D'accordo anche Francia, Germania e Russia
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu copre l'occupazione imperialista dell'iraq
Sancita la creazione di una forza multinazionale sotto comando Usa

Per domare la resistenza irachena e garantire il pieno controllo del paese, condizioni necessarie per garantire alle multinazionali soprattutto americane di ricavare profitti dalla ricostruzione e dallo sfruttamento delle risorse naturali, all'imperialismo americano servono un contributo in soldati e finanziamenti da parte di altri paesi; un contributo che comunque è sottoposto al controllo americano che mantiene il diritto a decidere se e quando deve cessare l'occupazione imperialista dell'Iraq.
Gli sforzi diplomatici per ottenerlo con una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, iniziati lo scorso settembre dopo il discorso di Bush all'apertura dei lavori dell'Assemblea generale, hanno superato gli scogli frapposti in particolare da Francia, Germania e Russia e portato il 16 ottobre all'approvazione all'unanimità della risoluzione che esorta "gli Stati membri a contribuire alla forza multinazionale'' sotto il comando Usa.
La risoluzione numero 1511 copre anzitutto l'occupazione imperialista dell'Iraq. Si limita a definire di "natura temporanea'' il governo insediato "dall'Autorità provvisoria della Coalizione''; "invita'' il Consiglio di governo iracheno a fornire all'Onu "non più tardi del 15 dicembre 2003 un calendario per la stesura di una nuova costituzione e per la convocazione di elezioni democratiche''; afferma che "le Nazioni Unite devono rafforzare il loro ruolo vitale in Iraq''. Nella sostanza ratifica il mantenimento del controllo militare, politico e economico nelle mani dell'imperialismo americano, nelle cui mani consegna il comando di una forza multinazionale cui esorta gli altri paesi a partecipare: "il Consiglio di sicurezza - afferma la risoluzione - autorizza una forza multinazionale sotto comando unificato per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq. Il mandato andrà riesaminato entro un anno e in ogni caso scadrà col completamento del processo politico''.
Fin dal dibattito in Assemblea generale sui temi della nuova risoluzione Onu il presidente francese Chirac aveva affermato che la questione principale era il passaggio in tempi brevi, sei/otto mesi, dei pieni poteri a un governo iracheno varato da un parlamento regolarmente eletto. Una questione formalmente di principio ma dettata in realtà dalla volontà di liquidare il prima possibile l'amministrazione provvisoria guidata dal governatore statunitense Paul Bremer e allentare il ferreo controllo americano sul paese per aprire gli spazi politici e economici alla Francia e agli altri paesi imperialisti che non hanno partecipato direttamente all'aggressione militare. La posizione di Chirac, condivisa da Schroeder e da Putin, oltre a non rimettere in discussione l'aggressione e l'occupazione militare dell'Iraq, cedeva anche sulla questione di non rimettere in discussione il comando militare in mano agli Usa.
I tre paesi imperialisti contestavano la bozza di risoluzione preparata da Washington e formalmente presentata anche da Gran Bretagna, Spagna e Camerun, in particolare perché non conteneva una data per il passaggio dei poteri dell'amministrazione provvisoria e continuava a relegare l'Onu in un ruolo di semplice gestore dell'assistenza umanitaria. I tre paesi, assieme a Cina e Siria, però si limitavano a dichiarare una loro probabile astensione nel voto in Consiglio; nessun veto da parte degli aventi diritto, ovvero Francia, Russia e Cina.
Il fronte dell'astensione sulla risoluzione è stato rotto, a quanto risulta, dalla Russia con Putin preoccupato di veder vanificate le prime intese con Washington per assicurare alla compagnia russa Lukoil una fetta degli affari legati allo sfruttamento del bacino di idrocarburi iracheno Qurna-2. Francia e Germania hanno allora ripiegato su una dichiarazione comune nella quale affermavano di accettare l'ultima versione della bozza di risoluzione "per preservare l'unità del Consiglio di sicurezza'' ma poiché essa "non era adeguata alla situazione in Iraq'' annunciavano di non voler partecipare all'occupazione con i loro soldati e di non concedere ulteriori aiuti economici al pacchetto di soldi già stanziato nell'ambito del contributo della Ue.
La risoluzione è quindi passata all'unanimità con evidente soddisfazione dell'imperialismo americano. Il segretario di Stato Colin Powell ha commentato: "è un grande risultato, finalmente ci siamo lasciati alle spalle le divergenze del passato per aiutare il popolo iracheno''.
Ovvero per aiutare l'imperialismo americano, che giornalmente allunga la lista dei propri soldati caduti sotto gli attacchi della resistenza, nell'occupazione dell'Iraq.