Mao: L'orientamento del movimento giovanile
(4 maggio 1939)

Ricorre oggi il XX anniversario del Movimento del 4 maggio, e la gioventù di Yenan è qui riunita a raduno per commemorare questa data. Coglierò dunque l'occasione per parlare di alcuni problemi concernenti l'orientamento del movimento giovanile cinese.
Primo. Il 4 maggio è stato proclamato Giornata della gioventù cinese, e questo è molto giusto (1). Sono passati ormai venti anni dal Movimento del 4 maggio, tuttavia solo quest'anno il 4 maggio è stato proclamato in tutto il paese Giornata della gioventù, e questo è un fatto molto significativo: ciò indica infatti che in Cina la rivoluzione democratica popolare diretta contro l'imperialismo e il feudalesimo sta per giungere a una svolta. Per decine e decine di anni essa ha subito ripetute sconfitte, ma ora dovrà esserci un mutamento, un mutamento non verso un altro fallimento, ma verso la vittoria. La rivoluzione cinese è in marcia, in marcia verso la vittoria. Le numerose sconfitte subite dalla rivoluzione nella sua storia non devono ripetersi ed è inammissibile che si ripetano; dobbiamo far sì che le sconfitte si trasformino in vittorie. Si è già verificato questo mutamento? No. Non ha ancora avuto luogo; non abbiamo ancora raggiunto la vittoria. Tuttavia la vittoria può essere raggiunta. Nella Guerra di resistenza contro il Giappone noi stiamo appunto lottando per arrivare alla svolta che ci porterà dal fallimento alla vittoria. Il Movimento del 4 maggio era diretto contro un governo di tradimento nazionale, un governo che cospirava con l'imperialismo e tradiva gli interessi della nazione, un governo che opprimeva il popolo. Era necessario opporsi a un tale governo? Se non lo era, il Movimento del 4 maggio altro non fu che un errore. è evidente che bisognava assolutamente combattere un governo come quello, che bisognava rovesciare un governo di tradimento nazioanle. E va ricordato che già prima del Movimento del 4 maggio, il dott. Sun Yat-sen si ribellò al governo del suo tempo; si oppose al governo della dinastia Ching e lo rovesciò. Aveva ragione di agire così? Io penso che avesse assolutamente ragione. Aveva ragione perché quello contro cui combatteva non era un governo che resisteva all'imperialismo, ma un governo che cospirava con l'imperialismo; non era un governo rivoluzionario, ma un governo che soffocava la rivoluzione. Il Movimento del 4 maggio era un movimento rivoluzionario proprio perché si opponeva a un governo di tradimento nazionale. La gioventù cinese deve vedere il Movimento del 4 maggio sotto questa luce. Oggi che tutto il popolo si è sollevato per resistere al Giappone, noi, facendo tesoro degli insegnamenti delle sconfitte del passato, siamo decisi a sconfiggere l'imperialismo giapponese, e non siamo disposti a tollerare nuovi traditori della patria né a permettere un ulteriore fallimento della rivoluzione. Tutta la gioventù cinese, a parte poche eccezioni, è divenuta cosciente ed è decisa a raggiungere la vittoria; questo si riflette nella proclamazione del 4 maggio come Giornata della gioventù. Noi stiamo avanzando sulla strada della vittoria, e se l'intero popolo si unirà in uno sforzo comune, la rivoluzione cinese trionferà nel corso della resistenza al Giappone.
