Combattiva partecipazione della Delegazione del PMLI guidata da Andrea
Cammilli
GRANDE
MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA A ROMA
La capitale
attraversata da un corteo di 150 mila persone in gran parte ragazze e ragazzi.
Fallita l'adunata dei guerrafondai. Fassino e Rutelli vanno a salutare le truppe
in partenza per l'Afghanistan
Dal nostro
inviato
Un fiume di manifestanti si è riversato per le strade di Roma e ha gridato
forte la propria opposizione alla guerra. Si calcola che circa 150.000 persone
abbiano partecipato al corteo e questo è già di per sé un grande successo che
va ben al di là delle previsioni che indicavano 50.000 presenze. La
manifestazione organizzata dal Roma Social Forum sembrava partita in sordina, ma
è poi cresciuta raccogliendo un sempre maggior numero di adesioni.
La città di Roma ha dato il suo grosso contributo portando in piazza migliaia
di giovani, in gran parte studentesse e studenti organizzati nei vari collettivi
che già nei giorni precedenti hanno dato vita a numerose manifestazioni contro
la guerra. Presenti in massa anche i Cobas, tra cui quelli della scuola che solo
10 giorni prima avevano sfilato contro la Finanziaria di guerra e le iniziative
del governo Berlusconi e del ministro Moratti contro la scuola pubblica e a
favore di quella privata. Ben nutrita la rappresentanza dei Social Forum nati in
tutta Italia da Milano, Brescia, Bologna, Pistoia, Livorno, Latina, Cosenza,
Catania, la rete no-global di Napoli e un po' da tutta Italia, poi i "disobbedienti''
(le ex "tute bianche'').
Hanno partecipato in massa anche Centri sociali provenienti da tutta la
penisola, oltre che Rifondazione e la sua organizzazione giovanile. C'erano
rappresentanze minori di Verdi, PdCI e anche qualche bandiera della Sinistra
Giovanile. Sono sfilate anche le RdB e la sinistra della Cgil con una folta
delegazione dietro lo striscione "Lavoro Società-Cambiare rotta''. Molte
le associazioni degli immigrati africani, del Bangladesh, argentini e altri
sudamericani, arabi, curdi e bambini Rom, presenti al corteo alcuni
statunitensi. In tutto sono stati organizzati sei treni speciali e centinaia di
pullman.
Concentramento in piazza Repubblica e quasi subito si parte. Ma l'afflusso di
manifestanti crea qualche problema e prima che il serpentone si muova
definitivamente passa più di mezz'ora; grande manifestazione ma anche grande
disorganizzazione, sottolineata da molti partecipanti. Alla fine il corteo ha
potuto dispiegare tutta la sua combattività per le strade di Roma completamente
militarizzate e sotto lo stretto controllo di polizia e carabinieri in assetto
antisommossa, in tutto ben 4.000 tra agenti in divisa e in borghese, cecchini
alle finestre, perquisizioni in mezzo alla strada, improvvisi posti di blocco.
Questo non ha fermato la combattività della manifestazione: slogan contro la
guerra, cori contro il governo Berlusconi e canzoncine ironiche contro i DS (e
in particolare contro Fassino che nelle stesse ore era a Brindisi assieme a
Rutelli a portare "il doveroso omaggio ai nostri ragazzi che partono per il
fronte''!) che tentano di spacciarsi per pacifisti ma poi votano per la guerra.
Scanditi per tutta la durata della manifestazione i sempre validi "Yankee
go home'' e "Fuori l'Italia dalla Nato'' e "Berlusconi non ci piace,
fa star peggio dell'antrace''. Decine e decine di striscioni contro la guerra e
il terrorismo, il governo e il liberismo, contro l'occupazione israeliana e per
la Palestina e l'Intifada, insomma una grande manifestazione di massa con una
composizione colorita e variegata politicamente ma unita nel gridare forte il
proprio No alla guerra.
E' stata senz'altro una delle manifestazioni più grandi degli ultimi anni su
questi temi e ha ulteriormente evidenziato come il voto del 90% del parlamento
italiano a favore della guerra imperialista contro l'Afghanistan non rappresenta
assolutamente la reale volontà del popolo italiano, significa soltanto che la
cosiddetta opposizione di "centro-sinistra'' è in gran parte sulle stesse
posizioni interventiste e guerrafondaie del Polo. Il quale stava facendo
un'adunata per la guerra a piazza del Popolo ma è stato sconfitto anche nel
raffronto tra le due manifestazioni: 30mila ad ascoltare il neoduce Berlusconi e
150mila al corteo contro la guerra. La Rai, asservita al governo, nella sua
diretta ha tenuto un comportamento vergognoso dando più del 90% dello spazio
all'"Usa-day'' gestito dal nuovo Mussolini e farneticando di appena 7.000
no-global in corteo.
Il successo della manifestazione non deve far dimenticare pressioni di ogni
genere per farla fallire: le "preoccupazioni'' del neopodestà di Roma
Veltroni su possibili incidenti, fantomatiche indiscrezioni dei "servizi''
sulla temuta guerriglia urbana e persino le intimidazioni fasciste di Canterini
e dei suoi sgherri (capo e uomini dell'assalto fascista alla scuola Diaz di
Genova) circa "regolamenti di conti'' con il movimento anti-globalizzazione.
