Respingere il Piano rifiuti di Berlusconi

La rivolta della popolazione di Terzigno con in testa le donne contro l'apertura di una megadiscarica vicino a quella già esistente, a pochi passi dalle abitazioni e in pieno Parco nazionale del Vesuvio, ha rivelato quanto sia falsa la propaganda governativa della soluzione dell'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania.
Il menefreghismo delle istituzioni e dei governi a tutti i livelli per le condizioni infernali di vita e per il disastro economico, sociale, ambientale e sanitario in cui è stato abbandonato il territorio, sono state l'humus che ha fatto esplodere la vibrante protesta delle popolazioni che vivono sulle falde del Vesuvio. Non hanno ceduto i manifestanti né alle cariche selvagge delle "forze dell'ordine" né alle minacce di stampo fascista del fascio-leghista Maroni, né alle calunnie dei mass-media del regime neofascista. Non hanno arretrato di un passo, e i risultati finora ottenuti sono che il Prefetto di Napoli è stato costretto a sollevare dall'incarico la società che gestiva la discarica di Terzigno, quella che i manifestanti definiscono "il buco", che è stata affidata alla Protezione civile, che si è impegnata a garantire che entro dieci giorni dal sito non proverranno più i miasmi che hanno preoccupato la popolazione. Per Terzigno è prevista una compensazione ambientale da 14 milioni di euro per reti idriche e fognarie e interventi di bonifica e opere di riqualificazione urbana ed altre promesse per compensazioni ambientali sono state fatte agli altri comuni che ospitano impianti di smaltimento. Fumo negli occhi, che non risolve per niente il grave problema.
Il "Movimento difesa del territorio area Vesuviana", giustamente, visti i precedenti, non si fida né del presidente del consiglio Berlusconi né del capo della Protezione civile Bertolaso, ed ha spinto i sindaci a non firmare in quanto "la discarica Sari va chiusa immediatamente" e la "cava Vitiello sarà al sicuro solo quando sarà ufficialmente tolta da una legge che sarebbe integralmente da abolire".
Il PMLI, nel rivendicare l'abolizione della legge del 2008, nel respingere il "Piano rifiuti di Berlusconi", che non dà sufficienti garanzie sull'impatto ambientale e sanitario delle maga-discariche e che rilancia la politica dell'incenerimento con i due nuovi termovalorizzatori di Napoli e di Salerno, è a fianco della popolazione di Terzigno e la invita ad unirsi con gli altri Comitati in un fronte unico per la difesa della salute e dell'ambiente per sbattere fuori le holding private e camorriste e i mafiosi di Stato dalla gestione dei rifiuti, per ottenere la smilitarizzazione e la bonifica di tutte le discariche non a norma e dei territori limitrofi, per imporre alla istituzioni in camicia nera, a partire dal Comune di Napoli, un serio piano di raccolta differenziata e riciclaggio, per sbarrare il passo alla lucrosa e predatoria "politica degli inceneritori", per avere l'ultima parola sulla destinazione dei fondi!

Viva la rivolta di Terzigno!
Avanti fino alla vittoria!

L'Ufficio stampa del PMLI

26 ottobre 2010