Ciampi e D'Alema
I NUOVI CONVERTITI SULLA VIA DEL POTERE
La "sinistra" del regime, col megafono de "la Repubblica",cavalca la nuova linea politica e cristianizzatrice della chiesa cattolica

Mai come in occasione di queste ultime festività natalizie si era assistito a una convergenza tanto plateale e conclamata tra la "sinistra" del regime neofascista e la chiesa cattolica. Una sintonia che si è espressa in atti e dichiarazioni che hanno avuto soprattutto per protagonisti i due massimi rappresentanti del potere politico, Ciampi e D'Alema.
Ha cominciato il presidente del Consiglio, nella sua visita privata in Palestina, col partecipare con tutta la famiglia alla messa di Natale nella chiesa della Natività a Betlemme: messa che D'Alema ha poi definito "bellissima" nella successiva conferenza stampa, ringraziando i preti e le suore che lo hanno coccolato donandogli dolciumi fatti in casa, parlando con ostentata deferenza della "città che ha visto nascere il redentore ed è oggi simbolo di una pace stabile", e dissertando su San Francesco che "portò il presepe da Gerusalemme a Greccio". Nel successivo colloquio con Barak, il rinnegato di Palazzo Chigi si è poi improvvisato addirittura ambasciatore del Vaticano, esprimendo al premier sionista le sue "preoccupazioni" per la moschea che i musulmani vogliono costruire a Nazareth e a cui la chiesa si oppone.
Contemporaneamente, unico capo di Stato presente alla cerimonia, il "laico" Ciampi partecipava con la consorte e il segretario del Quirinale Gifuni all'apertura del Giubileo in San Pietro, incontrandosi prima e dopo la cerimonia con papa Wojtyla, col quale ha scambiato calorose strette di mano e saluti. Al papa e alla chiesa cattolica il capo dello Stato si è richiamato anche nel suo discorso di Capodanno, esaltando "umanesimo e cristianesimo" come "le due grandi forze ispiratrici" della civiltà occidentale: "Roma - ha detto Ciampi - città che ospita due Stati, è una realtà unica al mondo. Il mio pensiero, il mio augurio, il mio ringraziamento, vanno oltre Tevere, a sua santità Giovanni Paolo II".
Subito dopo era di nuovo il rinnegato D'Alema a spargere incenso, con un messaggio al segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano: "Il pensiero del Santo Padre (sic!) ci trova concordi nell'impegno costante e attivo verso la costruzione di una società libera da conflitti e fondata sull'eguaglianza, la solidarietà e l'affermazione dei diritti umani", scriveva D'Alema "associandosi" al papa in occasione della giornata mondiale della pace.
Tutto ciò non è certo frutto di una conversione improvvisa dello pseudo laico Ciampi e del rinnegato N. 1 D'Alema, visto che è da tempo che i due perseguono assiduamente una politica di dialogo privilegiato con il papa e con la chiesa cattolica italiana. Ricordiamo le loro rispettive visite in Vaticano, che hanno avuto un aspetto ufficiale, di Stato, ma anche personale, visto che D'Alema si è fatto accompagnare dalla famiglia al completo, e Ciampi dalla moglie. Ricordiamo poi la politica familistica, apertamente ispirata alla dottrina sociale della chiesa, che il rinnegato D'Alema ha costantemente perseguito da quando è entrato a Palazzo Chigi, per non parlare dei riconoscimenti e delle aperture alla scuola privata cattolica che nemmeno i suoi predecessori democristiani avevano mai osato concedere.
Tuttavia fa impressione lo stesso questo intenso fervore papalino e filoclericale dispiegato in queste ultime settimane dai due esponenti della "sinistra" del regime neofascista, specie se a ciò aggiungiamo altri esempi che vanno nella stessa direzione, come l'omaggio di Bassolino alle reliquie di San Gennaro, o gli applausi del ministro Berlinguer in piazza San Pietro al raduno delle scuole cattoliche, o le recenti dichiarazioni della ministra Turco, secondo cui "Wojtyla combatte la povertà meglio della sinistra" (intervista a Il Giornale del 27/12/99).