Si voleva fare largo ai guerrafondai ed eliminare una manifestazione già decisa
da luglio per il vertice Fao (rinviato) ma poi trasformatasi in una grande
giornata di opposizione al Wto e soprattutto alla guerra. Nonostante la
minacciosa e provocatoria presenza delle "forze dell'ordine'', in
particolare alla stazione Termini e al Circo Massimo, non ci sono stati
incidenti.
Una Delegazione del PMLI guidata dal compagno Andrea Cammilli e formata da
compagni provenienti da Toscana, Lazio e Campania ha partecipato attivamente
alla manifestazione diffondendo fin dall'inizio i nostri volantini contro la
guerra imperialista all'Afghanistan, il Wto e il governo Berlusconi, basati su
poche ma chiare e dirette parole d'ordine. Nei convulsi momenti del
concentramenti molti si prendevano da soli il volantino e alcuni ci hanno
richiesto Il Bolscevico. Si sono avvicinati a noi soprattutto i giovani, ragazze
e ragazzi che poi costituivano la maggioranza dei manifestanti.
Militanti, simpatizzanti e amici del PMLI aggiunti all'ultima ora hanno
instancabilmente diffuso migliaia di copie del volantino fino a quando non ci
siamo inseriti nel corteo, non senza difficoltà per l'ostruzionismo di alcuni
capetti dei Cobas. I nostri compagne e compagni, ben visibili per i corpetti e i
fazzoletti rossi col simbolo del PMLI, sventolavano le bandiere dei maestri e
del Partito. Inoltre, tenevano alto un cartello a doppia faccia: il manifesto
con le parole d'ordine per questa occasione e quello che invita alla
"Guerra totale al governo del neoduce Berlusconi. Per l'Italia unita, rossa
e socialista''.
Le bandiere e soprattutto il cartello con Berlusconi che ha alle spalle il suo
alter ego Mussolini è stato super fotografato dall'inizio alla fine del corteo.
Una splendida immagine di questo cartello è apparsa nella "Galleria
fotografica'' sulla manifestazione del quotidiano la Repubblica on-line.
Con un megafono i marxisti-leninisti hanno lanciato i loro slogan e cantato
canzoni proletarie. A un certo punto, degli studenti romani, alcuni manifestanti
napoletani e parte del Social Forum del Mugello si sono uniti a noi e hanno
potuto usare il nostro megafono per lanciare le parole d'ordine.
Il PMLI ha dato il suo contributo e ha cercato di dare voce a quella parte di
manifestanti che giudica la guerra non uno sbaglio o un generico attacco alla
pace ma un intervento imperialista in piena regola. I nostri slogan andavano in
questo senso e "la guerra imperialista, bisogna sabotare, sciopero
generale, nazionale'' oppure "nessuna lira, nave o militare, la guerra
imperialista, dobbiamo sabotare'' sono stati tra i più scanditi anche da vari
settori del nostro spezzone. Lo stesso vale per "Bella Ciao'' e
"Bandiera Rossa'' cantati con partecipazione da molti manifestanti. Hanno
avuto successo pure gli slogan "Berlusconi vattene'', "Berlusconi,
Bossi e Fini fanno la guerra come Mussolini'', "La guerra totale, che noi
vogliamo, è quella a Berlusconi, il guerrafondaio'' e "Fame, guerra, zero
democrazia, gli imperialisti, spazziamo via''.
La nostra ferma e argomentata denuncia della guerra imperialista e del governo
guerrafondaio Berlusconi è stata sottolineata nelle interviste rilasciate dal
compagno Cammilli a una rivista belga e alla radio capitolina "Roma città
aperta''.
I nostri compagni hanno animato instancabilmente il loro settore, almeno fino
quasi al Colosseo, dopodiché una marcia lunga oltre 4 chilometri e durata circa
tre ore cominciava a far sentire la stanchezza sui manifestanti. Purtroppo,
appena giunti al Circo Massimo, cioè poco prima di piazza Bocca della Verità
dove si tenevano ancora i comizi e poi concerti e spettacoli, la Delegazione del
PMLI e così migliaia di manifestanti giunti da fuori Roma hanno dovuto
precipitarsi sulla via del ritorno per non rischiare di perdere i treni. Alla
fine ci si è messa anche la pioggia che tuttavia non ha scoraggiato coloro che
erano in condizione di rimanere.
Sottolineiamo ancora una volta che è stata una grande manifestazione che ha
evidenziato come l'opposizione alla guerra è molto forte soprattutto da parte
dei giovani e dei giovanissimi e il notevole sviluppo avuto dal movimento
no-global. Questo non toglie che quanto più avranno spazio e ruolo di leader
elementi come Agnoletto, Casarini e Caruso tanto più sarà difficile portare
questo movimento su chiare posizioni anticapitalistiche e antimperialiste.
I dirigenti del PMLI hanno immediatamente ringraziato i membri della Delegazione
del Partito per mezzo di una riconoscente lettera in cui tra l'altro si legge
che: "avete rappresentato al meglio il nostro amato Partito in un'occasione
importante e in un'importante e storica manifestazione contro la guerra che ha
dato una risposta fulminante all'adunata di stampo mussoliniano dei guerrafondai
seguaci del neoduce Berlusconi''.
14 novembre 20001
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