SULL'ORIENTAMENTO DELLA LOTTA DEGLI STUDENTI
Documento dell'Ufficio politico del PMLI

Quello che si è sviluppato negli ultimi mesi è un movimento studentesco di rilevante importanza politica. Lo salutiamo e lo appoggiamo con entusiasmo militante.
In poco tempo si è esteso capillarmente attraverso mille iniziative di lotta come cortei, blocchi stradali, occupazioni e autogestioni e ha saputo coinvolgere anche le studentesse e gli studenti che frequentano le prime classi della scuola superiore (e finanche della media inferiore). E non si è fatto abbindolare dalla grancassa propagandistica del neoduce Berlusconi e della ministra Moratti che intendevano imporre la controriforma scolastica addirittura creandole un consenso di massa attraverso i famigerati "Stati generali'' presentati senza pudore come "costruiti dal basso''.
La contestazione studentesca colpisce al cuore il nero progetto privatizzatore, aziendalistico e antipopolare del governo che porta alle peggiori conseguenze la controriforma che Luigi Berlinguer aveva realizzato giusto un paio d'anni fa con l'appoggio convinto del "centro-sinistra'' allora al governo.
Un progetto che noi marxisti-leninisti bocciamo senza appello perché penalizza i figli dei lavoratori, separa l'istruzione dalla formazione, "inventa'' gli apprendisti a 11 anni, instaura il "portfolio'' come fedina penale per selezionare i "più bravi e meritevoli'', ripristina il 7 in condotta. L'obiettivo del governo è di creare una scuola in grado di sfornare i lavoratori e i quadri che rendano più competitive le aziende italiane sul mercato internazionale.
Questa battaglia non deve riguardare solo gli studenti, perché è interesse anche della classe operaia farla propria e partecipare alle iniziative in difesa della scuola pubblica, promosse da Cgil, Cisl, Uil, dai Cobas e dagli altri sindacati extraconfederali. I lavoratori e i sindacalisti marxisti-leninisti sono impegnati in tal senso e lottano all'interno dei luoghi di lavoro e del sindacato, approfittando anche del XIV congresso nazionale della Cgil, affinché questa battaglia di interesse generale coinvolga l'intero movimento operaio e sindacale.

Le caratteristiche del movimento
La grande manifestazione nazionale studentesca del 20 dicembre che ha "assediato'' la kermesse morattiana del Palaeur di Roma, ha visto protagonisti assoluti i giovanissimi alunni delle prime classi delle medie superiori. "Scesi in campo'', nella lotta di piazza, hanno ulteriormente abbassato l'età media dell'ingresso delle nuove generazioni nell'arena politica e lanciato un chiaro segnale sul futuro del movimento degli studenti e dell'opposizione sociale al regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista imperante.
Gli studenti in lotta hanno dato evidenti prove di maturità politica e di capacità politiche, programmatiche e organizzative. Hanno saputo smantellare punto per punto il progetto elaborato dalla Commissione Bertagna e indicato le linee generali di una scuola pubblica.
Non si sono fatti mettere sotto i piedi dai presidi reazionari, non hanno avuto paura delle intimidazioni, delle provocazioni e della repressione delle "forze dell'ordine'', hanno saputo tener testa alla Moratti quando hanno avuto modo di incontrarla.
Tanti di questi giovani e giovanissimi studenti in lotta sono "figli di Genova'', ossia della straordinaria mobilitazione contro il vertice G8 imperialista del luglio scorso, e si può senz'altro dire che oggettivamente (e in certi casi anche soggettivamente) non mirano solo a difendere la scuola pubblica dagli attacchi del governo Berlusconi ma aspirano a molto di più, a una nuova società, anche se non sono in grado ancora, a causa della relativa influenza del PMLI e della sua linea proletaria rivoluzionaria, di precisare i contorni di tale aspirazione e di passare sul terreno della lotta conseguentemente anticapitalista.
L'attuale movimento studentesco, per la sua dimensione, per la sua capacità di incidere nella società e di portare in piazza centinaia di migliaia di studenti, sovente sostenuti dagli insegnanti e dagli altri lavoratori della scuola a loro volta in lotta per affossare la controriforma Moratti-Berlusconi e per il rinnovo del contratto di lavoro, ha fatto tornare alla memoria i grandi movimenti studenteschi del Sessantotto, del Settantasette e della "Pantera'' del 1990, che cambiarono radicalmente la situazione esistente nelle lotte studentesche, ciascuno in base alle rispettive caratteristiche e finalità, alla congiuntura politica nazionale e internazionale.
Una delle differenze fra allora e oggi sta nel fatto che in passato furono protagonisti in primo luogo le studentesse e gli studenti universitari che misero "a ferro e fuoco'' le facoltà di tutta Italia (nel caso del '68 e del '77 arrivando anche a porre la decisiva questione del potere politico da parte del proletariato), mentre adesso sono le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori a sbarrare il passo alla controriforma, che finirebbe col riproporre condizioni non dissimili da quelle antecedenti alle grandi conquiste che scaturirono dalle lotte su citate.
Il risveglio degli studenti medi era iniziato con i "ragazzi dell'85'' che si batterono contro la politica dell'allora ministra democristiana dell'Istruzione Falcucci e che ebbero delle riprese negli anni Novanta attraverso ondate di lotta che hanno messo i bastoni fra le ruote ai progetti antistudenteschi dei governi Andreotti VI, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi, D'Alema e Amato.
Stavolta gli studenti medi mostrano di avere una forza politica e una determinazione maggiori, sono decisi a salvare la scuola pubblica e a far mordere la polvere all'odiata miliardaria reazionaria Moratti che vorrebbe in pratica fare della scuola di Stato un'azienda simile a quelle delle scuole private.

