In diecimila manifestano a Messina contro il Ponte
La rossa delegazione del PMLI, composta da militanti e simpatizzanti, ha diffuso instancabilmente le parole d'ordine e le rivendicazioni sul Mezzogiorno. Incoraggiante elogio da parte dei dirigenti nazionali, con alla testa Scuderi

Dal corrispondente della Cellula "Stalin" della provincia di Catania

Grande la partecipazione popolare, a poco più di un mese dall'ultima grande manifestazione di Torre Faro, all'imponente corteo di lotta del 2 ottobre, dove i messinesi hanno potuto gridare la propria rabbia nei confronti della mega opera del regime neofascista che sconvolgerà un territorio che già presenta criticità e carenze di ogni tipo: sismiche e idrogeologiche, come dimostrano le frane dell'ottobre 2009 che sconvolsero la zona sud di Messina, colpendo i paesi di Giampilieri e Scaletta e causando 37 vittime.
In diecimila, provenienti da diverse regioni d'Italia, si sono dati appuntamento in piazza Cairoli, nonostante la concomitanza con il "No Berlusconi Day", svoltosi nelle stesse ore a Roma. Il corteo si è mosso percorrendo viale San Martino, via Geraci, Via Cesare Battisti, Via Garibaldi, per concludersi in Piazza Unione Europea, dove vari rappresentanti dei comitati e varie realtà sociali hanno preso la parola da un microfono allestito sulla sommità della scalinata davanti a Palazzo Zanca, sede del municipio di Messina.
In testa al colorato e combattivo corteo c'erano gli striscioni della Rete "No Ponte", del Comitato "No Ponte" di Capo Peloro e di altre organizzazioni territoriali. Seguivano i precari della scuola, i precari marittimi, la Cgil-marittimi, i Cobas, il Comitato "acqua pubblica", i "No Tav" Toscana, "No Triv" della Val di Noto, Legambiente, WWF, il Comitato "3 e 32" di L'Aquila, il Comitato "No Frane" della Riviera Jonica Messinese. Erano presenti PDCI, PRC, SEL, PD Circolo Libertà.
Tante le delegazioni venute da Palermo, Cosenza, Napoli, Roma, L'Aquila, Firenze, Bologna, Milano, Catania, Ragusa, Marsala. Le parole d'ordine più lanciate nel corteo erano "Ridateci il lavoro, ridateci i traghetti, No al ponte su i nostri tetti"; "Non dimentichiamo i morti di Messina, soldi e sicurezza li vogliamo quanto prima"; "Ma che progresso, quale occupazione, questo ponte è solo distruzione".
In conclusione hanno preso la parola i vari esponenti del movimento. Gino Sturniolo della Rete No Ponte ha detto "Le risorse destinate al Ponte vogliamo che vengano dirottate per l'acqua, la scuola pubblica e le difese dei beni comuni. Ci sono un miliardo e trecento milioni di euro pronti per essere spesi sulla mega opera".
Pietro Interdonato del Comitato "Pendolari dello Stretto" ha detto: "Servono navi con biglietti a prezzi agevolati e con tariffe che non siano da strozzinaggio".
Renato Accorinti della Rete No Ponte ha ribadito che "l'alternativa al Ponte sono autostrade del Mare, le ferrovie e i Porti. Non dobbiamo abbassare la testa. Non lottare significa morire".
Anna Giordano del WWF denuncia che tante persone continuano a vivere in profondo disagio dopo l'alluvione di Giampilieri e Scaletta, perché non si trovano i fondi per sistemare quelle aree, mentre si vuole realizzare un ponte a campata unica di 3.300 metri, nonostante vi sia un gap tecnologico non colmabile neanche tra cento anni. Si sono susseguiti tanti interventi di esponenti del movimento. Uno dei rappresentanti degli studenti calabresi ha detto che siamo in un regime fascista. Un componente della Rete No Ponte ha detto che nel momento in cui dovessero davvero partire i lavori "Noi saremmo lì a bloccarli, è questo il nostro prossimo obbiettivo".
