"Ulivo,
cinque anni di buon lavoro'', così titola la resuscitata "Unità'' del 13
aprile il servizio sulla presentazione del "Rapporto Italia'':
centosessanta pagine fitte fitte di grafici e di cifre su cinque anni di "centro-sinistra''
al governo redatto dai gruppi parlamentari e presentato in pompa magna nella
sala del Cenacolo di Roma dal premier Giuliano Amato, dal suo predecessore
Massimo D'Alema e dai candidati premier e vice premier Francesco Rutelli e Piero
Fassino.
Cifre false e manipolate là dove vantano di aver ridotto la disoccupazione
quando in realtà ciò che è stata ridotta all'osso è l'occupazione stabile e
a salario pieno a vantaggio del precariato e della sottoccupazione. Cifre vere
quando vantano il record delle privatizzazioni e di aver imposto una politica
sociale di stampo privatistico e familista.
Ciò che ha fatto o tentato di fare il polo di Berlusconi e Fini negli otto mesi
del suo governo è ben noto all'elettorato di sinistra e non occuperemo qui
spazio ad elencarlo. Meno noto è che in questi cinque anni i quattro governi di
"centro-sinistra'' (Prodi, D'Alema, D'Alema-bis e Amato), col sostegno dei
falsi partiti comunisti PRC e PdCI, si sono macchiati di misfatti che nemmeno i
governi democristiani avrebbero avuto il coraggio di compiere.
Ne elencheremo gli atti più rilevanti senza la pretesa di essere esaustivi, ma
solo allo scopo di dimostrare che ciò che sono stati capaci di fare a danno
delle masse lavoratrici, popolari, femminili e giovanili e del Sud è degno dei
peggiori governi di destra e dello stesso regime fascista di Mussolini.
Si tenga presente che il governo Prodi, appoggiato anche dal PRC, è stato in
carica dal 17.5.96 al 20.10.98; il governo D'Alema dal 21.10.98 al 21.12.99; il
governo D'Alema-bis dal 22.12.99 al 17.4.00; il governo Amato è in carica dal
28.4.00.
UNA POLITICA ESTERA E MILITARE INTERVENTISTA E GUERRAFONDAIA
Il misfatto più grave in assoluto del "centro-sinistra'' è quello di aver
lanciato nella primavera '98, per la prima volta, dopo le avventure militari e
interventiste di Mussolini, l'Italia in una guerra imperialista facendola
partecipare direttamente all'aggressione della Repubblica federale jugoslava, in
spregio dell'articolo 11 della Costituzione e scavalcando lo stesso parlamento
chiamato a ratificare un intervento già in atto. Con la guerra imperialista
alla Serbia ha aperto così una porta che sarà difficile richiudere e che è
foriera di grandi tragedie per il nostro popolo.
Non si è trattato di un episodio, ma l'apice di una politica imperialista,
colonialista, interventista e guerrafondaia fatta propria dai governi dell'Ulivo
fermamente intenzionati a dare all'Italia un "posto al sole'' in Europa,
nel Mediterraneo e nel mondo. Sia attraverso l'acquisizione di un ruolo sempre
più preminente all'interno delle alleanze politiche e militari imperialiste
come la Ue e la Nato, sia giocando in proprio sulla scena internazionale.
Non a caso fra i primi atti del governo Prodi ci sono il sostegno al
bombardamento dell'Irak da parte degli Usa e la disponibilità a intervenire in
prima persona nella Zaire in una missione militare invocata dallo stesso PRC. Il
3 marzo 1997 il governo organizza un blitz militare a Valona, in Albania, col
pretesto di recuperare degli italiani. Il 15 aprile 1997, in Albania, prende il
via la missione "Alba'', a guida italiana, una vera e propria spedizione
militare imperialista e colonialista coperta da motivi "umanitari''. Anche
il polo vota tale missione e il PRC così può permettersi di votare contro,
salvo poi votare a favore della sua proroga il 24 luglio dello stesso anno. Fra
l'altro, solo qualche giorno dopo, l'8 agosto, la commissione governativa di
inchiesta sugli stupri e le torture della Folgore in Somalia conclude i suoi
lavori insabbiando e mandando assolti tutti i responsabili.
