I MISFATTI DEI GOVERNI DI "CENTRO-SINISTRA''

"Ulivo, cinque anni di buon lavoro'', così titola la resuscitata "Unità'' del 13 aprile il servizio sulla presentazione del "Rapporto Italia'': centosessanta pagine fitte fitte di grafici e di cifre su cinque anni di "centro-sinistra'' al governo redatto dai gruppi parlamentari e presentato in pompa magna nella sala del Cenacolo di Roma dal premier Giuliano Amato, dal suo predecessore Massimo D'Alema e dai candidati premier e vice premier Francesco Rutelli e Piero Fassino.
Cifre false e manipolate là dove vantano di aver ridotto la disoccupazione quando in realtà ciò che è stata ridotta all'osso è l'occupazione stabile e a salario pieno a vantaggio del precariato e della sottoccupazione. Cifre vere quando vantano il record delle privatizzazioni e di aver imposto una politica sociale di stampo privatistico e familista.
Ciò che ha fatto o tentato di fare il polo di Berlusconi e Fini negli otto mesi del suo governo è ben noto all'elettorato di sinistra e non occuperemo qui spazio ad elencarlo. Meno noto è che in questi cinque anni i quattro governi di "centro-sinistra'' (Prodi, D'Alema, D'Alema-bis e Amato), col sostegno dei falsi partiti comunisti PRC e PdCI, si sono macchiati di misfatti che nemmeno i governi democristiani avrebbero avuto il coraggio di compiere.
Ne elencheremo gli atti più rilevanti senza la pretesa di essere esaustivi, ma solo allo scopo di dimostrare che ciò che sono stati capaci di fare a danno delle masse lavoratrici, popolari, femminili e giovanili e del Sud è degno dei peggiori governi di destra e dello stesso regime fascista di Mussolini.
Si tenga presente che il governo Prodi, appoggiato anche dal PRC, è stato in carica dal 17.5.96 al 20.10.98; il governo D'Alema dal 21.10.98 al 21.12.99; il governo D'Alema-bis dal 22.12.99 al 17.4.00; il governo Amato è in carica dal 28.4.00.

UNA POLITICA ESTERA E MILITARE INTERVENTISTA E GUERRAFONDAIA
Il misfatto più grave in assoluto del "centro-sinistra'' è quello di aver lanciato nella primavera '98, per la prima volta, dopo le avventure militari e interventiste di Mussolini, l'Italia in una guerra imperialista facendola partecipare direttamente all'aggressione della Repubblica federale jugoslava, in spregio dell'articolo 11 della Costituzione e scavalcando lo stesso parlamento chiamato a ratificare un intervento già in atto. Con la guerra imperialista alla Serbia ha aperto così una porta che sarà difficile richiudere e che è foriera di grandi tragedie per il nostro popolo.
Non si è trattato di un episodio, ma l'apice di una politica imperialista, colonialista, interventista e guerrafondaia fatta propria dai governi dell'Ulivo fermamente intenzionati a dare all'Italia un "posto al sole'' in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo. Sia attraverso l'acquisizione di un ruolo sempre più preminente all'interno delle alleanze politiche e militari imperialiste come la Ue e la Nato, sia giocando in proprio sulla scena internazionale.
Non a caso fra i primi atti del governo Prodi ci sono il sostegno al bombardamento dell'Irak da parte degli Usa e la disponibilità a intervenire in prima persona nella Zaire in una missione militare invocata dallo stesso PRC. Il 3 marzo 1997 il governo organizza un blitz militare a Valona, in Albania, col pretesto di recuperare degli italiani. Il 15 aprile 1997, in Albania, prende il via la missione "Alba'', a guida italiana, una vera e propria spedizione militare imperialista e colonialista coperta da motivi "umanitari''. Anche il polo vota tale missione e il PRC così può permettersi di votare contro, salvo poi votare a favore della sua proroga il 24 luglio dello stesso anno. Fra l'altro, solo qualche giorno dopo, l'8 agosto, la commissione governativa di inchiesta sugli stupri e le torture della Folgore in Somalia conclude i suoi lavori insabbiando e mandando assolti tutti i responsabili.
