Durante l'udienza al nuovo ambasciatore presso il Vaticano Giuseppe Balboni Acqua
Il papa esalta il ruolo dei militari italiani in Iraq e nel mondo
Wojtyla appoggia "la fattiva attenzione dell'Italia per un giusto ordine internazionale''
Una benedizione in grande stile dell'imperialismo italiano. E' quanto ha fatto papa Wojtyla il 9 gennaio durante l'udienza al nuovo ambasciatore presso il Vaticano Giuseppe Balboni Acqua, ricevuto per la presentazione delle lettere credenziali.
Toltosi di dosso l'abito dell'invocazione demagogica della pace nei giorni dell'aggressione imperialista all'Iraq, Wojtyla ha speso parole inequivocabili per esaltare il ruolo dei guerrafondai nostrani, spacciati per "angeli della pace'': "non va dimenticata - ha sottolineato - la fattiva attenzione dell'Italia a creare in campo internazionale un giusto ordine al cui centro ci sia il rispetto per l'uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti''. In questo quadro ha ricordato anche i rischi dell'impegno italiano per "un giusto ordine internazionale'' e richiamato "il tributo di sangue sia dei militari caduti in Iraq sia dei volontari italiani in altre parti del mondo''. Uomini "che hanno perso la vita nell'adempimento generoso della loro missione di pace'' al "servizio di quella popolazione così provata''.
Wojtyla ha poi formulato "cordiali voti che l'Italia possa continuare, con le sue peculiari doti di umanità e generosità, a promuovere vero dialogo e crescita, soprattutto nel bacino del Mediterraneo e nella zona dei Balcani, a cui è geograficamente vicina, ma anche in Medio Oriente, in Afghanistan e nel continente africano''. Il papa dunque sprona l'Italia a non mollare riconoscendogli il diritto di poter contare sempre di più nello scacchiere mondiale. Una manna divina per l'imperialismo italiano.