Secondo. A che cosa si oppone la rivoluzione cinese? Quali sono i bersagli della rivoluzione? E' noto a tutti che uno è l'imperialismo e l'altro il feudalesimo. E quali sono i bersagli della rivoluzione oggi? Uno è l'imperialismo giapponese e l'altro i collaborazionisti cinesi. Se si vuol fare la rivoluzione bisogna assolutamente abbattere l'imperialismo giapponese e i collaborazionisti cinesi. Chi fa la rivoluzione? Quali sono le forze principali della rivoluzione? Le masse popolari cinesi. Le forze motrici della rivoluzione sono il proletariato, la classe contadina e tutti gli appartenenti alle altre classi disposti a combattere contro l'imperialismo e il feudalesimo; queste sono le forze rivoluzionarie antimperialiste e antifeudali. Ma fra tutte queste forze, qual è la forza fondamentale, la spina dorsale della rivoluzione? Gli operai e i contadini, che costituiscono il 90 per cento della popolazione del paese. Qual è il carattere della rivoluzione cinese? Che tipo di rivoluzione stiamo conducendo? Noi conduciamo una rivoluzione democratica borghese, e nulla di ciò che oggi facciamo esce da questi limiti. Nel momento attuale non dobbiamo distruggere il sistema borghese della proprietà privata in generale: ciò che noi vogliamo distruggere è l'imperialismo e il feudalesimo. Questo è ciò che noi chiamiamo rivoluzione democratica borghese. Ma la borghesia ormai non è in grado di portare a termine questa rivoluzione, il cui compimento deve perciò dipendere dagli sforzi del proletariato e delle larghe masse popolari. Qual è l'obiettivo di questa rivoluzione? L'abbattimento dell'imperialismo e del feudalesimo e l'instaurazione di una repubblica democratica popolare. Questa repubblica democratica popolare sarà una repubblica fondata sui Tre principi popolari rivoluzionari. Essa sarà diversa dall'odierno stato semicoloniale e semifeudale, e sarà altresì diversa dal sistema socialista di domani. Nella società socialista non vi è posto per i capitalisti, ma in una democrazia popolare deve ancora essere permesso ai capitalisti di esistere. Vi sarà sempre posto per i capitalisti in Cina? No, in futuro certamente no. E ciò è vero non solo per la Cina, ma per tutto il mondo. In futuro in nessun paese, sia esso la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia, il Giappone, la Germania e l'Italia, vi sarà posto per i capitalisti, e la Cina non potrà fare eccezione. L'Unione Sovietica è un paese che ha già edificato il socialismo, e non vi è dubbio che, in futuro, tutto il mondo ne seguirà l'esempio. La Cina si svilupperà sicuramente in futuro verso il socialismo; questa è una legge alla quale nessuno può contrapporsi. Tuttavia, nello stadio attuale, il nostro compito non è quello di realizzare il socialismo, ma di distruggere l'imperialismo e il feudalesimo, di porre fine all'attuale condizione semicoloniale e semifeudale della Cina e di instaurare una democrazia popopolare. I giovani di tutto il paese devono lottare per questo obiettivo.
Terzo. Quali sono gli insegnamenti della rivoluzione cinese? Ecco un altro importante problema che la nostra gioventù deve ben comprendere. La rivoluzione democratica borghese contro l'imperialismo e il feudalesimo in Cina fu iniziata, per la precisione, dal dott. Sun Yat-sen, e dura ormai da più di cinquant'anni, mentre l'aggressione della Cina da parte dei paesi capitalisti stranieri si protrae da quasi cento anni. Nei cento anni passati, a cominciare dalla Guerra dell'oppio contro l'aggressione britannica, alla quale fecero seguito la Guerra del Taiping, la Guerra cino-giapponese del 1894, il Movimento riformista del 1898, il Movimento dello Yi Ho Tuan, la Rivoluzione del 1911, il Movimento del 4 maggio, la Spedizione del nord e la guerra condotta dell'Esercito rosso, tutte le lotte anche se differenti le une dalle altre, avevano come obirttivo la resistenza ai nemici esterni o il cambiamento delle condizioni esistenti. Ma solo con il dott. Sun Yat-sen ebbe inizio una rivoluzione democratica borghese più o meno chiaramente definita. Negli ultimi cinquant'anni, la rivoluzione iniziata