I governi di "centro-sinistra'' si adoperano alacremente anche per dotare l'Italia imperialista di adeguate strutture e mezzi militari. Vengono soprattutto date le gambe al "Nuovo modello di difesa'' da tempo in attesa di essere attuato. Il 27 giugno '97 viene varato il decreto che ridisegna completamente la struttura di comando e la dislocazione delle Forze armate sulla penisola in funzione del nuovo esercito professionale sempre più proiettato verso missioni multinazionali all'estero. Già nella finanziaria '97 vengono stanziati fondi per la costruzione della prima vera e propria portaerei italiana da affiancare alla portaelicotteri Garibaldi. Il 3 dicembre 1997, con un colpo di mano, il governo Prodi fa approvare nel chiuso della Commissione difesa del Senato, il protocollo che avvia la produzione in serie e l'acquisto del caccia supersonico Eurofighter. Il 3 settembre 1999 vara il disegno di legge delega che abolisce la leva e istituisce l'esercito professionale interventista che verrà definitivamente sancito dal parlamento il 24 ottobre 2000.
Fitta è la rete di iniziative diplomatiche per stringere alleanze e rapporti economici e commerciali, politici e militari dell'Italia sia lungo le tradizionali direttrici dell'imperialismo italiano (bacino mediterraneo e balcani), sia verso nuove frontiere.
Il 23 ottobre 96, l'Italia firma con la Slovenia e l'Ungheria un patto trilaterale con il quale mette un piede saldo nei Balcani. Il 6-7 e 8 novembre 1996 la marina italiana di concerto col governo convoca a Venezia la prima sessione regionale del simposio internazionale sul potere marittimo invitandovi pressoché tutte le marine del Mediterraneo e del Mar Nero.
Viaggi dei premier e dei vari ministri si susseguono in Egitto, Emirati arabi, Arabia Saudita, Cina, Corea del Sud, Argentina, Brasile, Indonesia, Malaysia, Giappone. L'Italia diventa l'avanguardia dell'imperialismo europeo per "normalizzare'' i paesi già antimperialisti come la Corea del Nord, l'Iran, la Libia. Sostiene l'allargamento dell'Ue alla Turchia e a Israele.
Il governo Prodi fa passare in parlamento l'espansione della Nato ad Est. Decisivi i voti dell'Udr che permettono all'ultimo minuto al PRC di votare contro in nome della "sicurezza europea''.
Ma soprattutto i governi di "centro-sinistra'', appoggiati anche dal PRC, vantano, grazie a una politica di "lacrime e sangue'', di aver fatto entrare l'Italia nell'Euro legando e subordinando definitivamente il nostro Paese alla superpotenza imperialista europea. L'annuncio dell'entrata nell'Euro viene dato il 25 marzo '98 e nello stesso giorno, su proposta del governo, la Camera approva con il voto favorevole del PRC il decreto legge che ratifica il Trattato di Amsterdam e il "Patto di stabilità'' in esso contenuto che rende permanenti gli odiosi e antipopolari vincoli di Maastricht.
I governi dell'Ulivo si danno un gran daffare anche per dotare la superpotenza imperialista europea di un suo strumento militare. Il 9 novembre '96, Italia, Francia, Spagna e Portogallo costituiscono a Firenze la Forza operativa rapida terrestre denominata Eurofor per controllare la regione euromediterranea. Il 16 e 17 novembre 1998, sotto la presidenza italiana, il consiglio dei ministri degli esteri e della Difesa della Ueo firmano la "dichiarazione di Roma'' per dar vita al pilastro militare dell'Unione europea. Il nuovo corpo d'armata europeo viene formalmente varato il 20 novembre 2000 e l'Italia dichiara che vi parteciperà con ben 20 mila volontari.
L'Italia entra il 26 ottobre 1997 nello "spazio di Schengen'', il trattato che disciplina le frontiere nella Ue, e inasprisce le misure antimmigrati attraverso il "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme e condizioni dello straniero'' approvato il 25 luglio '98.
A conferma dello spirito patriottardo e militarista che pregna ormai il "centro-sinistra'' dal 2 giugno 2000 viene ripristinata la parata militaristica a Roma dopo ben 13 anni dalla sua abolizione.

