Secondo gli interessi della grande borghesia e delle lobby dei cementificatori
Nel piano strutturale di Renzi al primo posto "grandi opere" e speculazioni a Firenze
Circo mediatico stile Berlusconi per creare un'apparenza di consenso al progetto del neopodestà
La popolazione dev'essere sovrana nel decidere il tipo di città. Lavoriamo per costituire le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Noi marxisti-leninisti rigettiamo con forza il Piano strutturale targato Matteo Renzi (PD). Lo critichiamo per i suoi contenuti che rispondono alle esigenze della borghesia cittadina e delle lobby dei cementificatori e critichiamo il metodo adottato dal berlusconino Renzi che se a qualcuno può sembrare democratico, aperto e partecipato, in realtà esprime decisionismo e deleteria mediaticità.
La prima stesura del Piano strutturale è stata sottoposta alla discussione di una piccolissima parte della popolazione mentre nella seconda stesura non sono stati tenuti in considerazione sostanziale neanche i risultati degli incontri e del sondaggio effettuato, come non sono state minimamente prese in considerazione le critiche e i progetti dei tanti comitati sorti in città.
Secondo l'ambizioso e rampante neopodestà Renzi la stesura definitiva del Piano strutturale dovrebbe essere approvata entro l'anno.
Il Piano strutturale è intriso di tecnicismi, non facili da comprendere, ma ad attenta analisi non sfugge che la parola d'ordine di fatto è cementificare e privatizzare. Non a caso un ruolo centrale alla realizzazione del Piano è affidato, come recita l'introduzione, agli imprenditori locali e non, e quindi il Piano stesso è congegnato per attirare capitali e garantire il profitto dei capitalisti.
Per non parlare della mobilità, asservita in pieno alla borghesia, alla fluttuazione del capitale con al centro la Firenze vetrina per borghesi. Tutto il Piano strutturale è improntato alla realizzazione di grandi opere di viabilità e a rendere disponibili alla speculazione edilizia quei grandi spazi storici del centro città rimasti vuoti e anche i piccoli ex opifici abbandonati nei quartieri residenziali. Invece di essere valorizzate per la vita sociale dei quartieri semi-periferici, nel Piano verrebbero sacrificate alla sosta delle auto piazze importanti come piazza dell'Isolotto.
Il Piano dà per scontate opere devastanti come il sottoattraversamento della ferrovia Tav, la realizzazione della stazione Tav dei Macelli, lascia nella nebbia i contestati percorsi delle linee 2 e 3 della tramvia, comunque da fare, lancia in sordina la linea 4 stazione Leopolda-Le Piagge.
Con tre righe, sempre indeterminate, parla altresì di riutilizzo residenziale di importanti edifici rimasti vuoti.

Sforzo mediatico per ingannare la popolazione
Dopo che la precedente giunta guidata dal piddino Domenici era stata costretta a non presentare nemmeno il proprio Piano strutturale, bersagliato da pesanti critiche, il neopodestà Matteo Renzi ha pensato di orchestrare un grande circo mediatico in stile berlusconiano, sperperando soldi pubblici per costruire un'apparenza di consenso al Piano strutturale, con il duplice obiettivo di ingannare e coinvolgere la popolazione, una sorta di "mandato popolare" da spendere nei confronti delle critiche dei numerosi comitati, degli ordini professionali, ecc.
Un'apposita società ha curato il marketing del Piano strutturale organizzando di tutto: un sito web, una serie di consultazioni nei quartieri direttamente con la popolazione e con gruppi di esperti, che ha coinvolto 105 sparuti gruppetti nell'ordine delle 10-20 persone, mongolfiere per avere foto dall'alto della città da sottoporre in una serata a Palazzo Vecchio a 150 residenti estratti a sorte, che si sono espressi con una sorta di "televoto" e hanno potuto godere di una gita in barca sull'Arno, un sondaggio telefonico che ha coinvolto 1.200 persone, a fronte di 368.421 residenti della città del Giglio.
Comunque, dal sondaggio emerge l'esigenza di maggiori spazi di uso sociale per giovani e anziani, di aree verdi fruibili, di attrezzature sportive popolari, di un maggiore utilizzo di materie ecologiche, di ridurre sensibilmente l'inquinamento; tutte questioni lasciate in secondo piano nelle conclusioni e negli elaborati. Il che conferma che tutta questa operazione è sostanzialmente di facciata e serve a legittimare la sostanza cementificatrice del Piano. Come specchietto per le allodole sono stati intervistati anche esponenti di organismi conosciuti come contestatori della politica urbanistica della giunta, vedi l'Associazione Idra e Unaltracittà.
Ignorata la mole di critiche circostanziate con cui i numerosi comitati e associazioni attivi in città stanno dimostrando la pericolosità di grandi opere come l'Alta velocità ferroviaria, la tangenziale in sottoattraversamento, o criticando la destinazione di grandi aree come quella di San Salvi.
La stesura attuale del Piano, che Renzi per avere le mani libere ha lasciato indeterminata su tante questioni cruciali, ha raccolto delle critiche da Confindustria, che vuole assolute certezze di profitto, e degli ordini professionali interessati.
