Il massacro di Novi Ligure: frutto di una società marcia e individualistica
Sull'agghiacciante delitto di
Novi Ligure i mass media del regime neofascista hanno versato fiumi di inchiostro e
prodotto centinaia di ore di trasmissioni radiotelevisive, che però non hanno fatto un
briciolo di chiarezza sui due principali motivi di riflessione che questa spaventosa
vicenda solleva.
Il primo è il razzismo, che permea ormai nel profondo la società, e che è esploso fin
dal primo momento in tutta la sua virulenza, prima ancora che fosse stata avvalorata dagli
inquirenti qualsiasi ipotesi sui colpevoli e sul movente, con le accuse precostituite a
presunti banditi extracomunitari e il tentativo di organizzare un clima da caccia alle
streghe contro gli immigrati, fomentato istericamente da fascisti e leghisti. Si va
dall'interrogazione parlamentare di un esponente di AN, che dava per certo che a
commettere la strage fosse stata una banda di slavi, "geneticamente e storicamente
avvezzi a tali efferatezze'', alla richiesta del leghista Borghezio di "sradicare
dalla zona di Novi Ligure le bande criminali di immigrati clandestini che la fanno da
padrone''; dalla fiaccolata stile Ku-Klux-Klan subito promossa dalla Lega Nord (poi
ritirata a malincuore una volta sgonfiatasi la pista "slava''), alla grave presa di
posizione dell'Osservatore romano, che si è ignobilmente precipitato a speculare
sull'"emergenza sicurezza'' e ad invocare una "politica della sicurezza'' più
severa e repressiva.
La stessa ragazza coautrice insieme al suo fidanzato del massacro della madre e del
fratello, entrambi indiziati del reato, avevano in un primo momento cercato di addossare
la colpa su un albanese innocente, che per fortuna ha potuto evitare il linciaggio perché
aveva un alibi di ferro. Ciò a dimostrazione di quanto ormai il veleno del razzismo sia
diffuso e banalizzato nella società, se una ragazzina non ha esitato ad usarlo
istintivamente e quasi automaticamente per depistare le indagini della polizia.
Si tratta di fatti gravissimi e intollerabili, rivelatori di una situazione assai
pericolosa ed inquietante, tale che per trovare i più vicini precedenti storici occorre
riandare al clima razzista nella Germania tra le due guerre, durante l'ascesa al potere di
Hitler. Eppure i mass-media di regime si sono ben guardati dal metterlo in evidenza e
denunciarlo, affrettandosi ad archiviare l'imbarazzante argomento non appena è emersa la
verità sul delitto.
Il secondo motivo di riflessione su cui non è stata fatta per niente chiarezza, pur
avendone parlato in mille articoli e dibattiti, è quello delle cause che possono aver
scatenato la furia omicida dei due ragazzi di Novi Ligure. Su questo è stato detto di
tutto e il contrario di tutto. Si è parlato di "conflitto generazionale'', di
"noia esistenziale'', di "vita troppo vuota'' e al contrario di "vita
troppo piena'', di "mancanza di severità'' nel "far capire cos'è il bene e
cosa è il male'' ai figli da parte di "padri-baby boomers'' (Giuliano Amato si
riferisce ai genitori nati nel boom demografico del secondo dopoguerra), di "zone di
follia'' imponderabili sempre presenti nel fondo dell'animo umano, e perfino di studi
(manco a dirlo americani) che proverebbero l'esistenza di "componenti di tipo
biologico'', per cui chi commette certi delitti avrebbe "un'alterazione del
funzionamento cerebrale'', e via dicendo.
Ma nessuno di costoro ha puntato il dito contro questa marcia società capitalistica e i
suoi falsi idoli, la vera causa che sola può spiegare l'esplosione di tanta efferatezza
in una famiglia per molti aspetti ritenuta un "modello'', agiata e cattolica
praticante, e in un ambiente sociale, la media borghesia del Nord ricco ed economicamente
avanzato, tutt'altro che considerati "a rischio'' rispetto a simili tragiche
eventualità. Il fatto che questa esplosione di violenza allucinante sia avvenuta proprio
in una famiglia e in un ambiente sociale portati a modello dalla classe dominante ha
spiazzato i mass-media del regime neofascista, che non riescono a spiegarsela, come se la
famiglia possa essere un'oasi felice e non rifletta invece tutti i mali e le
contraddizioni della società.
Ciò deriva dalla concezione borghese e cattolica della famiglia, che esibisce un'immagine
falsa ed edulcorata di essa, come di un'isola autosufficiente capace di vivere in
concordia e armonia in base ai principi morali e civili ipocriti dettati dalla chiesa e
dallo Stato, all'interno di una società dove dominano invece lo sfruttamento dell'uomo
sull'uomo, la legge del massimo profitto, l'egoismo, l'individualismo, l'edonismo, il
carrierismo, l'arrivismo, la sopraffazione, il razzismo, la violenza e tutte le
contraddizioni connaturate al sistema capitalistico.
Quali sono infatti i modelli e gli obiettivi che questa marcia società capitalistica
offre alle nuove generazioni? Il denaro e il "successo'', in primo luogo, da ottenere
il più rapidamente possibile: è questo il messaggio da cui le masse, specialmente
giovanili, sono bombardate continuamente.
Basti pensare alle vincite stramiliardarie assurde, agli spot pubblicitari che
ripropongono ossessivamente i miti del "successo'' e del lusso, i divi e le dive
multimiliardari dello spettacolo, dello sport e della moda esibiti ai giovani come modelli
da imitare, ecc.
Il conflitto generazionale non c'entra nulla. Nell'ambiente borghese e piccolo borghese
dove si è manifestato, nel passato, era perché come nel '68 i giovani erano portatori di
istanze di cambiamento. Oggi il problema è semmai l'opposto: la classe dominante borghese
cerca di prevenire la presa di coscienza e la ribellione giovanile facendo terra bruciata
davanti alle nuove generazioni a livello ideologico, politico e culturale, per corromperne
le coscienze ed omologarle ai suoi modelli basati sul mito dell'arricchimento facile, la
competitività, l'arrivismo, l'egoismo e l'individualismo. Individualismo che a livello
giovanile si può manifestare anche nella coppia, come nel caso di Novi Ligure, o
addirittura come gruppo, come nelle gang e "baby-gang'' che imperversano nei
quartieri e nelle scuole, spesso proprio quelli di ambiente cosiddetto "bene''.
Ma questo la classe dominante borghese in camicia nera, i mass-media ad essa asserviti e
la stessa chiesa cattolica non lo diranno mai, perché sarebbe come ammettere che il male
che genera i "mostri'' è annidato nel seno stesso del sistema capitalistico. Quel
sistema che essi proclamano orgogliosamente "vincente'', l'unico veramente
"libero'' e "democratico'', e comunque l'unico possibile al mondo, per tenere
lontani i giovani dall'ideale del socialismo e mantenerli schiavi del suo marcio e
disumano sistema di disvalori.
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