Chi è Aurelio Misiti
UN RINNEGATO, L'UOMO DI BERLUSCONI PER IL PONTE DI MESSINA

Uno dei cinque "saggi'' che dovrà riferire direttamente a Berlusconi sull'andamento delle grandi opere pubbliche del Sud (opere che secondo quanto dichiarato dal neoduce "se ci fosse una dittatura ... si realizzerebbero in un batter d'occhio''), è Aurelio Misiti.
Ma chi è questo calabrese, professore di ingegneria idraulica, già preside della facoltà di ingegneria a La Sapienza di Roma, assurto alla carica di uomo di fiducia di Berlusconi per il Ponte di Messina? Intanto c'è da dire che Misiti arricchisce la collezione dei rinnegati del comunismo finiti sul libro paga del neoduce Berlusconi.
Misiti nasce politicamente nel PCI calabrese. Alla fine degli anni '60 diviene sindaco del PCI di Melicucco, paese di braccianti nella piana di Gioia Tauro. Dopo, a Roma, fa il primo salto e diviene segretario nazionale della Cgil-Scuola. Poi una breve pausa e rispunta assessore a Roma in una giunta del socialista Carraro.
Il grande salto lo fa nel 1994 con il primo governo del neoduce Berlusconi. Grande sponsor del Ponte di Messina Misiti deve al neoduce la sua ascesa al potere con la nomina a Presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Una investitura che gli è sufficiente per conquistarsi il sostegno di potentissime lobby, che gli permetteranno di far miseramente naufragare i tentativi dei ministri dei Lavori Pubblici dei successivi governi, in primis Bordon e poi Nesi, di mandarlo via. A tutt'oggi mantiene quella carica.
Che Misiti goda di protezioni veramente potenti e in parte misteriose, lo dimostra l'emblematica vicenda nella Regione Calabria. Prima è in pista come possibile candidato di "centro-sinistra'', ma quando la cosa salta e la spunta Nuccio Fava, si racconta che a Roma andavano dicendo a quest'ultimo che la prima cosa che avrebbe dovuto fare una volta eletto era quella di nominare Misiti assessore. Le elezioni le vince però il "centro-destra'' di Chiaravalloti. Ma guarda caso tra i primi atti del neogovernatore c'è la nomina ad assessore ai Lavori Pubblici, poltrona carica di miliardi da gestire, proprio del Misiti. Una poltrona a cui si è abbarbicato, e che non intende mollare, nonostante le richieste delle "opposizioni'' e perfino del "centro-destra'' che lo vedono come il fumo negli occhi per faide interne e soprattutto per le sue velleità di conquistare la Regione facendo fuori l'attuale presidente Chiaravalloti.