20MILA MERCENARI OPERANO IN IRAQ A SUPPORTO DELLA COALIZIONE IMPERIALISTA
Sono pagati da grandi multinazionali e non rispondono ad alcuna legge né ad alcun codice militare
Sono almeno 20 mila, alcune fonti li stimano in 30 mila e altre fino a 60 mila, i mercenari che operano in Iraq a supporto della coalizione imperialista. Dopo il contingente di occupazione americano sono la seconda forza presente nel paese, sono pagati da grandi multinazionali e impiegati formalmente in compiti di sorveglianza di strutture militari e civili e di protezione del personale civile dell'amministrazione del proconsole Bremer e dei manager e tecnici delle aziende che si sono spartite il colossale giro d'affari della "ricostruzione"; una parte del quale è raccolto dalle società che affittano i mercenari. Questi sono per la maggior parte ex militari di corpi speciali, con una paga da 300 a 1000 euro al giorno e nel loro "lavoro" non rispondono ad alcuna legge né ad alcun codice militare; una parte di loro partecipa direttamente alla guerra contro la resistenza irachena e secondo alcune fonti almeno 80 mercenari sono morti negli scontri della prima decade di aprile.
Dopo l'attacco della resistenza irachena alla base italiana di Nassiriya era venuto fuori sui media che la sorveglianza delle basi dell'esercito occupante poteva essere affidata a compagnie private ma l'esistenza di un vero e proprio "esercito fantasma" che opera in Iraq era rimasta quasi nascosta fino all'uccisione di quattro mercenari americani a Falluja e al sequestro dei quattro italiani nelle settimane scorse. Episodi che hanno fatto cadere l'accurata copertura stesa dalle potenze imperialiste occupanti sull'esistenza di questo esercito privato.
Le principali società che si spartiscono un mercato valutato in almeno 100 miliardi di dollari sono in gran parte americane e inglesi, spesso collegate alle grandi aziende dell'industria militare; sono almeno 50 quelle che operano in Iraq, comprese compagnie sudafricane, australiane e indiane; altre lavorano o hanno lavorato in Afghanistan e nei Balcani al seguito delle aggressioni militari imperialiste. I principali serbatoi dai quali attingono la "manodopera specializzata" sono i corpi speciali delle maggiori potenze militari, dagli Usa alla Gran Bretagna, dalla Francia al Sudafrica, dall'Ucraina a altri paesi dell'Est europeo. Fra gli "esperti" impegnati in Iraq vi sono ex membri della polizia segreta sudafricana responsabili di assassini politici contro gli attivisti antiapartheid e ex marines inglesi che hanno fatto parte delle milizie paramilitari protestanti nell'Irlanda del Nord; almeno un centinaio di ex "Berretti neri" cileni "perfettamente addestrati" sotto la dittatura di Pinochet e selezionati da una compagnia privata locale su un gruppo di 400 veterani.
In Iraq operano le inglesi Control Risk group e Armor group e le grosse compagnie americane Kellog Brown e Root, Vinnel Corp, Dyn Corp, Mpri, Cubic, Blackwater. La Kellog è una filiazione della Halliburton, la multinazionale alla cui guida è stato il vicepresidente Cheney e che già si è accaparrata una grossa fetta della "ricostruzione" in Iraq, grande committente del Pentagono. La Vinnel è specializzata nell'addestramento e nello studio di piani militari. La Dyn è impegnata con propri piloti di aerei e elicotteri delle forze armate colombiane nel Plan Colombia, il piano imperialista che formalmente è contro il traffico di droga ma è contro la guerriglia, e fornisce le guardie del corpo a Karzai, presidente del governo fantoccio dell'Afghanistan. La Mpri si è già fatta una esperienza nell'addestramento delle milizie croate nei Balcani e cura il sito web del Pentagono; è in grado di schierare circa 13mila veterani esperti e superaddestrati e è diretta dal generale Carl Vuono, ex capo delle forze armate americane nella guerra del Golfo e nell'invasione di Panama. La Armor svolge in Iraq compiti di protezione dei membri del governo provvisorio, quella del proconsole Bremer è garantita dalla Kellog.
La maggior parte di questo esercito di mercenari sembra impegnato tra Baghdad e i centri petroliferi del nord dell'Iraq ma a diverse di queste società il Pentagono ha subappaltato anche la guida dei sistemi informatici che controllano i più moderni armamenti, il loro personale superspecializzato partecipa quindi di fatto alle operazioni militari.
21 aprile 2004