Nonostante il sabotaggio della "sinistra" borghese e il black-out stampa
Migliaia sfilano a Roma per chiedere il ritiro delle truppe italiane da Libano, Afghanistan e Iraq
Successo del banchino di propaganda del Partito. Ampia vendita de "Il Bolscevico"
La delegazione nazionale del PMLI diretta da Malesci punto di riferimento dei sinceri antimperialisti
Dal nostro inviato speciale
Sabato 30 settembre è stata una data importante per gli antimperialisti e per il Partito del proletariato italiano perché si è svolta con successo una manifestazione a carattere nazionale per chiedere il ritiro delle truppe italiane dall'estero in particolare dal Libano, dall'Afghanistan e dall'Iraq. L'iniziativa era stata promossa da varie forze sociali e politiche tra cui il Forum Palestina, l'Unione Democratica Araba Palestinese, i Cobas, il Mc-Pcl. Tra gli aderenti il PMLI. che aveva partecipato ad alcune riunioni preparatorie e aveva approvato la piattaforma rivendicativa che indiceva la giornata di lotta denunciando la natura e le finalità della "missione di pace" in Libano.
Dato il tema e data l'attuale fase politica che vede la "sinistra" borghese al governo con l'appoggio pieno dei partiti parlamentari falsi comunisti, spiccavano le assenze totali di PRC e PdCI, guidati da pacifisti pentiti come anche DS, Verdi, Di Pietro, ecc., e persino di sindacati come la Cgil e associazioni come l'Arci.
Eppure, motivi per scendere in piazza ce n'erano a bizzeffe dal momento che se si è in buona fede non si può assolutamente accreditare la tesi dei governanti dell'Unione secondo la quale gli interventi militari dell'Italia in Iraq e Afghanistan avrebbero cambiato natura con il passaggio del potere in campo borghese dalla casa del fascio al "centro-sinistra", mentre la missione in Libano sarebbe di pace poiché coperta dal cappello dell'Onu. Il fatto è, come recitava uno slogan lanciato dal PMLI, che in verità "Prodi, D'Alema e Parisi fanno la guerra dietro i sorrisi", fanno partecipare l'Italia alle occupazioni di Paesi sovrani e sono in Libano per impedire che Hezbollah capitalizzi la storica vittoria militare sugli invasori nazisti sionisti. Insomma, Prodi e Berlusconi sono due facce della stessa medaglia, ossia quella dell'imperialismo assassino e prevaricatore, alla faccia di quei milioni di elettori che avevano votato il "centro-sinistra" nella speranza di strappare l'Italia alla guerra e alla politica imperialista.
La non molto alta partecipazione alla manifestazione capitolina, comunque alcune migliaia di manifestanti, non è stata casuale per i motivi anzidetti e perché i partiti della "sinistra" borghese e certe loro organizzazioni avevano promosso lungo tutto lo Stivale una serie di iniziative in contemporanea a quella di Roma rivelatesi veri e propri sabotaggi diretti e indiretti.
Nonostante ciò e nonostante il ferreo black-out informativo, tutt'altro che imputabile allo sciopero dei giornalisti della carta stampata, la manifestazione ha mantenuto intatto il suo significato politico e non si sono registrate né scaramucce con le "forze dell'ordine" che pure provocatoriamente lo assediavano via terra e via cielo né "azioni dirette" di piccolo gruppo e di stampo picccolo borghese. Il clima tra i manifestanti era sereno e anche tra le varie forze politiche e sociali presenti non c'era ostilità. L'unico episodio si è verificato proprio alla partenza del corteo quando un paio di leader del "Campo antimperialista", tra cui Moreno Pasquinelli, hanno sbraitato per qualche attimo contro i marxisti-leninisti provando a relegare il PMLI in fondo alla manifestazione. I compagni responsabili, appoggiati anche da simpatizzanti del Campo stesso, hanno risolto dialetticamente la situazione avendo chiari gli obiettivi della nostra partecipazione. La posizione è stata mantenuta senza ulteriori problemi.