dal dott. Sun Yat-sen ha conosciuto successi e fallimenti. Guardate: la Rivoluzione del 1911, che scacciò l'imperatore, non fu forse un successo? Eppure noi diciamo che essa fu un fallimento nel senso che raggiunse l'unico risultato di scacciare un imperatore, ma lasciò la Cina sotto l'oppressione dell'imperialismo e del feudalesimo, e il compito rivoluzionario di combattere l'imperialismo e il feudalesimo rimane inadempiuto. A cosa tendeva il Movimento del 4 maggio? Anch'esso tendeva ad abbattere l'imperialismo e il feudalesimo, ma anch'esso fallì, e la Cina restò sotto il giogo dell'imperialismo e del feudalesimo. Lo stesso possiamo dire della rivoluzione conosciuta come Spedizione del nord; essa riportò dei successi ma anch'essa finì per essere sconfitta. Quando il Kuomintang cominciò a opporsi al Partito comunista (2), la Cina ritornò sotto il dominio dell'imperialismo e del feudalesimo, e ciò portò inevitabilmente alla guerra combattuta per dieci anni dall'Esercito rosso. Ma, con questa lotta durata dieci anni, riuscimmo ad assolvere il compito rivoluzionario soltanto in alcune parti della Cina e non in tutto il paese. Se facciamo il bilancio della rivoluzione negli ultimi decenni, possiamo dire di aver raggiunto solo vittorie temporanee e parziali e non una vittoria definitiva sul piano nazionale. Come il dott. Sun Yat-sen disse: "La rivoluzione non è stata ancora portata a termine e tutti i compagni devono continuare la lotta". La domanda che si impone è questa: perché, dopo decenni di lotta, la rivoluzione cinese non ha ancora raggiunto i suoi obiettivi? Quali sono i motivi di ciò? Io credo che i motivi siano due: primo, le forze nemiche erano troppo potenti; secondo, le nostre forze erano troppo deboli. Data la potenza di una parte e la debolezza dell'altra, la rivoluzione non poteva aver successo. Dicendo che le forze nemiche erano troppo potenti, intendiamo che erano troppo potenti le forze dell'imperialismo (il fattore principale) e del feudalesimo. Dicendo che le nostre forze erano troppo deboli, intendiamo parlare della nostra debolezza in campo militare, politico, economico e culturale; la ragione principale della nostra debolezza e della nostra incapacità ad adempiere i compiti antimperialisti e antifeudali consisteva tuttavia nel fatto che le masse lavoratrici degli operai e dei contadini, che costituiscono il 90 per cento della popolazione del paese, non erano state ancora mobilitate. Se facciamo il bilancio della rivoluzione negli scorsi decenni, possiamo dire che non si è pienamente mobilitato il popolo in tutto il paese e che i reazionari hanno sempre contrastato e sabotato questa mobilitazione. Solo mobilitando e organizzando le larghe masse degli operai e dei contadini, che costituiscono il 90 per cento della popolazione cinese, è possibile abbattere l'imperialismo e il feudalesimo. Il dott. Sun Yat-sen disse nel suo testamento: "Per quaranta anni mi sono dedicato alla causa della rivoluzione nazionale con l'obiettivo di conquistare la libertà e l'uguaglianza per la Cina. L'esperienza accumulata in quaranta anni mi ha profondamento convinto che, per raggiungere questo obiettivo, è necessario risvegliare le masse popolari e unirci per la lotta comune con tutte le nazioni del mondo che ci trattano sulla base dell'uguaglianza". Sono passati più di dieci anni dalla morte del dott. Sun Yat-sen e, se si aggiungono questi dieci anni ai quaranta di cui egli parla, abbiamo un periodo di oltre cinquant'anni. Quali sono gli insegnamenti della rivoluzione in questi ultimi cinquant'anni e più? "Risvegliare le masse popolari", questo è l'insegnamento principale. Dovete studiare attentamente questa lezione; tutta la gioventù del nostro paese deve studiarla attentamente. I giovani devono sapere che solo mobilitando le larghe masse operaie e contadine, che costituiscono il 90 per cento della popolazione del paese, è possibile sconfiggere l'imperialismo e il feudalesimo. Se non mobilitiamo le larghe masse degli operai e dei contadini in tutto il paese non potremo sconfiggere il Giappone ed edificare una nuova Cina.
