Comizio di Nasrallah a Beirut davanti un milione di libanesi
"Nessuno può disarmare Hezbollah"
"Abbiamo riacquistato tutte le capacità militari e organizzative; siamo più forti di prima del 12 luglio"
Nel corso di una grande manifestazione nei quartieri a sud di Beirut per festeggiare la vittoria su Isreale, il leader Hezbollah Hassan Nasrallah ha ribadito che il movimento sciita non deporrà le armi fino a quando il Libano non sarà "uno Stato forte e giusto".
Il 22 settembre nella periferia di Beirut, ancora semidistrutta dai 34 giorni di bombardamenti sionisti, migliaia di manifestanti erano arrivati fin dalle prime ore della mattina nel quartiere di Daiyha. La piazza dove si teneva la manifestazione si è ben presto riempita di bandiere gialle di Hezbollah e delle bandiere nazionali libanesi. Le note degli inni di Hezbollah, le canzoni della resistenza, si sono susseguite inframezzate dagli slogan scanditi dalla folla: "Nasrallah Nasrallah, vittoria divina", " Non ci arrenderemo".
Di fronte a quasi un milione di sostenitori di Hezbollah, cui si sono uniti rappresentanti delle forze politiche alleate, dagli sciiti di Amal ai cristiani del generale Aoun e del tripolino Samir Franjie, Nasrallah ha sottolineato l'importanza della "vittoria storica e strategica" ottenuta da "poche migliaia di mujaheddin" contro "il più forte esercito del Medio Oriente". Ha ringraziato tutti i libanesi, inneggiando alla resistenza libanese come la più forte nel mondo arabo e ha dichiarato che dalla fine del conflitto i partigiani sono aumentati, non diminuiti.
"Oggi celebriamo la nostra vittoria divina, strategica e storica - ha affermato - una vittoria per il Libano, per la Palestina e per tutta la nazione araba contro il Nuovo Medio Oriente predicato da Condoleezza Rice. Abbiamo trasformato i loro soldati (di Israele, ndr) in topi impauriti. La resistenza libanese deve essere presa come esempio nel mondo islamico. Nessun esercito del mondo potrà mai disarmarci fino a quando il Libano non diventerà uno Stato forte e giusto". Il leader di Hezbollah ha tra l'altro esortato a sostenere i palestinesi "politicamente, finanziariamente e militarmente perché anche loro sono in grado di ottenere una vittoria".
La resistenza di Hezbollah ha inferto un duro colpo all'esercito sionista invasore, lo ha bloccato nel sud del paese e oggi è ancora più forte. "La resistenza oggi - ha sostenuto Nasrallah - ha più di 20.000 razzi", "col passare dei giorni, e pur uscendo da una guerra terribile Hezbollah ha riacquistato tutte le sue capacità militari e organizzative; è più forte di quanto non fosse prima del 12 luglio".
In Libano continuano ad arrivare i "caschi blu" dell'Onu, inquadrati nel contingente Unifil, in base al mandato della risoluzione 1701. In merito il leader di Hezbollah ha affermato: "rinnovo il mio benvenuto alle forze dell'Unifil a sostegno dell'esercito libanese a patto però che non spiino la resistenza o tentino di disarmarla o interferiscano negli affari interni del Libano", rispondendo alle rinnovate pretese dei sionisti israeliani che battuti sul campo hanno passato alle truppe Onu il compito di disarmare la resistenza.
Un obiettivo che fallirà come sono falliti tutti quelli che di volta in volta il regime di Tel Aviv si era dato durante l'aggressione iniziata il 12 luglio e conclusa il 14 agosto: all'inizio dell'aggressione Tel Aviv aveva dichiarato che non ci sarebbe stato un cessate il fuoco senza la restituzione dei soldati catturati dalla resistenza, che sono ancora nelle mani di Hezbollah; i successivi obiettivi enunciati dal governo sionista e regolarmente falliti sono stati l'occupazione del sud del Libano fino al fiume Litani e la creazione di una fascia di sicurezza e la distruzione delle basi missilistiche di Hezbollah.
Nasrallah ha lanciato anche un appello per la formazione di "un nuovo governo per il Libano". "Il nostro paese - ha affermato - attraversa una fase difficile, una divisione nazionale e non confessionale, c'è bisogno di un governo di unità nazionale in grado di difendere e ricostruire la sovranità" del paese.
Per ultimo un attacco agli Usa che ispirano, coprono e spalleggiano le manovre israeliane per "rimodellare" il Medio Oriente. L'aggressione sionista del luglio scorso "è stata una guerra voluta, decisa e pianificata dagli americani", ha affermato Nasrallah, "la segretaria di Stato Rice ha detto che il Grande Medio Oriente è in gestazione, ebbene la resistenza ha fatto abortire questa creatura".

27 settembre 2006