Esordio operativo mussoliniano del IV governo del neoduce a Napoli
Pugno di ferro di Berlusconi sui rifiuti
Militarizzate le discariche segrete, carcere per chi le occupa o crea disordini. Discariche in tutte le province. Tre nuovi inceneritori. Scippata ai pm la competenza in materia di rifiuti. Commissariamento per i comuni che ostacolano il piano governativo
Poteri dittatoriali a Bertolaso
Annunciato dal rogo di stampo nazista e mussoliniano del campo rom di Ponticelli e dalle minacce di morte a magistrati e giornalisti impegnati nella lotta all'ecomafia, un altro colpo di mano di stampo fascista si è consumato il 21 maggio scorso a Napoli. Berlusconi lo aveva capito: il terrore di avere la casa circondata dall'immondizia, la paura di dover mangiare, bere e respirare tra i rifiuti, poteva essere un formidabile ricatto sull'opinione pubblica, più efficace persino delle stragi di Stato. Aveva la strada spianata da parte dell'"opposizione di sua maestà", da parte dei governanti locali Bassolino, Iervolino e Di Palma preoccupati di perdere poltrone e clientele consolidate in 15 anni di governo, da parte dei mass-media, con in testa il Mattino di Napoli diretto da Mario Orfeo. Scimmiottando Goebbels, il nuovo Mussolini non ha dovuto far altro che prendere a pretesto la immane tragedia dei roghi per le strade per annunciare il pugno di ferro contro i movimenti di lotta per la difesa della salute e dell'ambiente, per insabbiare gli importanti processi in corso sulla criminale gestione capitalistica del ciclo dei rifiuti, per imbavagliare la stampa e la magistratura locale e le stesse istituzioni rappresentative democratico-borghesi.
"Lo Stato tornerà ad essere Stato, non sono più accettate minoranze che fermano i lavori o che si oppongono allo smaltimento dei rifiuti", con queste parole ha inaugurato l'azione del suo 4° governo. "Le discariche - ha detto spavaldo in conferenza stampa - saranno considerate come zone di interesse strategico nazionale", equiparate a zone militari, protette dal segreto di Stato e presidiate dalla forze armate, ci saranno pene detentive fino a cinque anni per chi guida le proteste contro le discariche, fino ad un anno per chi si oppone alla loro realizzazione o entra abusivamente nei siti ed ostacola i lavori, da 6 mesi ad 3 anni per chi distrugge o rovina gli impianti per la gestione dei rifiuti. Nessuno in pratica potrà mettere il naso in quei siti, sapere con quali criteri vengono allestiti e soprattutto cosa verrà scaricato al loro interno. Come se non bastasse ha annunciato che ai giudici verrà scippata la competenza in materia di rifiuti per "evitare che l'azione di un Pm possa determinare nuovi contraccolpi al commissariato". Occorre - ha detto - "affidare ad un collegio di giudici la verifica delle conclusioni del sostituto di turno" e nello stesso tempo accorpare nelle mani di una "Superprocura" tutte le competenza in materia di reati ambientali in Campania. In tal modo d'ora in avanti un magistrato titolare di una inchiesta sul ciclo dei rifiuti "non potrà visitare i siti, non potrà decidere un sequestro preventivo di una discarica, di un sito di stoccaggio, di un cdr", anche se attenta alla salute della popolazione, mentre importanti processi in corso come quello che vede imputati Bassolino e l'Impregilo rischiano la prescrizione.
La tattica è chiara: scaricando tutte le colpe dell'ecatombe campana sulle masse in lotta, sulla magistratura e sulle vacillanti giunte di "centro-sinistra", "l'uomo della provvidenza" ha disegnato un vestito su misura per le holding locali che gestiscono l'affare rifiuti ma anche per i padroni degli inceneritori, tanto da avere stimolato l'interesse della Sogin (Eni-Enel) diretta dal generale piduista e fascista Carlo Jean che si occupa di coordinare le aziende italiane che costruiscono centrali nucleari in Russia e nell'est europeo ed ovviamente di smaltire le montagne di rifiuti radioattivi che ne derivano.
Per attuare questo piano criminale ha nominato e dato pieni poteri al sottosegretario "delegato all'emergenza rifiuti in Campania" Guido Bertolaso (vedi scheda a parte), attuale capo del Dipartimento della Protezione civile, che si è messo subito al lavoro precisando "non ci sono e non ci saranno regole d'ingaggio per i militari", perché il compito dell'esercito sarà di "sorveglianza, tutela e protezione" dei siti che saranno adibiti a discarica, mentre il compito di "confrontarsi" con le eventuali proteste "sarà delle forze dell'ordine, che fino ad oggi lo hanno svolto in maniera egregia" (stavano caricando i manifestanti a Chiaiano). Bertolaso avrà anche un potere dittatoriale nei confronti dei comuni che "se non manterranno gli impegni, presentando i piani entro 30 giorni, potranno essere commissariati". In tal caso come al solito a pagare saranno le masse con una maggiorazione della scandalosa tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, la cui percentuale salirà col passare degli anni e anche con l'aumentare del "tetto" di raccolta differenziata.