Quarto. Riprendiamo il discorso sul movimento giovanile. Proprio in questo giorno, venti anni fa, ebbe inizio in Cina quel grande avvenimento conosciuto nella storia come Movimento del 4 maggio, al quale parteciparono gli studenti; fu un movimento di grande importanza. Qual è stata la funzione della gioventù cinese a partire dal Movimento del 4 maggio? Essa ha avuto in un certo senso una funzione d'avanguardia, e ciò è riconosciuto da tutti nel paese, se si eccettua i duri a morire. Che significa una funzione d'avanguardia? Significa porsi alla testa delle file rivoluzionarie e marciare in prima linea. Nelle file del popolo cinese in lotta contro l'imperialismo e il feudalesimo esiste un contingente di giovani intellettuali e studenti. è un contingente considerevole e, anche se molti sono i caduti, esso conta attualmente parecchi milioni di giovani. E' un esercito su uno dei fronti della lotta contro l'imperialismo e il feudalesimo e, per di più, un importante esercito. Ma solo questo esercito non è sufficiente, e fidando unicamente su di esso non si può sconfiggere il nemico perché, in effetti, esso non costituisce la forza principale. Chi rappresenta la forza principale? Le larghe masse operaie e contadine. I giovani intellettuali e studenti cinesi devono andare fra le masse operaie e contadine, che costituiscono il 90 per cento della popolazione del paese, per mobilitarle e organizzarle. Senza la forza principale costituita dagli operai e dai contadini, e facendo affidamento solo sul contingente dei giovani intellettuali e studenti, non potremo mai raggiungere la vittoria nella lotta contro l'imperialismo e il feudalesimo. I giovani intellettuali e studenti di tutto il paese devono perciò integrarsi con le larghe masse operaie e contadine e diventare una sola cosa con esse; solo così è possibile creare un esercito veramente potente, un esercito di centinaia di milioni di uomini! Solo con questo esercito poderoso potremo distruggere le posizioni fortificate del nemico e abbattere le sue ultime roccaforti. Esaminando il movimento giovanile del passato da questo punto di vista, dobbiamo segnalare una tendenza erronea: nel movimento giovanile di questi ultimi decenni, una parte dei giovani non ha voluto legarsi con le larghe masse operaie e contadine e si è opposta al loro movimento; ciò costituisce una controcorrente in seno al movimento giovanile. Questi giovani hanno dato veramente prova di mancanza di buon senso rifiutando di legarsi con le larghe masse operaie e contadine, che costituiscono il 90 per cento della popolazione del paese, e opponendosi radicalmente ad esse. E' questa una corrente giusta? Io penso di no, poiché opponendosi agli operai e ai contadini essi si sono opposti in effetti alla rivoluzione; per questo ho detto che ciò costituisce una controcorrente in seno al movimento giovanile. Un movimento giovanile come questo non può dare buoni risultati. Pochi giorni fa, ho scritto un breve articolo (3) in cui osservavo: "In ultima analisi, la linea di demarcazione tra gli intellettuali rivoluzionari, da una parte, e gli intellettuali non rivoluzionari o controrivoluzionari, dall'altra, è segnata dalla volontà o meno di integrarsi con le masse degli operai e dei contadini e dal fatto che lo mettano o meno in pratica". Io proponevo così un criterio che considero l'unico valido. Quale criterio adottare per giudicare se un giovane è rivoluzionario? Come stabilirlo? C'è un solo criterio, quello cioè di vedere se è disposto o no a integrarsi con le larghe masse degli operai e dei contadini e se lo fa effettivamente. Se è disposto a farlo e lo fa realmente, è un rivoluzionario; altrimenti è un non rivoluzionario o un controrivoluzionario. Se si integra oggi con le masse degli operai e dei contadini, oggi è un rivoluzionario; ma se domani cesserà di farlo o si metterà a opprimere il popolo, allora diventerà un non rivoluzionario o un controrivoluzionario. Vi sono dei giovani che a parole professano la loro fedeltà ai Tre principi popolari o al