I governi di "centro-sinistra'' si adoperano alacremente anche per dotare
l'Italia imperialista di adeguate strutture e mezzi militari. Vengono
soprattutto date le gambe al "Nuovo modello di difesa'' da tempo in attesa
di essere attuato. Il 27 giugno '97 viene varato il decreto che ridisegna
completamente la struttura di comando e la dislocazione delle Forze armate sulla
penisola in funzione del nuovo esercito professionale sempre più proiettato
verso missioni multinazionali all'estero. Già nella finanziaria '97 vengono
stanziati fondi per la costruzione della prima vera e propria portaerei italiana
da affiancare alla portaelicotteri Garibaldi. Il 3 dicembre 1997, con un colpo
di mano, il governo Prodi fa approvare nel chiuso della Commissione difesa del
Senato, il protocollo che avvia la produzione in serie e l'acquisto del caccia
supersonico Eurofighter. Il 3 settembre 1999 vara il disegno di legge delega che
abolisce la leva e istituisce l'esercito professionale interventista che verrà
definitivamente sancito dal parlamento il 24 ottobre 2000.
Fitta è la rete di iniziative diplomatiche per stringere alleanze e rapporti
economici e commerciali, politici e militari dell'Italia sia lungo le
tradizionali direttrici dell'imperialismo italiano (bacino mediterraneo e
balcani), sia verso nuove frontiere.
Il 23 ottobre 96, l'Italia firma con la Slovenia e l'Ungheria un patto
trilaterale con il quale mette un piede saldo nei Balcani. Il 6-7 e 8 novembre
1996 la marina italiana di concerto col governo convoca a Venezia la prima
sessione regionale del simposio internazionale sul potere marittimo invitandovi
pressoché tutte le marine del Mediterraneo e del Mar Nero.
Viaggi dei premier e dei vari ministri si susseguono in Egitto, Emirati arabi,
Arabia Saudita, Cina, Corea del Sud, Argentina, Brasile, Indonesia, Malaysia,
Giappone. L'Italia diventa l'avanguardia dell'imperialismo europeo per "normalizzare''
i paesi già antimperialisti come la Corea del Nord, l'Iran, la Libia. Sostiene
l'allargamento dell'Ue alla Turchia e a Israele.
Il governo Prodi fa passare in parlamento l'espansione della Nato ad Est.
Decisivi i voti dell'Udr che permettono all'ultimo minuto al PRC di votare
contro in nome della "sicurezza europea''.
Ma soprattutto i governi di "centro-sinistra'', appoggiati anche dal PRC,
vantano, grazie a una politica di "lacrime e sangue'', di aver fatto
entrare l'Italia nell'Euro legando e subordinando definitivamente il nostro
Paese alla superpotenza imperialista europea. L'annuncio dell'entrata nell'Euro
viene dato il 25 marzo '98 e nello stesso giorno, su proposta del governo, la
Camera approva con il voto favorevole del PRC il decreto legge che ratifica il
Trattato di Amsterdam e il "Patto di stabilità'' in esso contenuto che
rende permanenti gli odiosi e antipopolari vincoli di Maastricht.
I governi dell'Ulivo si danno un gran daffare anche per dotare la superpotenza
imperialista europea di un suo strumento militare. Il 9 novembre '96, Italia,
Francia, Spagna e Portogallo costituiscono a Firenze la Forza operativa rapida
terrestre denominata Eurofor per controllare la regione euromediterranea. Il 16
e 17 novembre 1998, sotto la presidenza italiana, il consiglio dei ministri
degli esteri e della Difesa della Ueo firmano la "dichiarazione di Roma''
per dar vita al pilastro militare dell'Unione europea. Il nuovo corpo d'armata
europeo viene formalmente varato il 20 novembre 2000 e l'Italia dichiara che vi
parteciperà con ben 20 mila volontari.
