Per la scuola pubblica
No all'esame di stato no alle commissioni miste
Per le scuole private esame di Stato e commissioni esterne
Fioroni promuove la moratti: la controriforma della casa del fascio non sarà abrogata

La raffica di provvedimenti emanati durante l'estate dal nuovo inquilino di Viale Trastevere, Giuseppe Fioroni (Margherita), confermano che il governo di "centro-sinistra" del democristiano Prodi non ha nessuna intenzione di "abrogare le leggi Moratti" come promesso dai partiti dell'Unione durante la campagna elettorale ma, ingannando studenti, insegnanti e personale Ata che per un lustro si sono battuti come leoni sulle piazze di tutta Italia per impedire lo smantellamento dell'istruzione pubblica a favore delle scuole private, anche sul fronte scolastico si pone in perfetta continuità con l'odiosa politica neofascista, federalista, classista, privatista, meritocratica, aziendalista e filoclericale di Berlusconi-Moratti.
Invece di procedere all'immediata abrogazione della controriforma Moratti e di tutte le leggi e i decreti su cui si fonda, ivi compreso quelli sull'"autonomia scolastica" varata da Berlinguer, Fioroni ha sfornato una marea di note, circolari, atti legislativi e direttive zeppe di "disposizioni correttive e integrative", inviti a "procrastinare", "rinviare", "sospendere", "disapplicare" e "soprassedere" le norme e i regolamenti vigenti che non scalfiscono minimamente, anzi in alcuni casi peggiorano, la controriforma Moratti con il solo scopo di lanciare un po' di fumo negli occhi del movimento studentesco.

Nuovo esame di Stato
Il 4 agosto il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di disegno di legge che modifica la disciplina relativa agli esami di Stato.
Le principali novità riguardano: l'ammissione all'esame per gli studenti che avranno superato lo scrutinio finale e saldato i debiti formativi contratti negli anni scolastici precedenti; modifica dei requisiti di ammissione per gli studenti che intendono anticipare l'esame per merito (l'ammissione sarà vincolata, oltre al conseguimento di 8/10 in ciascuna disciplina nello scrutinio del penultimo anno, anche al conseguimento della media di 7/10 nei due anni precedenti); esame preliminare per i candidati esterni (privatisti) che non sono in possesso della promozione all'ultima classe, che dovranno inoltre possedere la residenza nella località dell'istituto scelto come sede d'esame; la seconda prova scritta per gli istituti tecnici, professionali e artistici assumerà una connotazione più tecnica e laboratoriale; le prove nazionali verranno scelte senza la predisposizione da parte dell'Invalsi (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione), anche per la scuola media inferiore; modifica dei punteggi di valutazione finale (il credito scolastico passerà da 20 a 25 punti; il colloquio scenderà da 35 a 30 punti); ripristino delle commissioni d'esame miste, composte per metà da commissari interni e per metà esterni, oltre al presidente esterno al quale potranno essere affidate non più di due classi; il numero dei candidati esterni non potrà superare il 50% dei candidati interni, fermo restando il limite numerico di 35; presso ciascuna istituzione scolastica potrà essere costituita un'apposita commissione per i soli candidati esterni; i candidati non appartenenti ai Paesi dell'Unione Europea, che non abbiano frequentato l'ultimo anno di corso di istruzione secondaria superiore, potranno sostenere l'esame di Stato in qualità di candidati esterni.
Il provvedimento prevede, inoltre, una delega al governo che consentirà fra l'altro di: "valorizzare la qualità dei risultati scolastici raggiunti, assegnando una quota del punteggio degli esami di ammissione ai corsi universitari a numero programmato a quegli studenti che, nell'ultimo triennio e nell'esame di Stato, abbiano conseguito risultati scolastici di particolare rilievo, anche in riferimento alle discipline più significative del corso di laurea prescelto" e di "premiare l'eccellenza degli studenti con incentivi, anche di natura economica, finalizzati alla prosecuzione degli studi universitari o nell'ambito dell'istruzione e formazione tecnica superiore".
Dunque rimane l'esame di Stato e in sostanza il regalo fatto dalla Moratti alle scuole private trasformate in lucrosi "diplomifici" a pagamento viene confermato anche se c'è una ridistribuzione al 50% del numero di privatisti tra scuole pubbliche e paritarie; e peraltro nella scuola pubblica risulta ancora più selettivo e discriminatorio il nuovo esame di Stato tutto a favore degli studenti più "meritevoli", o meglio più ricchi, ora incentivati anche economicamente.
Secondo noi invece, l'esame di Stato deve essere abolito in tutte le scuole pubbliche mentre alle private la commissione esaminatrice deve essere composta tutta da commissari e presidente esterni al fine di valutare in maniera obiettiva la preparazione dei candidati e di verificare il raggiungimento degli standard qualitativi necessari al rilascio del diploma.

