Grandiosa manifestazione per la libertà di informazione
300 mila in Piazza del popolo
Palpabile la volontà dei manifestanti, in maggior parte giovani, convenuti da tutta Italia ad abbattere il governo Berlusconi. Ma gli oratori si attengono strettamente al tema ufficiale della manifestazione
La delegazione nazionale del PMLI diretta da Giovanna Vitrano diffonde l'invito del Partito a cacciare con la forza il nuovo Mussolini

Dal nostro inviato speciale
"Di Berlusconi non ne possiamo più, tutti uniti buttiamolo giù!". Questo slogan, che il PMLI rilancia infaticabilmente fin dal lontano 1994, può forse riassumere meglio di qualunque altro lo stato d'animo che accomuna gli oltre trecentomila manifestanti che sabato scorso hanno invaso le vie della capitale. Una partecipazione oltre ogni previsione in una Piazza del Popolo gremita fino all'inverosimile, presente in forze la Cgil, che fa ben sperare per le battaglie d'autunno che sono alle porte contro l'ondata di licenziamenti, la distruzione della scuola, dell'università, della sanità pubblica, l'abbandono del Mezzogiorno, l'attacco forsennato alle libertà democratiche-borghesi, ai diritti sociali, sindacali e civili.
Al di là delle intenzioni e degli obiettivi dei promotori e degli organizzatori dunque è stata una giornata storica che sarà ricordata accanto a quelle che all'inizio degli anni '20 provarono a sbarrare il passo all'instaurazione del regime fascista mussoliniano. Oggi, come allora, la mobilitazione in larga parte spontanea di giovani, che costituivano la maggior parte della piazza, di anziani, di precari e lavoratori, di operai e studenti, di intellettuali progressisti e antifascisti, dimostra che l'obiettivo piduista di narcotizzazione e fascistizzazione subdola delle masse, per fortuna, non è stato ancora raggiunto e la forza di piazza per abbattere il governo della censura e del massacro sociale esiste!

Una folla traboccante
Alla manifestazione promossa dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi) hanno riposto in tantissimi tra giornalisti - definiti da Berlusconi "farabutti"- e operatori dell'informazione, centinaia le associazioni come "Art. 21" o come gli operatori del più grande motore di ricerca internet, "Google", che denunciano il tentativo di mettere la mordacchia anche all'informazione telematica con una raffica di leggi censorie: "dall'emandamento D'Alia sui filtraggi governativi dei contenuti dei siti web al ddl Carlucci contro ogni forma di anonimato, dal ddl Lussana finalizzato ad accorciare la memoria della rete al ddl Alfano che obbliga tutti gli utenti della blog sfera alle rettifiche per non incorrere in gravi sanzioni fino al ddl Pecorella-Costa che vorrebbe trattare tutti i navigatori come giornalisti, direttori o editori di giornali attraverso una schedatura di massa".
Maschere, bavagli, bocche cucite da cerotti si alternano ai cartelli "Basta con l'uso criminale della Tv pubblica", "Giù le mani dall'informazione", "Meno Emilio Fede per tutti". Un grande manifesto riproduce l'immagine di Berlusconi che accanto a Putin mima una mitragliata in direzione di una giornalista, con sopra la scritta: "alla stampa rispondo così". Uno striscione è firmato dai "farabutti di Raitre" parafrasando le ultime aggressioni del premier, riprese anche in tante magliette autoprodotte: "Siamo tutti farabutti". Non mancano i riferimenti incrociati agli ultimi tra i più scandalosi provvedimenti ad personam e pro-mafia dell'esecutivo: uno recita "con infamia e senza Lodo", un altro "mi Mangano le parole", altri ancora si concentrano sullo scandalo Tarantino-D'Addario-Berlusconi definito "Puttanopoli" con ironica vignetta dal titolo "Al tappone and sex senility".
Se la destra del regime neofascista è bersagliata non c'è certo un clima idilliaco nei confronti degli esponenti della "sinistra" borghese, come dimostrano i cartelli bipartisan: "Ci hanno rapito il futuro" "Conflitto di interessi sempre più evidente e sempre più ignorato" "La libertà è sacra, la politica collusa fa schifo". Al centro campeggia l'insofferenza della base del Pd: "D'Alema: 1) chiedici scusa 2) Vattene!" Completamente snobbato è lo stand del Partito di Franceschini e Bersani. Evidentemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso per gli elettori di "centro-sinistra" presenti è il vergognoso assenteismo dei parlamentari del Pd, e la altrettanto indecente firma di Giorgio Napolitano, che ha permesso il varo dello "scudo fiscale" di Tremonti, ossia il riciclaggio dei capitali degli grandi evasori fiscali, dei mafiosi e dei narcotrafficanti.

