25 Aprile. 65° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo
Liberarsi dal nuovo Mussolini
Come ogni anno anche in questo 25 Aprile i partigiani, i reduci dai campi di concentramento, gli antifascisti e tutti i sinceri democratici si riuniscono in tutte le piazze d'Italia per ricordare e celebrare il giorno della Liberazione del Paese dal nazifascismo. Quel luminoso giorno di 65 anni fa il popolo italiano, con alla testa gli eroici partigiani si sollevò in armi sbaragliando definitivamente gli invasori nazisti e i loro complici repubblichini e concluse vittoriosamente la lunga e sanguinosa lotta di Resistenza al nazifascismo costata quasi 100 mila tra morti e feriti nelle file dei partigiani e altri 20 mila tra i civili che avevano preso parte in vari modi alla guerra di Liberazione.
Quel giorno è di gran lunga il più glorioso e importante della storia d'Italia dalla sua unificazione, perché per la prima volta il nostro popolo, facendosi artefice del proprio destino, seppe porre fine con le sue stesse mani alla più feroce e oppressiva dittatura mai sperimentata fino ad allora. E perché la Resistenza rese milioni di operai, contadini, intellettuali, ragazze e ragazzi del nostro popolo protagonisti di una eccezionale stagione di riscatto e di progresso, dopo essere stati usati come carne da cannone in due sanguinose guerre imperialiste e sommersi per vent'anni dal tenebroso e oppressivo ventennio fascista.
È giusto perciò celebrarlo ogni anno, per trasmetterne la memoria ai giovani e far sì che l'esempio della Resistenza non venga a poco a poco dimenticato man mano che se ne vanno i suoi testimoni diretti, ma continui invece a ispirare e formare sempre nuove generazioni di antifascisti. Questo pericolo esiste, ed è tanto più grave oggi che il neoduce Berlusconi, che ha restaurato gradualmente e surrettiziamente il fascismo in Italia sotto nuove forme, nuovi metodi e nuovi vessilli, attraverso una nuova marcia su Roma iniziata con la sua "discesa in campo" oltre 15 anni fa, si appresta a realizzare la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, razzista e interventista, completando così il nero disegno politico tracciato nel "piano di rinascita democratica" e nello "schema R" di Gelli e della P2.
In questo quindicennio di seconda repubblica, con l'intermezzo di alcuni governi di "centro-sinistra" che non hanno affatto invertito il corso da lui impresso alle cose, egli ha sistematicamente vessato e impoverito i lavoratori e le masse popolari e arricchito e rafforzato i capitalisti e le mafie, ha sdoganato il fascismo e il razzismo, ha demolito scientificamente la Costituzione borghese rendendola ormai nient'altro che carta straccia senza più alcun valore, ha completato e rafforzato il suo controllo assoluto della televisione pubblica e privata e di gran parte dei giornali e dell'editoria, ha svuotato i poteri del parlamento ridotto a un'appendice passiva del governo e ha attaccato l'autonomia della magistratura fino a un passo dal suo assoggettamento diretto al potere esecutivo. Al punto che oggi l'Italia vive immersa in un regime neofascista di cui Berlusconi è il nuovo Mussolini, purtroppo senza che le masse ne abbiano coscienza.
Questo perché la "sinistra" borghese, avendo da tempo rinunciato al socialismo e accettato il sistema capitalista, vuole anch'essa il suo rafforzamento attraverso la controriforma della Costituzione. Così sottovaluta la pericolosità del neoduce Berlusconi, non lo smaschera come il nuovo Mussolini e non chiama le masse a scendere in lotta per impedirgli di cancellare completamente la democrazia borghese, ma anzi propende irresistibilmente verso un inciucio al tavolo delle "riforme" nell'illusione di spartire con lui e la destra neofascista il potere della nascente terza repubblica. Verso il nuovo Mussolini sta ripetendo cioè gli stessi errori che già commise nella prima metà degli anni venti di fronte all'ascesa al potere del duce del fascismo, cercando di ammansirlo e di addivenire ad un accordo con lui anziché combatterlo senza quartiere e impedirgli di impadronirsi completamente del Paese.
Non avendolo capito, smascherato e combattuto per tempo quando scese in campo, raccogliendo l'appello antifascista e antipiduista che già allora aveva lanciato il PMLI, la "sinistra" borghese lo ha lasciato crescere come un cancro fino a corrompere gran parte del Paese, cercando anzi di trescare con lui nella Bicamerale golpista di D'Alema e inseguendolo nella sua continua fuga a destra a base di golpe istituzionali e leggi vergogna. E ora siamo al punto che se non viene fermato in tempo, questo bandito, il cui posto veramente adatto dovrebbe essere la galera, riuscirà a coronare il suo nero sogno di diventare presidente di una repubblica presidenziale!
Invece, come negli anni Venti del secolo scorso, nell'illusione di riuscire a tenere a freno le smodate ambizioni di potere del nuovo Mussolini, la "sinistra" borghese si affida a un nuovo Vittorio Emanuele III, alias Giorgio Napolitano, non avendo imparato nulla dalla storia e fingendo di non vedere che l'inquilino del Quirinale sta coprendo e favorendo attivamente il disegno di Berlusconi, firmandogli uno dopo l'altro i suoi decreti golpisti e le sue leggi ad personam ed assumendosi il ruolo di "arbitro" al tavolo delle "riforme" istituzionali e costituzionali neofasciste, presidenzialiste e federaliste invocate dal neoduce.
Ma il presidenzialismo, in qualunque forma sia rivestito, e il federalismo cambiano la forma del governo e dello Stato, cancellando definitivamente la già sbrindellata Costituzione del '48, istituzionalizzando la dittatura fascista oggi vigente di fatto e disgregando l'unità del Paese in favore dell'egoismo, del razzismo e della concorrenza tra le regioni. Perciò non solo non bisogna sedersi al tavolo di Berlusconi, ma occorre chiamare urgentemente le masse a scendere in piazza. Ma non per difendere una Costituzione borghese che ormai non c'è più ed è stata già stata fatta a brandelli dalla seconda repubblica e dai golpe del neoduce. Bensì per abbatterlo e rovesciare il suo governo neofascista, prima che in questi tre anni essi riescano a sconvolgere l'intero impianto istituzionale e costituzionale e aggravare il massacro sociale e la politica interventista all'estero.
Per liberarsi dal nuovo Mussolini ci vuole una nuova Resistenza e un nuovo 25 Aprile, sia pure adattati alle attuali condizioni storiche e politiche in cui non si tratta di liberare con le armi il Paese da un invasore straniero, ma occorre lo stesso trarre esempio da quella stagione gloriosa per unire e mobilitare tutte le forze antifasciste, antiberlusconiane e progressiste, per abbattere con la lotta di massa e di piazza il neoduce, il suo governo e la terza repubblica. Il PMLI è pronto a fare la sua parte e ad unirsi a tutte le forze che indipendentemente dalle loro posizioni politiche, sociali, morali e religiose vogliano lottare per liberare l'Italia dal nuovo Mussolini ispirandosi ai nostri eroici partigiani e alla Resistenza.
Viva il 25 Aprile!
Viva la Resistenza!
Viva i gloriosi partigiani!
Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica, per l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e col PMLI vinceremo!

14 aprile 2010