PASSI DECISIVI AL COMPLETAMENTO DELLA SECONDA REPUBBLICA
Paradossalmente i passi decisivi verso il completamento della seconda repubblica secondo il disegno della P2, di Gelli, di Craxi e Berlusconi sono stati compiuti dai governi di "centro-sinistra''. Sono stati ad un passo dal porre gli ultimi timbri costituzionali e legislativi per completare anche legalmente e istituzionalmente l'opera della seconda repubblica se non fosse fallita la bicamerale golpista di D'Alema, istituita solo qualche mese dopo l'insediamento del governo Prodi, e il cui progetto, se fosse stato approvato, avrebbe cancellato formalmente lo Stato e la Costituzione della prima Repubblica.
Ci sono comunque riusciti i governi successivi, soprattutto per quanto riguarda la fondamentale questione dell'assetto istituzionale della Repubblica imponendo il federalismo fiscale e amministrativo, il presidenzialismo regionale, la controriforma presidenzialista della presidenza del consiglio, dei ministeri e dell'arma dei carabinieri.
In questo quadro vanno ricordati: la cosiddetta "riforma Bassanini'' che introduce il federalismo amministrativo; la controriforma della presidenza del Consiglio e dei ministeri; la legge costituzionale per il presidenzialismo regionale che introduce l'elezione diretta dei presidenti e l'autonomia statutaria delle regioni; il decreto legislativo delegato sul federalismo fiscale e, infine, la definitiva controriforma costituzionale sull'ordinamento federalista della Repubblica (8 marzo 2001) che sancisce nella massima legge dello Stato il principio liberista e cattolico della "sussidiarietà'' e la frantumazione dell'Italia attraverso il federalismo fiscale.
Vanno inoltre ricordate la controriforma dei servizi segreti in base alla quale i servizi dipendono direttamente dal premier, diminuiscono i controlli del parlamento e gli agenti possono violare la legge e quella fondamentale dell'arma dei carabinieri che viene promossa a quarta forza armata con pericolosi poteri di pubblica sicurezza e polizia militare e soprattutto alla diretta dipendenza del presidente del consiglio.
Il governo ha tentato anche, in questo caso vanamente, di giungere a una nuova legge elettorale e in tal senso ha approvato nel febbraio '99 una proposta di legge fascista che prevedeva un maggioritario a doppio turno "eventuale''.

UNA POLITICA ECONOMICA E FINANZIARIA FEROCEMENTE ANTIPOPOLARE
Per sostenere l'entrata dell'Italia nell'Euro e la competitività del capitalismo italiano in Europa e nel mondo, i governi di "centro-sinistra'' non hanno esitato a torchiare all'inverosimile i lavoratori e le masse.
In cinque anni fra leggi finanziarie e manovre aggiuntive sono stati estorti alle masse ben 148 mila miliardi di lire fra maggiori entrate e tagli alla spesa sociale, assistenziale, sanitaria e previdenziale. Senza contare i continui rialzi delle tariffe controllate che hanno pesato enormemente sui bilanci familiari per servizi e beni di prima necessità come acqua, luce, gas, telefono, fognature, rifiuti. Inoltre, in base al federalismo fiscale, non si contano più i balzelli locali finanche le addizionali Irpef per regioni e comuni introdotte proprio in questi anni.
Al contrario, generosi sono stati i regali alle imprese e ai padroni: dalla proroga del condono previdenziale, all'introduzione della Dual income tax (Dit) che riduce le tasse alle imprese, agli incentivi alla rottamazione delle auto, agli sgravi fiscali e alle agevolazioni per le imprese che decidono di investire al Sud.
In questo quadro e nel quadro della cancellazione dello "Stato sociale'' e della privatizzazione dei servizi sociali, si possono annoverare anche le misure via via assunte dai vari governi di "centro-sinistra'' a favore del "terzo settore'', nonché quelle misure volte ad agevolare la previdenza integrativa che stenta a decollare attraverso agevolazioni fiscali e lo scippo del Tfr, ossia delle liquidazioni.

IL RECORD DELLE PRIVATIZZAZIONI
I governi di "centro-sinistra'' hanno realizzato il non meritevole record mondiale delle privatizzazioni superando di gran lunga la Gran Bretagna della Thatcher e di Blair. In cinque anni quasi tutte le più importanti aziende pubbliche sono state svendute ai privati creando montagne di profitti, almeno 110.000 "esuberi'', cioè lavoratori licenziati o in via di licenziamento e soprattutto la perdita del controllo da parte dello Stato di importanti servizi come l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti.
