Saluto di Monica Martenghi ai partecipanti alla Commemorazione di Mao
LE PORTE DEL PMLI SONO SPALANCATE AI GIOVANI CHE HANNO IL CORAGGIO E LA VOLONTA' DI DISTRUGGERE IL VECCHIO MONDO E COSTRUIRNE UNO NUOVO
Giovani, seguite i sei inviti a voi rivolti dal compagno Giovanni Scuderi
 
Care compagne e compagni, care amiche e amici,
a nome del Comitato centrale del nostro Partito e dei compagni dirigenti seduti alla presidenza con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, rivolgo a voi tutti un saluto di benvenuto e un profondo ringraziamento per aver accolto l'invito a commemorare pubblicamente il 24° anniversario della scomparsa di Mao, grande maestro del proletariato internazionale.
Permetteteci innanzitutto di rivolgere alcuni ringraziamenti particolari di apprezzamento e riconoscenza nei confronti dei militanti, simpatizzanti e amici di Firenze e provincia che ci ospitano e che hanno reso possibile la realizzazione concreta di questa iniziativa e nei confronti di quei compagni e amici che per essere oggi qui con noi hanno percorso centinaia di chilometri e affrontato disagi e oneri economici non indifferenti.
Siamo certi che questi sforzi e sacrifici saranno valsi la pena e saranno ripagati grazie al contributo di tutti, dall'oratore a coloro che interverranno nel dibattito per porre domande, portare la propria esperienza ed esprimere comunque il proprio pensiero anche critico.
Il tema che trattiamo oggi è davvero importante per l'avvenire del nostro Partito, del proletariato e della causa del socialismo, ``Che i giovani si ispirino a Mao ed emulino le sue gesta''.
A introdurre questo fondamentale tema sarà il compagno Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per Forlì e l'Emilia Romagna, fondatore e Segretario della Cellula ``Stalin'' di Forlì. Il compagno Branzanti è un giovane compagno operaio, stimato e apprezzato per il suo grande valore, le sue capacità e la sua modestia. Egli è un compagno storico del nostro Partito è stato infatti il primo operaio che ha osato alzare le bandiere dei maestri e del PMLI nell'Emilia Romagna, una regione egemonizzata dai rinnegati del comunismo e dai falsi comunisti anche se questa egemonia ha già subito dei forti scossoni. Il compagno Branzanti è entrato nel Partito appena diciottenne dopo che per tre anni aveva militato nel PRC credendo che fosse un partito comunista. Egli ha così potuto toccare con mano la natura, la composizione, la prassi, il ruolo e gli scopi del partito della rifondazione trotzkista e a ragion veduta, coscientemente, ne ha preso le distanze. Anche per lui la scoperta del pensiero di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao e della linea del PMLI sono stati fondamentali per trovare la strada che conduce alla trasformazione di se stessi e del mondo. Egli è stato il primo giovane rivoluzionario che ha fatto questo percorso e ha così aperto la strada ad altri giovani che si trovavano, si trovano e si troveranno nelle sue stesse condizioni di partenza.
Il PMLI ha sempre avuto un'attenzione del tutto particolare verso i giovani. ``La causa rivoluzionaria - diceva Mao - non può vincere se non ci sono i giovani''(1). Noi la pensiamo come Mao e la storia della lotta di classe in Italia e del nostro stesso Partito ce lo hanno confermato. I giovani hanno svolto un ruolo indispensabile nella gloriosa Resistenza antifascista, nella grande rivolta antifascista e anticapitalista del Luglio '60 contro il governo Tambroni, di cui quest'anno ricorre il 30° anniversario, nelle Grandi Rivolte del Sessantotto e del Settantasette che rappresentano delle pietre miliari della lotta di classe nel nostro Paese. E il loro apporto è stato fondamentale nella nascita stessa del nostro Partito. I primi pionieri del Partito sono giovani compagni forgiati nel grande movimento di massa del Sessantotto ed il PMLI è stato fondato proprio nel fuoco di un altro grande movimento giovanile qual è stato il Settantasette.