Studenti e precari in piazza al grido: "La scuola pubblica non si tocca"
In contemporanea decine di migliaia di studenti dell'Onda e precari licenziati hanno sfilato per le vie della Capitale al grido: "la scuola pubblica non si tocca!". Numerosa e compatta è la presenza del "Coordinamento precari della scuola" che rivendica "assunzioni per tutti da Milano a Palermo", le "dimissioni immediate del Ministro Gelmini", il ritiro della legge 169/08 (maestro unico) e della legge Aprea, mentre tre diversi cortei di decine di migliaia di studenti, insegnanti precari e Cobas convergono sotto il ministero a Viale Trastevere per fermare la mannaia che affossa la scuola pubblica.
Quando una delegazione entra in Piazza del popolo per sostenere l'intervento di una precaria la piazza esplode in un forte e interminabile applauso.

Gli interventi dal palco
Commovente il minuto di silenzio della piazza chiesto in onore delle vittime della tragedia di Messina. Per quanto riguarda gli interventi programmati degli oratori va citato Roberto Saviano che ha denunciato come "in alcune parti della penisola, come al Sud, raccontare la verità vuol dire difendere la propria vita" aggiungendo, tra gli applausi, che "quel che è accaduto a Messina è il frutto non della natura, ma del cemento". Ha poi detto che "verità e potere non coincidono mai", una affermazione certamente valida per il sistema capitalista dove una minoranza di sfruttatori, ladri e oppressori governano sulla stragrande maggioranza coltivando l'arte dell'inganno non certo per il socialismo, quello vero, dove libertà e democrazia per il proletariato e il popolo non sono vuote parole ma dati di fatto. Meno entusiasmo per Franco Siddi, segretario generale della Fnsi che troppo timidamente ha chiesto al governo di "cancellare il ddl Alfano sulle intercettazioni, le cause contro i giornalisti, le norme che vietano l'esercizio del diritto di cronaca". Nonostante la combattività espressa dalla enorme manifestazione glielo consentisse, gli oratori non hanno chiesto la cacciata di Berlusconi. Fischi assordanti sono stati riservati invece a Cisl e Uil che non hanno aderito (con l'eccezione dei metalmeccanici della Fim-Cisl) e per il presidente dell'ordine dei giornalisti Lorenzo del Boca che richiama i colleghi ad un "maggiore senso di responsabilità".
Non sono mancate neanche le critiche: "ci voleva una piazza più grande", "la Cgil deve svegliarsi e mettere in campo la sua organizzazione".

Manifestazioni anche a Londra, Parigi e Berlino
Presidi in solidarietà ai manifestanti di Piazza del Popolo si sono svolti a Torino e in diverse capitali europee come Berlino e Parigi, un corteo ha sfilato sotto la sede della Bbc. Significativo a proposito della stampa estera il fatto che persino un giornale conservatore inglese come l'Economist ha capito che Berlusconi è il nuovo Mussolini mentre la direzione di Repubblica, dell'Unità, del Manifesto, di Liberazione continuano a nascondere la sua natura e ad attaccarlo su temi parziali e secondari, di fatto continuando ancora una volta a spianargli la strada.

