In occasione della consegna dei premi David di Donatello e De Sica
Napolitano attacca il '68


L'ultimo e più velenoso attacco al grandioso movimento rivoluzionario che percorse tutta la società italiana nel '68 è avvenuto in occasione della consegna, il 1° dicembre al Quirinale, dei premi David di Donatello e De Sica a registi ed attori. Ne è autore l'attuale presidente della Repubblica, il rinnegato Giorgio Napolitano, ex esponente dell'ala "migliorista'' (la più a destra), del vecchio PCI revisionista.
L'attacco è contenuto nell'intervento di Napolitano che, riferendosi ai movimenti di contestazione anticapitalista che nel '68 investirono anche il mondo del cinema, dell'arte e della cultura, ha detto fra l'altro: "Era, quella, l'epoca - qualcuno lo ricorderà di persona - dei movimenti di contestazione della fine degli anni Sessanta, movimenti che avevano investito anche istituzioni culturali come la Biennale di Venezia; ed era un'epoca, o una stagione, che aveva le sue ragioni e la sua forza vitale, e anche i suoi schematismi e i suoi furori''. E dopo quest'ultima stoccata avvelenta, Napolitano ha aggiunto: "Possiamo ora guardare con maggiore serenità a quelle lontane vicende e alle persone che vi furono coinvolte, senza tendere a negare le ansie di rinnovamento che naturalmente si riproducono, ed è bene che si facciano sentire, ma liberandoci da ogni residuo di impostazioni troppo parziali o puramente negative''.
Quindi, in conclusione, il suo "messaggio'' agli ex giovani sessantottini di ieri è questo: riponete nel libro dei ricordi il '68, magari mettetelo anche in cornice, dopotutto quella è stata la vostra giovinezza. Però, siate seri, ora basta. Siete tutti cresciuti e adulti; quello che è stato possibile allora, oggi non lo è più. Liberatevi definitivamente da quegli "schematismi e furori" di allora e tornate a servire ed esaltare la società capitalista e i suoi "valori".
Mentre ai giovani di oggi, che si affacciano alla vita ed alla politica, in un'Italia devastata dal capitalismo e dal berlusconismo, egli offre come unica alternativa quella di conformarsi passivamente alla seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista, della quale egli si erge a guardiano e che non a caso lo ha premiato assegnandogli il suo scranno più alto.

13 dicembre 2006