Le manovre elettorali del Movimento per le autonomie siciliano e della Lega Nord
Lombardo e Bossi si alleano per separare la Sicilia e la "Padania" dall'Italia
Dal nostro corrispondente della Sicilia
Un'ulteriore coltre di fango politico avanza sull'Italia. Si è conclusa alla vigilia delle elezioni politiche l'alleanza tra l'ultrareazionario movimento secessionista di Bossi e il filomafioso Movimento per le Autonomie siciliano (Mpa), del quale il principale rappresentante a livello nazionale è il presidente della provincia di Catania, Raffaele Lombardo.
Il patto tra i due movimenti prevede che Lega e Mpa si presenteranno alla Camera con le liste del Carroccio. Al Nord vi sarà una prevalenza di candidati leghisti, il Sud invece sarà coperto da elementi provenienti dall'entourage clientelare di Lombardo. L'accordo prevede che il fogliaccio fascistoide dei leghisti la Padania venga distribuito in Sicilia, in Puglia e nel Sud in genere e che Bossi e altri leghisti vengano a Sud per la campagna elettorale, mentre Lombardo e i dirigenti dell'Mpa andranno a Nord.
L'accordo è stato sottoscritto durante il direttivo della Lega Nord tenutosi il 20 febbraio. Per non turbare le coscienze leghiste, nell'intesa di programma non verrà usata la parola "Sud", che, evidentemente, fa schifo alla Lega.
Il patto era stato presentato a Catania l'11 febbraio durante il congresso regionale dell'Mpa. Al Palasport, per parlare del connubio politico tra Lega ed Mpa, arriva uno dei peggiori rappresentanti del partito secessionista (anche se tra i leader della Lega è oggettivamente difficile stabilire una graduatoria), ovvero il fresco ex-ministro delle "riforme", ignorante come una capra, Roberto Calderoli.
Dopo la presentazione dell'ospite - affidata al narcisista borghese ed ex sottosegretario nel secondo governo Berlusconi, Vittorio Sgarbi, che ha dato conto tra l'altro della benedizione politica all'operazione in corso impartita dal capo dei gladiatori Francesco Cossiga -, Calderoli davanti al pubblico allestito dall'Mpa ha esordito con una serie di battute per sdrammatizzare agli occhi dei siciliani certe sparate dei leader della Lega: "Il razzismo? Molte cose vengono gonfiate dai giornali, ma, dico la verità, qualcuna ce la siamo cercata noi". Ha avanzato "scuse" ipocrite e tardive verso quello che lui chiama "il popolo del Sud", come se in Italia ci fossero due popoli separati quello del Nord e quello del Sud e non un solo popolo, quello italiano. Sottolinea poi la concordanza di posizioni tra Lega ed Mpa sui temi della famiglia, dei pacs, dell'omossessualità, della fecondazione assistita. Straparla di Questione meridionale e conclude tracciando il percorso internazionale della nuova alleanza strategica: "Ci rivolgeremo alle realtà locali di tutta Italia ma anche ai catalani, ai baschi, agli autonomisti europei per far riemergere l'Europa delle Regioni".
Raffaele Lombardo, a seguire, fa eco a Calderoli esprimendo le medesime posizioni politiche neofasciste e secessioniste.

Le manovre elettorali di Lega e Mpa
Per le campagne elettorali politica e regionale il clan filomafioso di Lombardo, da anni un centro di potere clientelare in Sicilia in seno all'UdC prima di uscire da tale partito, ha deciso di consolidare la sua già fortissima posizione elettorale nell'isola e di tentare il salto nazionale, giocando la carta che gli consente di apparire come il "vero" rappresentante degli interessi secessionisti di una parte della borghesia siciliana e del Mezzogiorno, il fautore di un progetto ancora più a destra, secessionista e filomafioso, se possibile, di quello fin qui portato avanti dall'ampio schieramento dei picciotti dell'asse Forza Italia-UdC.
Lombardo, nonostante le scaramucce con il "centro-destra", per lo più nate dal fatto che nella sua urgenza di emergere come caudillo neofascista a livello nazionale ha dato "mazzate" a numerosi caporioni della casa del fascio, sapeva bene, sin dal costituirsi dell'Mpa, che per arrivare in parlamento doveva ad un certo punto rientrare in uno dei due schieramenti. La nuova controriforma elettorale tra l'altro impedisce a qualsiasi formazione che si presenti non coalizzata di acquisire seggi se non supera lo sbarramento del 5% e l'Mpa è ben lontano dal quorum.
Dall'altro lato ci sono gli interessi della Lega. Il ritorno percentuale andrà verificato ad urne chiuse, ma, certamente, non guasterà per una forza parlamentare che, secondo alcuni sondaggi, è in bilico intorno al 5% dei votanti e tenta di stabilizzarsi oltre lo sbarramento per avere più margini di manovra. Da notare che in seno alla dirigenza della Lega coloro che più hanno voluto il patto con Lombardo sono stati Maroni e Calderoli quelli che, prima che si concludesse l'accordo elettorale con la casa del fascio, più premevano perché il movimento di Bossi corresse separatamente.
Non bisogna dimenticare che la coalizione Lega-Mpa potrebbe raccogliere altri voti, rispetto a quelli della loro base, se andranno in porto trattative con altri movimenti federalisti secessionisti, separatisti e indipendentisti sparsi sul territorio nazionale.