L'Italia entra il 26 ottobre 1997 nello "spazio di Schengen'', il trattato
che disciplina le frontiere nella Ue, e inasprisce le misure antimmigrati
attraverso il "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme e condizioni dello straniero'' approvato il 25 luglio
'98.
A conferma dello spirito patriottardo e militarista che pregna ormai il "centro-sinistra''
dal 2 giugno 2000 viene ripristinata la parata militaristica a Roma dopo ben 13
anni dalla sua abolizione.
PASSI DECISIVI AL COMPLETAMENTO DELLA SECONDA REPUBBLICA
Paradossalmente i passi decisivi verso il completamento della seconda repubblica
secondo il disegno della P2, di Gelli, di Craxi e Berlusconi sono stati compiuti
dai governi di "centro-sinistra''. Sono stati ad un passo dal porre gli
ultimi timbri costituzionali e legislativi per completare anche legalmente e
istituzionalmente l'opera della seconda repubblica se non fosse fallita la
bicamerale golpista di D'Alema, istituita solo qualche mese dopo l'insediamento
del governo Prodi, e il cui progetto, se fosse stato approvato, avrebbe
cancellato formalmente lo Stato e la Costituzione della prima Repubblica.
Ci sono comunque riusciti i governi successivi, soprattutto per quanto riguarda
la fondamentale questione dell'assetto istituzionale della Repubblica imponendo
il federalismo fiscale e amministrativo, il presidenzialismo regionale, la
controriforma presidenzialista della presidenza del consiglio, dei ministeri e
dell'arma dei carabinieri.
In questo quadro vanno ricordati: la cosiddetta "riforma Bassanini'' che
introduce il federalismo amministrativo; la controriforma della presidenza del
Consiglio e dei ministeri; la legge costituzionale per il presidenzialismo
regionale che introduce l'elezione diretta dei presidenti e l'autonomia
statutaria delle regioni; il decreto legislativo delegato sul federalismo
fiscale e, infine, la definitiva controriforma costituzionale sull'ordinamento
federalista della Repubblica (8 marzo 2001) che sancisce nella massima legge
dello Stato il principio liberista e cattolico della "sussidiarietà'' e la
frantumazione dell'Italia attraverso il federalismo fiscale.
Vanno inoltre ricordate la controriforma dei servizi segreti in base alla quale
i servizi dipendono direttamente dal premier, diminuiscono i controlli del
parlamento e gli agenti possono violare la legge e quella fondamentale dell'arma
dei carabinieri che viene promossa a quarta forza armata con pericolosi poteri
di pubblica sicurezza e polizia militare e soprattutto alla diretta dipendenza
del presidente del consiglio.
Il governo ha tentato anche, in questo caso vanamente, di giungere a una nuova
legge elettorale e in tal senso ha approvato nel febbraio '99 una proposta di
legge fascista che prevedeva un maggioritario a doppio turno "eventuale''.
UNA POLITICA ECONOMICA E FINANZIARIA FEROCEMENTE ANTIPOPOLARE
Per sostenere l'entrata dell'Italia nell'Euro e la competitività del
capitalismo italiano in Europa e nel mondo, i governi di "centro-sinistra''
non hanno esitato a torchiare all'inverosimile i lavoratori e le masse.
In cinque anni fra leggi finanziarie e manovre aggiuntive sono stati estorti
alle masse ben 148 mila miliardi di lire fra maggiori entrate e tagli alla spesa
sociale, assistenziale, sanitaria e previdenziale. Senza contare i continui
rialzi delle tariffe controllate che hanno pesato enormemente sui bilanci
familiari per servizi e beni di prima necessità come acqua, luce, gas,
telefono, fognature, rifiuti. Inoltre, in base al federalismo fiscale, non si
contano più i balzelli locali finanche le addizionali Irpef per regioni e
comuni introdotte proprio in questi anni.