Il PMLI ha partecipato con la Cellula "Stalin" della provincia di Catania e la Cellula "Lunga Marcia" di Messina, con i simpatizzanti e gli amici del Partito. La delegazione, diretta dal compagno Sesto Schembri, ha animato parte del corteo con un'auto addobbata con le bandiere dei Maestri e del Partito e con gli altoparlanti. Sulla macchina spiccavano i manifesti "Lottiamo uniti contro il Ponte di Messina. Destinare i relativi investimenti a risolvere la grave crisi idrica e potenziare le linee ferroviarie e marittime pubbliche e i porti della Sicilia e della Calabria" e "Un nuovo 25 Aprile per liberarsi del nuovo Mussolini. Abbattiamolo. Per l'Italia unita, rossa e socialista". Un compagno al microfono lanciava le parole d'ordine "Uniamoci contro il Ponte e i governi Berlusconi e Lombardo che lo vogliono", "Spazziamo via la mostruosa ammucchiata governativa di fascisti ripuliti e PD, guidata dall'imbroglione e falso meridionalista Lombardo" e ha chiesto "che i soldi del Ponte vengano spesi per il territorio, per ospedali, scuole, servizi sociali, con il controllo delle masse popolari che devono avere l'ultima parola sugli investimenti, dato che le istituzioni borghesi sono alla mercé della mafia".
I nostri manifesti attraevano i manifestanti che li riprendevano e li fotografavano. Sono stati distribuiti centinaia di volantini "Uniamoci contro il ponte e i governi Berlusconi e Lombardo che lo vogliono". Alcuni studenti ci guardavano con simpatia, stando vicini ai compagni. Un manifestante di Marsala (Trapani) ha chiesto chiarimenti perché ci confondeva con il falso partito comunista di Ischia. Il compagno Schembri ha spiegato come stanno le cose, invitandolo a collegarsi con il PMLI, cosa che il manifestante ha promesso di fare.
Si è trattato di una giornata di lotta per un movimento che sta crescendo sempre più numericamente e politicamente e procedendo verso un fronte unito con obbiettivi comuni per il riscatto del Meridione. In questo movimento il Partito si è posto all'avanguardia, come dimostra il manifesto che i compagni portavano nel corteo: "Per il Mezzogiorno: Lavoro, sviluppo, industrializzazione, sicurezza del territorio, salvare l'agricoltura, rete ferroviaria moderna, servizi e trasporti pubblici, risanare l'ambiente, acqua pubblica, salari uguali al Nord, stabilizzare i precari, cancellare il federalismo fiscale, il disequilibrio con il Nord. No al ponte sullo Stretto, No al lavoro nero, allo schiavismo degli immigrati, al reato di clandestinità. Sdradicare le mafie. Abbattere il governo del neoduce Berlusconi".
I compagni delle Cellule e i simpatizzanti e amici del Partito hanno dato il massimo a livello politico e organizzativo. Importantissimo il ruolo dei simpatizzanti attivi del Partito che hanno lavorato fianco a fianco dei militanti, svolgendo compiti di vitale importanza per la riuscita della delegazione.
La compagna Giovanna Vitrano, Responsabile regionale del PMLI, ha salutato e ringraziato tutte le compagne ei compagni presenti nella delegazione regionale e ha trasmesso un elogio e un ringraziamento del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, a tutti i compagni che hanno preso parte a questa grande giornata di lotta, nell'ottica strategica dell'Italia unita, rossa e socialista.
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI ha inviato ai compagni una lettera con i "vivissimi ringraziamenti da parte dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e di questa Commissione per aver rappresentato tutto il Partito in occasione dell'importante manifestazione contro il Ponte dello Stretto".
Nella lettera si dice, tra l'altro: "Sotto la direzione del compagno Sesto Schembri siete stati esemplari in tutto e per tutto, dando una bella immagine di forza, combattività, disciplina proletaria e stile di lavoro. Noi siamo fieri di voi e prendiamo forza dal vostro esempio e dalla vostra dedizione alla causa del PMLI, del proletariato e del socialismo" e "Nessun siciliano informato e che vi vede all'opera può ignorare che il PMLI è in prima linea nella lotta contro il Ponte. In barba ai media siciliani, come avviene anche nelle altre regioni d'Italia, che volutamente censurano la nostra azione e il nostro lavoro". Nella lettera, la nostra compagna Patrizia è stata meritatamente definita "un modello di simpatizzante attiva del PMLI, un esempio per tutte le rivoluzionarie siciliane, che con i suoi puntuali commenti per Il Bolscevico fa vivere anche a noi le emozioni e le problematiche delle manifestazioni cui partecipa".

6 ottobre 2010