Le parole d'ordine
Sono circolate e circolano dentro al movimento degli studenti una serie di parole d'ordine che devono essere oggetto di riflessione in quanto accanto alle tante corrette e sostanzialmente condivisibili, ne sono spuntate altre inaccettabili o addirittura dannose per la causa del movimento, frutto delle influenze di vario tipo che esso inevitabilmente subisce e che potrebbero depotenziarlo e finanche deviarlo su un binario morto.
Sono condivisibili gli slogan: giù le mani dalla scuola pubblica, no a qualsiasi finanziamento delle scuole private, no alla finanziaria di guerra, no alla scuola dei padroni, di Moratti e di Berlusconi, sì alla "demorattizzazione'' e alla scuola pubblica e laica, quest'ultima intesa come scuola aconfessionale e non più subalterna al Vaticano e a qualsiasi altro ordine religioso.
Diverso il discorso quando si parla di scuola "pluralista'', che non può esistere in regime capitalistico, poiché la cultura e l'istruzione sono comunque borghesi anche se si presentano con forme e metodi diversi. Non c'è infatti alcuna differenza tra chi sostiene una concezione del mondo vicina a quella della Casa del fascio e chi a quella dell'Ulivo e della sua appendice falsa comunista.
Parafrasando lo slogan di Porto Alegre e di Rifondazione trotzkista c'è chi dice: "Un'altra scuola è possibile'', ma evita di riempire di contenuti tale slogan. Per i marxisti-leninisti, comunque l'altra scuola non può che essere la scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti.

Le forme di lotta
Accanto alle forme di lotta classiche e vincenti come le manifestazioni di piazza, i picchettaggi, gli scioperi, le occupazioni e le autogestioni delle scuole, hanno tentato di farsi strada "nuove'' azioni di protesta, anzitutto lo sciopero della fame attuato da alcuni studenti del liceo Tasso di Roma che è stato, non a caso, decantato dai mezzi d'informazione borghesi e dai quotidiani sedicenti comunisti.
Questo nonostante che le tradizionali forme di lotta, utilizzate anche dagli studenti in questa battaglia, si siano confermate le più efficaci per smascherare e battere il nemico e impareggiabili quanto a capacità di coinvolgervi le larghe masse studentesche. Al contrario di quanto ha sostenuto la responsabile scuola del PRC, Loredana Fraleone, su Liberazione del 22 dicembre, laddove esaltava le pseudo "novità'' nelle forme di lotta in nome del pacifismo, del movimentismo e dello spontaneismo cari all'imbroglione trotzkista Bertinotti, già digiunatore assieme al papa nero Karol Wojtyla il 14 dicembre.
Giudichiamo perciò negativamente l'esperienza del Tasso, non per una volontà di criticare a tutti i costi, ma perché l'azione della pur piccola parte di studenti che ha seguito il giovane pannelliano che l'ha promossa, non dà sbocchi, è solo una "nuova''-vecchia forma di lotta passiva e individuale, niente più che una testimonianza inoffensiva.
In ultima analisi essa è figlia della stessa operazione tentata col movimento antiglobal, sottoposto alle spinte centrifughe, non solo delle forze papaline e cattoliche in genere ma anche della "sinistra'' del regime, affinché il movimento di lotta non esca dai confini del riformismo, del pacifismo imbelle, della non violenza come pregiudiziale e dogma irrinunciabile, "sfidando'' l'avversario (non più nemico) sul suo stesso terreno, che è quello della democrazia borghese in camicia nera dell'Italia di Berlusconi.
La lotta di massa e di piazza, invece, accresce la coscienza politica di chi vi partecipa e vi contribuisce, allarga il fronte di lotta e infligge duri colpi al sistema capitalista e al suo governo.

