I mille affari in Italia e nel mondo del gruppo Impregilo

Storia e assetto societario

L'Impregilo nasce dalla fusione di alcune delle più potenti imprese del settore delle costruzioni, la Cogefar-Impresit, la Girola e la Lodigiani. È oggi il primo gruppo italiano di ingegneria e general contracting nei settori "costruzione e ambiente". È controllata da Gemina (20,3%), Miotir dei Romiti (34,4% delle azioni sindacate), Mediobanca (27%), Italmobiliare (10%), Fondiaria Sai (6,9%), Generali (5,3%) e Capitalia (4%). Il Consiglio di aministrazione vede come presidente Paolo Savona, già direttore della Banca Nazionale del Lavoro, vicepresidente Giuseppe Gatto e amministratore delegato, l'ingegnere Pier Giorgio Romiti, figlio di Cesare.
I dati di bilancio per l'anno 2000, poco attendibili visto che il vertice Impregilo risulta indagato per falso in bilancio e false comunicazioni sociali dalla Procura di Monza, descrivono un "portafoglio ordini" per 13.910 miloni di euro e nuove commesse per 4.256 milioni di euro (1.203 per attività di costruzioni e 3.053 a titolo di concessioni e servizi).
Impregilo conta su circa 70 succursali sparse in tutto il mondo ed è impegnata in circa 700 tra società controllate, associate e consorzi. Il 36% del portafoglio lavori riguarda infrastrutture e commesse realizzate in Italia; un altro 5% dei lavori si realizza in Europa e il restante 59% nei Paesi in "via di sviluppo" nel resto del mondo. Le aree di intervento del colosso vanno dalla realizzazione di dighe e infrastrutture idroelettriche, alla costruzione di strade e autostrade, di linee ferroviarie e metropolitane, di porti e altre opere marittime, di opere idrauliche e impianti di irrigazione, di aeroporti e tunnel sotterranei, di opere civili per centrali termonucleari, di interventi di edilizia residenziale, sportiva, industriale, ospedaliera. Negli ultimi 50 anni, la società ha contribuito alla realizzazione di alcune delle più importanti megainfrastrutture al mondo, spesso in Paesi occupati dalle potenze imperialiste o sottoposti a dittatura militare di governi fantoccio.
Tra le opere più "significative" firmate da Impregilo compaiono le devastanti dighe di Kariba, Bakalori, Kainji e Jibiya in Nigeria, Tarbela in Pakistan, Dez in Iran, Yacyretà in Argentina, Ertan e Xiaolangdi in Cina, Mae Kuang in Thailandia e Mujib in Giordania; le opere portuali, talvolta di interesse strategico-militare di Oporto e Lisbona in Portogallo, Homs in Libia, Mohamedia in Marocco, Beira in Mozambico, Mogadiscio in Somalia, Porto Torres, Brindisi e Venezia in Italia; le opere ferroviarie in Italia (in particolare le tratte per l'alta velocità nel centro-nord), in Francia, Venezuela, Algeria, Camerun e Gabon; le metropolitane di Milano, Roma, Napoli, Genova, New York, Vienna, Parigi, Caracas e Singapore; le infrastrutture aeroportuali nostrane di Fiumicino e di Capodichino, dell'isola di Sant'Elena e di Nairobi in Kenia; buona parte della rete autostradale nazionale e delle autostrade di Turchia, Argentina, Canada e Cina; alcuni megaponti come quello del Bosforo o di Lagos; alberghi, centri commerciali e ospedalieri negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita, in Grecia, nella Repubblica Ceca e ovviamente in Italia, come l'Istituto Europeo di Oncologia diretto dall'ex ministro della Sanità, Veronesi.
Nonostante l'espansione del fatturato, l'aumento vertiginoso dei profitti, il notevolissimo portafoglio ordini dell'ultimo quinquiennio, una parte dei dipendenti di Impregilo è stata espulsa dal lavoro. La multinazionale ha avviato infatti un pesante processo di "ristrutturazione interna" con il taglio di 450 unità lavorative presso la sede centrale e le sue principali strutture periferiche.

