"Italiadecide" diretta da Violante
Una super lobby trasversale di stampo massonico
Ne fanno parte politicanti borghesi del governo Berlusconi e di partiti della destra e della "sinistra" borghese, banchieri, manager, personaggi delle istituzioni e dell'Università che hanno ricoperto o ricoprono alte cariche istituzionali o nelle principali aziende
Realizzato un punto della piattaforma della P2 di Gelli

Il 2 luglio presso la Sala della Lupa a Montecitorio è stato presentato il Rapporto sulle politiche pubbliche per le infrastrutture di interesse nazionale elaborato dall'associazione Italiadecide. I lavori hanno avuto luogo alla presenza del presidente della repubblica Giorgio Napolitano e sono stati aperti dal presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini; sono intervenuti: il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il presidente di Italiadecide Luciano Violante, l'amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, Vasco Errani, e il ministro dell'economia, Giulio Tremonti.
"Il Rapporto - si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio di presidenza della Camera - analizza le cause che ostacolano la realizzazione delle infrastrutture di interesse nazionale e propone alcune soluzioni per il loro superamento. Queste soluzioni si collegano alle riforme istituzionali già in corso, in particolare al federalismo fiscale e al coordinamento della finanza pubblica. Le proposte riguardano i diversi profili della decisione pubblica sulle infrastrutture di interesse nazionale: la definizione delle priorità da parte di governo e parlamento. I rapporti con i cittadini, il governo del territorio, la semplificazione normativa, la velocizzazione dei procedimenti amministrativi, la deflazione del contenzioso, i finanziamenti pubblici e privati".
Ma che cos'è in realtà Italiadecide? Chi ha dato a questa associazione la titolarità per rappresentare queste istanze e sostituirsi al parlamento? E soprattutto, per conto di chi?
Italiadecide, secondo quanto affermato dal suo portavoce, il rinnegato Luciano Violante in una intervista al Corriere della Sera del 23 giugno, è un'associazione a-partisan, presieduta dall'ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che riunisce al suo interno personalità di diverso orientamento politico-culturale che hanno ricoperto o ricoprono alte cariche istituzionali, o nelle principali aziende italiane. Quasi tutti i suoi membri appartengono anche ad altre associazioni molto esclusive: c'è Giulio Tremonti (presidente Aspen Institute Italia e membro del Bilderberg), Gianfranco Fini e Alessandro Campi (presidente della Fondazione di Fini FareFuturo); c'è Giuliano Amato (dell'Aspen Institute Italia e della Fondazione dalemiana Italianieuropei) Roberto Calderoli (ministro della Semplificazione normativa) Gianni Letta, l'eminenza grigia di Berlusconi. C'è il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, c'è Mauro Moretti amministratore delegato di Ferrovie Spa con Massimo Sarmi delle Poste; c'è Fulvio Conti dell'Enel: c'è il molto discusso banchiere di Unicredit Alessandro Profumo, con il banchiere Pellegrino Capaldo; il vicedirettore generale dell'Ocse Piercarlo Padoan, Angelo Maria Petroni, segretario generale dell'Aspen Institute Italia e consigliere Rai.
Dell'associazione fanno parte anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, molti giuristi tra i quali Vincenzo Cerulli Irelli (socio promotore). Ma c'è anche il "sociologo delle moltitudini" Aldo Bonomi (il cui ruolo nella fuga del terrorista Gianfranco Bertoli è ricostruito dalla sentenza del marzo 1980 del giudice Antonio Lombardi). Infine c'è anche Antonio Catricalà, dell'Autorità garante della concorrenza.
Tra i suoi scopi statutari Italiadecide prevede l'elaborazione di "un'analisi condivisa e realistica dei problemi di fondo del nostro Paese, per guardare al futuro attraverso strategie di medio-lungo periodo". Non ci sono, secondo Violante, secondi fini o "inciuci" all'orizzonte ma solo la volontà di creare un nuovo soggetto ispirato a un sano "patriottismo repubblicano".
In realtà si tratta di un'associazione politico-imprenditoriale trasversale, non certo a-partisan, la cui struttura, organizzazione e scopo politico è direttamente riconducibile a una nuova super lobby di stampo massonico.
"Intendiamo affrontare i temi chiave del futuro del Paese, partendo dalle difficoltà della decisione politica - ha dichiarato tra l'altro Violante nella succitata intervista al Corriere - Ci occupiamo del modo di decidere meglio e con rapidità e di eseguire tempestivamente le decisioni prese. Per questo è necessario un luogo ove i diversi mondi delle istituzioni, dell'economia, della finanza, del lavoro, dell'università possano comunicare tra loro intorno a temi concreti. Fino a quando resta la incomunicabilità tra questi mondi il Paese non esce dalle secche in cui si trova".
Insomma, secondo Italiadecide, il parlamento e tutte le altre istituzioni rappresentative borghesi non servono e vanno messe da parte. Per "uscire dalle secche" occorre più decisionismo, meno controllo da parte delle istituzioni e dell'opinione pubblica e il superamento dei "grovigli normativi e burocratici che impediscono alle aziende di produrre": esattamente ciò che prevedeva il "piano di rinascita democratica" della P2 che al punto 3 del suo programma indicava come: "Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione è la costituzione di un club (di natura rotariana per l'etereogenità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità... Importante stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale".
Non a caso Violante, per realizzare questo importante passaggio istituzionale di chiaro stampo piduista, chiama a raccolta la parte più "qualificata" della borghesia invitandola a stringersi perché: "un Paese moderno e democratico ha bisogno di élites, ripeto, di persone che per il livello delle esperienze fatte, o di quelle che stanno facendo o per le competenze acquisite nei campi più diversi sentono di avere una responsabilità nei confronti del Paese e del suo futuro. E intendono tener fede a questo dovere. Perciò tra i promotori ci sono anche giuristi come Cerulli Irelli, Luciani e Zanon, studiosi come Campi e Petroni, esperti dei problemi della finanza pubblica come De Joanna, Marchetta e Padoan".

15 luglio 2009