Al contrario, generosi sono stati i regali alle imprese e ai padroni: dalla
proroga del condono previdenziale, all'introduzione della Dual income tax (Dit)
che riduce le tasse alle imprese, agli incentivi alla rottamazione delle auto,
agli sgravi fiscali e alle agevolazioni per le imprese che decidono di investire
al Sud.
In questo quadro e nel quadro della cancellazione dello "Stato sociale'' e
della privatizzazione dei servizi sociali, si possono annoverare anche le misure
via via assunte dai vari governi di "centro-sinistra'' a favore del
"terzo settore'', nonché quelle misure volte ad agevolare la previdenza
integrativa che stenta a decollare attraverso agevolazioni fiscali e lo scippo
del Tfr, ossia delle liquidazioni.
IL RECORD DELLE PRIVATIZZAZIONI
I governi di "centro-sinistra'' hanno realizzato il non meritevole record
mondiale delle privatizzazioni superando di gran lunga la Gran Bretagna della
Thatcher e di Blair. In cinque anni quasi tutte le più importanti aziende
pubbliche sono state svendute ai privati creando montagne di profitti, almeno
110.000 "esuberi'', cioè lavoratori licenziati o in via di licenziamento e
soprattutto la perdita del controllo da parte dello Stato di importanti servizi
come l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti.
Uno dei primi atti del governo Prodi è stata la privatizzazione della terza e
ultima tranche di azioni dell'Ina (21.6.96). A seguire, la terza e ultima
tranche dell'Imi. Poi è stata la volta della Stet, con lo scorporo e la vendita
della Seat, la società che gestisce le "pagine gialle''. Il PRC prima si
dice contrario, poi si allinea alla maggioranza. La Stet viene successivamente
incorporata nella Telecom il cui pacchetto azionario pubblico viene messo in
vendita nell'ottobre '97.
Intanto, nel luglio '96, si dà attuazione alla privatizzazione dei servizi
pubblici locali attraverso la costituzione di società per azioni in cui i
Comuni possono partecipare solo con quote minoritarie. Il 21 aprile '99, il
governo D'Alema approva un disegno di legge che privatizza definitivamente i
servizi pubblici locali. Tutte le aziende municipalizzate (ossia aziende
speciali e i consorzi gestiti direttamente dai comuni) che erogano in regime di
monopolio acqua, gas, elettricità, trasporti urbani, rifiuti urbani vengono
trasformate in "imprese''.
è poi la volta dell'Iri, i cui pezzi più pregiati Alitalia, Autostrade,
Finmeccanica, Fincantieri e Aeroporti di Roma vengono a uno a uno messi sul
mercato, fino alla sua liquidazione che avviene il 28 giugno 2000.
Il 16 aprile '97 viene privatizzato l'Istituto San Paolo di Torino. Il 16
gennaio '98 viene approvato il decreto legislativo che liberalizza il commercio
abolendo licenze e regole di orario. Viene poi liberalizzata la telefonia fissa
(16.2.98) e l'energia elettrica che porterà in breve tempo (il 25.10.99) alla
privatizzazione dell'Enel.
Il decreto legislativo del 19.5.00 mette fine al monopolio dell'Eni sul gas.
La legge sulla Tv (legge Maccanico) approvata anche con il voto del PRC, che
peraltro ha fatto salve le reti di Berlusconi, va nel senso della
privatizzazione della Rai. Passi decisivi sono stati compiuti anche verso la
privatizzazione delle Ferrovie (decreto del 27.3.98) e dell'Ente Poste
trasformato in Spa il 16.1.98.