Quanto al destino del commissario straordinario, Gianni De Gennaro, il cui mandato era in scadenza, Berlusconi lo ha ringraziato ed elogiato in conferenza stampa, successivamente l'ha nominato capo dei servizi segreti, lasciando a Bertolaso la rivelazione: "continuerà a lavorare in questo ambito con pieni poteri per portare a termine alcune attività". Quali?
Per quanto riguarda gli inceneritori il neoduce ha avuto l'ardire di citare il modello "Brescia", spergiurando che "non c'è alcun pericolo per la salute", ed annunciando che oltre a quelli di Acerra, S. Maria La Fossa e Salerno, se ne dovrà costruire presto un altro, nella città di Napoli. La scelta dell'area spetta alla Iervolino ma se non averrà entro trenta giorni ci penserà Bertolaso ad imporre a tutti la decisione.
Poche parole in coda il neoduce le ha riservate per le "compensazioni ambientali" per i comuni oggetto del piano del governo, la classica carotina avvelenata dopo tanto bastone. Si tratta della monetizzazione del rischio di tumori e malformazioni, di non meglio precisate "opere pubbliche" (per ingraziarsi la camorra locale del cemento e dell'asfalto?) e di vaghe promesse di bonifica dei siti inquinati di cui la Protezione civile dell'esperto Bertolaso non ha provveduto neanche a censire l'ordine di grandezza. Sulla riduzione, riciclaggio e raccolta differenziata è stato ancora più vago perché
sa bene che un dettagliato piano straordinario invaliderebbe l'intero ciclo criminale fondato sul trasporto affidato a ditte in odore di camorra, sui cdr, le ecoballe, gli inceneritori e la lievitazione del business dello smaltimento dei residui dell'incenerimento.
Avrebbe potuto citare le enormi responsabilità dell'ex-governatore Rastrelli, del ministro Matteoli, dell'ex-ministro Landolfi, e invece "Berlusconi dice cose condivisibili", questo è stato il commento del "ministro ombra dell'Ambiente", Ermete Realacci (PD), che ci ha tenuto a far notare che "le soluzioni illustrate dal governo non sono molto diverse da quelle che erano state prospettate dal Partito democratico". Anche sulla scelta di Guido Bertolaso, ha detto: "Lo avevamo già indicato come commissario straordinario ed inoltre si mantiene l'incarico a De Gennaro" e sulle mega-discariche "sono grosso modo quelle che erano già state individuate nel corso di questi anni".
Dunque, il decreto legge, i cui dettagli sono stati tenuti nascosti agli stessi ministri fino alla firma del presidente della Repubblica Napolitano e alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, prevede: la nomina del neo sottosegretario Guido Bertolaso, la durata dello stato di emergenza (fino alla fine del 2009) e l'elenco delle 10 discariche da utilizzare per lo stoccaggio dei rifiuti: Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento) - località Norecchie; Savignano Irpino (Avellino) - località Postarza; Serre (Salerno) - località Macchia Soprana e Valle della Masseria; Andretta (Avellino) - località Pero Spaccone; Terzigno (Napoli) - località Pozzelle e Cava Vitiello; Chiaiano (Napoli); Caserta - località Torrione (Cava Matroianni); Santa Maria La Fossa (Caserta) - località Ferrandelle.
Con la "controfirma" di Veltroni, "se si è presa questa determinazione - ha spiegato parlando da Ladispoli -, è chiaro che va rispettata, bisogna solo cercare di evitare l'uso della forza il più possibile", il governo Berlusconi ha inaugurato di fatto nel Sud Italia il modello imperialista in vigore nei paesi occupati, come in Iraq dove mercenari, agenti dei servizi segreti, mafiosi ed esercito hanno collaborato attivamente per reprimere le rivolte, per proteggere militarmente gli oleodotti della multinazionale Eni, lucrare sul petrolio, sui traffici di armi e rifiuti di tutti i tipi, sulla ricostruzione, per la gioia di quella piovra criminale di alto livello che vuole che la "colonia" Campania rimanga terra di conquista e pattumiera dei pescecani capitalisti campani, italiani ed europei.


27 maggio 2008