Tra i beneficiari anche gli ex di Prc, PdCI e Verdi
LIQUIDAZIONI E PENSIONI D'ORO PER I PARLAMENTARI NON RIELETTI
Una torta di 32 miliardi di lire estorta al popolo e spartita dai 463 "trombati'' il 13 maggio 2001
VELTRONI, IERVOLINO, MATTIOLI, PAISSAN E NOVELLI TRA GLI EX PARLAMENTARI D'ORO
Per ognuno dei 630 deputati e 315 senatori l'elezione del 13 maggio scorso rappresenta senza dubbio l'inizio di uno quinquennio dorato che, a meno di un scioglimento anticipato della legislatura, permetterà loro di riscuotere stipendi da favola dell'ordine di almeno 25-27 milioni di lire lordi al mese più tutta una serie di privilegi e benefit aggiuntivi da fare invidia anche a un nababbo.
Ma anche i 463 ex parlamentari "trombati'' alle ultime politiche non possono certo lamentarsi perché fra liquidazione, pensione e privilegi vari maturati nelle legislature precedenti si possono consolare per la mancata elezione con un bel gruzzolo.
A partire dal 25 luglio scorso gli assegni di liquidazione, pensione e privilegi vari maturati sono già in pagamento a cura del servizio competenze della Camera.
Per i parlamentari la buonuscita si chiama "assegno di reinserimento'' nella vita sociale ed è pari all'80% dell'ultima indennità mensile lorda percepita che attualmente ammonta a 20 milioni, 607 mila e 808 lire, moltiplicato il numero di anni di mandato tenendo presente che in caso di scioglimento anticipato delle Camere o di dimissioni, ogni frazione di 6 mesi vale un anno intero. Inoltre è sempre in vigore l'odioso privilegio per cui un ex onorevole che ha già ricevuto dalla Camera una liquidazione di fine mandato o in seguito a dimissioni volontarie, in caso di rielezione in una successiva legislatura, alla fine del nuovo mandato avrà diritto al conguaglio anche della precedente buonuscita adeguata e ricalcolata in base all'ultima indennità percepita. Capita così che un ex parlamentare con due legislature alle spalle effettuate però in modo non continuativo riscuota una buonuscita complessiva quasi doppia di un suo collega con la stessa anzianità di servizio prestato in modo continuativo. è il caso ad esempio dell'ex ministro dell'Interno, la democristiana Rosa Russo Iervolino, attuale neopodestà di Napoli che nel '92, dopo 13 anni di servizio fra Camera e Senato, ha riscosso la prima tranche di liquidazione di circa 150 milioni e adesso, dopo essere stata rieletta nel '94 e nel '96 ne ha riscosso un'altra di ben 185 milioni grazie proprio al conguaglio della buonuscita riscossa nel '92 rivalutata all'indennità attuale. A tutto ciò Iervolino assomma una pensione di 16,5 milioni lordi al mese e i circa 15 milioni come sindaco di Napoli.
Detto ciò, vediamo chi sono alcuni degli ex parlamentari d'oro della scorsa legislatura.
Su tutti spicca indubbiamente l'ex segretario DS e attuale sindaco di Roma Walter Veltroni cui spetta, dopo 14 anni di permanenza alla Camera, una liquidazione di 234 milioni e una pensione di circa 14 milioni lordi che il quarantaseienne Veltroni potrebbe riscuotere fin da subito ma che per il momento rimane congelata in quanto il neopodestà di Roma è ancora in carica al parlamento europeo e pertanto mensilmente aggiunge al suo già lauto malloppo circa 20 milioni più benefici annessi e connessi di Bruxelles. Di fronte a tutto ciò appare proprio una presa in giro il roboante annuncio fatto da Veltroni al momento della sua elezione al Campidoglio di rinunciare allo stipendio di circa 15 milioni al mese che gli spetta in qualità di sindaco di Roma. Inoltre c'è da considerare che Veltroni è anche giornalista professionista e pertanto a tempo dovuto, grazie allo scandaloso privilegio del cumulo di cui godono tutti gli ex parlamentari, aggiungerà alle sue entrate mensili anche una seconda e sostanziosa pensione da ex giornalista pagata dall'Inpgi.