D'Alema arriva anche a vendere i beni demaniali ai privati, fra cui il Foro
italico e lo Stadio olimpico.
SELVAGGIA LIBERALIZZAZIONE DEL "MERCATO DEL LAVORO'' E ATTACCO AI
DIRITTI SINDACALI
Oltre ai regali fiscali e alle privatizzazioni i governi di "centro-sinistra''
hanno portato in dono ai capitalisti la piena liberalizzazione e privatizzazione
del "mercato del lavoro'' all'insegna della famigerata "politica dei
redditi'', del "patto sociale'' e del supersfruttamento.
Si inizia il 24 settembre 1996, quando governo, confederazioni padronali e
vertici sindacali siglano un "patto sul lavoro'' in continuità e andando
oltre l'accordo del 23 luglio '93 di Amato che cancellava la scala mobile e
inaugurava la "politica dei redditi''. Il "patto'' di Prodi prevede
flessibilità sul lavoro e sui salari, lavoro precario, "lavori socialmente
utili'', "salario d'ingresso'', "contratti d'area'', contratti
formazione-lavoro, lavoro in affitto (interinale), estensione dell'apprendistato
a tutti i settori, stage, la privatizzazione del collocamento, sgravi fiscali e
previdenziali alle aziende.
A distanza di pochi mesi, il 18 giugno '97, viene approvata la legge Treu, con i
voti del PRC, che sulla base del "patto'' sancisce la completa
deregolamentazione del "mercato del lavoro'' e la sua progressiva
privatizzazione.
Nello stesso quadro il 1• ottobre 1998 viene approvato il decreto legislativo
per l'istituzione dell'Agenzia "Sviluppo Italia'' che nella sostanza
liberalizza e deregolamenta il "mercato del lavoro'' al Sud.
Nel frattempo viene privatizzato il collocamento (decreto legislativo del
23.12.97 e decreto attuativo del 13.5.98).
Nel luglio '98, in barba alla promessa sulla riduzione dell'orario di lavoro a
35 ore, viene prorogato e peggiorato il regime degli straordinari attraverso un
decreto governativo.
Il 28 novembre 1998 viene approvata la "riforma'' dei "Lavoratori
socialmente utili''. Gli Lsu vengono trasformati in strumenti attivi del
"mercato del lavoro'', ossia viene istituzionalizzato il lavoro nero,
precario e sottopagato.
Il 22 dicembre 1998 viene siglato un nuovo "patto sociale'', il cosiddetto
"patto di Natale'', fra governo D'Alema, associazioni padronali e sindacati
sempre all'insegna della flessibilità e del supersfruttamento.
La mannaia del governo si abbatte sul pubblico impiego, anche in virtù della
controriforma federalista Bassanini della pubblica amministrazione. Si inizia
col blocco delle assunzioni e delle liquidazioni per sei mesi nel pubblico
impiego stabilito nella finanziaria '97. Poi il primo accordo governo-sindacati
del 12.3.97 introduce la flessibilità selvaggia e le "gabbie salariali''.
I contratti della sanità e della scuola vengono chiusi all'insegna della
privatizzazione del rapporto di lavoro. Il 10 agosto 2000 viene firmato
l'accordo governo-sindacati che introduce nel pubblico impiego persino il lavoro
temporaneo e interinale.
Il 24 aprile 2000 viene approvato un decreto legislativo sullo status di
disoccupato che costringe i disoccupati ad adattarsi totalmente alle leggi del
mercato capitalistico.
In una simile politica antioperaia e antisindacale non poteva mancare l'ennesimo
attacco al diritto di sciopero con l'approvazione definitiva il 4 aprile 2000 di
una nuova legge antisciopero nei "servizi pubblici essenziali'', che
peggiora quella fascista del 1990. Un'approvazione favorita dalla rinuncia
all'ostruzionismo parlamentare da parte del PRC.