Uno dei primi atti del governo Prodi è stata la privatizzazione della terza e ultima tranche di azioni dell'Ina (21.6.96). A seguire, la terza e ultima tranche dell'Imi. Poi è stata la volta della Stet, con lo scorporo e la vendita della Seat, la società che gestisce le "pagine gialle''. Il PRC prima si dice contrario, poi si allinea alla maggioranza. La Stet viene successivamente incorporata nella Telecom il cui pacchetto azionario pubblico viene messo in vendita nell'ottobre '97.
Intanto, nel luglio '96, si dà attuazione alla privatizzazione dei servizi pubblici locali attraverso la costituzione di società per azioni in cui i Comuni possono partecipare solo con quote minoritarie. Il 21 aprile '99, il governo D'Alema approva un disegno di legge che privatizza definitivamente i servizi pubblici locali. Tutte le aziende municipalizzate (ossia aziende speciali e i consorzi gestiti direttamente dai comuni) che erogano in regime di monopolio acqua, gas, elettricità, trasporti urbani, rifiuti urbani vengono trasformate in "imprese''.
è poi la volta dell'Iri, i cui pezzi più pregiati Alitalia, Autostrade, Finmeccanica, Fincantieri e Aeroporti di Roma vengono a uno a uno messi sul mercato, fino alla sua liquidazione che avviene il 28 giugno 2000.
Il 16 aprile '97 viene privatizzato l'Istituto San Paolo di Torino. Il 16 gennaio '98 viene approvato il decreto legislativo che liberalizza il commercio abolendo licenze e regole di orario. Viene poi liberalizzata la telefonia fissa (16.2.98) e l'energia elettrica che porterà in breve tempo (il 25.10.99) alla privatizzazione dell'Enel.
Il decreto legislativo del 19.5.00 mette fine al monopolio dell'Eni sul gas.
La legge sulla Tv (legge Maccanico) approvata anche con il voto del PRC, che peraltro ha fatto salve le reti di Berlusconi, va nel senso della privatizzazione della Rai. Passi decisivi sono stati compiuti anche verso la privatizzazione delle Ferrovie (decreto del 27.3.98) e dell'Ente Poste trasformato in Spa il 16.1.98.
D'Alema arriva anche a vendere i beni demaniali ai privati, fra cui il Foro italico e lo Stadio olimpico.

SELVAGGIA LIBERALIZZAZIONE DEL "MERCATO DEL LAVORO'' E ATTACCO AI DIRITTI SINDACALI
Oltre ai regali fiscali e alle privatizzazioni i governi di "centro-sinistra'' hanno portato in dono ai capitalisti la piena liberalizzazione e privatizzazione del "mercato del lavoro'' all'insegna della famigerata "politica dei redditi'', del "patto sociale'' e del supersfruttamento.
Si inizia il 24 settembre 1996, quando governo, confederazioni padronali e vertici sindacali siglano un "patto sul lavoro'' in continuità e andando oltre l'accordo del 23 luglio '93 di Amato che cancellava la scala mobile e inaugurava la "politica dei redditi''. Il "patto'' di Prodi prevede flessibilità sul lavoro e sui salari, lavoro precario, "lavori socialmente utili'', "salario d'ingresso'', "contratti d'area'', contratti formazione-lavoro, lavoro in affitto (interinale), estensione dell'apprendistato a tutti i settori, stage, la privatizzazione del collocamento, sgravi fiscali e previdenziali alle aziende.
A distanza di pochi mesi, il 18 giugno '97, viene approvata la legge Treu, con i voti del PRC, che sulla base del "patto'' sancisce la completa deregolamentazione del "mercato del lavoro'' e la sua progressiva privatizzazione.
Nello stesso quadro il 1• ottobre 1998 viene approvato il decreto legislativo per l'istituzione dell'Agenzia "Sviluppo Italia'' che nella sostanza liberalizza e deregolamenta il "mercato del lavoro'' al Sud.
Nel frattempo viene privatizzato il collocamento (decreto legislativo del 23.12.97 e decreto attuativo del 13.5.98).
Nel luglio '98, in barba alla promessa sulla riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore, viene prorogato e peggiorato il regime degli straordinari attraverso un decreto governativo.
