Festa della Repubblica
50mila in piazza a Milano per contrastare la controriforma costituzionale berlusconiana
La combattività del PMLI coinvolge i manifestanti. Epifani butta acqua sul fuoco
Alzare il tiro della lotta fino ad abbattere il governo del nuovo Mussolini

Redazione di Milano
Nel pomeriggio di venerdì 2 giugno sono scesi in piazza in 50mila a Milano per contrastare la controriforma costituzionale neofascista, presidenzialista, federalista e interventista voluta dal neoduce Berlusconi ed anche dalla "sinistra" borghese che in fondo rimprovera al cavaliere piduista di volersela fare per conto suo coi suoi alleati senza coinvolgerla nell'instaurazione completa di quella che di fatto già è la terza repubblica.
Gli organizzatori della manifestazione nazionale - Cgil, Anpi, Arci, Casa della Carità, Casa della Cultura, Popolo viola, Adesso basta, Punto rosso, Libera e Libertà e giustizia - non hanno però portato i toni all'altezza della gravissima situazione politica e sociale che sono sotto gli occhi di tutti coloro che rifiutano i paraocchi mediatici di regime, ripiegando nuovamente sulla fuorviante e imbelle parola d'ordine "Insieme per la Costituzione", ossia quella Costituzione del '48 che non c'è più, morta sotto i colpi delle micidiali picconate inferte tanto sotto i governi di destra che di "centro-sinistra".
A portare i toni della lotta all'altezza che meritano ci ha pensato una folta e combattiva delegazione del PMLI.Lombardia, guidata dal compagno Angelo Urgo, e composta da militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano, della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo, dell'Organizzazione di Viggiù e da simpatizzanti provenienti dalle province di Pavia e di Monza.
Sin dal concentramento in Porta Venezia i nostri compagni hanno distribuito a tappeto i volantini con l'articolo "Una battaglia per la difesa della Costituzione che non c'è più", editoriale de Il Bolscevico n. 3, le cui copie venivano diffuse abbinate al n. 19 o al 20. Sono stati diffusi anche volantini riportanti estratti dell'articolo "Il governo imbavaglia la stampa" pubblicato su Il Bolscevico n.21, anche questo accolto dai manifestanti con aperto interesse.
Presa posizione nel corteo la delegazione marxista-leninista ha schierato ben in vista le sue insegne e cioè le bandiere del PMLI e tre cartelli ognuno con su affisso un diverso manifesto: il primo ritrae il neoduce di Arcore affiancato al duce del fascismo e avverte "Siamo in un regime neofascista e Berlusconi il nuovo Mussolini. È un dovere democratico e antifascista abbattere questo governo e questo regime"; il secondo con la scritta "No alla costituzione del regime neofascista"; il terzo con su scritto "NO al bavaglio. Sciopero di 8 ore. Abbattere il governo del bavaglio ai media, della macelleria sociale e della restaurazione del fascismo. Per l'Italia unita, rossa e socialista".
Per tutta la durata del corteo, poi, i marxisti-leninisti hanno coinvolto altri manifestanti col lancio, corale e con megafono, di una continua raffica di slogan tra cui: "È neofascista e antipopolare, terza repubblica è da affossare!", "CGIL, non c'è più da aspettare, il neoduce dobbiam cacciare, sciopero di 8 ore, generale!"; "Di Berlusconi, non ne possiamo più, dalla piazza buttiamolo giù!"; "Con Berlusconi non c'è democrazia, è il nuovo Mussolini, cacciamolo via"; "Come nel fascismo, voglion la censura, contro la stampa e la magistratura"; "Difendiamo le intercettazioni, per scovare gli eroi di Berlusconi"; "Berlusconi, Cosa Nostra (/la 'ndrangheta, /la camorra) canta con te: meno male che Silvio c'è"; "La vostra crisi non la paghiamo, la paghino i padroni, la paghi Berlusconi", "Per risanare il bilancio italiano, tassare i padroni e il Vaticano", "Le spese inutili sono da tagliare, missioni di guerra da cancellare, fuori dai confini nemmeno un militare", "Art. 18 non si tocca, lo difenderemo con la lotta", "Come in Grecia dobbiam lottare, sciopero di 8 ore generale!", "I migranti non sono clandestini, abrogare la legge Bossi-Fini", "Lega razzista, partito neonazista", Il tutto intervallato da canti di "Bella Ciao" e anche di "Bandiera Rossa" dato che era quello il colore che prevaleva incontrastato!
In Piazza Castello si sono svolti i comizi conclusivi. L'intervento più significativo è stato del presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), Roberto Natale, che tra l'altro ha rimarcato con forza: "Vogliono giornalisti che non facciano domande scomode e, se le fanno, il premier, con grande maleducazione istituzionale come a Ballarò, sbatte giù la cornetta. I cittadini hanno il diritto a essere informati e a volte è colpa anche nostra se su temi come il lavoro questo negli ultimi anni non avviene".
A conclusione il comizio del segretario nazionale della Cgil, Gulielmo Epifani, che ha fatto la solita oratoria di magistrale retorica denunciando il precariato senza rivendicare l'abrogazione della legge 30, denunciando le inumane condizioni in cui versano gli immigrati senza rivendicare l'abrogazione della legge Bossi-Fini, denunciando i tagli alla spesa pubblica senza rivendicare l'annullamento delle onerose missioni di guerra all'estero e dei privilegi fiscali e finanziamenti alla Chiesa cattolica, denunciando il degrado in cui versa la scuola pubblica senza rivendicare l'abrogazione della "parità" con l'istruzione privata ed i finanziamenti pubblici a quest'ultima, denunciando gli aspetti più vergognosi della stangata Berlusconi-Tremonti senza far cenno alla necessità dello sciopero generale di 8 ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi. E in questa abbuffata di parole forbite scevre da impegni di lotta concreti, Epifani ci ficca pure un vergognoso elogio al federalismo che da strumento del padronato per meglio fare i suoi interessi locali e per dividere la solidarietà nazionale dei lavoratori viene camuffato, manco stesse parlando di socialismo, da sistema che metterebbe le istituzioni "più vicine ai bisogni dei cittadini e ai diritti dei lavoratori". Dichiarazioni che mal celano l'irrefrenabile desiderio di Epifani di seguire le orme della Cisl lombarda che votata alla demolizione della contrattazione nazionale e alle gabbie salariali si appresta ad annunciare il suo nuovo credo federalista coi suoi "stati generali" del 16 giugno a Pontida, simbolicamente proprio dove quattro giorni dopo si svolgerà l'annuale adunata neonazista della Lega Nord.
Eppure la Cgil avrebbe le forze per muovere la piazza per liberarsi del nuovo Mussolini e sbarrare la strada alla completa instaurazione della terza repubblica, altro che chiacchiere! Ma è evidente che con questi vertici sindacali collaborazionisti il neoduce Berlusconi e i suoi gerarchi possono dormire sonni tranquilli, il che è una responsabilità storica gravissima e imperdonabile.
Per quanto concerne noi marxisti-leninisti un motivo in più per impegnarci a fondo nel proseguire nella crescita del PMLI al fine di renderlo un Gigante Rosso all'altezza dei suoi obbiettivi politici e strategici per abbattere il governo del neoduce Berlusconi ed il regime neofascista e avanzare con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!

9 giugno 2010