Marxismo, ma ciò non ha valore di prova. Guardate, Hitler non dichiarava di essere "fedele al socialismo"? Venti anni fa anche Mussolini era un "socialista"! Ma in fondo, cosa era il loro "socialismo"? Non era che fascismo! Chen Tu-hsiu non era anch'egli, un tempo, "fedele" al Marxismo? E cosa ha fatto poi? E' passato nel campo della controrivoluzione. Chang Kuo-tao non era anch'egli, un tempo, "fedele" al Marxismo? Dove è ora? E' fuggito di gran carriera ed è finito nel pantano. Alcuni si definiscono "seguaci dei Tre principi popolari" e, anche, vecchi sostenitori di questi principi. Ma cosa fanno? In pratica, il loro principio del nazionalismo significa cospirare con l'imperailsimo, il loro principio della democrazia significa opprimere il popolo, e il loro principio del benessere popolare significa succhiare al popolo quanto più sangue è possibile. Questa è gente che sostiene a parole i Tre principi popolari, ma li nega nel profondo del cuore. Perciò, quando vogliamo valutare qualcuno e giudicare se è un vero o un falso assertore dei Tre principi popolari, se è un vero o un falso marxista, basta vedere quali sono i suoi rapporti con le larghe masse operaie e contadine, e tutto diverrà perfettamente chiaro. Questo è il solo criterio valido, e nessun altro. Spero che la gioventù di tutto il paese faccia attenzione a non lasciarsi trascinare da questa nefasta controcorrente, comprenda che gli operai e i contadini sono i suoi amici e marci verso un radioso avvenire.
Quento. L'attuale Guerra di resistenza contro il Giappone rappresenta una fase nuova della rivoluzione cinese, la fase più grandiosa, più dinamica, più attiva. In questa fase ai giovani incombono enormi responsabilità. Il nostro movimento rivoluzionario è passato, negli ultimi decenni, attraverso diverse fasi di lotta, ma in nessuna fase è mai stato così ampio come nell'attuale Guerra di resistenza contro il Giappone. Quando diciamo che attualmente la rivoluzione cinese si distingue per le sue caratteristiche dalla rivoluzione del passato e che essa passerà ora dalla sconfitta alla vittoria, intendiamo dire che le masse popolari cinesi hanno compiuto dei progressi, e i progressi compiuti dai giovani ne sono una prova evidente. Perciò, la Guerra di resistenza contro il Giappone deve trionfare, e trionferà certamente. Come tutti sanno, la nostra politica fondamentale in questa Guerra di resistenza contro il Giappone è la politica del fronte unito nazionale antigiapponese, che ha come obiettivo l'abbattimento dell'imperialismo giapponese e dei collaborazionisti cinesi, la trasformazione della vecchia Cina in una nuvoa Cina e la liberazione di tutta la nazione dalla condizione semicoloniale e semifeudale. L'attuale mancanza di unità nel movimento giovanile cinese è una seria lacuna. Voi dovete continuare a lottare per l'unità, perché l'unità significa forza. Dovete far sì che i giovani di tutto il paese comprendano la situazione presente, realizzino l'unità e resistano fino in fondo al Giappone.
Sesto e ultimo punto. Desidero parlare del movimento giovanile di Yenan. Esso è di modello al movimento giovanile di tutto il paese. Il suo orientamento dà l'orientamento al movimento giovanile nell'intero paese. Perché? Perché il suo orientamento è giusto. Come potete vedere, per ciò che riguarda l'unità, la gioventù di Yenan non soltanto ha lavorato, ma anche ha lavorato molto bene. I giovani di Yenan sono solidali e uniti. I giovani di Yenan, intellettuali e studenti, operai e contadini, sono tutti uniti. Un gran numero di giovani rivoluzionari sono venuti a studiare a Yenan da ogni parte della Cina e perfino dalle comunità cinesi d'oltremare. Molti di voi presenti a questo raduno hanno percorso migliaia di li per raggiungere Yenan; e non importa che il vostro cognome sia Chang o Li, che siate ragazzi o ragazze, che siate operai o contadini, ciò che importa è che avete tutti un'unica volontà. Non deve forse ciò essere preso a modello da tutto il paese? La gioventù di Yenan non solo ha raggiunto la propria