Il 28 novembre 1998 viene approvata la "riforma'' dei "Lavoratori socialmente utili''. Gli Lsu vengono trasformati in strumenti attivi del "mercato del lavoro'', ossia viene istituzionalizzato il lavoro nero, precario e sottopagato.
Il 22 dicembre 1998 viene siglato un nuovo "patto sociale'', il cosiddetto "patto di Natale'', fra governo D'Alema, associazioni padronali e sindacati sempre all'insegna della flessibilità e del supersfruttamento.
La mannaia del governo si abbatte sul pubblico impiego, anche in virtù della controriforma federalista Bassanini della pubblica amministrazione. Si inizia col blocco delle assunzioni e delle liquidazioni per sei mesi nel pubblico impiego stabilito nella finanziaria '97. Poi il primo accordo governo-sindacati del 12.3.97 introduce la flessibilità selvaggia e le "gabbie salariali''. I contratti della sanità e della scuola vengono chiusi all'insegna della privatizzazione del rapporto di lavoro. Il 10 agosto 2000 viene firmato l'accordo governo-sindacati che introduce nel pubblico impiego persino il lavoro temporaneo e interinale.
Il 24 aprile 2000 viene approvato un decreto legislativo sullo status di disoccupato che costringe i disoccupati ad adattarsi totalmente alle leggi del mercato capitalistico.
In una simile politica antioperaia e antisindacale non poteva mancare l'ennesimo attacco al diritto di sciopero con l'approvazione definitiva il 4 aprile 2000 di una nuova legge antisciopero nei "servizi pubblici essenziali'', che peggiora quella fascista del 1990. Un'approvazione favorita dalla rinuncia all'ostruzionismo parlamentare da parte del PRC.
Peraltro, il disprezzo del diritto di sciopero e dei diritti sindacali dei lavoratori era già stato mostrato in particolare dal governo D'Alema allorché fu siglato il patto con i padroni e il sindacato che cancellava di fatto il diritto di sciopero durante il giubileo, le precettazioni dei ferrovieri e del personale di volo, nonché il rifiuto di costituirsi in giudizio contro i referendum liberticidi, antioperai e antisindacali dei radicali, poi fortunatamente falliti.

CANCELLATO LO "STATO SOCIALE''
I governi di "centro-sinistra'' hanno dato dei colpi mortali allo "Stato sociale'' cancellando di fatto il diritto universale alla salute, all'assistenza e alla previdenza pubbliche e attuando una politica privatizzatrice e di stampo familista.
Già nel giugno '97 si apre la trattativa fra governo, sindacati e Confindustria sulla "riforma'' dello "Stato sociale'' con l'obiettivo di tagliare la spesa sociale e la partecipazione dello Stato alla gestione della previdenza, della sanità, dell'assistenza e del "mercato del lavoro''.
I primi risultati sono l'accordo governo-sindacati sulle pensioni del 1• novembre 1997 per completare e accelerare la controriforma Dini e il maxiemendamento alla finanziaria '98, con tagli strutturali alla spesa sociale, che viene definitiva una vera e propria "riforma''.
Il 27 marzo 1998, un decreto legislativo introduce l'Ise (Indicatore della situazione economica), ossia il cosiddetto "riccometro'' che cancella l'universalità del diritto alla sanità, alla previdenza, all'assistenza e all'istruzione. Sulla stessa scia e in base allo stesso criterio, il 3 novembre 1998 il governo vara anche il "sanitometro'' con i voti del PRC.
Il 12 giugno 1998 viene introdotto il "reddito minimo di inserimento'', un'elemosina che prefigura uno "Stato sociale'' residuale e dei poveri.
Alla fine del '98 prende avvio, con il voto favorevole del PRC, anche la "riforma'' delle locazioni con la quale il governo liberalizza il mercato degli affitti e cancella l'"equo canone''.
Fra il '99 e il 2000 giungono in porto altri provvedimenti fondamentali all'insegna della privatizzazione dei servizi e del familismo neofascista e cattolico ormai sposati indissolubilmente dal "centro-sinistra''.
Il 9 marzo '99 viene approvato il disegno di legge che cancella l'asilo nido pubblico. Il 18 giugno '99 viene approvata la controriforma della sanità elaborata dalla Bindi che peggiora all'insegna della privatizzazione, aziendalizzazione e regionalizzazione le "riforme'' precedenti.
