I mujaheddin non vogliono le
truppe britanniche in Afghanistan
L'ex presidente Rabbani si
insedia a Kabul
Le forze dell'Alleanza del
nord dopo la presa della capitale Kabul hanno conquistato il controllo di gran parte
dell'Afghanistan; la difesa delle forze talebane si è concentrata nella città
settentrionale di Kunduz, completamente accerchiata dai mujaeddin, e nella città
meridionale di Kandahar e zone circostanti. La Casa Bianca ha ignorato le richieste di
resa avanzate dai responsabili talebani delle due città e continuato a bombardarle a
tappeto con gli aerei. Sotto i bombardamenti "mirati'' sono finiti anche il villaggio
di Khanabad, un deposito del programma alimentare dell'Onu e una moschea a Khowst, un
villaggio vicino al confine con il Pakistan con l'uccisione di diversi civili.
Il 17 novembre è tornato a Kabul l'ex presidente Burhanuddin Rabbani, insediatosi nel
1992 al termine della cacciata delle truppe russe e costretto a lasciare la capitale nel
1996 dalle forze talebane. Rabbani è anche il capo dell'Alleanza del nord, costituita
dalle varie minoranze del paese (tagichi, uzbechi, hazari sciiti). In una conferenza
stampa ha sostenuto di "vedere con favore l'istituzione di un nuovo governo unitario
il più presto possibile'' e ha dichiarato di essere disposto ad accettare le decisione di
una eventuale "Loya Jirga'', la grande assemblea delle tribù e dei saggi del paese,
comprendente anche rappresentanti dell'etnia maggioritaria pashtun, convocata per decidere
del futuro governo; una riunione che vorrebbe si tenesse a Kabul e non fuori dal paese
come deciso da Usa e Onu che con gli altri paesi imperialisti vogliono decidere il futuro
governo.
Alle forze americane e britanniche si stanno per aggiungere altri contingenti francesi,
italiani e tedeschi, dopo il voto favorevole del parlamento di Berlino, che puntano a
spartirsi il paese in zone di controllo, sul modello del Kosovo, per "garantire la
pace'' e la distribuzione degli aiuti umanitari. I primi soldati inglesi erano arrivati il
14 novembre nella base aerea di Bagram appena abbandonata dalle forze taleban. E i
mujaheddin hanno subito dichiarato che non vogliono le truppe della ex potenza coloniale
inglese nel paese.
L'Alleanza del nord ha chiesto a Londra di ritirare gran parte dei membri delle forze
speciali che hanno occupato l'aeroporto. Il governo del laburista guerrafondaio Blair ha
risposto che la presenza dei corpi speciali a Bagram è necessaria per "garantire il
regolare svolgimento delle operazioni umanitarie'' e che presto il contingente sarebbe
cresciuto fino a un migliaio di soldati. Il capo dei servizi dell'Alleanza ha denunciato
la proposta inglese: "se gli uomini servono per garantire le operazioni umanitarie,
allora bastavano pochi civili. Non si capisce perché sono arrivate le truppe scelte di
sua maestà britannica e senza alcun preavviso. Quindici soldati possono restare, gli
altri ottantacinque devono andare via''. Anche il responsabile dell'Alleanza del nord che
ha conquistato la città occidentale di Herat ha contestato la presenza dei soldati
britannici a Bagram e dichiarato che la conquista delle altre città controllate dai
talebani spetta ai mujaheddin.
L'imperialismo americano ha stoppato la dislocazione di nuovi contingenti inglesi presso
Kabul e delle truppe francesi a Mazar-I-Sharif in attesa della conferenza convocata a
Berlino sui negoziati per la formazione del nuovo governo.
Nel frattempo continua la caccia al terrorista Osama Bin Laden e prepara i piani per
l'attacco ad un altro paese della lunga lista di quelli accusati di appoggiare il
terrorismo; nell'ultima settimana si sono moltiplicate le dichiarazioni
dell'amministrazione americana contro l'Irak. Secondo il segretario di Stato americano, la
"colomba'' Powell, la guerra "durerà fin quando ci saranno i centri che
appoggiano il terrorismo, ovunque essi siano nel mondo''. La "lunga guerra'' al
terrorismo lanciata dall'imperialismo minaccia dunque di allargarsi ad altri paesi.
21 novembre 2001
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