unità, ma si è integrata con le masse operaie e contadine; è questa una ragione in più perché serva da modello a tutto il paese. Che cosa fanno i giovani di Yenan? Essi apprendono la teoria della rivoluzione e studiano i principi e i metodi per resistere al Giappone e salvare la patria. Essi portano avanti la campagna per la produzione, e hanno già dissodato migliaia, decine di migliaia di mu. Neppure Confucio aveva mai dissodato terre né coltivato campi. Quando Confucio teneva cattedra, aveva un gran numero di studenti, "settanta saggi e tremila discepoli" - la sua scuola era davvero fiorente! Ma i suoi studenti erano molto meno numerosi di quelli che sono oggi a Yenan e, per di più, essi avrebbero provato avversione per le campagne di produzione. Quando i discepoli chiesero a Confucio come si arasse un campo, egli rispose: "Non lo so, di queste faccende ne so meno di un contadino". E quando gli chiesero come si coltivassero gli ortaggi, rispose: "Non lo so, di queste faccende ne so meno di un ortolano". Nell'antica Cina, i giovani che frequentavano la scuola di un saggio non studiavano la teoria rivoluzionaria, né partecipavano al lavoro manuale. In vaste regioni del nostro paese, nelle scuole oggi s'insegna poca teoria rivoluzionaria, e di campagne per la produzione non se ne parla. Solo a Yenan e nelle basi d'appoggio antigiapponesi nelle retrovie del nemico, la nostra gioventù è fondamentalmente diversa; essa è realmente all'avanguardia nella resistenza al Giappone e nella lotta per la salvezza della patria, perché sia il suo orientamento politico che i suoi metodi di lavoro sono corretti. Per questo io dico che il movimento giovanile di Yenan è un modello per il movimento giovanile di tutto il paese.
Questo nostro raduno ha un grande significato. Vi ho detto tutto quello che avevo da dire. Spero che voi studiate le esperienze accumulate dalla rivoluzione cinese negli ultimi cinquant'anni, sviluppiate gli elementi positivi e rigettiate ciò che vi è di sbagliato, in modo che la gioventù di tutto il paese si unisca con tutto il popolo e la rivoluzione passi dalla sconfitta alla vittoria. L'imperialismo giapponese sarà rovesciato il giorno in cui la gioventù e il popolo di tutto il paese saranno mobilitati, organizzati e uniti. Ogni giovane deve assumersi questa responsabilità. Bisogna che ognuno di voi sia diverso da quello che era prima; voi dovete prendere la grande decisione di lavorare per l'unione di tutta la gioventù e l'organizzazione di tutto il popolo, dovete sconfiggere l'imperialismo giapponese e trasformare la vecchia Cina in una Cina nuova. Questo è quanto mi aspetto da voi.

(Discorso tenuto da Mao al raduno di massa della gioventù di Yenan per celebrare il XX anniversario del Movimento del 4 maggio. In Mao Zedong, Opere scelte, Vol. II, pagg. 249-257, Casa Editrice in lingue estere, Pechino 1971)

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NOTE
1 Il 4 maggio fu dapprima proclamato Giornata della gioventù cinese dall'organizzazione giovanile della Regione di confine Shensi-Kansu-Ningsia. Sotto la pressione dell'ondata patriottica delle larghe masse giovanili, il Kuomintang si era dichiarato d'accordo. In un secondo tempo, spaventato dal fatto che i giovani diventavano rivoluzionari e poiché considerava pericolosa quella decisione, proclamò come Giornata della gioventù il 29 marzo (in ricordo dei martiri rivoluzionari che caddero a Canton nel 1911 nel corso di una insurrezione e furono sepolti a Huanghuakang). Il 4 maggio si continuò tuttavia a celebrare la Giornata della gioventù nelle basi d'appoggio rivoluzionarie dirette dal Partito comunista. Nel dicembre 1949, dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il Consiglio amministrativo del Governo popolare centrale proclamò ufficialmente il 4 maggio Giornata della gioventù cinese.
2 Si allude ai colpi di Stato controrivoluzionari attuati nel 1927 da Chiang Kaishek a Shanghai e Nanchino, e da Wang Ching-wei a Wuhan.
3 Si riferisce all'articolo Il Movimento del 4 maggio.