Convocati dal PCN (maoista)
200 mila nepalesi in piazza per l'Assemblea costituente

Oltre 200 mila persone, molte delle quali arrivate a Katmandu dalle regioni perifieriche del paese, hanno partecipato il 2 giugno alla manifestazione indetta dal Partito comunista del Nepal (maoista) a sostegno della richiesta di una nuova Assemblea costituente. È stata la più grossa manifestazione nella capitale nepalese dalla sconfitta del re golpista Gyanendra che il 24 aprile aveva dovuto cedere alla rivolta popolare e ripristinare il parlamento da lui sciolto il 22 maggio del 2002 e rendere i poteri al governo indicato dai sette partiti dell'opposizione parlamentare.
Il corteo ha sfilato per le strade della capitale con striscioni e cartelli che chiedevano una accelerazione del ripristino della democrazia con la convocazione del voto per una nuova assemblea costituente; la nuova costituzione del paese non dovrebbe essere scritta dal parlamento attuale, eletto nel 1999. Il PCN (maiosta) chiede un governo a interim con propri rappresentanti al posto dell'attuale presieduto da Girija Prasad Koirala, leader del partito del Congresso nepalese.
Lo scorso 18 maggio il parlamento nepalese con l'approvazione all'unanimità della risoluzione 2063 si proclamava la suprema autorità di un Nepal laico, con un re ridotto a un ruolo di rappresentanza, privato dei poteri di controllo e di gestione sullo stato. Era la prima conclusione del braccio di ferro tra il re golpista e i partiti dell'opposizione parlamentare che assieme al PCN (maioista) avevano diretto la rivolta popolare; nelle piazze a gran voce si era levata la richiesta di "via il re".
Ai primi di maggio il governo di Koirala aveva revocato lo stato di allerta decretato dal re dieci anni fa per combattere la guerriglia del PCN (maiosta) cui era tolta l'etichetta di "terrorista". Il governo liberava centinaia di ribelli dalle prigioni e apriva inchieste sulla sparizione di decine di arrestati e il 26 maggio iniziava i negoziati col PCN (maoista) per la definizione di un codice di condotta in 25 punti per la convocazione delle elezioni dell'assemblea costituente. La richiesta appoggiata dai 200 mila che hanno sfilato nella capitale il 2 giugno.

14 giugno 2006