L'8 marzo 2000 viene definitivamente approvata dal parlamento la legge sui congedi parentali che a ragione viene definita la prima legge organica di stampo familista. Infine, il 18 ottobre 2000, viene approvata dal parlamento la legge quadro sull'assistenza che dà l'ultimo colpo demolitore allo "Stato sociale'' e al diritto universale ai servizi sociali e all'assistenza privatizzandoli e scaricandoli sulla famiglia e le donne.

SCUOLA E UNIVERSITA' DELLA SECONDA REPUBBLICA
Particolarmente solerti sono stati i governi di "centro-sinistra'' nel completare e accelerare l'attuazione delle controriforme scolastica e universitaria.
Si parte con il decreto del 25 luglio '96 che legalizza e generalizza il numero chiuso per gli accessi all'università già previsto nella legge 341/90.
Con la "riforma'' Bassanini della Pubblica amministrazione viene concessa l'"autonomia scolastica''. Nel novembre '96, prende il via la "riforma'' degli esami di Stato che sarà varata definitivamente nell'autunno '98.
La scuola della seconda repubblica prende completamente volto nei primi mesi del 2000 quando arrivano in porto la legge quadro sul "riordino dei cicli scolastici'' (approvata definitivamente il 2.2.2000) che penalizza i figli del popolo, ripristina l'avviamento al lavoro e asserve la scuola direttamente ai capitalisti, e la legge sulla "parità scolastica'' (approvata definitivamente il 2.3.2000) da sempre invocata dalla destra e dal Vaticano, che equipara le scuole private a quelle pubbliche.
Il decreto Zecchino del febbraio 2000 e il decreto attuativo del regolamento sull'"autonomia didattica'' dell'agosto 2000 completano invece la controriforma universitaria inaugurata nel '90 da Ruberti.

CANCELLATE LE PREGIUDIZIALI ANTIFASCISTA E ANTIMONARCHICA
Si deve anche ai governi dell'Ulivo la caduta della pregiudiziale antifascista e antimonarchica. Rientrano in questo quadro le celebrazioni del gerarca fascista Italo Balbo a Roma, alla presenza del sottosegretario alla difesa Massimo Brutti, l'acquisto per 4 miliardi delle carte del vate del fascismo Gabriele D'Annunzio, il cordoglio governativo per la morte di Maria José di Savoia.
Del resto, il secondo governo D'Alema annovera fra i suoi membri il fascista Romano Misserville come sottosegretario alla difesa in quota Udeur, anche se poi questi si dimette per non nuocere al governo che giudica di destra.
Non stupisce che il 12 novembre 1998 fra i reati "minori'' da depenalizzare il guardasigilli Oliviero Diliberto (PdCI) inserisca anche l'apologia del fascismo.
L'atto più qualificante a favore dei monarchici, lo compie il governo Prodi nel maggio '97 quando approva un disegno di legge per abrogare i primi due commi della XIII disposizione finale della Costituzione, quelli che vietano il rientro in Italia ai Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi e impediscono loro il diritto di voto e l'accesso alle cariche pubbliche. Disegno poi arenato in parlamento.
Anche "Gladio'' e i golpisti hanno conosciuto con l'Ulivo momenti di gloria. Tant'è che il governo D'Alema nasce con il sostegno determinante del capo dei gladiatori Cossiga e il governo riconosce in parlamento il grado di "patrioti'' ai gladiatori. Mentre al golpista Edgardo Sogno vengono accordati i funerali di Stato dal governo Amato.

LA POLITICA DEL MANGANELLO
Col "centro-sinistra'' al governo è ritornato in auge anche il manganello, come ai tempi di Mussolini, Scelba e Craxi.
è impossibile dar conto del numero delle manifestazioni operaie, giovanili, studentesche e popolari che sono state brutalmente e selvaggiamente caricate dalle "forze dell'ordine'' in questi cinque anni dal Nord al Sud del Paese.