Il progetto secessionista
Fin qui le manovre elettorali, ma è il progetto politico secessionista di separare la "Padania" e la Sicilia dall'Italia che preoccupa.
La copertura ideologico-politica di questo scellerato patto va ricercata nelle posizioni neofasciste, presidenzialiste e federaliste del governo del neoduce Berlusconi, del nuovo Vittorio Emanuele III, Ciampi, nonché del "centro-sinistra", il quale fino alla vigilia della scelta di campo di Lombardo gli ha vergognosamente retto il gioco filomafioso e secessionista.
Nello specifico è proprio per quanto riguarda la Sicilia e il Mezzogiorno che l'accoppiata Ciampi-Berlusconi fornisce, con le proprie posizioni neofasciste, secessioniste, nonché antistoriche sulla Questione meridionale, la copertura al progetto Bossi-Lombardo.
Calderoli, durante il congresso catanese si è permesso anche di parlare di Questione meridionale: "Nell'accordo con il Mpa la Lega aumenta il proprio peso politico e quindi insieme riusciremo a conseguire di più sia per il Nord sia per il Sud. Con gli amici del Mpa abbiamo la presunzione di risolvere sia la questione meridionale sia quella settentrionale". Cita poi, a conferma del fatto che vi è una unica strategia antimeridionale in atto da parte delle istituzioni borghesi, le parole dette da Ciampi a Foggia sulla "soluzione" dei problemi del Mezzogiorno.
A parte l'invenzione antistorica di una "questione settentrionale", di cui non si può neanche lontanamente discutere poiché non trova definizione neanche da parte di Bossi, è evidente che la Lega e l'Mpa hanno l'unico obbiettivo, appoggiato da Ciampi e Berlusconi, di consentire alle borghesie reazionarie sia del Nord che di alcune regioni più ricche del Sud di mettere le manacce sui fondi destinati alle masse popolari, sugli appalti, sui servizi, ecc.
Il "patto per la Libertà", centrato sugli interventi nel Mezzogiorno e recentemente sottoscritto da Berlusconi e Lombardo alla presenza di Calderoli, prepara il nuovo saccheggio della Sicilia e del Sud. I suoi punti essenziali sono:
1) Riduzione delle imposte sulle imprese che investono nel Sud; 2) Federalismo fiscale; 3) Istituzione di 3 "zone franche" nelle regioni Sicilia, Puglia, Calabria. Un'altra "zona franca" è prevista in Friuli-Venezia Giulia. 4) Compimento delle infrastrutture approvate dal piano decennale del Cipe nella seduta del 21.12.2001. 5) Entro il 9.4.2006, la posa della "prima pietra" da parte del presidente del Consiglio di almeno due delle "infrastrutture strategiche" del Mezzogiorno.
Lombardo è anche riuscito ad assicurarsi 500 milioni di euro da impiegare in appalti per l'alta velocità ferroviaria Battipaglia-Palermo, per il nuovo assetto urbanistico di Villa S. Giovanni e di Messina, per i porti di Augusta, Pozzallo, Crotone e Brindisi, per interventi nelle aree urbane di Palermo e Catania.
L'Mpa, dunque, con l'aiuto della Lega e l'approvazione di Berlusconi ha niente più che confezionato una ricetta fatta di rapina e sfruttamento delle masse popolari e del territorio, di federalismo fiscale, sgravi fiscali per le imprese di "zone franche", ovvero di zone in cui le imprese godono di una sorta di extraterritorialità economica e politica rispetto alle leggi italiane che consente loro di non applicare le normative contrattuali nazionali ai lavoratori.
È più che evidente che con questo patto Lombardo sta tentando di convogliare i fondi pubblici nelle mani delle borghesie reazionarie di alcune aree del Mezzogiorno, di favorire tra tutte la borghesia mafiosa siciliana, fornendole una posizione di vantaggio e di sfruttamento nei confronti di altre regioni più deboli del Sud, di favorire parimenti il vecchio sogno di supremazia politico-economica dei reazionari siciliani su altre regioni meridionali e, in ultima analisi, il vecchio progetto secessionista della borghesia mafiosa siciliana.
E questa sarebbe per Berlusconi, Bossi e Lombardo la soluzione della Questione meridionale!

8 Marzo 2006