Rapporti privilegiati con Bassolino e il "centro-sinistra" in Campania
Con le istituzioni campane di "centro-sinistra" la piovra della famiglia Romiti ha un rapporto privilegiato visto che attraverso un'altra società controllata, la Fisia spa, Impregilo ha il dominio assoluto nel settore delle tecnologie ambientali e nei redditizi mercati dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Alla Fisia, per un valore iniziale di 233 milioni di euro, è stato infatti assegnato dai governatori Andrea Losco e Antonio Bassolino (DS), il megaprogetto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Non solo, la presidenza della Regione Campania ha anche sottoscritto con un consorzio internazionale capitanato da Fisia un contratto decennale del valore di 800 miliardi di lire per il servizio di smaltimento dei rifiuti nella provincia di Napoli e per la costruzione dei mostruosi termoinceneritori. Il cantiere del primo della serie, il più grande e pericoloso d'Europa, come si sa, è stato imposto con la militarizzazione e le cariche delle "forze dell'ordine" alle masse popolari in rivolta di Acerra.
All'Impregilo è stato affidato un megaprogetto urbanistico e speculativo nella città di Sorrento, dove la multinazionale prevede di ampliare il porto commerciale, completare il porticciolo turistico, modificare l'assetto di vie e piazze del centro storico, installare una serie di ascensori di interconnessione e costruire tre grandi parcheggi per oltre un migliaio di auto (costo totale dell'operazione 42 miliardi e 850 milioni di lire). Con la convenzione firmata con il municipio di Sorrento, Impregilo ottiene la gestione per 25 anni del porto e dei parcheggi. "Questo piano viola la normativa di impatto ambientale e di tutela paesaggistica", hanno denunciato le organizzazioni ambientaliste campane. "La Giunta municipale lo ha approvato senza acquisire i pareri della Soprintendenza Archeologica e dei Beni Ambientali ed Architettonici. Manca altresì una perizia geologica a fronte di un rilevante deturpamento del paesaggio e dello stato dei luoghi".
Fisia Italimpianti, sempre con l'aiuto di Bassolino e della neopodestà napoletana, la DC Iervolino, è entrata nell'aggiudicazione degli appalti per la megaspeculazione edilizia dell'area ex-Italsider ed Eternit di Bagnoli (1,9 milioni di mq) insieme alla De Vizia Transfer di Torino, partecipata della Fiat, che ha ottenuto nel frattempo dalla Bagnoli spa gli appalti per "la bonifica" dei suoli per un valore di 51 milioni di euro.
Infine Impregilo, già padrona dell'acquedotto ligure, in consorzio con altre multinazionali, ha messo le mani sulle risorse idriche dell'Ato 3 sarnese-vesuviano e punta dritto ad aggiudicarsi il bando di gara che privatizza tutte le risorse idriche del popolosissimo Ato2 Napoli-Volturno (136 comuni).

Rapporti con la mafia
Con la mafia siciliana risultano stretti rapporti d'affari. Impregilo ha fatto parte di uno dei consorzi attivi nel settore dello smaltimento dei rifiuti indagati dalla Procura antimafia di Palermo.
Secondo quanto appurato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla cosiddetta "Ecomafia", presieduta dal deputato Scalia, il nome dell'importante società costruttrice compare nella cosiddetta "Operazione Trash", che ruota attorno ai forti legami tra la De Bartolomeis, società leader nel Mezzogiorno nello smaltimento dei rifiuti e nella realizzazione di discariche e impianti di riciclaggio, e alcuni boss mafiosi di "Cosa nostra", tra cui Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca, Angelo Siino e Vincenzo Virga. Tra i personaggi centrali dell'indagine Romano Tronci, "consulente" della Termomeccanica (società acquisita dall'ex manager Fiat Enzo Papi), imprenditore-cerniera tra gli ambienti finanziari, politici, massonici e criminali siciliani e non.
Sul ruolo dell'Impregilo in Sicilia, Biagio Insacco, procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo nell'audizione del 22 luglio 1998 presso la Commissione parlamentare d'inchiesta ebbe a dire: "Si tratta di un'impresa, che, tramite suoi dirigenti, si è prestata ad intrattenere rapporti con imprese locali facenti di un raggruppamento riconducibile alla famiglia di Boccadifalco, come appare evidente anche sulla base di rapporti parentali. Dalle indagini, è emerso che alcuni dirigenti che hanno operato in Sicilia hanno intrattenuto rapporti diretti con Angelo Siino e Antonino Buscemi, i due soggetti che nel settore degli appalti pubblici palermitani per aspetti diversi hanno avuto un ruolo importante, se non altro perché, essendo soprattutto a Antonino Buscemi riconducibili società nel settore del calcestruzzo e degli inerti ed essendo indispensabili per questo tipo di attività i rapporti fra società operanti nel settore degli appalti e società operanti nel settore delle forniture... Oltre ai rapporti attuali tra alcuni soggetti che hanno operato per conto dell'Impregilo e il Buscemi, ve ne sono di precedenti riguardanti l'ex gruppo Ferruzzi (si tratta di soggetti che hanno transitato da un gruppo all'altro). O questi soggetti hanno vissuto senza rendersi conto dello spessore mafioso di coloro con i quali per molti anni hanno avuto a che fare - e questa è la loro tesi - oppure no".
Nel 1999, la società venne esclusa dal Consiglio di Stato dai lavori per la ristrutturazione del teatro "La Fenice" di Venezia. L'organo amministrativo ha fatto suo il ricorso del consorzio italo-tedesco Romagnoli-Holzman che aveva denunciato come all'Impregilo fosse stato attribuito l'appalto nonostante le difformità dal bando di concorso e una serie di errori e omissioni nella presentazione dei documenti.
Intanto, in Sudamerica nello stesso anno Impregilo si è aggiudicata i lavori di "Risanamento del Río Reconquista" in Argentina e di costruzione dell'"Autostrada Oriente-Ponente" in Cile. Nella Repubblica Dominicana la società ha ottenuto un progetto di ristrutturazione dell'acquedotto di Santo Domingo e i lavori di ampliamento dei 4 maggiori aeroporti del Paese. Impregilo, in consorzio con la statunitense Ogden Corporation's Aviation, la canadese Vancouver Airport Services e la Operadora de Aeropuertos del Caribe - società di uomini d'affari e costruttori domenicani - ha inoltre ottenuto la concessione per la gestione ventennale delle infrastrutture aeroportuali della Repubblica Dominicana.

11 gennaio 2006