200 mila di tutte le razze a Roma
UN OCEANO DI MANIFESTANTI
CONTRO LA LEGGE RAZZISTA E FASCISTA BOSSI-FINI
IL PMLI PARTECIPA CON
UNA DELEGAZIONE COMBATTIVA, BELLISSIMA E TUTTA FEMMINILE DIRETTA DA ANTONELLA CASALINI
Dal nostro corrispondente di Roma
Erano oltre 200.000, un oceano, gli immigrati e gli antirazzisti italiani che si sono dati
appuntamento in piazza sabato 19 gennaio a Roma per manifestare il loro dissenso contro il
Ddl Bossi-Fini di riforma del decreto legislativo Turco-Napolitano del '98 che prevedeva
il numero chiuso per gli immigrati e i centri lager di detenzione. Una riscrittura di quel
testo unico e delle discipline di espulsione in senso ancor più antigarantista, razzista
e fascista, quella proposta nel disegno di legge Bossi-Fini, che aumenta il potere di
ricatto padronale sugli immigrati. Una legge fascista che introduce una forma contrattuale
di permesso di soggiorno, che vede lo straniero come soggetto puramente strumentale ai
processi di sfruttamento. Un decreto lesivo dei diritti fondamentali e che riabilita
vecchie logiche di esclusione e di sfruttamento a basso costo e senza diritti nel lavoro.
La risposta di lotta non poteva che essere forte, così erano tantissimi in piazza gli
immigrati provenienti da tutte le citta d'Italia e rappresentativi di moltissime razze e
nazionalità come curdi, palestinesi, argentini, algerini, bengalesi, filippini,
senegalesi, marocchini, tunisini, cingalesi, indiani, somali, peruviani, ma anche le
associazioni, i Centri sociali occupati, le masse antirazziste tra cui giovanissimi e
anche bambini di età inferiore ai 10 anni, i sindacati, i partiti parlamentari come il
PRC con Bertinotti, il PdCI con Diliberto, i Verdi con Paolo Cento. Addirittura si sono
presentati a caccia di voti e consensi anche i DS con Marco Fumagalli ed il sindaco di
Roma Walter Veltroni.
Il corteo parte da piazza Repubblica con alla testa uno striscione che dice "Per una
scelta di civiltà contro la legge razzista del governo''. All'orario ufficiale di
concentramento, le 15, una buona parte di corteo si è già incamminata. Tante le bandiere
portate in piazza tra cui una formato gigante del popolo palestinese. Tra gli slogan
scritti o gridati anche "Siamo tutti clandestini, no al ddl Bossi-Fini'' e
"Vogliamo solo tre espulsioni, Fini, Bossi e Berlusconi''. La zona di ritrovo dei
manifestanti e l'intero tragitto erano controllati da un grosso spiegamento di "forze
dell'ordine'', specialmente nei punti ritenuti strategici da Scajola e Berlusconi.
Il PMLI partecipa con una delegazione combattiva, bellissima e tutta al femminile diretta
dalla compagna Antonella Casalini, che per l'intera manifestazione e fin sotto il palco
dopo un'autentica "lunga marcia'' per raggiungerlo, ha infaticabilmente portato il
cartello (su cui spiccava la parola d'ordine: "No alla legge razzista e fascista
Bossi-Fini. Uguali diritti per gli italiani e gli immigrati. Guerra totale al governo del
neoduce Berlusconi'') e le bandiere dei maestri e del Partito. La posizione del PMLI è
stata ben accolta dai manifestanti, ci fermavano per leggerla, ci applaudivano per
consenso. Molte le riprese tv e le foto che ci hanno scattato. Un manifestante pakistano
si è offerto orgogliosamente di portare il nostro cartello, altri immigrati si sono
stretti alla nostra delegazione.
Il corteo attraversa piazza Vittorio, quartiere romano di immigrati, e sosta brevemente
sotto l'ambasciata argentina di via Cavour per solidarizzare in una bellissima unità
internazionalista con le lotte del popolo argentino.
In un clima colorato e reso festoso dai suoni multietnici dei tamburi degli immigrati, si
giunge a piazza Navona dove si conclude il corteo e dove ha luogo un comizio in cui
prendono la parola alcuni immigrati portando la loro esperienza di vita nel nostro Paese.
Parole di solidarietà nel comizio e uno striscione "Bouchaib subito libero'' (il
metalmeccanico marocchino fermato e percosso a Genova nella caserma di Bolzaneto in luglio
ed ora espulso da Brescia). Quando i vari esponenti delle comunità straniere in Italia
tiravano in ballo il governo Berlusconi e la sua politica verso i lavoratori, tutti,
quando chiamavano alla battaglia per difendere l'art.18 e i diritti di tutti, italiani e
immigrati, la piazza esplodeva.
Il padronato cerca di sfruttare tutti gli elementi che ha in suo possesso, compreso far
pensare ai lavoratori che le loro disgrazie dipendano dagli immigrati cioè da proletari
come loro. Il razzismo è uno strumento in mano ai padroni per dividere gli operai perché
una classe divisa è debole ma una classe unita è forte e fa paura. Oggi in piazza la
classe si è unita dimostrando di essere forte e solidale, infierendo un duro colpo a
quanti la vorrebbero disgregata sotto i colpi della xenofobia e del fascismo.
La presenza del PMLI alla manifestazione ha avuto delle fugaci ricadute televisive in
alcuni dei principali tg nazionali, mentre un lungo splendido primo piano delle nostre
bandiere è stato trasmesso dal telegiornale della più importante emittente del mondo
arabo Al Jazeera.
23 gennaio 2002
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