Manifestazione contro la visita del nuovo Mussolini
Il neoduce Berlusconi a Catania? No grazie!
Il PMLI ha impresso un carattere rivoluzionario alla protesta

Dal corrispondente della Cellula "Stalin" della provincia di Catania
Il 19 ottobre il maggior esponente del governo della macelleria sociale, il neoduce Berlusconi, ha fatto visita ad una delle sue "roccaforti", Catania, città che ha rappresentato e rappresenta un bacino di voti considerevole per questo regime neofascista.
In occasione di questo "evento" la Catania che riesce ancora ad indignarsi, la Catania che rigetta questo governo antipopolare, è scesa in strada per formare un corteo, partito da piazza Roma e conclusosi a piazzale Asia di fronte alle "Ciminiere", luogo in cui si sarebbe tenuto un convegno presieduto da Berlusconi e la sua cricca (tra i quali il presidente del Consiglio regionale Castiglione e il sindaco nonché neopodestà di Catania Stancanelli).
Un corteo arrabbiato al quale hanno aderito l'Arci, l'associazione Open Mind, il Movimento Studentesco Catanese, il cpo Experia, Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, il Partito dei Comunisti Italiani e il PMLI che, con alcuni militanti e simpatizzanti della Cellula "Stalin" della provincia di Catania ha impugnato armi affilatissime quali sono le bandiere del Partito e l'ormai celebre e apprezzato (anche dai partiti revisionisti catanesi) manifesto che auspica un nuovo 25 Aprile e ha alzato il carattere rivoluzionario della protesta.
I marxisti-leninisti catanesi si sono uniti alla manifestazione perché saturi di una politica del governo nazionale che si ripercuote nella città, da anni in perenne crisi economica, degradata, in mano al malaffare, alla disoccupazione e allo sfruttamento. Un governo razzista e xenofobo che ispirato dalla Lega viene a parlare di federalismo, proprio qui in Sicilia, regione che insieme al resto del Sud Italia subirà maggiormente questo tipo di politica.
La conclusione del corteo di fronte alle "Ciminiere" ha allo stesso tempo rappresentato il luogo di un presidio anti-berlusconiano dal quale sono volate parole d'ordine come "Berlusconi, Bossi e Fini farete la fine di Mussolini", "Noi la crisi non la paghiamo, ve la creiamo", "Se non cambierà lotta dura sarà" ed altre. Una combattiva marocchina ha ricordato gli omicidi dei quali lo Stato si è macchiato, come nel caso di Stefano Cucchi (ad un anno dalla scomparsa), mentre i compagni della Cellula "Stalin" ornavano le barricate "antimanifestanti" con due bandiere con falce e martello del PMLI.
Il presidio si è concluso senza che il nuovo Mussolini abbia dato mostra di sé. La folla ha potuto sfogare la proprio rabbia solo per pochi attimi, quando il nero sindaco di Catania, Stancanelli, ha lasciato il convegno.
La Cellula "Stalin" della provincia di Catania del PMLI dà un giudizio positivo della protesta, nonostante il numero di partecipanti (circa mille). In primo luogo per il segnale dato alle istituzioni borghesi locali e nazionali, in secondo luogo perché registra l'avvicinamento di un nuovo compagno pronto a scendere in campo sotto le uniche bandiere che rappresentano il proletariato italiano, quelle marxiste-leniniste del PMLI.

27 ottobre 2010