Peraltro, il disprezzo del diritto di sciopero e dei diritti sindacali dei
lavoratori era già stato mostrato in particolare dal governo D'Alema allorché
fu siglato il patto con i padroni e il sindacato che cancellava di fatto il
diritto di sciopero durante il giubileo, le precettazioni dei ferrovieri e del
personale di volo, nonché il rifiuto di costituirsi in giudizio contro i
referendum liberticidi, antioperai e antisindacali dei radicali, poi
fortunatamente falliti.
CANCELLATO LO "STATO SOCIALE''
I governi di "centro-sinistra'' hanno dato dei colpi mortali allo
"Stato sociale'' cancellando di fatto il diritto universale alla salute,
all'assistenza e alla previdenza pubbliche e attuando una politica
privatizzatrice e di stampo familista.
Già nel giugno '97 si apre la trattativa fra governo, sindacati e Confindustria
sulla "riforma'' dello "Stato sociale'' con l'obiettivo di tagliare la
spesa sociale e la partecipazione dello Stato alla gestione della previdenza,
della sanità, dell'assistenza e del "mercato del lavoro''.
I primi risultati sono l'accordo governo-sindacati sulle pensioni del 1•
novembre 1997 per completare e accelerare la controriforma Dini e il
maxiemendamento alla finanziaria '98, con tagli strutturali alla spesa sociale,
che viene definitiva una vera e propria "riforma''.
Il 27 marzo 1998, un decreto legislativo introduce l'Ise (Indicatore della
situazione economica), ossia il cosiddetto "riccometro'' che cancella
l'universalità del diritto alla sanità, alla previdenza, all'assistenza e
all'istruzione. Sulla stessa scia e in base allo stesso criterio, il 3 novembre
1998 il governo vara anche il "sanitometro'' con i voti del PRC.
Il 12 giugno 1998 viene introdotto il "reddito minimo di inserimento'',
un'elemosina che prefigura uno "Stato sociale'' residuale e dei poveri.
Alla fine del '98 prende avvio, con il voto favorevole del PRC, anche la "riforma''
delle locazioni con la quale il governo liberalizza il mercato degli affitti e
cancella l'"equo canone''.
Fra il '99 e il 2000 giungono in porto altri provvedimenti fondamentali
all'insegna della privatizzazione dei servizi e del familismo neofascista e
cattolico ormai sposati indissolubilmente dal "centro-sinistra''.
Il 9 marzo '99 viene approvato il disegno di legge che cancella l'asilo nido
pubblico. Il 18 giugno '99 viene approvata la controriforma della sanità
elaborata dalla Bindi che peggiora all'insegna della privatizzazione,
aziendalizzazione e regionalizzazione le "riforme'' precedenti.
L'8 marzo 2000 viene definitivamente approvata dal parlamento la legge sui
congedi parentali che a ragione viene definita la prima legge organica di stampo
familista. Infine, il 18 ottobre 2000, viene approvata dal parlamento la legge
quadro sull'assistenza che dà l'ultimo colpo demolitore allo "Stato
sociale'' e al diritto universale ai servizi sociali e all'assistenza
privatizzandoli e scaricandoli sulla famiglia e le donne.
SCUOLA E UNIVERSITA' DELLA SECONDA REPUBBLICA
Particolarmente solerti sono stati i governi di "centro-sinistra'' nel
completare e accelerare l'attuazione delle controriforme scolastica e
universitaria.
Si parte con il decreto del 25 luglio '96 che legalizza e generalizza il numero
chiuso per gli accessi all'università già previsto nella legge 341/90.
Con la "riforma'' Bassanini della Pubblica amministrazione viene concessa
l'"autonomia scolastica''. Nel novembre '96, prende il via la "riforma''
degli esami di Stato che sarà varata definitivamente nell'autunno '98.
