Dal Piemonte al Veneto
Parentopoli leghista
Su 8 segretarie assunte dalla provincia di Brescia 5 sono legate alla Lega
Piazzati mogli, figli e amici. Mazzette, truffe e abusi, amicizie con i boss

La Lega Nord, fondata il 22 novembre 1989 a Bergamo con l'obiettivo di "marciare su Roma ladrona e fare piazza pulita della partitocrazia, dei privilegi dei politici, della corruzione e del malaffare", si è trasformata nel giro di pochi anni in una sorta di ufficio di collocamento in camicia nero-verde dove il nepotismo la fa padrone.
La parentopoli leghista, con decine di figli, mogli, fratelli, cognati e amici degli amici piazzati nei vari enti e istituzioni di comuni, province e regioni in mano alla Lega, parte dal Piemonte, si estende senza soluzione di continuità per tutto il Lombardo-Veneto e ha in Renzo Bossi, figlio prediletto del caporione fascio-leghista Umberto Bossi, il suo emblema e portabandiera. Il "trota" infatti è stato piazzato nel corso delle ultime regionali sugli scranni della Regione Lombardia e da semplice consigliere si è già assicurato per i prossimi anni uno stipendio da 10 mila euro al mese più una pensione di circa 3 mila euro qualora la sua carriera politica dovesse finire anticipatamente o subire la stessa sorte della sua "brillante" carriera scolastica.
In Piemonte il nuovo governatore Roberto Cota è protagonista di una clamorosa infornata di mogli, cugini e cognati tutti sistemati a spese dei contribuenti. Nella sua segreteria c'è Michela Carossa, figlia di Mario, capogruppo della Lega in Regione. Capo di gabinetto del governatore è Giuseppe Cortese, che ha trovato lavoro pure alla moglie, Isabella Arnoldi, diventata portavoce dell'assessore leghista Massimo Giordano, fedelissimo di Cota. Per loro, se tutto va male, la pacchia finisce al massimo tra cinque anni.
Poi c'è chi, sempre grazie alla Lega, riesce a vincere anche un "regolare" concorso pubblico, come
ad esempio le cinque vincitrici del posto per funzionari della Provincia di Brescia. Tra i circa 700 concorrenti sono risultate vincitrici: Sara Grumi, figlia di Guido, assessore leghista al Comune di Gavardo e candidato alle ultime regionali; Katia Peli, nipote dell'assessore provinciale all'Istruzione, leghista pure lui, Aristide Peli; Silvia Raineri, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Concesio e moglie del vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi; Cristina Vitali e Anna Ponzoni tutte e due già impiegate in Provincia presso l'assessorato guidato dal leghista Giorgio Bontempi.
A Varese il caso più emblematico riguarda Marco Reguzzoni, marito di Elena, figlia di Francesco Speroni, ex capo di gabinetto del "senatur" quando era ministro delle Riforme. Nel 2002 Reguzzoni è stato eletto presidente della Provincia e oggi, che grazie alle sue "indiscusse capacità politiche" è riuscito a fare carriera, è stato nominato anche capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati.
A Verona Stefania Villanova, moglie del sindaco Flavio Tosi, e già dipendente della Regione, subito dopo l'elezione del marito è stata improvvisamente promossa dirigente con 45 mila euro in più all'anno di stipendio ed è stata messa a capo della segreteria dell'assessorato regionale alla Sanità.
In Friuli invece la parentopoli degli amministratori leghisti riguarda in particolar modo lo scambio di favori alle mogli: l'ex presidente del consiglio regionale Ballaman assunse Laura Pace, moglie dell'allora sottosegretario agli Interni Maurizio Balocchi; lui per ricambiare il favore si prese in carico Tiziana Vivian, ex fidanzata di Ballaman.
Poi c'è l'esercito dei consulenti in camicia verde. A Padova, ad esempio, l'ex segretario provinciale della Lega Maurizio Conte - oggi diventato assessore nella giunta regionale Zaia - affidò l'incarico per progettare e dirigere i lavori di un nuovo polo scolastico a suo fratello Tiziano.
Altre "designazioni" ai vertici di enti regionali riguardano fra gli altri: "Corrado Callegari, impiegato di banca mestrino stipendiato con 15mila euro al mese, piazzato in Veneto Agricoltura; Antonello Contiero, autista di autobus di Rovigo, premiato con 5mila euro mensili, inserito nel listino di Zaia e cooptato in Intermizoo; Fausto Luciani, ristoratore allo zoo-safari di Bussolengo, retribuito con ben 154mila euro annui e sistemato in Avepa.
Infine c'è Bergamo dove nell'estate del 2009 l'architetto Silvia Lanzani è stata incaricata, per 13.754 euro, di curare il progetto preliminare della nuova centrale di sterilizzazione dell'ospedale di Treviglio, diretto dal leghista Cesare Ercole. Silvia Lanzani è della Lega e fa l'assessore alle Infrastrutture in Provincia.
Non solo. Recentemente anche i padroni del profondo Nord leghista, gli stessi che negli anni '90 applaudivano allo sventolio del cappio in parlamento contro i tangentisti della Prima repubblica, adesso usano gli stessi "strumenti finanziari": mazzette, truffe, abusi, evasione e frodi fiscali e amicizie con i boss per accrescere il loro potere e salvaguardare i profitti. Emblematico in tal senso è il verminaio scoperto dalla procura di Vicenza in quel di Arzignano, dove la Lega ha ottenuto il 37% dei voti alle ultime elezioni del 2008, e dove la cosiddetta "cricca delle pelli" composta da imprenditori, finanzieri e politici locali e nazionali con alla testa il senatore Alberto Filippi (44 anni presidente della holding di famiglia Unichimica e il vicesindaco Massimo Signorin che ha la mamma e il fratello indagati per evasione e truffa) la facevano da padrone a suon di tangenti, fatture false, corruzione dei controllori della Finanza, finte sponsarizzazioni e cene a base di ostriche, champagne e escort per festeggiare e spartirsi i proventi del malaffare che poi venivano riciclati a San Marino.
In totale oltre 300 milioni di Iva evasa da parte di circa 200 aziende su 600.

20 ottobre 2010