OPPORTUNISMO E STRUMENTALIZZAZIONE

C'è indubbiamente in tutto questo un aspetto ideologico, e cioè che in coincidenza simbolica con il Giubileo, gli pseudo laici e i rinnegati vogliono dimostrare che hanno abbandonato per sempre ogni pregiudiziale anticlericale, al punto che non hanno ormai nessuna remora a sposare concetti, valori e obiettivi storicamente peculiari non solo al cristianesimo - quale appunto, secondo la definizione di Ciampi, ideologia fondante della "civiltà occidentale" - e all'ecumenismo papale, ma anche quelli più specificamente appartenenti alla chiesa cattolica italiana, eletta a interlocutrice diretta e privilegiata dello Stato e del governo nazionali.
Ma c'è anche un aspetto più propriamente politico, ed è che questo rapporto privilegiato tra la "sinistra" del regime e le gerarchie ecclesiastiche italiane nasconde un atteggiamento opportunistico e strumentale, da entrambe le parti, che scaturisce dalla nuova situazione politica determinata dall'avvento della seconda repubblica neofascista. Per comprenderlo appieno occorre tenere presente che proprio in coincidenza dell'apertura del Giubileo, e delle collegate iniziative di Ciampi e D'Alema, sulle pagine di quel vero e proprio megafono del governo e della "sinistra" del regime che è la Repubblica, si svolgeva un intenso dibattito aperto da un'intervista del sessantottino pentito Gad Lerner al presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), cardinale Camillo Ruini, dibattito in cui si sono inseriti anche lo stesso direttore del quotidiano, Ezio Mauro, e perfino il suo fondatore, l'ex fascista convertito al liberalismo e grande sponsor di D'Alema, Eugenio Scalfari.
In questa intervista Ruini, fingendo di acconsentire alla premessa di Lerner, poi ripresa anche da Mauro e da Scalfari, secondo cui i cattolici sarebbero ormai "minoranza" in un'Italia e in un'Europa "scristianizzate", rivendica invece con orgoglio e perfino con malcelata arroganza il diritto della chiesa a proseguire nella sua missione cristianizzatrice del mondo: "Nel Giubileo - puntualizza infatti Ruini - la Chiesa si cimenterà in un pubblico e radicale bilancio delle sue colpe ma, sia chiaro, per proporsi ancor più, e non meno, cristiana. E quindi per rafforzare la sua `ingerenza' nella società, nella cultura, nella politica".

INGERENZA IN FORME NUOVE

Ribadito questo il capo dei vescovi italiani ha però chiarito anche che questa ingerenza la chiesa di Roma non la esercita più nelle forme e con gli strumenti tipici del passato, il partito unico dei cattolici rappresentato fino a qualche anno fa dalla DC, ma adattandosi alle mutate condizioni politiche, facendo leva in modo trasversale su tutte le forze e gli esponenti, al di là delle ideologie e degli schieramenti, in grado di rappresentare e portare avanti i suoi interessi e favorire la sua "missione storica".
"La novità rispetto al passato è che non facciamo più leva su un soggetto politico di riferimento, ma sui contenuti", dice infatti Ruini, aggiungendo maliziosamente ma significativamente, a proposito del via vai di politici in Vaticano: "Noi non abbiamo puntato specialmente sulla presenza dei politici in San Pietro, ma non mi sembra un male che siano venuti, ragionando anche in base ai loro interessi".
Ed è proprio questo interesse reciproco, della chiesa orfana della DC ad avere quanti più sostenitori possibili in tutti i partiti del regime neofascista, abbandonando le pregiudiziali del passato, e dei rinnegati a guadagnarsi i riconoscimenti e gli apprezzamenti della chiesa, per rafforzare il governo e per carpire il voto delle masse cattoliche, che spiega il sempre più sfacciato appiattimento della "sinistra" del regime neofascista sulla linea di ingerenza politica e di cristianizzazione della società professata e praticata dalla chiesa cattolica.
Se di conversione si può parlare, perciò, quella di Ciampi e D'Alema è una conversione sulla via del potere, uno scambio politico fondato sul reciproco interesse con le gerarchie ecclesiastiche, ben disposte ormai ad appoggiare chiunque garantisca loro gli spazi politici e gli obiettivi di cristianizzazione della società a cui non hanno mai rinunciato. Compreso un "ex comunista", in realtà rinnegato, come D'Alema, se costui, come già hanno fatto i suoi predecessori Mussolini e Craxi, è disposto pur di mantenersi al potere a cavalcare la politica oscurantista, familista e reazionaria del papa e della chiesa cattolica italiana.