La scuola della seconda repubblica prende completamente volto nei primi mesi del
2000 quando arrivano in porto la legge quadro sul "riordino dei cicli
scolastici'' (approvata definitivamente il 2.2.2000) che penalizza i figli del
popolo, ripristina l'avviamento al lavoro e asserve la scuola direttamente ai
capitalisti, e la legge sulla "parità scolastica'' (approvata
definitivamente il 2.3.2000) da sempre invocata dalla destra e dal Vaticano, che
equipara le scuole private a quelle pubbliche.
Il decreto Zecchino del febbraio 2000 e il decreto attuativo del regolamento
sull'"autonomia didattica'' dell'agosto 2000 completano invece la
controriforma universitaria inaugurata nel '90 da Ruberti.
CANCELLATE LE PREGIUDIZIALI ANTIFASCISTA E ANTIMONARCHICA
Si deve anche ai governi dell'Ulivo la caduta della pregiudiziale antifascista e
antimonarchica. Rientrano in questo quadro le celebrazioni del gerarca fascista
Italo Balbo a Roma, alla presenza del sottosegretario alla difesa Massimo
Brutti, l'acquisto per 4 miliardi delle carte del vate del fascismo Gabriele
D'Annunzio, il cordoglio governativo per la morte di Maria José di Savoia.
Del resto, il secondo governo D'Alema annovera fra i suoi membri il fascista
Romano Misserville come sottosegretario alla difesa in quota Udeur, anche se poi
questi si dimette per non nuocere al governo che giudica di destra.
Non stupisce che il 12 novembre 1998 fra i reati "minori'' da depenalizzare
il guardasigilli Oliviero Diliberto (PdCI) inserisca anche l'apologia del
fascismo.
L'atto più qualificante a favore dei monarchici, lo compie il governo Prodi nel
maggio '97 quando approva un disegno di legge per abrogare i primi due commi
della XIII disposizione finale della Costituzione, quelli che vietano il rientro
in Italia ai Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi e
impediscono loro il diritto di voto e l'accesso alle cariche pubbliche. Disegno
poi arenato in parlamento.
Anche "Gladio'' e i golpisti hanno conosciuto con l'Ulivo momenti di
gloria. Tant'è che il governo D'Alema nasce con il sostegno determinante del
capo dei gladiatori Cossiga e il governo riconosce in parlamento il grado di
"patrioti'' ai gladiatori. Mentre al golpista Edgardo Sogno vengono
accordati i funerali di Stato dal governo Amato.
LA POLITICA DEL MANGANELLO
Col "centro-sinistra'' al governo è ritornato in auge anche il manganello,
come ai tempi di Mussolini, Scelba e Craxi.
è impossibile dar conto del numero delle manifestazioni operaie, giovanili,
studentesche e popolari che sono state brutalmente e selvaggiamente caricate
dalle "forze dell'ordine'' in questi cinque anni dal Nord al Sud del Paese.
