In piazza a Roma contro la stangata
100mila lavoratori con la Cgil
In prima fila i lavoratori pubblici e della scuola. Presente una delegazione di operai della Fiom di Pomigliano e migliaia di studenti. Negata la parola ai precari. Epifani non spende nemmeno una parola sull'infame accordo di Pomigliano
Calorosa accoglienza alla delegazione del PMLI

Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma
Sabato 12 giugno oltre 100mila tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, studentesse e studenti provenienti da tutt'Italia si sono riversati a Roma per partecipare al grande corteo contro la manovra del governo indetto dalla Cgil. In prima fila le lavoratrici e i lavoratori pubblici e della scuola, duramente colpiti dagli ultimi provvedimenti del governo, a seguire i lavoratori di tutti i settori, molti i precari; significativa la presenza di una delegazione degli operai della Fiom di Pomigliano vittime dell'arroganza padronale e neofascista della Fiat.
Dominante il rosso tra le bandiere della Cgil e i fazzoletti appositamente diffusi con la parola d'ordine "Tutto sulle nostre spalle", a sottolineare che la macelleria sociale da 24 miliardi di euro del governo del neoduce Berlusconi colpisce solo le masse popolari e non spilla un centesimo che sia uno a banchieri e padroni.
La fiumana di manifestanti è partita alle 15 da piazza della Repubblica; la testa è a piazza del Popolo alle 16, ma la coda impiegherà un'altra ora buona per arrivare. La stima è di 100mila partecipanti. Alle 17 iniziano gli interventi; tra i relatori ci sono Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione lavoratori della conoscenza (Flc), Rossana Dettori, segretaria generale della Funzione pubblica (Fp), e infine Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil. Il segretario della Flc si è scagliato nel suo intervento contro la legge bavaglio varata dal governo del neoduce e piduista Berlusconi e ha duramente criticato l'atteggiamento di Cisl e Uil, che spaccano il movimento dei lavoratori, che invece è unitario nel resto d'Europa. Si è sgolato dal palco per denunciare che la Gelmini vuol privatizzare il sistema e dire che "non siamo disponibili a vendere scuola e università", per questo "siamo disponibili a fare non una lotta ma 100!". E pensare che ancora per la categoria non c'è in vista nessuna mobilitazione, se non il prossimo sciopero del 25 giugno a scuole chiuse. La Dettori ha denunciato come è stato toccato duramente il pubblico impiego: il potere d'acquisto dei lavoratori pubblici perderà 3mila euro nei prossimi anni e, fra gli attacchi, il più grave, quello sulla pensione a 65 anni per le donne.
Epifani ha analizzato gli aspetti più negativi della manovra, ed ha rilanciato l'appuntamento del 25 giugno per lo sciopero generale, accolto con un'ovazione dalla piazza. Quello che è mancato nel suo intervento è un chiaro appello alla piazza e alle masse lavoratrici per abbattere il governo del nuovo Mussolini, eppure i tempi sono maturi. Cosa ancor più grave non ha citato nemmeno l'infame accordo di Pomigliano, ben sapendo che non solo gli operai della Fiat ne subiranno le conseguenze bensì tutti i lavoratori e tutti i prossimi contratti.
Il comizio si è concluso sulle note di Bella Ciao. La Cgil all'ultimo momento, non ha dato la parola alla rappresentante dei precari della scuola, già pronta sul palco come concordato, adducendo problemi organizzativi. Il comitato precari di Roma, in un breve comunicato esprime indignazione per l'accaduto; nell'intervento volevano denunciare i piani del governo e invitare il sindacato a "tornare a sostenere le lotte che esprimono i lavoratori, farsene carico e diffonderle dentro i luoghi di lavoro".
Il nostro Partito era presente in piazza con una delegazione di compagni di Roma e provincia e della provincia di Bergamo, con le bandiere, i corpetti e il cartello, che riportavano le parole d'ordine del Partito "Contro la stangata da 24 miliardi di euro Sciopero generale di 8 ore. Abbattere il governo della macelleria sociale, del bavaglio ai media e della restaurazione del fascismo". I compagni sono stati subito accolti bene tra i dimostranti; in particolare, sono stati avvicinati da alcuni dei lavoratori che hanno fatto da scudo umano a Varese, qualche tempo prima, al cartello del nostro Partito che la Digos voleva sequestrare; inoltre i compagni hanno cantato "Bandiera Rossa" e "Bella ciao" assieme ad alcuni lavoratori. Sono stati diffusi alcune copie del n. 22 de "Il Bolscevico" e un dei volantini contro la stangata. Un compagno è stato intervistato da una giornalista della Cgil.
La delegazione del Partito è stata molto fotografata e ripresa: il tg La7 delle 20 dello stesso giorno ha mandato in onda un bel primo piano del cartello sotto al palco. Durante il corteo, i compagni sono stati ringraziati al telefono dal compagno Scuderi, che li ha incoraggiati e si è complimentato con loro. Al termine della manifestazione un lavoratore si è avvicinato a uno dei compagni, gli ha detto "Bravo!", l'ha abbracciato per riconoscenza e ha voluto una copia del nostro giornale.
Ai compagni della delegazione è stata inviata una lettera di ringraziamenti dalla Commissione di organizzazione del CC del PMLI in cui fra l'altro si dice: "voi avete fatto onore al PMLI e dimostrato concretamente ai lavoratori del pubblico impiego che il Partito è dalla loro parte e che è contro la stangata governativa che li ha duramente colpiti. L'abbraccio di un lavoratore al capo delegazione dimostra che i lavoratori sono grati e riconoscenti al Partito che è sempre in piazza al loro fianco".

16 giugno 2010