I leader delle quattro correnti del PRC che si oppongono a Bertinotti

CLAUDIO GRASSI ("L'Ernesto"):
Un revisionista, ex cossuttiano, fra destra e sinistra del PRC
Claudio Grassi è il primo firmatario della mozione 2 "Essere comunisti" che all'ultimo congresso ha ottenuto il 22,4% dei consensi. Grassi è il leader dell'area de "L'Ernesto" che ormai da anni oscilla fra la maggioranza bertinottiana e la sua opposizione ora da destra ora da "sinistra".
Grassi ha 49 anni ed è nato a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia. Patito del cantautore anarchico Fabrizio De André, nel '77 si avvicina al movimento studentesco bolognese. Poi entra nel sindacato e quindi, nel 1984 entra nel PCI. Entra nella schiera dei cossuttiani. Collabora con la rivista filosovietica "Interstampa", si schiera con la mozione Cossutta all'ultimo congresso del PCI di Rimini nel 1991 e lo segue nella fondazione del PRC. Si stacca solo quando Cossutta decide di uscire dal PRC e di fondare il PdCI.
Impropriamente la sua corrente viene a volte definita "ala leninista". In verità di leninista non ha un bel nulla. Tant'è vero che Grassi e la sua corrente rivendicano tutta la storia revisionista del PCI, da Gramsci a Togliatti, e guardano persino a socialisti operaisti e trotzkisti come Lelio Basso e Rodolfo Morandi. E poi su Stalin la pensa sostanzialmente come Bertinotti.
Grassi ha condiviso tutta la strategia e la politica di Bertinotti cercando ora di portarla più a destra, come quando nel 2001 chiedeva di riaprire il dialogo governativo con l'Ulivo, ora un po' più a "sinistra", come quando ha contestato il ripudio dell'esperienza storica del movimento operaio nazionale e internazionale del segretario avvertendo il rischio di una perdita di "identità" del partito e soprattutto di consensi e voti della la base ex PCI verso il PdCI di Cossutta e Diliberto.
Al 5° Congresso del PRC del 2002 fa parte della maggioranza bertinottiana ed è un suo grande elettore. Propone infatti solo 6 tesi alternative o parzialmente alternative alle 63 di maggioranza. La spaccatura avviene solo nel 2004 ed è pura questione di poltrone. La corrente di Grassi infatti contesta alla maggioranza di Bertinotti di essersi accaparrata tutte le candidature sicure alle elezioni europee.
In sostanza, la contraddizione sollevata all'ultimo congresso è più di metodo che di merito. Lo dice lo stesso Grassi: "Non contesto la svolta unitaria, contesto le modalità con le quali questa svolta è stata gestita" ("Liberazione" del 1° marzo 2005).

MARCO FERRANDO ("Progetto comunista"):
Un entrista trotzkista storico
Marco Ferrando è il primo firmatario della 3a mozione "Per un progetto comunista" che ha ottenuto il 6,5% dei consensi all'ultimo congresso.
Leader dell'area trotzkista di "Progetto comunista", la sua storia è quella di un trotzkista doc.
50 anni, genovese di nascita, insegnante di storia e filosofia in un liceo di Savona. La sua vita politica inizia nel '70 nel gruppo bordighista e trotzkista "Lotta comunista" col quale rompe nel '72 perché "troppo settario". L'incontro teorico col trotzkismo avviene però a vent'anni, nel 1975, e da allora sposa le teorie trotzkiste, a partire dal "socialismo su base internazionale", e la prassi tipiche del trotzkismo, compreso l'entrismo. Appartenente all'"Organiz-zazione trotzkista internazionale", entra prima nella "Lega socialista rivoluzionaria" (LSR) emanazione della cosiddetta "IV internazionale" trotzkista, poi in Democrazia proletaria, quindi in Rifondazione. I suoi punti di riferimento ideologico, oltre a Trotzki, sono anche la Luxembourg e lo stesso Gramsci.
In Rifondazione svolge il ruolo tipico dei trotzkisti, quello cioè di copertura a sinistra della maggioranza, allo scopo di tenere legata al partito la base critica. Regolarmente presenta mozioni e vota contro la maggioranza bertinottiana, ma si guarda bene dal prenderne definitivamente le distanze e in più di un'occasione ha manifestato "stima personale e politica" a Bertinotti.
La contraddizione attualmente verte sulla collocazione governativa di Rifondazione e l'alleanza organica con l'Ulivo nella Gad. Comunque anche Ferrando non è affatto contrario ad accordi elettorali col "centro-sinistra" come già è successo nel 2001 con la "desistenza" appoggiata anche dalla sua corrente.
Piena invece l'intesa col segretario per quanto riguarda il ripudio di tutta l'esperienza storica della dittatura del proletariato nell'Urss di Lenin e Stalin catalogata come "errori e orrori" anche da Ferrando, il cui livore antistalinista, e quindi anticomunista, non è secondo a quello di Berlusconi.
LUIGI MALABARBA ("Erre"):
anarco-sindacalista e trotzkista
Primo firmatario, il secondo è Salvatore Cannavò, della mozione 4 "Un'altra Rifondazione è possibile" che ha realizzato il 6,5% dei consensi.
Malabarba, leader dell'area trotzkista "Erre" del defunto quartinternazionalista Livio Maitan, è un anarco-sindacalista, ex operaio dell'Alfa Romeo di Arese fino al '98, dirigente prima della Fiom Lombardia, poi coordinatore nazionale del SinCobas.
Nato nel 1951 a Gaggiano (Milano), ottiene la maturità scientifica e si iscrive anche alla facoltà di lettere e filosofia dove per finire gli manca solo l'ultimo esame. Si è occupato anche di archivi e produzioni editoriali, di riviste e di teatro, ha fatto il giornalista e il corrispondente Rai (da Bogotà). Il suo percorso politico inizia nel movimento studentesco, poi nei Cristiani per il socialismo, quindi nel PSIUP, poi in DP e infine nel PRC. è un animatore di "In Marcia" e di "Attac", l'associazione promossa da "Le Monde diplomatique". La sua compagna è responsabile per l'America latina dell'organizzazione "Mani tese".
I suoi punti di riferimento vanno da Camillo Torres al Che Guevara. Il suo ultimo libro, "Dai Cobas al sindacato" (Prefazione di Bertinotti) è dedicato a Marcos e a Ernest Mandel, defunto dirigente della cosiddetta "IV Internazionale", che così definisce: colui "che ci ha fornito gli strumenti politici e teorici per combattere le società tardocapitalismo e la burocrazia nel movimento operaio".
Il 13 maggio 2001 viene eletto senatore e diventa capogruppo di Rifondazione al Senato e vicepresidente del gruppo misto. Fonda una sua rivista "Quetzal, per la liberazione dell'America latina.
Al 5° Congresso del 2002 Malabarba con Maitan fa parte della maggioranza bertinottiana condividendone quindi tutta la svolta a destra. Adesso contesta al segretario l'entrata nel governo di "centro-sinistra". Seppur non lo dice in modo esplicito si comprende che Malabarba preferirebbe l'appoggio esterno come al tempo di Prodi e niente più.