Per l'intera durata della manifestazione, conclusasi in Campo de' Fiori nel tardo pomeriggio, i membri della Delegazione nazionale del PMLI hanno lanciato gli slogan preparati per l'occasione e hanno cantato "Bella ciao" dando una bella prova di compattezza e di chiara visione politica e tattica su come si affrontano le manifestazioni di piazza, anche quelle più delicate e particolari. Queste alcune delle parole d'ordine proposte, che in diversi casi hanno fatto breccia nel cuore dei manifestanti e che erano riprodotte su un apposito volantino distribuito: "Uniamoci e lottiamo contro l'imperialismo"; "L'Italia dal Libano se ne deve andare, fuori dai confini nemmeno un militare"; "Non è di pace questa missione, anche con l'Onu è occupazione"; "Israele finisca al bando, va isolato dall'intero mondo"; "Siamo con i popoli Resistenti, che non si piegano agli occupanti"; "Come Berlusconi Prodi protagonista, manda le truppe alla guerra imperialista"; "Via dall'Italia le bombe nucleari, degli Usa vanno chiuse le basi militari"; "Servizi, pensioni, ospedali, dimezzare le spese militari".
La Delegazione nazionale del PMLI era composta da compagne e compagni romani, napoletani, leccesi e della provincia di Arezzo ed era guidata dal compagno Simone Malesci. Ben prima dell'appuntamento ufficiale per il concentramento i compagni erano a piazza Repubblica e hanno montato un banchino di propaganda attorniato dalle bandiere dei Maestri e del PMLI e dal cartello che riportava le rivendicazioni marxiste-leniniste per questa occasione. Il banchino, il primo del genere a una manifestazione a carattere nazionale, quindi di valore storico, è stato realizzato grazie alla spinta e all'impegno dei giovani compagni romani che tanto stanno facendo per far conoscere e radicare la Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" nella capitale. Con questo banchino la Cellula romana del Partito ha compiuto anche un salto politico e organizzativo, diventando una promotrice di fatto del corteo.
Il banchino era collocato in un punto molto visibile e mostrava una parte delle pubblicazioni del PMLI, alcuni gadget, spille dei Mestri e del Partito e naturalmente gli ultimi numeri de Il Bolscevico che è stato ampiamente diffuso, nell'ordine di diverse decine di copie. Alla fine si è raggiunta una cifra assai elevata di sottoscrizioni e perciò è stato un ottimo successo anche a livello economico.
Nel corso della propaganda con il banchino, durata oltre due ore a causa del ritardo nella partenza della manifestazione, sono state sviluppate interessanti discussioni e presi contatti di manifestanti intenzionati ad avvicinarsi al PMLI mentre non è mancato chi ha mandato saluti al Segretario generale compagno Giovanni Scuderi e chi ha promesso di acquistare pubblicazioni del Partito per approfondirne la conoscenza.
Se in generale i mezzi di informazione si sono tenuti alla larga dalla manifestazione e l'hanno oscurata, non è tuttavia mancata un'intervista al compagno Simone Malesci da parte della giornalista di Libero Barbara Romano. Il dirigente nazionale del Partito ha risposto con serie argomentazioni a due domande: cosa pensa il PMLI dell'esistenza dello Stato di Israele e cosa pensa il PMLI dell'accostamento Hitler-Israele proposto dalle Comunità islamiche in Italia. La giornalista ha preso diligentemente nota delle posizioni del PMLI ma poi sul quotidiano fascistoide di Vittorio Feltri non è apparsa traccia né dell'intervista né della cronaca della manifestazione.
Nel corso del corteo un anziano ubriaco ha tentato due volte di strappare di mano ai nostri compagni le bandiere ma è stato immediatamente allontanato senza usare violenza inutile e fine a se stessa. Ma perché costui si è avventato proprio contro i marxisti-leninisti? Da chi è stato indirizzato a dovere?
A conclusione della faticosa ma vittoriosa giornata i compagni, che hanno ricevuto graditissimi ringraziamenti ed elogi via telefono da parte del compagno Giovanni Scuderi, hanno mangiato un meritatissimo pezzo di squisita pizza a taglio tutti assieme, saldando il legame proletario rivoluzionario che li unisce, cosa importantissima specialmente per coloro che tengono alta la bandiera del Partito da soli o in pochi nelle rispettive città.
Ai membri della Delegazione è giunta una lettera di ringraziamenti da parte della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI che tra l'altro sottolineava, a nome dei dirigenti nazionali del Partito con alla testa il Segretario generale, come in piazza è stata offerta "una bellissima immagine fatta di unità, disciplina, combattività antimperialista e internazionalismo proletario. Ciascuno di voi ha svolto molto bene con diligenza, intelligenza tattica e spirito di squadra il proprio ruolo... Non era facile muoversi in una manifestazione di piazza egemonizzata da gruppi trotzkisti, eppure voi siete riusciti a muovervi in assoluta autonomia e indipendenza e a demarcare le posizioni del PMLI fino ad arrivare a imporvi come punto di riferimento dei sinceri antimperialisti".

4 ottobre 2006