La partecipazione del PMLI
Mille dunque i motivi della vibrante protesta di piazza, "incomprensibili" solo per un pennivendolo servo del neoduce come il direttore del Tg1, l'ex Fgci e poi "ultrasinistro" Augusto Minzolini che firma l'editoriale dell'edizione serale. A sintetizzarli tutti è la combattiva delegazione nazionale del PMLI, diretta dalla compagna Giovanna Vitrano e composta da compagne e compagni provenienti dal Sud, dal Centro e dal Nord Italia, in piazza dal primo pomeriggio con l'indicazione più concisa ed onnicomprensiva: "È ora di muovere la piazza per liberarsi del nuovo Mussolini". La delegazione era in piazza con le bandiere dei Maestri e del Partito e i cartelli su cui era riprodotta la suddetta parola d'ordine, apprezzati, superfotografati e portati fin sotto il palco degli oratori.
La squadra sotto il palco ha tenuto ben alte le bandiere e i cartelli. A nessuno poteva sfuggire la presenza del PMLI, eppure i media della "sinistra" borghese l'hanno completamente ignorata. Anche l'Unità di Concita de Gregorio, quantunque nel commento alla manifestazione abbia scritto: "Un giornale non deve sostituirsi alla politica, ma raccontarla, dire forte e chiaro quello che accade. Sempre senza sconti per nessuno! Questo noi facciamo, questo è quello che la stampa di regime non fa". Eppure il PMLI è stato oscurato! Per fortuna, nonostante il black out della stampa borghese la presenza del PMLI non è passata inosservata alla piazza. Il volantino ad hoc è stato diffuso in migliaia di copie, andate letteralmente a ruba. In un vero e proprio "assalto" positivo al nostro materiale, il quale è andato esaurito in pochissimo tempo. Soprattutto i giovani e giovanissimi, tra cui molte ragazze, sono interessati e in diversi hanno chieste più copie del volantino o del "Bolscevico" n.36 da fare leggere ad amici e conoscenti. In tanti domandavano di riprendere i corpetti oppure i compagni mentre alzavano "Il Bolscevico" verso il palco, molti tenevano alto il volantino e lo rivolgevano verso gli oratori, come per chiedere loro di rilanciare la parola d'ordine del Partito. Un volantino è stato affisso in evidenza da uno sconosciuto anche al grosso portone di legno ad una delle entrate della piazza. Appena conquistato un po' di spazio e di ossigeno è stato allestito un apprezzato e rosso banchino che ha stimolato numerose discussioni con i manifestanti in particolar modo centrate sulla gravità della situazione politica ed economica in Italia. Si è trattato di una missione storica per il Partito che per la prima volta ha partecipato a una manifestazione in difesa della libertà di stampa entrando in contatto con gli intellettuali e i giornalisti presenti, a nessuno dei quali è potuto sfuggire l'apprezzamento che le masse hanno verso il PMLI. Dovranno pur riflettere su quanto hanno visto con i loro occhi!
Una manifestazione che ha messo alla prova tutti i componenti della delegazione, i quali si sono comportati splendidamente assolvendo con responsabilità e fino in fondo tutti i loro compiti. In particolare le compagne militanti e simpatizzanti hanno svolto un ruolo fondamentale per tenere alte le insegne del Partito e diffondere i volantini e il giornale.
In una lettera di ringraziamento dell'Ufficio politico del PMLI ai compagni presenti a Roma si può leggere: "Sotto la direzione della compagna Giovanna Vitrano, coadiuvata dal compagno Andrea Cammilli, voi avete compiuto una missione storica poiché per la prima volta il PMLI ha avuto un contatto di massa, e in piazza, con giornalisti e intellettuali delle varie professioni, nonché con una qualificata parte della base e dell'elettorato del PD. Tale contatto è stato positivo e proficuo poiché la Delegazione del Partito è stata rispettata e non ha trovato ostacoli per posizionarsi in prima fila sotto il palco degli oratori, nonostante che tra un manifestante e l'altro non passasse nemmeno uno spillo. Encomiabili i compagni che hanno fatto da apri pista...". E più avanti: " È dura essere continuamente oscurati, ma non dobbiamo scoraggiarci. Ci vorrà più tempo per essere conosciuti dalle masse, ma alla fine, grazie al lavoro e alla perseveranza di tutti i membri e i simpatizzanti attivi del Partito ce la faremo a essere conosciuti da tutte le masse in lotta. I banchini di propaganda ci aiuteranno molto in questa battaglia.
Noi dobbiamo stare quanto più possibile in piazza, preferendo il megafono alla tastiera. Dobbiamo dare il massimo di noi stessi nei nostri ambienti di lavoro, di studio e di vita".

7 ottobre 2009