Il 22 settembre 1996 il compagno Scuderi, nel suo discorso conclusivo della Commemorazione di Mao, sottolineò l'importanza dei giovani militanti con le seguenti parole: ``Il PMLI è nato dai giovani e giovanissimi alcuni dei quali, anzi la maggioranza dei quali, è ancora qui alla presidenza e non solo alla presidenza, e continua ad essere un Partito di giovani, quindi è un Partito che ha un avvenire e gli anziani hanno lo stesso spirito e la stessa combattività dei giovani. Ai giovani compagni noi affidiamo la responsabilità maggiore, noi siamo arrivati fino a qui e vogliamo andare ancora avanti per altri, altri, altri decenni, ma a loro che hanno davanti a sé un percorso ancora più lungo noi già da adesso affidiamo la continuità del nostro Partito''.
I giovani militanti costituiscono il futuro del PMLI, per questo il compagno Scuderi ha lanciato ad essi sei precisi inviti: 1) Studiare a fondo la concezione del mondo marxista-leninista e la linea politica del Partito e applicarle con slancio nella lotta per trasformare il mondo e se stessi; 2) Essere punti di riferimento e modelli di vita e di lotta per i giovani che vogliono cambiare il mondo; 3) Essere dei costruttori tenaci e risoluti del PMLI, senza badare ai necessari e inevitabili sacrifici che comporta questa epica impresa, che non ha precedenti nella storia del movimento operaio italiano; 4) Assicurare la continuità della vita del Partito con lo stesso spirito, con la stessa fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in se stessi, con la stessa dedizione dei fondatori del PMLI; 5) Prepararsi, immergendosi nello studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito e nella lotta di classe, per affiancare i dirigenti storici alla guida del Partito; 6) Le giovani militanti siano le più sollecite a recepire e a mettere in pratica le indicazioni del Partito e diano l'esempio alle ragazze nella lotta contro l'influenza, i condizionamenti e i pregiudizi antifemminili della famiglia, della scuola, dei partiti borghesi e della reazione tesi a relegare le donne in ruoli subalterni in famiglia, nel matrimonio, nel lavoro, nella società e in politica.
Il PMLI ha una immensa fiducia nei giovani militanti e nella nostra gioventù. Sappiamo bene che attualmente l'egemonia sui giovani è passata dal proletariato alla borghesia per colpa dei traditori revisionisti e neorevisionisti. Ma da questa consapevolezza occorre ripartire per rovesciare la situazione ed educare i giovani alla lotta di classe per il socialismo.
Mao può fare molto in questo senso. Per questo lo proponiamo con tanta forza all'attenzione dei giovani come modello di pensiero e di azione. è forse un'eresia che i marxisti-leninisti propongano dei modelli? Perché la borghesia e il papa lo possono fare e noi no? Noi non proponiamo un mito da adorare come fa il papa. Semplicemente proponiamo un modello di rivoluzionario da studiare, seguire ed imitare, al posto dei tanti modelli borghesi, riformisti, cattolici, pseudorivoluzionari che la borghesia e i falsi comunisti propinano ai giovani bombardandoli quotidianamente con i loro immensi e persuasivi mezzi di comunicazione.
Noi per primi siamo stati e siamo allievi di Mao e vorremmo che come noi i giovani di oggi imparassero dal suo pensiero e dalle sue gesta. Mao ci ha insegnato a trasformare il mondo e al contempo noi stessi. Ce lo ha insegnato dandocene l'esempio con la propria vita rivoluzionaria, portando al successo la ciclopica opera del proletariato e del popolo cinesi di abbattere il vecchio mondo e di costruirne uno completamente nuovo corrispondente alle necessità della classe operaia e delle masse lavoratrici, e infine educandoci in tal senso. Mao ci ha insegnato a integrare la verità universale del marxismo-leninismo con la pratica concreta della propria rivoluzione, al fine di risolvere i problemi che via via si presentano durante la lotta di classe e di portare alla vittoria la rivoluzione. Mao ci ha insegnato che senza un Partito rivoluzionario non si fa e non vince la rivoluzione. Che senza questo Partito il proletariato non è in grado di fronteggiare la classe dominante borghese, soddisfare le proprie esigenze immediate, costituire sotto la propria direzione un largo fronte unito delle classi e dei gruppi sociali amici e alleati, assolvere i suoi compiti rivoluzionari, organizzare, fare e vincere la rivoluzione socialista.
