Vergognoso sostegno del nuovo Vittorio Emanuele III al nuovo Mussolini
Napolitano: "Bene se il governo va avanti"

Giorgio Napolitano apprezza, sostiene e incoraggia la decisione del neoduce Berlusconi di accantonare l'ipotesi di elezioni anticipate subito per proseguire invece con questo governo fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2013. Il nuovo Vittorio Emanuele III lo ha sottolineato con grande soddisfazione il 14 settembre durante una visita ufficiale a Salerno, come a rivendicare un suo personale merito nell'avere sempre auspicato e lavorato in silenzio per questo sbocco "positivo" alla crisi che per diverse settimane ha scosso il PDL e la stabilità della maggioranza, con lo scontro tra Berlusconi e Fini che ha messo in forse la prosecuzione della legislatura e alimentato le tentazioni da parte di Berlusconi e Bossi di rovesciare il tavolo andando subito alle elezioni anticipate.
Durante la fase più acuta di questo scontro c'erano state tensioni anche col Quirinale, su cui forte si era fatta la pressione del neoduce e dei suoi uomini per ottenere una sorta di assicurazione preventiva allo scioglimento delle Camere e alla proclamazione delle elezioni in caso di caduta forzata o volontaria del governo. Tensioni poi rientrate una volta che Berlusconi ha deciso alla fine di rimandare la carta elettorale per tentare di andare avanti con questa maggioranza, magari rinforzandola comprando voti tra i "centristi" in parlamento.
Ora, a bocce finalmente "ferme", Napolitano dice la sua registrando non senza una punta polemica che le cose sono approdate esattamente all'esito che lui si augurava e non allo scioglimento della legislatura che molti nella maggioranza pretendevano da lui: "Avevo già positivamente notato come il tema del Sud fosse stato indicato dal Presidente del Consiglio come uno dei punti chiave per il rilancio dell'azione di Governo e dunque del Parlamento in questa legislatura. Ma su tutto gravava l'incognita di una traumatica interruzione della vita delle Camere elette nell'aprile del 2008", ha detto Napolitano a un certo punto del suo discorso introducendo il tema del governo e delle ultime decisioni di Berlusconi. E ha subito aggiunto: "Il fatto che negli ultimi giorni si sia manifestata crescente fiducia nella possibile prosecuzione dell'attività governativa e parlamentare segna per me, sia chiaro, un'evoluzione auspicabile e costruttiva. A metà agosto avevo suggerito, con una breve intervista a conclusione di una altrettanto breve vacanza, una riflessione per tutte le forze politiche sull'interrogativo relativo a quali potessero essere le conseguenze per il Paese del precipitare della situazione verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale".
Con ciò l'inquilino del Quirinale vuole sottolineare due cose: che Berlusconi fa benissimo a voler prolungare la vita del suo governo neofascista e che questa soluzione lui l'aveva già caldeggiata a metà agosto, mentre da parte del premier prevaleva nettamente la voglia di elezioni anticipate. Su questo secondo punto Napolitano si è voluto prendere una piccola rivincita morale, ricordando ironicamente che "si sono invece succeduti per settimane, ogni giorno, interventi orientati in tutt'altro senso, in allusiva polemica (allusiva e non sempre garbata) nei miei confronti. Mi si è così premurosamente spiegato come il ricorso al popolo - ovvero alle urne - sia il sale della democrazia e il balsamo per tutte le sue febbri e si è mostrato stupore per il fatto che il Presidente della Repubblica non apparisse pronto, con la penna in mano, a firmare un decreto di scioglimento delle Camere".
Ma al di là delle picche e ripicche personali, quel che conta è che tra i due ora c'è di nuovo piena intesa politica come ad inizio legislatura, e che il nuovo Vittorio Emanuele III è pronto a dare al nuovo Mussolini e al suo governo neofascista tutto il suo appoggio affinché vada avanti fino a portare a termine il suo programma di terza repubblica. Anche perché egli non vede per ora all'orizzonte una maggioranza alternativa e un altro leader che possano farlo. E particolarmente vergognoso appare questo sostegno se si pensa che esso viene offerto a un premier e ad un governo che cercano di andare avanti grazie a un'indecente campagna acquisti di parlamentari trasformisti, inquisiti e finanche mafiosi come Cuffaro e i suoi uomini, e i cui più urgenti provvedimenti non saranno certo quelli per il Mezzogiorno di cui Napolitano cianciava a Salerno, bensì quelli per salvare Berlusconi dai processi, come il nuovo "legittimo impedimento" e il nuovo Lodo Alfano.
Al nuovo Vittorio Emanuele III preme salvare la legislatura e il governo Berlusconi non soltanto per via della crisi economica e del "vuoto politico" che le elezioni creerebbero, come ha detto a Salerno, ma anche perché gli preme al di sopra di tutto che non si interrompa il processo di "riforme istituzionali" per portare a compimento la terza repubblica capitalista, neofascista, federalista e interventista. In particolare il federalismo e il presidenzialismo, il primo ormai in dirittura d'arrivo, e il secondo già imposto di fatto dal nuovo Mussolini ma non ancora ufficializzato con la controriforma neofascista della Costituzione.
Questo non l'ha detto a chiare lettere nel suo discorso, ma lo si può capire lo stesso dal passaggio in cui, per spiegare i motivi del suo "apprezzamento per le impegnative valutazioni recentemente espresse dal presidente Berlusconi in ordine alla prosecuzione ed al rilancio dell'attività di Governo parlamentare", ha esaltato il "valore della stabilità politico-istituzionale a cui d'altronde si era ispirata già la riforma elettorale del 1993", e l'importanza di "una durata prestabilita delle legislature parlamentari". In attesa che il presidenzialismo sia scritto nella Costituzione della terza repubblica comportiamoci come se lo fosse e andiamo avanti con questo premier e questo governo completando la legislatura: questa è l'esortazione del rinnegato del Quirinale a tutti i partiti del regime neofascista.

22 settembre 2010