Per coprire tutti questi vuoti il neopodestà ha organizzato un altro circo mediatico "parallelo" al Piano stesso. In contemporanea il 28 settembre ha promosso "cento incontri fra l'amministrazione e i cittadini" in altrettanti luoghi dove ci sono problemi urbanistici aperti, dall'accattivante titolo "I fiorentini cambiano la città". Peccato che in questi cento luoghi non sono compresi, guardacaso, luoghi emblematici dei problemi più scottanti come la TAV, Castello, l'ormai ex Parco dei Macelli e l'area di Campo di Marte.
Per questa occasione il neopodestà fiorentino ha precettato anche i dipendenti comunali incaricandoli di rappresentare l'amministrazione; per "rendere omogeneo" il modo di affrontare le questioni è stato organizzato per i dipendenti coinvolti un apposito corso costato 19.000 euro.

Cementificazione, privatizzazione degli edifici pubblici dismessi, la città-vetrina al servizio del turismo nel centro storico
I punti strategici del Piano sono la Tav, le infrastrutture, la cementificazione dell'area di Castello, nonostante le critiche e le inchieste in corso, il polo fieristico della Fortezza, la mobilità urbana incentrata nel salvaguardare il centro storico al servizio del turismo danaroso e valorizzare le grandi aree di speculazione edilizia come Castello. Ci sono poi aberrazioni come la possibilità per chi possiede capannoni o ex opifici dismessi in zone divenute residenziali di cedere al comune questi spazi per farne un uso diverso (verde, strutture sociali, ecc.) e quindi di usufruire altrove, nel territorio comunale, degli stessi metri quadri per costruire nuovi edifici.
Sono i progetti delle grandi opere ad avere la priorità, i finanziamenti, le tabelle di marcia, mentre esigenze emerse dallo stesso sondaggio renziano dove si chiedono "più strutture per anziani, giovani, attrattive culturali nei quartiere, giardini e parchi interconnessi, strutture scolastiche e sanitarie e mobilità funzionale alle esigenze della vita quotidiana", vengono giudicate "interessanti" e puntualmente rimandate a interventi futuri.
Il Piano disegna una città al servizio del grande capitale, altro che il "mix fra residenza, commercio locale, artigianato, produzione leggera, formazione e cultura" che cercano di propagandare per presentarsi a misura della popolazione.
Mettere in fila i cantieri che vuole aprire il berlusconino di Rignano sull'Arno Renzi non è facile. Salta comunque agli occhi l'intenzione dell'amministrazione di cantierizzare tutta la città, dando la precedenza a mega-progetti costosi e lunghi, funzionali ai profitti dei capitalisti coinvolti, invece che a interventi piccoli e di rapida realizzazione. Basta l'esperienza della linea 1 della tramvia per prevedere come minimo un decennio devastante. In questa cloaca rischiano di rivelarsi negativi anche interventi necessari, perché non realizzati rispettando le esigenze della popolazione, come il by-pass del Galluzzo, autentica novella dello stento.
Strade. Prima di tutto c'è il famigerato sottoattraversamento
della Tav, che comporta un criminale sperpero di denaro di fronte alle esigenze della popolazione provata dalla crisi, dalla disoccupazione, dalla miseria; pericoli idro-geologici nemmeno presi in considerazione, tant'è che non è prevista neanche l'attivazione di un Osservatorio Ambientale Locale come era stato fatto nel Mugello, zona che pure è stata devastata in maniera grave e praticamente impunita.
Una nuova tangenziale interrata, chiamata passante urbano Campo Marte-Ponte di Mezzo, con eventuale diramazione per Careggi, una riedizione del contestatissimo "tubone", che dovrebbe essere a pagamento, progetto bocciato anche negli incontri.
Una bretella Fortezza-Panciatichi, un nuovo ponte sull'Arno fra Ugnano e Brozzi, una nuova strada fra viale Rosselli e via Pistoiese, un sottopasso stradale fra viale Mazzini e viale Fanti.
Tramvia. Linea due dal polo universitario di Sesto fino a Rovezzano e Bagno a Ripoli in sottoattraversamento del centro storico che garantirebbe "una eccellente accessibilità per supportare lo sviluppo turistico". Un progetto che riecheggia la metropolitana leggera lanciata dalla destra cittadina e che è stato bocciato negli incontri. La realizzazione della linea 3 della tramvia e il lancio di una nuova linea 4 dalla stazione Leopolda fino alle Piagge. Mentre vengono lanciati questi progetti faraonici il servizio dell'Ataf, fra i più cari d'Italia, è sempre disastrato e sono regolarmente cadute nel dimenticatoio le richieste dei dipendenti di realizzare le busvie che, con poco costo e tempi brevi, potrebbero assicurare un servizio migliore.
Parcheggi interrati in piazza Tasso, piazza Brunelleschi, piazza del Carmine, via il Prato, Lungarno della Zecca Vecchia, piazza dell'Unità, piazza Indipendenza, piazza D'Azeglio, piazza Isidoro del Lungo, piazza San Marco, viale Ariosto fino alla Porta San Frediano.