SALVATORE CANNAVO' ("Erre"):
un trotzkista doc
Il vicedirettore di "Liberazione", Salvatore Cannavò, membro del Consiglio nazionale del PRC, area della corrente trotzkista "Erre", è il secondo firmatario della mozione 4 di Luigi Malabarba "Un'altra Rifondazione è possibile". Chi è costui lo si capisce subito dalla presentazione che fa di se stesso nel depliant di propaganda elettorale diffuso l'anno scorso quando era candidato al parlamento europeo: "Si è iscritto al PRC dal 1991, dopo la confluenza di Democrazia proletaria, provenendo dalla Quarta internazionale, in cui ha iniziato l'attività politica nel 1986". In Democrazia proletaria approda come appartenente alla "Lega comunista rivoluzionaria-sezione della IV Internazionale" che vi confluì.
Si presenta inoltre all'elettorato con un passato da movimentista: artefice nel 1998 con i SinCobas, dell'Associazione contro la precarietà, la disoccupazione e l'esclusione sociale "In Marcia", di cui diviene presidente, fondatore di Attac Italia nel 2001 e tra gli orga-nizzatori del controvertice G8 di Genova. Partecipa alla prima edizione del Forum sociale mondiale di Porto Alegre e alla realizzazione del Forum sociale europeo nel 2002.
Nel movimento no-global è comunque sempre nei vertici e in posti di rilievo (direttore della rivista "Erre" collegata ad altre riviste del Consiglio internazionale del Forum sociale mondiale), come per dire che rappresenta le tesi pacifiste, riformiste, femministe e trotzkiste che in esso predominano.
Le proposte per "un'altra" sinistra: "Anticapitalista, perché il sistema produce miseria e morte. Comunista perché gli orrori dello stalinismo non cancellano la speranza della rivoluzione. Femminista, ecologista, dei giovani per rappresentare interessi e soggetti plurali", "Un'altra sinistra che non concede nessuna tregua alla destra e ai suoi valori", sono le solite ricette riformiste, parlamentariste, femministe e antistaliniste, che non denunciano affatto l'imperialismo, il neofascismo, il capitalismo come i nemici principali da combattere e non escono dal pantano opportunista, tipico dei trotzkisti doc qual è Cannavò.

CLAUDIO BELLOTTI ("Falce e martello"):
Espulso dal PCI perché trotzkista
Primo firmatario della mozione 5 "Rompere con Prodi, preparare l'alternativa operaia" che ha ottenuto l'1,64% dei consensi. è leader della corrente trotzkista di "Falce e martello".
35 anni, sposato con due figli, Bellotti a 15 anni fu espulso dal PCI perché trotzkista. Già scriveva su "Falce e Martello" e diffondeva il giornale in sezione.
Fino all'ultimo congresso faceva parte dell'area di Ferrando col quale ha rotto perché giudica la sua posizione "un po' settaria". La sua vuol essere una posizione un po' più "moderata" rispetto a quella di Ferrando. Anche Bellotti giudica sbagliata la collaborazione governativa col "centro-sinistra" decisa dal congresso, ma solo perché non vi sarebbero ora le premesse per poter condizionare in qualche modo il futuro governo. Non esclude però questa eventualità perché "Il partito comunista deve porsi il problema del governo" ("Falce e martello", 11 gennaio 2005).

9 marzo 2005