All'incontro dei ministri della Difesa Ue
Parigi e Berlino propongono una difesa europea autonoma dalla Nato
L'Italia di Berlusconi e Martino media
La superpotenza imperialista europea ha bisogno di uno strumento militare proprio per affermare il suo ruolo nel mondo; su questo principio i Quindici, e i dieci più tre che entreranno tra il 2004 e il 2007, sono d'accordo. Li divide solo la questione se lo strumento per la "difesa" europea deve essere autonomo dalla Nato, e dagli Usa, o una costola della Nato. Francia e Germania, dopo la rottura con gli Usa sulla guerra all'Iraq, hanno premuto sull'acceleratore per la costituzione di una difesa europea autonoma dalla Nato e hanno riproposto la questione al vertice informale dei ministri della Difesa che si è tenuto a Roma il 3 ottobre nella caserma dei carabinieri Salvo d'Acquisto.
I ministri di Parigi e Berlino, di concerto con quelli di Belgio e Lussemburgo hanno proposto di creare un vero e proprio quartier generale europeo separato e quindi svincolato da quello Nato. La Gran Bretagna ha capeggiato il fronte dei contrari avanzando la proposta di creare una struttura di comando europea dentro la Nato. L'Italia, che la pensa nello stesso modo di Londra, ha avanzato una ipotesi di mediazione prospettando la creazione di un quartier generale "virtuale" attraverso il collegamento fra i comandi nazionali esistenti.
Nel minivertice europeo che si era tenuto a Bruxelles il 29 aprile scorso Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo avevano deciso di avviare velocemente la costruzione dell'esercito della superpotenza europea, attorno all'esistente brigata franco-tedesca, con capacità operative anche al di fuori dell'Alleanza atlantica. Nel progetto prefigurato dai quattro paesi si enunciava un tabella di marcia che prevedeva entro il 2004 la creazione di un "quartier generale multinazionale" per guidare le "operazioni congiunte"; un "nucleo di capacità collettiva di pianificazione" che consentisse "la condotta di operazioni della Ue senza il ricorso ai mezzi e alle capacità della Nato"; la creazione di una Agenzia europea degli armamenti per centralizzare e coordinare le nuove commesse militari; un "comando europeo di trasporto aereo strategico disponibile per operazioni europee e della Nato". La sede del nuovo quartier generale era sata individuata in una struttura a Tervuren, un quartiere di Bruxelles. Vicino a quello della Nato.
La proposta della nuova sede militare è rimbalzata al vertice di Roma dove si è scontrata con la posizione inglese: "non se ne parla nemmeno, un nuovo quartier generale non serve, basta quello della Nato in cui gli europei se vogliono possono riunirsi separatamente". Anche il ministro della Difesa italiano Antonio Martino respingeva la proposta franco-tedesca perché sarebbe "uno spreco di risorse" e "una mossa antitetica all'appartenenza all'Alleanza atlantica". Ma poiché "una politica comune di difesa europea è ormai sempre più necessaria ed è meglio farla senza fughe in avanti che antagonizzino gli americani ma anche senza sabotaggi", precisava un'importante fonte del ministero della Difesa, Martino proponeva di costituire intanto il coordinamento fra i quartier generali nazionali. Altro passo verso la difesa europea, sottolineava Martino, sarà la partenza entro novembre del progetto dell'Agenzia europea per gli armamenti e la ricerca strategica.
La riunione informale dei ministri della Difesa, che è proseguita anche il 4 e 5 ottobre, non prevedeva comunicati; spetterà al ministro Martino in una conferenza stampa e in successivi interventi affermare che "su alcuni punti qualificanti del futuro dell'Europa della difesa il consenso è stato unanime". "è stato approvato un progetto italiano che dovrebbe portarci entro il 2010 a realizzare la completa interoperabilità delle forze", ha sostenuto il ministro, "tutti i paesi hanno convenuto che ancora per molto tempo non potremo fare a meno dell'Alleanza atlantica. Il tentativo sarebbe velleitario e comporterebbe duplicati e sprechi. Ci avviamo così ad avere una forza impiegabile, a seconda dei casi, in operazioni a guida Nato o in operazioni a guida europea". "Quanto accaduto nei giorni scorsi a Roma induce a sperare che il vecchio continente sia finalmente pronto a realizzare quell'ideale" abortito nel 1954 con il fallimento della Comunità europea di difesa (Ced), ha infine chiosato il ministro della Difesa italiano.
I ministri della Difesa europei hanno nel frattempo deciso di accelerare il passaggio dalla Nato alla Ue del comando delle forze di occupazione in Bosnia dove sono presenti 13 mila soldati; già nel marzo scorso la Ue aveva assunto il comando delle truppe in Macedonia. Nelle mani della superpotenza europea passa il controllo militare di una parte importante dei Balcani.