Il "nuovo europeismo di sinistra" inganna i popoli e copre l'imperialismo europeo
La "Sinistra europea" propone addirittura una nuova Costituzione Ue
Dopo la batosta inflitta alla Costituzione europea dai referendum in Francia e Olanda i falsi comunisti, i revisionisti e i trotzkisti compresi si offrono di fare da ponte tra le masse e la Ue imperialista screditata, proponendone una versione "di sinistra" più digeribile per i popoli europei.
è quanto è emerso dalla riunione a Roma, ai primi di giugno, dell'esecutivo del partito della "Sinistra europea" presieduto da Fausto Bertinotti, che ha discusso delle prospettive della Ue dopo le clamorose bocciature popolari della sua Carta costituzionale, sforzandosi di rappresentare il contraltare "riformista" alle spinte da essa definite "regressive" di quelle forze della destra, come la Lega, che invocano l'uscita dall'euro e attaccano chi, come Ciampi e Prodi, sono considerati responsabili di aver portato l'Italia nella moneta unica europea.
"In Francia c'è stato un voto che chiede di mettere in discussione le politiche neoliberiste dell'Europa. E la Lega che fa? Dice che in Italia servono politiche ancora più liberiste", ha detto infatti Bertinotti spiegando che il Partito della sinistra europea è contro "questo modello di Europa", ma non contro "l'idea di Europa", e nemmeno contro "la moneta unica in sé". Per il presidente della "sinistra europea" il voto francese fa anzi trasparire la possibilità di "un'Europa diversa": "Il trattato della Ue è morto", ha ammesso Bertinotti. Ma questo non significa affatto, per l'imbroglione trotzkista, che pure aveva votato contro tale trattato, la fine dell'alleanza capitalista e imperialista europea di cui è alla base. Si tratta semmai di "riformare" la Ue in modo che faccia perno sul "coinvolgimento dei popoli e dei movimenti europei". Come? Facendo leva su un "nuovo europeismo popolare e di sinistra", che secondo quanto affermato da Bertinotti e dal segretario del Partito comunista francese revisionista, George Buffet, in una conferenza stampa al termine del convegno romano, sarebbe emerso come "soggetto nuovo" dalla consultazione francese. E riscrivendo una nuova Costituzione europea attraverso quello che Bertinotti, in una dichiarazione del 30 maggio scorso, aveva definito "un nuovo percorso istituzionale".
"Tutti i parlamenti nazionali dei Paesi aderenti all'Europa, a partire dal nostro - aveva detto Bertinotti in quell'occasione - vengano convocati per riaprire una discussione su quale Europa è oggi necessaria. Il Parlamento Europeo venga convocato per dare impulso alla riapertura indispensabile, dopo il voto francese, di un dibattito per la costruzione di un nuovo percorso istituzionale. Anche in Italia la vittoria del No in Francia apre una nuova opportunità per la nascita di un nuovo europeismo di sinistra e di massa". L'esecutivo della "sinistra europea" rilancia questa proposta dell'imbroglione trotzkista: "Bisogna ridiscutere le fondamenta e gli obiettivi dell'Unione europea e le sue politiche economiche, sociali, ambientali, istituzionali e internazionali", dice infatti il documento finale, che auspica l'apertura di una discussione "aperta prima di tutto ai popoli europei che dovranno essere protagonisti della nuova costruzione Ue".
Insomma, "la Ue è morta, viva la Ue", potrebbe essere il motto dei trotzkisti e dei revisionisti europei, per i quali l'alleanza capitalista e imperialista continentale, per resuscitare ed essere accettata dai popoli, dovrebbe "riformare" se stessa dandosi una riverniciata di arancione! E quest'operazione di cosmesi funebre dovrebbe essere effettuata dai parlamenti borghesi nazionali e dallo stesso parlamento europeo, e stimolata dalle forze del No di "sinistra", come i partiti della "sinistra antagonista" europea, insieme ai cosiddetti "sostenitori critici del Sì" , cioè la "sinistra" riformista. Tutto questo per arrivare, come si legge su "Liberazione" del 7 giugno, ad una "nuova" Ue "senza liberismo", con il "ritiro della direttiva Bolkestein, la cancellazione di tutte le misure che vogliono la liberalizzazione dei servizi, una nuova politica fiscale, una nuova politica per la pace, l'uguaglianza, la solidarietà". In altre parole per una Ue "un po' meno" capitalista e imperialista di adesso!
Travisando intenzionalmente il significato del pronunciamento popolare francese e olandese contro la Ue dei capitalisti e dei banchieri, e presentandolo come un No agli aspetti più liberisti e antipopolari della sua politica attuale ma non contro l'alleanza in sé e contro l'economia dell'euro, i revisionisti, i neorevisionisti e trotzkisti della "sinistra europea", con in testa l'imbroglione Bertinotti, ingannano i popoli e coprono l'imperialismo europeo, facendo rientrare dalla finestra quello che è stato cacciato dalla porta.
In questo modo essi cercano di riaccreditare agli occhi delle masse lavoratrici e popolari imbellettandola la screditata Ue imperialista, invece di incoraggiarle a prendere ancor di più le distanze da essa per indebolirla ulteriormente fino ad affossarla, come sarebbe giusto che fosse. Segno evidente che hanno ormai rinunciato definitivamente a combatterla per distruggerla, e aspirano soltanto ad essere accettati nel ruolo di "sinistra" istituzionale al suo interno.

15 giugno 2005