Per quanto riguarda i cosiddetti "contenitori dismessi", cioè quei grandi complessi in genere di proprietà pubblica che sono attualmente abbandonati, secondo il Piano è da "privilegiare l'uso residenziale", solo nel centro storico equivalgono a 176.300 metri quadri. Noi, come tante altre voci che si stanno levando in città, crediamo che questo non è il modo per rispondere all'esigenza di abitazioni (come cerca di contrabbandare il Piano renziano), ma è il modo per consegnare una bella fetta di città alla speculazione edilizia. Infatti sono tantissimi gli appartamenti sfitti in città, che rimangono tali per gli affitti astronomici richiesti, più che sufficienti alle esigenze abitatitive.

Per Firenze governata dal popolo e al servizio del popolo
Tutto di questo Piano ci dice che le attuali istituzioni in camicia nera e segnatamente Palazzo Vecchio non vogliono e non possono corrispondere alle esigenze della popolazione.
Non è attraverso gli incontri pilotati e magari l'introduzione di "maggiori strumenti di controllo" all'interno di questo meccanismo borghese e antipopolare che si può far prevalere la volontà popolare.
Il metodo Renzi della concertazione, peraltro più fittizia che reale, serve solo a dare una copertura a un progetto globalmente al servizio del capitale e dei suoi profitti. Per opporsi a questa mega svendita della città a nostro parere l'unica strada percorribile è quella dell'opposizione di piazza, della lotta al di fuori e contro le istituzioni borghesi in camicia nera, un'opposizione che deve fare proprio l'obiettivo di una nuova società, in cui il potere sia nelle mani del proletariato: il socialismo.
Per portare avanti una grande battaglia strategica di questo tipo noi proponiamo la costituzione di istituzioni rappresentative di tutti i fautori del socialismo, ovvero i Comitati popolari eletti dalle Assemblee popolari, basati sulla democrazia diretta.
È in questo ambito e in questa prospettiva che rilanciamo e proponiamo al dibattito dei fiorentini alcune rivendicazioni del Programma amministrativo del PMLI per Firenze governata dal popolo e al servizio del popolo:
ALTA VELOCITA' - CEMENTIFICAZIONE
No all'Alta velocità. No all'attraversamento in tunnel o in superficie di Firenze e No alla stazione sotterranea nell'area ex Macelli.
No allo "scavalco" del nodo ferroviario di Rifredi-Castello.
Potenziare e utilizzare nuove risorse per i trasporti ferroviari esistenti, in particolare per i pendolari.
Fermare la persistente cementificazione e svendita della città a favore del privato e di inutili progetti speculativi.
Rivedere tutto il progetto di Castello coinvolgendo le masse popolari sull'utilizzo del terreno.
TRAMVIA E TRASPORTI
Moratoria per le linee 2 e 3 al fine di poter svolgere realmente tutti quegli studi preliminari che non sono stati fatti e di dare voce fino in fondo alle richieste e alle critiche della popolazione.
Per Firenze occorre un trasporto pubblico e tramvia leggera, busvie, autobus elettrici, efficienti e gratuiti per disabili, pensionati poveri, disoccupati e per spostamenti di lavoro e di studio.
Abolizione della Zsc (zona a sosta controllata a pagamento).
Parcheggi pubblici gratuiti o a prezzi popolari.
CASA
Scioglimento di "Casa spa".
Creazione di un piano mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso la ristrutturazione e il risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con fitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi.
Requisire le case sfitte da oltre un anno, i locali pubblici dismessi o inutilizzati e i palazzi nelle medesime condizioni da destinare, dopo i necessari lavori, alle famiglie sfrattate o senza casa.
SERVIZI SOCIALI E SANITARI
Destinare soldi per la costruzione a livello comunale e provinciale di una fitta rete di servizi sociali pubblici a basso costo autogestiti dalle masse stesse. In particolare servizi per l'infanzia, gli anziani e i diversamente abili come asili nido, scuole dell'infanzia, refezioni scolastiche, centri estivi e per l'orario extrascolastico, assistenza domiciliare per persone non autosufficienti, centri di riabilitazione psico-motoria e per la cura e la disintossicazione dei tossicodipendenti, servizi di trasporto e accompagnamento pubblici e gratuiti per anziani e invalidi in caso di visite, analisi e cure sanitarie.
Costruire sufficienti mense aziendali e scolastiche, mense di quartiere, lavanderie e stiratorie pubbliche, centri di rammendo e di manutenzione degli indumenti, squadre pubbliche di pulizie degli alloggi a prezzi popolari.
GIOVANI
Destinazione di parte degli immobili comunali esistenti o costruzione di nuovi per la realizzazione e finanziamento anche con risorse locali di centri giovanili autogestiti, di strutture sociali, ricreative, culturali e sportive pubbliche da dare in gestione direttamente ai giovani.
Realizzazione di un piano di edilizia popolare per i giovani.
Realizzazione di nuovi spazi verdi e maggiore attrezzatura di quelli già esistenti destinandoli ai giovani e ai bambini.
Concessione ai giovani e a tutta la popolazione dell'uso gratuito delle strutture sportive.
Ristrutturazione e messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici pubblici.

6 ottobre 2010