Altri sostanziosi assegni li incassano nell'ordine il verde Mauro Paissan che se la spasserà meglio di tutti perché ha alle spalle 4 legislature e quindi ha "diritto'' a una liquidazione di quasi 232 milioni più una pensione di oltre 10 milioni e 200 mila lire lorde al mese che può riscuotere fin da subito in quanto avendo 53 anni di età ha superato di 3 anni la soglia minima dei 50 anni con cui i deputati vanno in pensione a partire dal 15• anno di permanenza in parlamento. Tra l'altro c'è da dire che il suo gruzzolo Paissan lo ha riscosso anche in anticipo in quanto il 28 febbraio scorso è stato nominato membro dell'ufficio del garante per la privacy e il 15 marzo si è dimesso da parlamentare e adesso guadagna 11 milioni netti al mese per 12 mensilità.
La stessa cifra la incassano anche il suo compare di partito Gianni Mattioli e il cristiano democratico Salvatore D'Alia, entrambi con 4 legislature alle spalle e quindi una liquidazione di 230 milioni più pensione di 14 milioni in tasca.
Un altro ex parlamentare d'oro è l'ex sindaco di Torino Diego Novelli, 70 anni, direttore editoriale del settimanale del PdCI "Rinascita'' che con 14 anni di mandato incassa 230 milioni di buonuscita più una pensione di 14 milioni lordi al mese più la pensione da giornalista.
Molto bene se la passerà anche il quarantatreenne ex parlamentare dell'Union Valdotaine Luciano Caveri che vanta un'anzianità di servizio di 15 anni e si porta casa un indennizzo di 230 milioni di buonuscita e, fra appena 7 anni, al compimento del 50• anno di età, comincerà a riscuotere anche una pensione di circa 14 milioni al mese a cui assomma un'altra trentina di milioni al mese in quanto eurodeputato in carica.
Un altro miracolato è l'ex sindaco di Ravenna, il diessino Giordano Angelini, 62 anni, che è tornato alla vita civile con 220 milioni di "vitalizio'' più una pensione da ex deputato di circa 14 milioni lordi al mese cumulabile con una seconda pensione da impiegato. Inoltre al termine del suo mandato parlamentare Angelini è stato nominato presidente della Sapir, la società leader del porto di Ravenna per le operazioni di carico e scarico, da dove gli arriva un altro lauto stipendio.
Tra gli ex parlamentari d'oro della "sinistra'' del regime neofascista spiccano i trombati del PRC Ugo Boghetta e Mario Brunetti che con 9 anni di servizio si mettono in saccoccia 148 milioni di liquidazione e oltre 10 milioni e 200 mila lire di pensione.
Fra i falsi comunisti la spuntano il cossuttiano Federico Guglielmo Lento, Maria Carazzi, Tullio Grimaldi, Antonio Saia e Rosanna Moroni che hanno maturato due legislature e hanno diritto a una liquidazione di 115 milioni più una pensione di 7 milioni e 339 mila lire lordi al mese a testa.
Lo stesso malloppo spetta anche a Primo Galdelli, Maria Lenti e Maria Celeste Nardini, tutti del PRC, che vantano due legislature e pertanto vanno a casa con 115 milioni di buonuscita e una pensione di 7 milioni.
Altro privilegiato di fine legislatura è il verde ed ex radicale Franco Corleone, sottosegretario alla giustizia nel governo Prodi e D'Alema, che ha lasciato Montecitorio con 115 milioni di buonuscita, a cui si aggiunge il ricalcolo della precedente liquidazione in virtù delle 5 legislature complessivamente maturate più un mandato da parlamentare auropeo e una pensione di 15,5 milioni lordi al mese.
Insomma agli ex inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama sono mancati i voti per essere eletti ma non mancherà loro certo il denaro sul conto in banca.
Liquidazioni e pensioni d'oro spettano anche ai candidati verdi trombati: Annamaria Procacci e Massimo Scalia che si sono portati a casa 230 milioni di buonuscita e una pensione di ben 14 milioni lordi al mese.
E poi ancora Lino De Benetti, sempre dei Verdi, che dopo 9 anni di mandato se ne è andato con un "assegno di reinserimento'' da 148 milioni e una pensione di circa 7 milioni; e i suoi compari di partito Paolo Galletti e Luigi Saraceni con 115 milioni di buonuscita e quasi 6 di pensione ciascuno.
E pensare che i Verdi per anni hanno carpito il voto agli elettori agitando proprio il tema dei vergnosi stipendi e privilegi dei parlamentari.

10 ottobre 2001