Celebrando al Quirinale la "giornata del ricordo"
Napolitano propaganda le tesi fasciste e anticomuniste sulle foibe
Alemanno e la Meloni minacciano di sospendere insegnanti e presidi che non celebrano la giornata anticomunista

Anche quest'anno il rinnegato Napolitano si è eretto a campione di anticomunismo e di revisionismo storico nel cosiddetto "giorno del ricordo", il 10 febbraio, istituito alcuni anni fa dal parlamento neofascista quasi all'unanimità in memoria delle presunte "vittime delle foibe" e dei cosiddetti "profughi giuliano-dalmati".
Un anniversario, questo, che si propone di cancellare sistematicamente dalla memoria storica del nostro popolo il ricordo della gloriosa Resistenza, criminalizzare gli eroici partigiani e infangare il comunismo. E con ciò riabilitare anno dopo anno il fascismo e le sue sanguinarie imprese nazionaliste e colonialiste, fino a ribaltare completamente e definitivamente la storia del '900, scambiando le vittime per i carnefici e i combattenti per la libertà per assassini e criminali. Non a caso questa infame legge istitutiva è stata voluta e proposta dai fascisti, anche se la "sinistra" borghese ha commesso l'infamia di accettarla e anzi farla propria ed esaltarla, e senza il cui attivo appoggio non sarebbe mai stata approvata.
Si tratta quindi di una sporca operazione revisionista basata su uno sfacciato falso storico, coperto e avallato dai partiti e dai mass-media del regime neofascista, da quelli dell'estrema destra neofascista fino a quelli della "sinistra" borghese, secondo il quale alla fine della seconda guerra mondiale vi sarebbero stati dei "massacri" di decine di migliaia di abitanti di lingua italiana innocenti da parte dei partigiani jugoslavi, che li avrebbero gettati ancora vivi nei crepacci del Carso (foibe). Ma non solo non sono mai emerse prove di tali eccidi di massa, salvo qualche centinaio di morti storicamente accertati, per lo più fascisti e collaborazionisti dei tedeschi e dei repubblichini; ma mentre si criminalizzano la Resistenza e i partigiani comunisti si tace completamente dei veri massacri e crimini di guerra, altrettanto storicamente accertati, compiuti dalle truppe italiane e dalle milizie fasciste durante l'occupazione della Jugoslavia, che casomai sono essi stessi la causa diretta del cosiddetto "esodo" dei profughi giuliano-dalmati alla fine della guerra.
Ma ignorando tutto questo e com'è sua ormai incallita consuetudine, Napolitano ha voluto dare il massimo risalto istituzionale a questa nera e falsa ricorrenza ricevendo al Quirinale i parenti dei cosiddetti "infoibati", affiancato da un trio fascista composto dai caporioni Fini (presidente della Camera), Nania (vice presidente del Senato) e La Russa (ministro della Difesa), dal vice di Berlusconi Gianni Letta, che ha distribuito agli intervenuti medaglie e diplomi, dal nazista Maroni (Interno) e da altri rappresentanti del regime neofascista.
Ai parenti delle "vittime" il rinnegato del Quirinale ha letto un messaggio di saluto in cui ha subito voluto sottolineare come la cerimonia fosse in perfetta continuità con le precedenti e in particolare "con quanto io stesso ho voluto dire fin dalla prima occasione, dopo la mia elezione a Presidente, di celebrazione del Giorno del Ricordo. E che ho voluto dire per spiacevoli e ingiustificate poi abbiano potuto essere alcune reazioni fuori d'Italia alle mie parole pur rispettose di tutti".
Il riferimento è al discorso di tre anni fa, pieno di livore nazionalista e sciovinista nei confronti della ex Jugoslavia, che sollevò la giusta protesta del presidente Croato Mèsic, e che Napolitano continua ostinatamente a rivendicare invece come giusto e appropriato. E non si è limitato solo a questo ma ha voluto anche "rinnovare l'impegno" contro "l'oblìo e anche contro forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato" e la sua "vicinanza" alle famiglie delle "vittime innocenti di orribili persecuzioni e massacri". Ha voluto cioè dare la massima enfasi al falso storico su cui è basato questo nero anniversario. Avrebbe anche potuto smorzare i toni, magari dare ipocritamente un colpo al cerchio e uno alla botte accennando alle vittime "dall'una e dall'altra parte" causate dalla "tragedia della guerra" e cose del genere. E invece Napolitano ha scelto di sponsorizzare attivamente e zelantemente la vergognosa versione nazionalista, patriottarda e fascista degli "italiani brava gente" e dei partigiani comunisti jugoslavi "assassini".
E mentre al Quirinale si avallava questo falso storico, in Campidoglio il sindaco fascista Alemanno e la ministra fascista della gioventù del littorio, Giorgia Meloni, invocavano una "commissione che verifichi la correttezza dei libri di testo, utilizzati a scuola sulla storia del Novecento", avanzando anche la minaccia di "sospendere insegnanti e presidi che non celebrano il giorno del ricordo".

17 febbraio 2010