamo quindi che vengano istituiti corsi di formazione professionale per 9.000 persone che hanno bisogno di inserimento lavorativo: giovani, disoccupati di lunga durata, ultra cinquantacinquenni, persone che non hanno istruzione di base e da sempre fuori dal mercato del lavoro. I progetti ci sono.

Come giudicate l'operato dell'assessore al lavoro della provincia di Napoli, Corrado Gabriele del PRC?
La nostra analisi critica non riguarda solo il PRC ma tutti i partiti che fanno parte delle coalizioni di "centro-sinistra", a tutti i livelli istituzionali: DS, Verdi, Margherita hanno dato solo risposte disastrose, virtuali, fatte di repressione e negazione dei diritti e dei bisogni delle masse, dei movimenti che stanno in piazza.

Sapete bene che le cosche partitiche dei due poli del regime, che negano il lavoro, utilizzano proprio dei disoccupati per le loro campagne elettorali. Come vi comporterete alle prossime elezioni?
La questione non riguarda il nostro movimento. Noi non faremo nessun compromesso con le istituzioni e con i partiti, vogliamo da loro risposte concrete alle nostre rivendicazioni. Nessuno deve speculare sulla pelle di chi sta in piazza, sulla pelle dei disoccupati e dei movimenti. Noi non intendiamo sottoporci alle speculazioni e ai ricatti che destra o sinistra faranno come sempre in campagna elettorale, non lo abbiamo mai fatto e non intendiamo farlo neanche stavolta.
Siamo coscienti però che chi è disperato, chi non ha né cielo da guardare né terra per camminare, può facilmente cadere preda del mercanteggiamento elettorale.

Avete preso contatti con gli operai della Peroni, dell'Arin e delle altre aziende in crisi della provincia di Napoli?
Questa strategia unitaria è nelle nostre assemblee generali, nei nostri interventi, nelle nostre sedi. Molte volte all'Università abbiamo detto che l'unità va fatta con gli studenti e con le altre realtà sociali, per scendere uniti in piazza in un unico fronte per il lavoro, contro la precarietà ed i licenziamenti. Tutti uniti dunque: disoccupati, cassa integrati, operai, studenti, invisibili...

Secondo noi la parola d'ordine del lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e i lavoratori e quella per l'industrializzazione pubbllica del Mezzogiorno tende ad unificare le lotte dei disoccupati, dei lavoratori in nero, dei precari, dei lavorotori salariati, mentre le parole d'ordine per il "salario sociale", "salario garantito", "reddito di cittadinanza" tendono a dividere la classe operaia, a dividere il proletariato dal proletariato di riserva costituito dai disoccupati. Qual è il la vostra opinione in merito?
E' una domanda piuttosto complicata. Per noi il "reddito di cittadinanza" è un provvedimento di stampo familistico perché mette al centro la famiglia e non il singolo disoccupato.

Come giudicate quelle liste di disoccupati dirette da esponenti dichiaratamente neofascisti?
Noi non facciamo nessuna distinzione tra destra e sinistra, siamo tutti proletari e sotto-proletari, anche dietro a leader di destra ci sono proletari e sottoproletari. Molti di loro non sanno neanche cos'è la destra e cos'è la sinistra, vogliono solo un reddito sicuro. A questi disoccupati diciamo di scendere in piazza per una battaglia forte e dura alle istituzioni. è indubbio che il frazionismo dei gruppi dei disoccupati giova solo alle istituzioni che hanno sempre cercato di alimentarlo, in primis l'assessore comunale al "lavoro" Nicola Oddati (DS) che gioca molta sul fatto che la piazza è divisa. Noi dobbiamo invece essere tutti uniti contro chi non dà risposte e contro le istituzioni.

Qual è il vostro giudizio sul ministro leghista del lavoro, Maroni e sui suoi sottosegretari?
Maroni ha mostrato tutto il suo odio e la sua indifferenza verso il Meridione in genere, sostenendo i tagli che il governo di destra sta facendo sulle politiche sociali e sul welfare.
Per quanto riguarda i sottosegretari, abbiamo avuto contatti con Viespoli (AN) che si è detto aperto ai problemi dei disoccupati. Bene, ce lo dimostri concretamente, lui che venendo da Benevento è uomo del Sud.

Secondo noi Berlusconi ha completato l'opera di fascistizzazione del Paese, rimettendo la camicia nera all'Italia, per questo a nostro parere oltre a combattere le istituzioni locali in camicia nera l'obiettivo prioritario del popolo italiano deve essere quello di buttare giù il governo con la piazza. Cosa ne pensate?
Berlusconi sta attuando una politica da regime fascista per concretizzare un regime totalitario che rafforza ancora di più non solo il suo potere ma anche quello di chi gli sta intorno: grandi capitalisti e finanzieri. Noi diciamo no al governo Berlusconi, ma diciamo anche che deve dare risposte concrete ai bisogni della gente del Meridione.

Avete dei delegati? In che modo sono eletti?
I delegati sono compagni portavoce che si assumono il compito di portare avanti una lotta e mediare con le istituzioni ma non si propongono come leader. Non sono eletti ma nascono in maniera spontanea, essi sono comunque vincolati al volere dell'assemblea generale che è sovrana e decide la linea e tutto il resto ma a cui non è attribuito esplicitamente il potere di revocarli.
Comunque nel nostro movimento non ha mai contato la volontà dei singoli ma quello della maggioranza perché questo sarebbe un pericoloso veicolo di settarismo e autoritarismo e non fa parte della nostra ideologia. Siamo compagni tutti sullo stesso piano, che ci deleghiamo tutti attraverso un'assemblea plenaria che decide e ci atteniamo al principio basilare che la minoranza è subordinata alla maggioranza, i delegati non hanno poteri se non quello di mediare con le istituzioni e sottostanno all'assemblea di tutti coloro che lottano in piazza.

Cosa ne pensate dell'avvio del processo di privatizzazione dell'acqua?
Siamo contro tutti i tipi di privatizzazione, e in particolare contro questa privatizzazione. Privatizzare significa dare potere a delle società che per la loro bramosia capitalistica si permetteranno un domani di licenziare e di buttare in mezzo alla strada soggetti che non potranno più inserirsi nel mondo del lavoro e di stabilire i prezzi dell'acqua. Vogliono privatizzare anche l'aria. L'acqua è un bene comune e primario per questo abbiamo aderito al "comitato civico in difesa dell'acqua" e occupato la sede amministrativa dell'Ato 2 a S. Lucia.

Cosa ne pensate dei sindacati confederali?
Nei lunghi anni di lotta da Cgil, Cisl e Uil abbiamo ricevuto molte accuse e molta repressione, non ultima quella di Anna Rea, segretario regionale della Uil che invitava il questore Fioriolli a passare ai fatti nel reprimere le lotte dei disoccupati. Insieme ad altri movimenti abbiamo preso parte e siamo tesserati nel sindacato di base, le RdB precari, in quanto siamo corsisti e quindi lavoratori precari.

Quali sono le tre cose più urgenti da fare per liberare Napoli dalla camorra?
Lavoro e sviluppo ed un impegno serio delle istituzioni su questo.

9 febbraio 2005