è questo che vorremmo soprattutto che i giovani imparassero da Mao. In modo che essi non siano più preda e vittime dell'influenza nefasta del riformismo, dell'elettoralismo, del parlamentarismo e del partecipazionismo borghesi da una parte né dell'avventurismo e del terrorismo dall'altra.
In particolare ai giovani di sinistra e rivoluzionari che negli ultimi mesi stanno dando vita a un movimento contro le varie organizzazioni imperialiste e la loro politica economica e ambientale, un movimento che ha visto l'adesione e la partecipazione in prima fila del nostro Partito, vorremmo far comprendere che con le sole avanguardie e con forme di lotta errate non si vince contro la ``globalizzazione'', ossia contro l'imperialismo. Vorremmo che comprendessero che la violenza rivoluzionaria non ha nulla a che spartire con le ``gesta esemplari'', di piccolo gruppo, con l'avventurismo e il ribellismo piccolo borghese; e tanto meno è imparentata col terrorismo che da sempre in Italia, sia esso nero che ``rosso'' è uno strumento della reazione. Uno strumento che viene usato per sabotare la lotta di classe e la rivoluzione e in particolare per impedire che i sinceri rivoluzionari comunisti si uniscano al PMLI, l'unico partito che possa dare effettivamente del filo da torcere alla classe dominante borghese, ai suoi governi, ai partiti e ai sindacati ad essa asserviti. Per questo l'opposizione del PMLI al terrorismo è sempre stata ferma, inflessibile, dura. Ed è sempre per questo motivo che il PMLI e ``Il Bolscevico'' hanno querelato il ``Corriere della Sera'', il suo direttore responsabile Ferruccio de Bortoli, la giornalista M. Antoniettà Calabrò e la società Rcs editori presieduta da Cesare Romiti che hanno inventato attraverso un clamoroso falso giornalistico un collegamento fra il nostro Partito e realtà terroriste sospettate o indagate nell'omicidio D'Antona.
La piccola borghesia rivoluzionaria deve capire che non esistono scorciatoie alla via dell'Ottobre, che nessuno si può sostituire alla lotta di classe e che, come dice Mao ``il popolo e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo''(2).
Noi stiamo facendo tutto il possibile per risvegliare la gioventù italiana, chiamarla alla lotta di classe per risolvere i suoi bisogni e interessi immediati, per spingerla ad essere una protagonista di punta della grande battaglia contro la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista, per rovesciare il governo Amato, per aprire la strada all'Italia unita, rossa e socialista.
Vorremmo fare di più, molto di più se solo ne avessimo le forze umane e materiali e se, come nel caso di questa stessa iniziativa, i mass media di regime non attuassero un rigido black-out ai nostri danni.
Spetta ai giovani operai, studenti, figli del popolo, alle ragazze e ai ragazzi rivoluzionari, darci la forza necessaria, rafforzando il Partito, contribuendo in prima persona a fare del PMLI un grande, forte e radicato Partito all'altezza dei compiti che è chiamato ad assolvere. Le porte del Partito sono spalancate a tutte le ragazze e ai ragazzi rivoluzionari, fin dai 14 anni, che vogliono prendere in pugno il loro futuro e hanno il coraggio e la volontà di distruggere davvero il vecchio mondo e costruirne uno nuovo.
Facciamo nostre le parole che Mao rivolse nel 1957 ai giovani cinesi: ``Il mondo è vostro, come è nostro, ma in ultima analisi è vostro. Voi giovani, pieni di vigore e vitalità, siete nel fiore della vita, come il sole alle otto o alle nove del mattino. Le nostre speranze sono risposte in voi... il mondo vi appartiene''(3).
Ascoltiamo adesso il discorso del compagno Branzanti e poi la parola passerà a voi.
 
Note:
1. Mao, Nell'attività della Lega della gioventù bisogna tener conto delle caratteristiche dei giovani, 30 giugno 1953, Opere scelte, vol. 5°, Edizioni Einaudi, p. 104
2. Mao, Sul governo di coalizione, 24 aprile 1945, Opere scelte, vol. 3°, Edizioni in lingue estere - Pechino, p. 213
3. Mao, Incontro con i cinesi che studiano o frequentano corsi di specializzazione a Mosca, 17 novembre 1957, Libretto rosso ``Citazioni dalle opere del presidente Mao Zedong'', p. 302