L'ha annunciato Martino, ministro della Difesa
L'ITALIA DARA' LE SUE BASI AGLI USA PER L'AGGRESSIONE ALL'IRAQ
Da gennaio alpini italiani in Afghanistan. Costeranno 100 milioni di euro
Il governo italiano ha già dato il suo assenso alla richiesta americana di poter utilizzare le basi in Italia e sorvolare il nostro territorio per la guerra all'Iraq.
Il clamoroso annuncio è stato dato il 17 dicembre scorso dal ministro della Difesa, il forzista Antonio Martino, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo aver partecipato all'audizione delle commissioni Difesa di Camera e Senato.
Davanti alle commissioni Martino era stato solo un pò più coperto, dichiarando che "non sono al momento previsti specifici contributi militari di intervento quanto piuttosto disponibilità a sostenere indirettamente l'azione, con l'utilizzo degli spazi aerei ed, eventualmente, delle basi nazionali". Nella successiva conferenza stampa, però, ha rivelato che gli Usa hanno già avanzato all'Italia la richiesta di utilizzo delle sue basi e di sorvolo del suo territorio per l'imminente attacco all'Iraq. E alla precisa domanda di un giornalista se questo permesso fosse stato accordato, il ministro ha risposto con un secco: "Sì".
Dunque, gli americani già da tempo avevano chiesto segretamente al governo italiano di mettere loro a disposizione basi e spazio aereo per l'aggressione a Bagdad, e altrettanto segretamente, in barba all'articolo 11 della Costituzione e a ogni altra procedura istituzionale formale, il governo italiano ha subito detto loro di si, e con mille inchini; e questo indipendentemente se tale aggressione averrà con la benedizione dell'Onu o senza: è questa la morale che emerge dalla candida ammissione di Martino, anche se poi, di fronte alla giusta indignazione pubblica che il caso ha sollevato, ha cercato di fare una mezza marcia indietro precisando che "Non c'è ancora un impegno dell'Italia sull'Iraq", e che "ove ci chiedessero di mettere a disposizione le basi, il governo prenderà una decisione e la sottoporrà al parlamento".
Questa del vaglio parlamentare è una specifica richiesta del "centro-sinistra", le cui proteste non sono rivolte tanto al fatto in sé (l'uso delle basi e del territorio italiano per la guerra di Bush), quanto appunto l'averlo concesso senza interpellare anche l'"opposizione": "è quantomeno imprudente e realizza una forma di acquiescenza", è stato il massimo che il segretario dei DS, Fassino, è riuscito a dire a proposito dell'annuncio di Martino. C'è il legittimo sospetto che se al ministro non fosse scappata quell'"imprudenza" con la stampa, nessuno avrebbe trovato nulla da ridire sulle pur già sufficientemente chiare e gravissime dichiarazioni del ministro davanti alle commissioni parlamentari.
Come, del resto, nessuno dei componenti di dette commissioni pare abbia avuto nulla da ridire su un altro grave annuncio di guerra, fatto dal ministro, e cioè che nel corso di questo gennaio partirà per l'Afghanistan il contingente di alpini richiesto dagli americani nel quadro dell'operazione "enduring freedom", con una spesa che ammonta a ben 100 milioni di euro.

8 gennaio 2003