Sulla guerra di Corea i rinnegati di Pechino ribaltano la realtà storica

Era stata annunciata da un articolo del giornale "Tempi Globali", sottoprodotto dell'ufficiale "Quotidiano del Popolo", che esortava gli studiosi cinesi a "compiere sforzi maggiori e più grandi per scoprire la verità sulla guerra di Corea" e puntualmente è arrivata in occasione del sessantesimo anniversario quando l'agenzia ufficiale "Nuova Cina" ha sentenziato: "il 25 giugno 1950, l'esercito nordcoreano attraversò il 38° parallelo e cominciò l'attacco. Tre giorni dopo Seul cadde".
Con la Corea del Nord sotto il mirino dell'imperialismo americano e delle provocazioni del regime di Seul, i rinnegati di Pechino vogliono far capire a Pyongyang da che parte stanno con un giudizio che ribalta la realtà storica sulla guerra di Corea trasformando gli aggressori in aggrediti e ripetendo una menzogna propagandata dall'imperialismo allo scopo di farla diventare la più scontata e indiscutibile verità.
Come abbiamo denunciato in un articolo in occasione del 50º anniversario dell'aggressione imperialista degli Usa alla Repubblica democratica popolare di Corea dal titolo "La verità sulla guerra di Corea", l'imperialismo americano con l'aggressione armata nella penisola asiatica inaugurò e sperimentò quella politica aggressiva ed espansionista che l'avrebbe portato di lì a pochi anni a imporsi quale superpotenza planetaria, sostituendosi prepotentemente alle vecchie potenze imperialiste come l'Inghilterra, con l'incidente di Suez, e come la Francia, destinata a subire una cocente disfatta militare in Indocina.
Ricordavamo che la liberazione della Corea dalla dominazione coloniale giapponese fu il frutto dell'azione liberatrice ed emancipatrice svolta congiuntamente dall'Urss di Stalin e dall'Esercito Rosso cinese diretto da Mao. In base agli accordi tra gli alleati, la Corea fu temporaneamente divisa in due zone al di sopra e al di sotto del 38º parallelo, controllate rispettivamente dalle truppe sovietiche e dalle truppe americane, in attesa della capitolazione degli invasori giapponesi. Fu così che al Nord la liberazione procedette risolutamente sulla strada della democrazia popolare, mentre al Sud all'occupazione giapponese si sostituiva l'amministrazione militare americana che esautorava il fronte democratico e i comitati popolari e sosteneva un governo provvisorio apertamente anticomunista. Insomma gli Usa divisero in due la Corea per garantirsi il controllo della regione in funzione apertamente anticomunista e assediare da oriente l'Urss di Stalin e successivamente la vittoriosa Cina rossa di Mao. Dopo aver sabotato qualsiasi tentativo di costituire un solo governo democratico provvisorio della Corea, instaurarono un regime di terrore grazie al quale dettero vita a un governo fantoccio e si assicurarono il controllo politico ed elettorale sancito successivamente da accordi internazionali tra Usa e Repubblica di Corea.
Sono queste le premesse della guerra di aggressione che il governo fantoccio sudcoreano con l'aiuto degli Usa mosse il 25 giugno 1950 contro la Repubblica Democratica Popolare di Corea. Mentre le truppe sudcoreane irrompevano a nord del 38º parallelo, gli Usa con un colpo di mano riuscivano ad assicurarsi la copertura dell'Onu che inviava un contingente internazionale imperialista di cui le truppe e i mezzi militari americani erano di gran lunga prevalenti.
Quel colpo di mano all'Onu, reso possibile dall'assenza alla seduta del rappresentante sovietico che non riuscì a far valere il diritto di veto, può in qualche modo considerarsi antesignano delle risoluzioni e delle cosiddette "missioni umanitarie" che oggi sono diventate una consuetudine per l'Onu in ogni angolo caldo del globo.
Davanti alla controffensiva dell'esercito popolare coreano che gradualmente strappava al nemico e liberava nuove zone della Corea meridionale, l'imperialismo Usa rispose il 15 settembre paracadutando nelle lontane retrovie nordcoreane 50 mila uomini e invadendo il Nord con l'VIII armata a partire dalla piazzaforte di Puson. La schiacciante supremazia militare sospinse l'invasione americana a nord fino alle frontiere della neonata Repubblica Popolare Cinese. Davanti alla prepotente minaccia imperialista, la Cina di Mao si vide costretta con abnegazione internazionalista a intervenire al fianco dei fratelli coreani e ad inviare il 25 ottobre 1950 i primi battaglioni di volontari che affiancarono i reparti regolari nella lotta di liberazione del popolo coreano, quantunque la Cina popolare fosse giovane, povera e priva degli armamenti terrificanti posseduti dagli Usa. Ma ciò bastò a capovolgere le sorti della guerra.
Il contrattacco fu coronato dal successo alla fine di dicembre, allorché l'intero territorio della Corea a nord del 38º parallelo risultò liberato. Il che indusse i circoli governativi statunitensi ad abbandonare temporaneamente la scelta di risolvere con la guerra il problema coreano e a scendere sul terreno delle trattative. Iniziate nel luglio 1951 e interrotte più volte, il 27 luglio 1953 quelle trattative portarono a un armistizio in base al quale rimanevano in vigore i vecchi confini del 38º parallelo.
Questa è la realtà storica che i rinnegati revisionisti di Pechino vorrebbero ribaltare.

14 luglio 2010