Ne ricordiamo solo alcune. 13 settembre '96, cariche contro la manifestazione antileghista a Torino; febbraio '97, cariche contro i lavoratori Lsu e disoccupati a Napoli e contro i lavoratori delle pulizie a Roma; marzo '97, ancora cariche contro i lavoratori delle pulizie a Roma; giugno '97, violente cariche duranta la manifestazione antisecessionista; autunno '97, repressione contro gli studenti a Lecce, Milano, Roma, Massa e Genova, cariche contro gli antifascisti romani che protestavano contro la commemorazione della "marcia su Roma'', contro gli allevatori che protestano contro le quote latte nel bresciano e nel vicentino e contro gli ambulanti "abusivi'' a Milano; gennaio '98, cariche contro gli studenti a Napoli e sgombero dell'università a Roma; maggio '98, cariche contro gli operai dell'Alfa di Pomigliano d'Arco (Napoli); luglio '98, cariche contro i lavoratori della "Belleli Off-shore'' di Taranto e le lavoratrici Postalmarket a Milano; ottobre '98, cariche contro la popolazione di San Giusto a Prato che protesta contro la discarica, contro i forestali a Catanzaro, contro gli studenti di Torino e gli antirazzisti di Trieste; novembre '98, cariche contro gli studenti antifascisti a Firenze e gli studenti di Milano; dicembre '98 cariche contro gli studenti che contestano il premier D'Alema a Lecce e sgombero di sette istituti a Catania. Per tutto il 1999 e il 2000 si susseguono ripetute e selvagge cariche poliziesche a Napoli contro i disoccupati e Lsu. Dicembre '99 cariche agli studenti di Firenze che contestano le celebrazioni dell'ideologo del fascismo Giovanni Gentile; gennaio 2000, la polizia carica gli antirazzisti a Ponte Galeria (Roma), Genova, Trapani e Milano che manifestano per la chiusura dei lager per immigrati; maggio 2000, cariche contro i giovani dei centri sociali che manifestano contro il raduno di "Forza nuova'' a Bologna; giugno 2000 cariche contro gli antimperialisti che manifestano contro la Conferenza Ocse a Bologna; luglio 2000, cariche ai contestatori del nazista Haider a Jesolo; novembre 2000, cariche contro gli antifascisti di Milano; dicembre 2000, cariche contro i giovani bloccati a Ventimiglia che volevano raggiungere Nizza per protestare contro il vertice Ue e contro gli antifascisti romani che manifestavano contro la visita del nazista e razzista Haider; marzo 2001, sgombero forzato delle facoltà occupate a Roma e repressione selvaggia dei 30 mila manifestanti contro il Global forum a Napoli.
I governi di "centro-sinistra'' hanno fatto propria fino in fondo la parola d'ordine della destra sulla "sicurezza''. Il 27 settembre 1999, per la prima volta dal dopoguerra un capo di governo ha convocato un vertice delle "forze dell'ordine''. Su iniziativa del governo è stata anche approvata una legge fascista sulla "sicurezza''.

LA CORRUZIONE E LA MAFIA IMPERANO
I governi di "centro-sinistra'' non sono brillati nemmeno per "moralità''.
Nel marzo '98 il sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni (RI) viene accusato di collusione mafiosa ed è costretto a dimettersi. Nell'aprile '99 viene arrestato il sottosegretario al Tesoro Stefano (Nuccio) Cusumano (Udr) per collusione mafiosa. Nel '99 vengono condannati per abusivismo edilizio Franco Bassanini (vice di D'Alema) e Vincenzo Visco (ministro delle Finanze). Nel settembre '99 esplode lo scandalo della "missione Arcobaleno'', fiore all'occhiello del governo interventista D'Alema.
Nel gennaio '97, Prodi e Flick approntano un disegno di legge sul "patteggiamento allargato'', che rappresenta un vero e proprio colpo di spugna su tangentopoli. Il 26 gennaio 2000 viene varata la commissione per cancellare tangentopoli proprio come voleva Craxi.
Con un emendamento collegato alla Finanziaria '97 vengono abbonati 300 miliardi di tasse arretrati a ex parlamentari e consiglieri regionali. Nel dicembre '96 il parlamento restaura la legge sul finanziamento pubblico dei partiti.
Nel marzo '97, con decreto ministeriale viene aumentato del 10% lo stipendio a sindaci, presidenti di provincia e delle aziende speciali, assessori e consiglieri. Nell'ottobre '97 lo stipendio dei ministri viene equiparato a quello d'oro dei parlamentari. Quadruplicato lo stipendio dei ministri "tecnici'', ossia non parlamentari.
Nel 1998 il governo decide l'acquisto di 2 jet presidenziali da 150 miliardi e Prodi si triplica il fondo-spese di rappresentanza.