Obama vara le sanzioni per "colpire al cuore l'Iran"
L'arroganza del presidente Usa supera ogni limite

Nella discussione che aveva portato alla risoluzione approvata il 9 giugno scorso dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, che ha inflitto altre dure e ingiuste sanzioni all'Iran per il suo programma nucleare civile, l'imperialismo americano avrebbe voluto inserire anche il boicottaggio di aziende del settore energetico e del sistema bancario iraniano, per strangolare il paese. Non c'era riuscito ma non ci ha del tutto rinunciato; Obama ha fatto approvare dal Congresso Usa una nuova legge ad hoc.
La legge, proposta da due parlamentari democratici e firmata da Obama il 2 luglio, prevede anche sanzioni verso gli istituti finanziari stranieri che hanno rapporti con le più importanti banche iraniane e sulle società straniere che vendono prodotti ottenuti da petrolio raffinato iraniano, o compartecipano a attività nelle raffinerie in Iran.
Al momento della firma Obama ha sostenuto che "con queste sanzioni, insieme ad altre misure, stiamo colpendo il cuore della capacità del governo iraniano di finanziare e sviluppare i suoi programmi nucleari". Che poi questi programmi siano civili e quindi perfettamente legali poco importa al presidente americano che con una arroganza che ha superato ogni limite si è compiaciuto di aver sottoscritto "il più duro programma di sanzioni mai varato dagli Stati Uniti nei confronti dell'Iran".
Non è mancato nel discorsetto di presentazione delle sanzioni il richiamo di Obama alla sua politica della "mano aperta", quando ha ribadito che "la porta della diplomazia rimane aperta". Quale porta? L'unica che Obama ha tenuto spalancata è stata quella per ricevere con grandi onori, il 6 luglio alla Casa Bianca, il boia sionista Benyanim Netanyahu il cui governo ha già fatto più di una prova generale per "colpire al cuore" l'Iran.

14 luglio 2010