Manifestazioni in tutt'Italia contro il blitz di Israele
Il PMLI presente a Roma, Milano, Napoli, Forlì e Lecce, incontra con le sue parole d'ordine l'approvazione dei manifestanti. A Milano un compagno del PMLI portato in spalla dai migranti per lanciare gli slogan col megafono
Pronta, decisa la reazione degli antimperialisti e dei pacifisti italiani per condannare in maniera compatta la sanguinosa e vile aggressione terroristica di Stato compiuta dai militari sionisti il 31 maggio e costata ben 19 morti, molti dei quali, non si sa precisamente il numero, uccisi con un'esecuzione sommaria, in perfetto stile nazista, con un colpo di pistola alla nuca, come dimostrano le autopsie, e decine di feriti tra i civili imbarcati sulla Freedom Flotilla. In molte città d'Italia, infatti, si è manifestato il 4 e il 5 giugno per chiedere l'immediato rilascio degli attivisti della Freedom Flotilla sequestrati nelle carceri israeliane, per la fine del blocco che nella striscia di Gaza costa pesanti perdite quotidiane alla popolazione palestinese ormai allo stremo, per l'immediata interruzione degli accordi di cooperazione tra Italia e Israele e per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro l'economia di guerra israeliana. Le mobilitazioni sono state organizzate dal "Forum Palestina" sia nelle maggiori citta Roma, Milano, Napoli, Catania che nei centri più piccoli, come Forlì.
In tutti i cortei era presente in prima fila, in qualità di promotrice o aderente alla mobilitazione, una combattiva rappresentanza della comunità palestinese e delle comunità islamiche che risiedono in Italia, fra cui anche quella turca. È stata infatti la nave Mavi Marmara, battente bandiera turca il teatro della raccapricciante strage perpetrata dai sionisti israeliani. Migliaia di antimperialisti italiani in tutta la penisola hanno manifestato fianco a fianco con i migranti, chiedendo a gran voce "Palestina libera!". Il governo del neoduce è stato uno dei principali bersagli dei manifestanti. Infatti, Berlusconi e i suoi ministri guerrafondai e massacratori di popoli non potevano che schierarsi con i sionisti israeliani anche in questa occasione, votando "NO" al Consiglio per i diritti umani dell'Onu a Ginevra per l'inchiesta internazionale su Freedom Flotilla accanto agli Stati Uniti del "democratico" Obama e all'Olanda. Una posizione pienamente annunciata dalla condotta del ministro degli esteri Frattini, che non ha neanche convocato l'ambasciatore sionista per chiedere spiegazioni sul massacro, mentre il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, s'è permesso definire la spedizione della Freedom Flotilla "una voluta provocazione" che aveva generato "la reazione inevitabile israeliana", una vera e propria giustificazione del massacro compiuto dai soldati sionisti, che ricorda le analoghe giustificazioni delle rappresaglie SS e repubblichine contro la popolazione civile durante l'occupazione nazi-fascista.
Anche a livello internazionale i manifestanti si sono fatti sentire. Manifestazioni di massa si sono registrate nel pomeriggio stesso del 31 maggio in molte parti del mondo, dal Pakistan alla Bosnia. In decine di migliaia sono scesi in piazza in tutta la Turchia immediatamente dopo l'attacco terroristico indirizzato soprattutto sull'imbarcazione battente bandiera turca, Diecimila persone si sono radunate nella piazza centrale di Istambul bruciando bandiere israeliane, urlando "dannata Israele" e chiedendo l'immediato embargo dei beni., scandendo parole d'ordine come "Chiudete l'ambasciata sionista".
Il PMLI è stato presente alle manifestazioni di Roma, Milano, Napoli, Forlì, Lecce con le insegne del Partito e il corpetto, la gloriosa divisa dei marxisti-leninisti in piazza, diffondendo instancabilmente la parola d'ordine "L'Italia rompa le relazioni diplomatiche con Israele criminale e assassino. Palestina libera", che ha suscitato dappertutto approvazione e sostegno militante da parte dei manifestanti. A Milano, infatti, i migranti hanno invitato i marxisti-leninisti a esporre in evidenza le insegne del Partito, mentre in molti tenevano ben alto il volantino del PMLI. Un compagno del Partito è stato portato in spalla dai migranti per lanciare le parole d'ordine col megafono. A Roma Il compagno Federico è stato intervistato dal Tg3 e Radio 24, ed è riuscito a chiarire con poche battute la differenza tra antisemitismo e antisionismo. A Napoli al corteo ha partecipato una delegazione di combattivi militanti e simpatizzanti napoletani e melitesi che ha tenuto ben alto il cartello con le parole d'ordine del Partito. Anche a Forlì i marxisti-leninisti hanno organizzato una combattiva delegazione.

9 giugno 2010