L'organizzazione del movimento
è necessario che nel movimento prevalgano gli studenti di sinistra più coscienti, più combattivi e più informati. Essi devono unirsi per battere la destra studentesca, neutralizzare il centro ed egemonizzare l'intero movimento. La sinistra studentesca - suddivisa a sua volta in destra, centro e sinistra -, è la componente più avanzata e suscettibile d'essere conquistata alla lotta anticapitalista e antimperialista, è la più ricettiva al messaggio e alla strategia della linea scolastica del PMLI. Essa non può esimersi dai propri imprenscindibili doveri di lotta ideologica, politica e organizzativa.
La lotta per l'egemonia di linea, di direzione e organizzazione nel movimento studentesco, che deve vedere in prima fila le studentesse e gli studenti militanti, simpatizzanti e amici del PMLI, va fatta sulla base della linea del Partito e ricercando l'unità d'azione con tutta la sinistra studentesca, lavorando per raggiungere l'obiettivo strategico di un unico grande movimento studentesco. Facendo perno sulla democrazia diretta e sull'Assemblea generale (di scuola, interscolastica, cittadina, ecc.) bisogna creare un fronte unito della sinistra studentesca che vada dai marxisti-leninisti fino agli studenti influenzati dai Centri sociali e dagli "autorganizzati'', passando per quelli di Rifondazione, del PdCI e dell'Uds. Tali organismi non rappresentano blocchi monolitici, sono attraversati dalle contraddizioni determinate dalla lotta di classe e sono divisi a loro volta in destra, centro e sinistra.
Occorre contendere lo spazio alla destra della sinistra studentesca, allearsi col centro e mettere in condizioni di non nuocere gli "ultrasinistri'' e chi propone artificiose separazioni, "azioni esemplari'' e assurdi settarismi.
La sinistra studentesca deve ricercare al suo interno l'unità d'azione. A partire dalla promozione e dal sostegno dell'Assemblea generale delle studentesse e degli studenti fondata sulla democrazia diretta.
Il movimento studentesco deve appartenere effettivamente agli studenti. Perché ciò si avveri occorre che in ogni scuola si istituisca l'Assemblea generale delle studentesse e degli studenti che dev'essere il cuore della vita del movimento studentesco, l'organizzazione unitaria di tutti gli studenti della stessa scuola, il luogo dove avviene il dibattito e il confronto sulla linea e sulle rivendicazioni. Ogni Assemblea deve eleggere con voto palese i propri delegati, che costituiscono il Coordinamento scolastico. I delegati che demeritano e vanno contro i deliberati dell'Assemblea possono essere destituiti in qualsiasi momento.

La nostra proposta
Il PMLI propone di lottare per la scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti. Perché gli studenti sono i veri e principali protagonisti della vita scolastica, le scuole non possono che appartenere loro ed essi le devono governare in nome e per conto del popolo.
Circa il carattere pubblico della scuola e la sua gratuità, il PMLI ha elaborato un'articolata piattaforma composta da 32 rivendicazioni contenute nel suo Nuovo Programma d'azione al capitolo "Scuola'' che si trova nel volume ad hoc edito dal PMLI alle pagg.39-41 e anche su Il Bolscevico n.45/01 pag.6 e nel sito www.pmli.it
Per quanto riguarda il governo studentesco della scuola, obiettivo strategico che potrà essere raggiunto nel tempo tramite una dura lotta di massa, esso dovrà attuarsi attraverso l'istituzione di nuovi organi scolastici collegiali in cui le studentesse e gli studenti siano la maggioranza e dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i rappresentanti degli insegnanti e del personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata), come minoranza. Tutti i membri devono essere eletti con voto palese dalle rispettive Assemblee generali che potranno revocarli se lo riterranno necessario. Le Assemblee generali devono ispirarsi ai principi della democrazia diretta.
Viva le studentesse e gli studenti in lotta!
Abbasso la scuola della Moratti e dei padroni!
Viva la scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti!
Guerra totale al governo del neoduce Berlusconi!
Per l'Italia unita, rossa e socialista.
Coi maestri vinceremo!


L'Ufficio politico del PMLI


Firenze, 21 Dicembre 2001