Partecipiamo alla lotta per la difesa dell'istruzione pubblica


Si sta accendendo un autunno incandescente di lotte. Evviva!
L'8 ottobre gli studenti ed i precari scenderanno in piazza per rivendicare a gran voce la fine dei tagli e della distruzione dell'istruzione pubblica. Si tratta di una lotta importante che noi sosteniamo calorosamente e a cui parteciperanno senz'altro le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti.
Il governo Berlusconi sta distruggendo l'istruzione pubblica. I disegni di legge (ddl) Gelmini e Aprea attualmente in discussione hanno come scopo comune la trasformazione di scuole e università in fondazioni private che saranno completamente alla mercé dei loro "benefattori" capitalisti (se riusciranno a trovarli, pena la scomparsa) e non più finanziate dallo Stato; privano gli studenti prima di tutto, ma anche il personale Ata, i ricercatori e i docenti non asserviti di qualsiasi potere e rappresentanza effettiva; precarizzano al massimo il corpo docenti; cancellano di fatto il diritto di parola e di sciopero mediante l'introduzione delle pratiche aziendali.
Occorre affossare il progetto classista, aziendalista, "meritocratico" e clericale di scuola e università che il governo del neoduce Berlusconi e della gerarca alla (d)istruzione Gelmini vogliono far passare. Per farlo bisogna mobilitarsi e fare uso di tutti i metodi di lotta, dalla piazza all'occupazione degli istituti, per far sentire la voce degli studenti e della protesta.
Non basta però lottare per bloccare i due suddetti ddl. Bisogna battersi perché vengano ritirate tutte le controriforme che hanno progressivamente demolito l'istruzione pubblica, e che portano le firme di Berlinguer, Moratti, Fioroni e Gelmini. Bisogna battersi perché le scuole e le università siano governate dalle studentesse e dagli studenti eletti dall'Assemblea generale tramite la democrazia diretta: una questione, questa, che è fondamentale e che il movimento studentesco dovrebbe mettere al centro delle proprie rivendicazioni. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che oggi gli studenti non hanno alcun potere reale, nemmeno tramite gli "organi di rappresentanza", e che sono ostacolati nelle loro lotte da svariati fattori, primo fra tutti il voto in condotta, ma anche la mancanza di un vero e proprio diritto di sciopero studentesco.
Noi salutiamo con entusiasmo queste mobilitazioni e faremo la nostra parte nella lotta comune contro la privatizzazione. Intanto invitiamo fin da subito a premere sulla Cgil e sui "sindacati di base" affinché proclamino al più presto lo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi.
Diamo battaglia per l'istruzione pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti!
 

6 ottobre 2010