I Maestri del proletariato e il 1° Maggio

Pubblichiamo di seguito tre celebri citazioni dei grandi Maestri del proletariato internazionale Engels, Lenin e Stalin che evidenziano l'importanza e il contenuto di classe proletario rivoluzionario della ricorrenza del 1° Maggio.
 
Engels
"Proletari di tutti i paesi, unitevi!". Solo poche voci risposero, quando, sono ormai quarantadue anni, lanciammo pel mondo quel grido, alla vigilia della prima rivoluzione parigina in cui il proletariato insorse con rivendicazioni proprie. Ma il 28 settembre 1864 proletari della maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale si unirono nell'Associazione internazionale degli Operai di gloriosa memoria. L'Internazionale, è vero, non visse che nove anni. Ma la prova migliore che l'eterna unione da essa fondata fra i proletari di tutti i paesi è ancora viva e più forte che mai, è la giornata d'oggi. Oggi infatti, mentre scrivo queste righe, il proletariato europeo e americano passa in rassegna le sue forze, per la prima volta mobilitate come un solo esercito, sotto una sola bandiera e per un solo scopo immediato: la introduzione per legge della giornata normale di lavoro di otto ore, già proclamata dal Congresso di Ginevra dell'Internazionale del 1866 e poi, per la seconda volta, dal Congresso operaio di Parigi nel 1889. E lo spettacolo di questa giornata mostrerà chiaramente ai capitalisti e ai proprietari terrieri di tutti i paesi che oggi i proletari di tutti i paesi si sono di fatto uniti.
Almeno fosse Marx accanto a me per veder questo spettacolo coi propri occhi!
Londra 1° Maggio 1890
(Engels, Prefazione all'edizione tedesca del 1890, Manifesto del Partito Comunista, PMLI, Piccola biblioteca marxista-leninista n. 4, pagg. 23-24)

Lenin
Compagni operai! Si avvicina il giorno del Primo Maggio, nel quale gli operai di tutti i paesi celebrano il loro risveglio alla vita cosciente, celebrano la loro unione nella lotta contro ogni sorta di violenza e di oppressione dell'uomo sull'uomo, nella lotta per la liberazione di milioni di lavoratori dalla fame, dalla miseria e dall'umiliazione. Due mondi sono l'uno contro l'altro in questa grande lotta: il mondo del capitale e il mondo del lavoro, il mondo dello sfruttamento e della schiavitù e il mondo della fratellanza e della libertà.
(...) Gli operai di tutti i paesi lottano per l'emancipazione del lavoro dalla schiavitù salariata, dalla miseria e dal bisogno. Lottano per un'organizzazione della società nella quale le ricchezze create col lavoro comune tornino a beneficio di tutti i lavoratori, e non di un pugno di ricchi".
(Lenin, "Il Primo Maggio", aprile 1904, Opere complete, vol. VII, pag. 192)

Stalin
Compagni!
Fin dal secolo scorso gli operai di tutti i paesi decisero di festeggiare ogni anno questo giorno, il giorno del Primo Maggio. Questo avvenne nel 1889, anno in cui, al congresso dei socialisti (oggi si direbbe marxisti-leninisti, ndr) di tutti i paesi, tenutosi a Parigi, gli operai decisero che proprio oggi, nel giorno del Primo Maggio, quando la natura si sveglia dal sonno invernale, i boschi e le montagne si rivestono di verde, i campi e i prati si ornano di fiori, i raggi del sole diventano più tiepidi, vibra nell'aria la gioia della rinascita e la natura si abbandona alla danza e al giubilo - essi decisero che proprio oggi si dichiarasse al mondo intero, ad alta voce e apertamente, che gli operai portano all'umanità la primavera e la liberazione dalle catene del capitalismo, che gli operai sono chiamati a rinnovare il mondo in nome della libertà e del socialismo.
Ogni classe ha le sue feste preferite. I nobili istituirono le loro feste, in cui proclamavano il loro "diritto" di spogliare i contadini. I borghesi hanno le loro, in cui "giustificano" il "diritto" di sfruttare gli operai. Anche i preti hanno le loro feste, ed esaltano in esse gli ordinamenti esistenti, per cui i lavoratori muoiono nella miseria e i fannulloni sguazzano nel lusso.
Anche gli operai devono avere la loro festa e in essa devono proclamare: lavoro per tutti, libertà per tutti, eguaglianza per tutti gli uomini. Questa è la festa del Primo Maggio".
(Stalin, "Evviva il Primo Maggio", aprile 1912, Opere complete, vol. II, pag. 238)

21 aprile 2010