Ne ricordiamo solo alcune. 13 settembre '96, cariche contro la manifestazione
antileghista a Torino; febbraio '97, cariche contro i lavoratori Lsu e
disoccupati a Napoli e contro i lavoratori delle pulizie a Roma; marzo '97,
ancora cariche contro i lavoratori delle pulizie a Roma; giugno '97, violente
cariche duranta la manifestazione antisecessionista; autunno '97, repressione
contro gli studenti a Lecce, Milano, Roma, Massa e Genova, cariche contro gli
antifascisti romani che protestavano contro la commemorazione della "marcia
su Roma'', contro gli allevatori che protestano contro le quote latte nel
bresciano e nel vicentino e contro gli ambulanti "abusivi'' a Milano;
gennaio '98, cariche contro gli studenti a Napoli e sgombero dell'università a
Roma; maggio '98, cariche contro gli operai dell'Alfa di Pomigliano d'Arco
(Napoli); luglio '98, cariche contro i lavoratori della "Belleli Off-shore''
di Taranto e le lavoratrici Postalmarket a Milano; ottobre '98, cariche contro
la popolazione di San Giusto a Prato che protesta contro la discarica, contro i
forestali a Catanzaro, contro gli studenti di Torino e gli antirazzisti di
Trieste; novembre '98, cariche contro gli studenti antifascisti a Firenze e gli
studenti di Milano; dicembre '98 cariche contro gli studenti che contestano il
premier D'Alema a Lecce e sgombero di sette istituti a Catania. Per tutto il
1999 e il 2000 si susseguono ripetute e selvagge cariche poliziesche a Napoli
contro i disoccupati e Lsu. Dicembre '99 cariche agli studenti di Firenze che
contestano le celebrazioni dell'ideologo del fascismo Giovanni Gentile; gennaio
2000, la polizia carica gli antirazzisti a Ponte Galeria (Roma), Genova, Trapani
e Milano che manifestano per la chiusura dei lager per immigrati; maggio 2000,
cariche contro i giovani dei centri sociali che manifestano contro il raduno di
"Forza nuova'' a Bologna; giugno 2000 cariche contro gli antimperialisti
che manifestano contro la Conferenza Ocse a Bologna; luglio 2000, cariche ai
contestatori del nazista Haider a Jesolo; novembre 2000, cariche contro gli
antifascisti di Milano; dicembre 2000, cariche contro i giovani bloccati a
Ventimiglia che volevano raggiungere Nizza per protestare contro il vertice Ue e
contro gli antifascisti romani che manifestavano contro la visita del nazista e
razzista Haider; marzo 2001, sgombero forzato delle facoltà occupate a Roma e
repressione selvaggia dei 30 mila manifestanti contro il Global forum a Napoli.
I governi di "centro-sinistra'' hanno fatto propria fino in fondo la parola
d'ordine della destra sulla "sicurezza''. Il 27 settembre 1999, per la
prima volta dal dopoguerra un capo di governo ha convocato un vertice delle
"forze dell'ordine''. Su iniziativa del governo è stata anche approvata
una legge fascista sulla "sicurezza''.
LA CORRUZIONE E LA MAFIA IMPERANO
I governi di "centro-sinistra'' non sono brillati nemmeno per "moralità''.
Nel marzo '98 il sottosegretario agli Interni Angelo Giorgianni (RI) viene
accusato di collusione mafiosa ed è costretto a dimettersi. Nell'aprile '99
viene arrestato il sottosegretario al Tesoro Stefano (Nuccio) Cusumano (Udr) per
collusione mafiosa. Nel '99 vengono condannati per abusivismo edilizio Franco
Bassanini (vice di D'Alema) e Vincenzo Visco (ministro delle Finanze). Nel
settembre '99 esplode lo scandalo della "missione Arcobaleno'', fiore
all'occhiello del governo interventista D'Alema.
Nel gennaio '97, Prodi e Flick approntano un disegno di legge sul
"patteggiamento allargato'', che rappresenta un vero e proprio colpo di
spugna su tangentopoli. Il 26 gennaio 2000 viene varata la commissione per
cancellare tangentopoli proprio come voleva Craxi.
Con un emendamento collegato alla Finanziaria '97 vengono abbonati 300 miliardi
di tasse arretrati a ex parlamentari e consiglieri regionali. Nel dicembre '96
il parlamento restaura la legge sul finanziamento pubblico dei partiti.
Nel marzo '97, con decreto ministeriale viene aumentato del 10% lo stipendio a
sindaci, presidenti di provincia e delle aziende speciali, assessori e
consiglieri. Nell'ottobre '97 lo stipendio dei ministri viene equiparato a
quello d'oro dei parlamentari. Quadruplicato lo stipendio dei ministri "tecnici'',
ossia non parlamentari.
Nel 1998 il governo decide l'acquisto di 2 jet presidenziali da 150 miliardi e
Prodi si triplica il fondo-spese di rappresentanza.