No al "poliziotto della scuola"

Il "piano per la sicurezza scolastica", scaturito dalla circolare del capo della polizia Gianni De Gennaro per combattere lo spaccio e diffusione della droga fra i giovani, è un vero e proprio piano fascista di repressione, controllo e criminalizzazione degli studenti, che inasprisce i controlli agli ingressi delle scuole e permette ai poliziotti di filmare i "sospetti", entrare negli spazi interni, perquisire e fotografare minorenni sospettati di avere in tasca qualche dose e poi tornare ai "normali" controlli esterni.
Così è iniziata la caccia alle streghe che ha portato alle perquisizioni del liceo classico "Virgilio" di Roma il 30 settembre scorso, al controllo di 90 scuole napoletane, fra elementari, medie e medie superiori, considerate a "rischio" criminalità dove quotidianamente vengono effettuati fermi, perquisizioni e intimidazioni a studenti e studentesse dall'apertura della scuola e all'intrusione dei poliziotti con cani antidroga nel liceo classico Galileo di Firenze il 7 ottobre scorso.
Atti gravissimi che calpestano ogni diritto di libertà e di movimento degli studenti, in particolare dei minorenni che dovrebbero essere tutelati dalla legge. La politica giovanile e scolastica del governo del neoduce Berlusconi, del caporione fascista Fini, della ministra Moratti e del capo della polizia De Gennaro guarda agli studenti solo come a dei potenziali criminali e spacciatori da controllare e reprimere.
La circolare di De Gennaro, emanata ai primi di settembre, invitava tutte le questure ad adottare "opportuni provvedimenti preventivi per garantire il regolare funzionamento delle attività didattiche, tutelare il diritto allo studio e prevenire turbative". è evidente che la lotta alla droga è solo un pretesto per controllare e reprimere ogni "turbativa", cioè le lotte, le proteste e l'opposizione crescente alla controriforma della scuola da parte delle studentesse e degli studenti, vera spina nel fianco del governo!
Gli studenti napoletani gridano giustamente "Non vogliamo che le scuole diventino dei bunker" e "Non siamo dei sorvegliati speciali e potenziali criminali", quelli del Virgilio di Roma hanno appeso uno striscione all'ingresso della scuola con su scritto "Fuori la repressione dalle scuole" e proposto di coordinare le iniziative degli studenti per una grande mobilitazione; le studentesse e studenti del Galileo di Firenze nel loro comunicato denunciano che non si tratta di casi isolati ma della politica repressiva del governo Berlusconi in materia di droga con la quale, aggiungono, si trovano in totale opposizione e propongono, contro la militarizzazione delle scuole, iniziative di mobilitazione "per contrastare una situazione inaccettabile che si preannuncia sempre più pesante".
Non si può accettare tra l'altro che questo clima fascista da caccia alle streghe sia oramai generalizzato. Le questure hanno annunciato che da tempo effettuano "normali" controlli nelle scuole: così avviene in Piemonte e nelle scuole dell'Emilia-Romagna dove i cani antidroga sono usati da tempo dalla polizia dentro le scuole. Certo è che di fronte ai continui tagli ai finanziamenti per la scuola pubblica, alla riduzione delle cattedre, sancite dalla finanziaria e dal modello di scuola meritocratico, aziendalistico e classista delineato della controriforma Moratti, diventa sempre più arduo progettare serie ed efficaci iniziative di informazione scientifica e prevenzione all'interno della scuola.
Il governo taglia i progetti, i posti in organico, i finanziamenti alla scuola pubblica e li sostituisce col poliziotto della scuola: con gli studenti non usa altro linguaggio che quello del sospetto, del controllo poliziesco, della repressione. Essi con le buone o con le cattive devono diventare mansueti e ligi al regime neofascista e conformarsi rapidamente ai modelli imposti dalla controriforma neofascista della Moratti. Gli studenti che dovrebbero essere i padroni della scuola sono invece ridotti al silenzio, ai margini, vittime della persecuzione, intimidazione e repressione poliziesca. Per far sì che le scuole non si trasformino in caserme occorre buttar giù il governo del neoduce Berlusconi con un grande movimento di piazza.