Obbligo scolastico
Nella legge n. 228 del 12 luglio 2006 che converte il decreto-legge 12 maggio 2006 n. 173, Fioroni proroga di 18 mesi l'eventuale modifica del decreto legislativo sul diritto-dovere all'istruzione e formazione; sull'alternanza scuola-lavoro; sul secondo ciclo di istruzione e formazione; sulla formazione degli insegnanti e dispone, in materia di Istruzione e Formazione Tecnico-Professionale la sospensione del decreto ministeriale della secondaria di II grado.
Nella Nota di indirizzo del 31/8/2006 Fioroni parla di un biennio alle superiori che non si definisce più di istruzione obbligatoria, ma di istruzione e formazione obbligatoria. Ossia peggio dell'ingannevole obbligo formativo fino a 18 anni della Moratti (da realizzare anche con l'apprendistato in azienda). Infatti il tanto sbandierato obbligo scolastico fino a 16 anni annunciato da Fioroni altro non è che l'obbligo formativo e per giunta ridotto di 2 anni rispetto ai 18 morattiani.
Il "biennio obbligatorio" di cui parla Fioroni è in realtà un altro inganno, perché egli stesso ha più volte ribadito che i percorsi di istruzione e formazione professionale e la canalizzazione precoce dei percorsi di studio (accordo-quadro del 19 luglio 2003) istituiti dalla Moratti per assorbire l'istruzione professionale nella formazione professionale regionale e i relativi passaggi da un sistema all'altro non saranno smantellati.
Non a caso nella Direttiva generale sull'azione amministrativa e sulla gestione per l'anno 2006/2007 del 25 luglio scorso, ai punti 6, e 9 egli invita esplicitamente a proseguire la sperimentazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale a partire dal biennio dell'istruzione secondaria superiore; e a dare attuazione all'alternanza scuola-lavoro creando le condizioni per stipulare apposite convenzioni con imprese e associazioni e attuare percorsi formativi in alternanza per studenti compresi nella fascia d'età tra i 15 e i 18 anni.
Esattamente quanto prevedeva il decreto-Moratti su scuola-lavoro, che non solo modifica la struttura dell'insegnamento nella scuola secondaria superiore in senso aziendalistico, ma richiama a quell'ulteriore "canale" di sedicente formazione che è l'apprendistato, ove, nella "riforma" Berlinguer (anticipatrice di molti di questi provvedimenti) si poteva entrare a 15 anni, quando cessava l'obbligo scolastico.
Illuminanti in tal senso sono le parole usate da Fioroni nell'audizione alla VII Commissione permanente Cultura, Scienza e Istruzione della Camera (presidente Pietro Folena, Prc) tenuta il 29 giugno 2006 quando, nel tracciare le linee programmatiche del suo dicastero, ha chiarito che: "è alle autonomie scolastiche che spetta la progettazione dei curricoli... l'impegno ad evitare qualsiasi forzatura statalista e dirigista è totale" perché "lo Stato non è portatore di una sua Pedagogia e di una sua metodologia didattica". Che tradotto in parole semplici vuol dire delegare alla Confindustria, alle borghesie locali a livello regionale, al mercato e al Vaticano il compito di organizzare la scuola e, sulla base della resuscitata e truffaldina "autonomia scolastica" di berlingueriana memoria, lasciare loro campo libero per decidere contenuti, insegnamenti, piani di studio, programmi, finalità e obiettivi da raggiungere: esattamente come prescrive la controriforma Moratti.

Elementari
Anche in questo caso la sospensione o l'attuazione parziale di alcuni aspetti secondari della riforma Moratti annunciati da Fioroni lasciano inalterata la sostanza dei provvedimenti varati dal "centro-destra".
A 5 mesi dal suo insediamento a viale Trastevere Fioroni non ha ancora detto una parola sui "Piani di studio personalizzati" che del Tutor, del Portfolio, dello spezzatino orario e della scolarizzazione precoce dei bambini di 5 anni alle elementari costituiscono la filosofia ispiratrice della Moratti e che sono stati bollati dal CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) come la premessa delle "classi differenziali". Segno evidente che anche in questo caso il "cacciavite" di Fioroni non ha alcuna intenzione di scalfire minimamente la legge 53/03 e tutti i provvedimenti ad essa collegati che quindi restano in pieno vigore e inalterati nei contenuti.
Tutto ciò senza contare i devastanti tagli alla scuola pubblica presenti nella Finanziaria che prevedono: 4,5 miliardi di euro e 50 mila posti di lavoro in meno pari al 5% degli addetti; innalzamento dello 0,4% medio del rapporto alunni-classi, riduzione delle ore di insegnamento nei professionali e delle ore di inglese nelle elementari, assunzione di qualche decina di migliaia di precari a fronte delle 150 mila immissioni in ruolo promesse e aumento dei finanziamenti a favore delle scuole private che passano da 100 a 150 milioni di euro.
Dopo Berlinguer, De Mauro e Moratti, Fioroni è il quarto suonatore che è salito sul palco di Viale Trastevere nell'ultimo decennio ma la musica è sempre la stessa. Egli usa solo termini e strategie diverse, ma la sostanza, la nera politica antistudentesca e filopadronale del governo non cambia. Rilanciare "l'autonomia scolastica" come panacea di tutti i mali provocati dalla Moratti, come sta facendo Fioroni fin dal suo insediamento è a dir poco criminale! Perché egli sa benissimo che è stata proprio la cosiddetta "autonomia scolastica" a spalancare le porte alle scuole-azienda, trasformare i presidi in manager, gli alunni in "utenti", il sapere e gli insegnamenti in merce per i soli ricchi che se lo possono permettere. È stato proprio Berlinguer a inventare i "cicli scolastici": stadio embrionale del "sistema dei licei" varato dalla Moratti per operare una netta separazione classista fra istruzione liceale, riservata ai ricchi, e istruzione e formazione professionale in cui confinare, plasmare e avviare al lavoro precoce i figli delle masse popolari.
Ciò conferma che, al di là della coalizione che governa il Paese, sia essa di "centro-destra" o "centro-sinistra", la musica non cambia per le masse studentesche e popolari. Per spazzare via l'odiata controriforma Moratti-Fioroni l'unica strada da percorrere è la lotta di massa seguendo l'esempio degli studenti di Bari, Milano e di altre città che nei giorni scorsi sono scesi in piazza e si sono mobilitati contro la scuola di Fioroni.

18 ottobre 2006