Col pretesto dell'incompatibilita' tra le cariche di partito e sindacali
La destra della Cgil destituisce Branzanti dal Direttivo Cgil di Forlì

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della lettera che il compagno Denis Branzanti ha indirizzato in data 22 aprile al Segretario Generale della Camera del lavoro territoriale di Forlì Enzo Santolini, al C.D. della C.d.L.T. di Forlì e agli iscritti Cgil di Forlì. In tale lettera egli ha contestato puntualmente la pretestuosa decisione con cui è stato dichiarato decaduto dal Comitato Direttivo della Cgil di Forli. Inviata anche agli organi di informazione non ci risulta che ne abbiano dato notizia.
 
In relazione alla mia "decadenza" dal Comitato Direttivo della Cgil di Forlì intendo fare alcune considerazioni.
Il Segr.Gen. C.d.L.T. di Forlì Enzo Santolini mi informava, tramite lettera, della situazione di incompatibilità fra la mia carica di membro del Comitato Direttivo e quelle di Responsabile locale e regionale del Partito Marxista-Leninista Italiano.Tale missiva , datata 22.03.04, recava il timbro postale del 23.03.04 e mi è arrivata il 31.03.04. Lo stesso giorno Santolini mi inviava una seconda lettera nella quale mi comunicava, non avendo avuto riscontro alla prima, il "decadi-mento" dal C.D.
Questa seconda lettera,datata 31.03.04 recava il timbro postale dello stesso giorno e mi veniva consegnata il 02.04.04.
I tempi molto ristretti intercorsi tra l'invio della prima e della seconda lettera fanno pensare che non mi si è voluto lasciare il tempo di chiarire la situazione, come era mia intenzione.
Pensiero che si rafforza se si tiene conto del fatto che gli incarichi che tuttora ricopro nel PMLI mi sono stati affidati prima della mia elezione nel C.D. della Cgil, avvenuta il 13 dicembre del 2001 a conclusione del 5• Congresso della C.d.L.T. di Forlì, e quindi il Segr. Gen., ma anche il C.D., ne erano a conoscenza in quanto ho sempre emesso documenti firmati come "Segretario della Cellula `G. Stalin' di Forlì del PMLI" e come "Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna".
Se quindi sussiste ora detta "incompatibilità" sussisteva anche nel momento della mia elezione, ma allora come mai si è aspettato tanto per sollevarla? E perché se si è aspettato che passassero oltre 2 anni si è poi voluto chiudere la questione in un paio di giorni senza nemmeno darmi l'opportunità di chiarire la mia posizione?
Inoltre c'è il sospetto che in questa frettolosa destituzione c'entrino in qualche maniera le imminenti elezioni europee e amministrative e la posizione critica che il mio Partito ha nei confronti dei Ds e dell'Ulivo.
La risposta a queste domande la si può forse trovare nella mia elezione nel C.D., avvenuta forse per qualcuno a "sorpresa" ma voluta dai lavoratori che mi hanno eletto, nelle battaglie che ho sempre condotto da dentro la Cgil per far cambiare rotta al maggiore sindacato italiano rispetto alla politica concertativa sinora condotta che ha garantito la "pace sociale" mentre governo e padronato torchiavano le masse popolari e lavoratrici per conquistarsi un posto di primo piano nell'Europa imperialista di Maastricht con le conseguenze che ora tutti vediamo;le masse non hanno ricevuto nessun beneficio dal presunto risanamento dei conti pubblici e anzi continuano a pagare, e l'Italia è stata coinvolta, a causa della mania di grandezza dei suoi governanti, nell'aggressione, e ora nell'occupazione imperialista dell'Iraq.
La mia continua e decisa contestazione di una linea politica fallimentare e di una pessima organizzazione interna non è evidentemente andata giù a qualcuno che ha ben pensato di farmela pagare. Questo alla luce anche del mio impegno nell' Area "Lavoro Società-Cambiare Rotta" a cui ho formalmente aderito sin dalla sua costituzione a livello locale. Come Area abbiamo dato vita alla nascita del giornalino "Cambiare Rotta" che viene diffuso fra le lavoratrici e i lavoratori, sopperendo a una mancanza della Cgil di tenere un contatto stretto con i delegati e i lavoratori, elaborato ordini del giorno e interventi contro la guerra all'Iraq, per lo sciopero generale, contro la politica dei redditi e la concertazione, per una migliore organizzazione e una maggiore combattività della nostra Organizzazione sindacale, presentati di volta in volta alle riunioni del C.D., al fine di garantire meglio gli interessi di tutti i lavoratori del nostro paese.
Ma come detto questo non è andato giù a chi preferisce una Cgil meno attiva, che faccia meno scioperi e dia meno fastidio ai pescecani capitalisti, perché questo garantisce degli equilibri politici interni in cui diversi soggetti s'inseriscono per occupare delle "posizioni".
Con l'appiglio dello Statuto, chiamato in causa solo quando fa comodo e non invece quando, ad esempio, c'è da garantire l'agibilità all'Area "Lavoro Società", si è voluto chiaramente eliminare una voce di dissenso all'attuale segreteria, diminuendo il pluralismo e la dialettica e aumentando l'appiattimento della linea politica e organizzativa del sindacato a quello della sua dirigenza.
Non si illuda però chi ha architettato questa operazione: seppure da una postazione diversa non verrà di certo meno il mio impegno sindacale, nella Cgil, e politico, nel PMLI, contro la politica del governo del neoduce Berlusconi, contro il padronato e in difesa degli interessi della classe operaia e delle larghe masse popolari, nonché nella denuncia della fallimentare politica della concertazione tanto cara alla dirigenza della Cgil in favore di una forte ripresa delle lotte operaie e sindacali che sfocino il prima possibile in un grande sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale da tenersi a Roma, a cui ne dovranno eventualmente seguire altri, sino a far fare marcia indietro al governo nella sua politica economica e sociale e finché non saranno ritirate le truppe d'occupazione imperialista dall'Iraq.